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Autore: DreamyBells    15/07/2020    2 recensioni
Erano passati 29 giorni 7 ore e 13 minuti.
Il tempo era diventato un’ossessione, sentivo l'impulso maniacale di tenere il conto di ogni attimo che mi trascinava sempre più distante da colei che avevo abbandonato, miserabile, insieme alle mie speranze.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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1.

Erano passati 29 giorni 7 ore e 13 minuti.
Il tempo era diventato un’ossessione, sentivo l'impulso maniacale di tenere il conto di ogni attimo che mi trascinava sempre più distante da colei che avevo abbandonato, miserabile, insieme alle mie speranze. 
Non riuscivo a concepire un'idea di vita o esistenza senza Lei
Mi nutrivo ad intervalli sempre più lunghi, non sentivo il peso della sete; non sentivo più nulla. Trascorrevo giorni interi , immobile, fissando il cielo : magari prima o poi la mia Bella avrebbe guardato le poche stelle visibili tra le nubi della piccola Forks e allora in qualche modo saremmo stati più vicini. 
Che ingiusto paragone: quell’ umile luce fioca degli astri faccia a faccia con quella abbagliante e splendente dei suoi occhi. Non vi erano parole per descriverne la potenza; io stesso ne ero rimasto folgorato. 
Cieco. 
Non avrei più rivisto altro che non fossero quel viso e quegli occhi per il resto della mia eternità. Non avrei fatto altro che ripescare il suono della sua voce nei ricordi per poterla sentire di nuovo. 
La mia intera esistenza era rimasta seppellita sotto un'oceano di dolore e odio; odio verso me stesso. 
Avrei voluto essere umano. Sentivo quel desiderio vibrare in ogni cellula del mio essere; volevo abbracciarla senza temere di congelarla, baciarla senza aver paura di ucciderla e sì, l'avrei sposata un giorno, senza doverla mai trasformare in un mostro, senza mai negargli un'anima. 
Ma io non ero umano, non ero nulla degno di esistere. Sospeso tra la vita e la morte il mio eterno purgatorio era precipitato velocemente all'inferno da quando Bella non era più al mio fianco. 
Mi torturavo con il ricordo del nostro addio; con ogni parola dolce che Bella aveva sprecato per me. Sprecato.
Perché io non avrei mai dovuto volerla. Non saremmo mai potuti stare insieme, avevo solo ferito la ragazza che amavo per egoismo, la prepotenza di voler tentare, di sfidare tutto. 
Ma chi sono io per cambiare la natura delle cose? Quale pena potrà scagionarmi dalla consapevolezza di aver ferito Bella soltanto per sfidare i miei istinti? 
Ogni carezza, ogni bacio, ogni gesto sarebbe rimasto impresso nella sua memoria: mi avrebbe forse odiato non conoscendo le mie ragioni? 
Speravo di no, ma ero certo di correrne il rischio. Soltanto una cosa impegnava il mio tempo in modo degno: allontanandomi da Forks avevo catturato una scia famigliare; Victoria era stata da poco nei dintorni. 
Non ero certo che cercasse vendetta, ma non potevo sopportare la tortura nel dubbio che potesse avvicinarsi di nuovo a Bella; perciò avevo iniziato a dedicarmi a monitorare le sue tracce. 
Oggi dovevo trovarmi più o a meno a sud del Nevada. 
Ero abbastanza sicuro, nonostante avessi perso la scia per un paio di giorni, di essere nel posto giusto: per lo meno si trovava lontano da Bella. 
Probabilmente le mie teorie su una probabile vendetta erano solo il risultato di un'esistenza vuota il cui unico desiderio era di poter, in qualche modo, essere ancora d'aiuto a quella dolce umana tanto sorprendente quanto inconsapevole di sé. 
Tuttavia nonostante ciò sapevo bene che non mi sarei arreso. 
Avrei continuato a combattere contro me stesso sbattendo continuamente contro la realtà delle cose, probabilmente fino ad impazzire, ammesso che a quelli della nostra specie fosse possibile, eppure forse, nelle mie condizioni, lo ero già. 
E poi all’improvviso uno squillo.
Fu il primo suono che spezzò il silenzio di quell’agonia dopo settimane. Avevo perfino scordato di possedere un cellulare. 
Ovviamente non era difficile immaginare chi potesse esserci dall'altra parte della linea. Sperai non si trattasse dell’ennesimo vano tentativo di Alice di ricongiungermi agli altri, perché non avrei mai potuto farlo. 
Avrei sofferto lontano da loro, non credo avrei sopportato di ferirli e di certo non avrei sopportato di ricominciare di nuovo una finta esistenza umana. 
Desideravo soltanto cercare il volto di quell'angelo nel cielo per l'eternità, brancolando nel buio in cerca delle sue fragili braccia. Nient'altro avrebbe avuto senso né ragione di essere per me. 
Controvoglia portai il cellulare all’orecchio. “Edward!”Alice sembrava più agitata del solito.
“Per favore ti ho già detto che non-”  
“Edward! Edward!” mi interruppe lei con un tono allarmato.
Improvvisamente sentii un fremito di preoccupazione attraversarmi il corpo. 
 “Calmati Alice, hai visto qualcosa ?” 
“Io...stavo tenendo d'occhio Victoria come mi avevi chiesto, ma pochi secondi fa invece..ho visto Bella e.. ” la sua voce era strozzata.
“Continua ti prego” sentivo l'ansia crescere nel tono della mia voce, dovetti impiegare tutto l’autocontrollo in mio possesso per rimanere concentrato.
 “Niente...non ho visto più niente! Non ho idea di cosa sia successo, ma all'improvviso e' sparito l'intero futuro di Bella” 
Rimasi in silenzio, non c'era molto altro da dire.
Il collegamento nella mia mente fu immediato: il futuro di una persona svanisce nel momento in cui cessano le sue possibilità, nell'istante in cui essa muore.
Sentii i muscoli paralizzarsi. Che cosa avevo fatto? 
“ Edward...ascolta io, non sono sicura che sia successo qualcosa..magari ho soltanto perso la connessione, non sap-”
Non fece in tempo a finire la frase che avevo già terminato la chiamata ed iniziato a correre.
Alice non era sicura . Nemmeno io, ma dovevo tornare da Bella ed assicurarmi che stesse bene. 
Rifiutai con tutto me stesso soltanto di pensare alla più macabra della possibilità altrimenti non sarei riuscito ad avvicinarmi a Forks. 
Impiegai due ore di folle corsa per arrivare nello stato di Washington, due ore che sembrarono decenni. Possibile che improvvisamente tanta velocità sembrasse insopportabile lentezza?
La notte sopraggiunse prima che varcassi il confine. 
Cosa avevo fatto? Come avevo potuto lasciarla! Lei era così…fragile, contro questo mondo che nascondeva così tante insidie agli occhi degli umani. 
Un’ingiustizia: quasi fosse destinata alla tragedia, perfino nella più semplice delle realtà, quella umana, Isabella Swan attirava a sé qualsiasi sventura.
Ed ecco Forks. 
Gli alberi attorno a me si alternavano veloci, il pensiero di quella dolce ragazza priva di vita, bianca e fredda mi diede lo slancio per andare ancora più veloce. Potevo già intravedere le mura di quella modesta casa che ospitava l'anima più nobile dell'intero pianeta Terra; o forse non era più così.
Non potevo permettermi di pensarci.
Nascosto nel buio fu facile e tremendamente famigliare raggiungere la finestra della camera di Bella, presi fiato e mi introdussi all’interno.
Bella era lì, nel suo letto, il volto di un angelo.
In quel preciso istante mi sentii …stupido. 
Cosa ci facevo lì, ai piedi del suo letto? Quanto era attendibile ciò che Alice mi aveva detto ? Forse era davvero possibile che avesse perso il segnale , forse era stata troppo lontana da Bella troppo a lungo perché riuscisse a vedere il suo futuro con chiarezza. 
Ma certo, era chiaro, lo avrei dovuto intuire. O forse in realtà lo avevo sempre saputo. 
E se mi fossi soltanto lasciato sopraffare dal desiderio di rivederla? 
Ed ora ero lì, ma era sbagliato, non potevo rischiare che si svegliasse e mi vedesse. 
Eppure qualcosa dentro di me non me lo permise. Incurante dei rischi mi avvicinai a lei, con cutela, fino a chinarmi a pochi centimetri dal suo viso: quanti particolari mi erano mancati di quel prezioso volto! 
Poi il suo profumo inondò le mie narici e lentamente il mio cervello ricominciò a funzionare. Anche io come Alice ero stato lontano da lei a lungo e la mia sete costituiva ancora un pericolo per Bella, dunque arretrai.
Basta . 
Mi diressi alla finestra e con un lieve tonfo mi ritrovai di nuovo nel giardino. Avevo ceduto, ma promisi a me stesso non sarebbe successo mai più e con un sospiro mi addentrai di nuovo nella foresta.

  
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