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Autore: LumaClub    15/07/2020    0 recensioni
Con una bella dose di Burrobirra è possibile fare amicizia con tutti: maghi, streghe, rane e mandragore. Allora perché non raccontare di un gruppo di ragazzi che tra avventure, partite di Quidditch, Tornei e Gobbiglie, riescono a tollerarsi a vicenda.
Dal testo:
«Perchè mi fissi così?» domandò imbarazzata mentre sosteneva lo sguardo del Grinfondoro.
«Sai che somigli ad una ranocchia?» dichiarò per poi essere colpito dal quaderno della mora.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Burrobirra e Mandragora'
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PROLOGO
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Espresso per Hogwarts
COME ODIARE LE RANE IL PRIMO GIORNO
 
 
 
 
Le undici stavano per rintoccare, parecchi studenti si apprestavano a salutare i genitori e caricare gli ultimi bagagli all’interno del treno.
Violet Fulton era agitata. Non aveva mai visto Hogwarts se non dai libri della sua vecchia scuola, Ilvermorny. Non immaginava che avrebbe dovuto lasciare Boston per trasferirsi in Inghilterra. Dopotutto, tutta la sua vita era lì.
Ricordava ancora l’arrivo della sua lettera, l’incredulità da parte dei genitori entrambi no-mag, o babbani, e il dover andare in quel castello nascosto a tutti. L’aver conosciuto altra gente come lei, aver imparato tanto sul mondo magico.
Ed ora si trovava qui, a prendere un treno per un’altra scuola. Quel trasferimento era stato duro per lei, come averebbe potuto rifare tutto: amicizie, essere scelta in una nuova casa, non farsi odiare dai nuovi professori.

«Tesoro! Mi raccomando, appena arrivi scrivici, ricordati di non dimenticare libri, bacchetta e mantello. Sii sempre puntuale a lezione e fai tante amicizie!» affermò Susan, la madre di Violet, con apprensione, preoccupata per la figlia. Questo trasferimento era stato duro per tutti. Era ancora a disagio con tutto ciò che riguardasse il mondo magico, e da un lato era sollevata che le altre due sorelle non avessero avuto la stessa sorte.
O almeno sperava, la piccola Emily doveva ancora compiere undici anni, ma non le sembrava che fosse “strana” quanto Violet.
«Si, mamma, lo hai già ripetuto per tutto il viaggio, starò attenta e ti avviserò di tutto» sbuffò mentre prendeva l’ultima valigia dal padre. Philipp era silenzioso, e preoccupato. La famiglia lo aveva seguito per la grande offerta di lavoro nel mondo immobiliare. Ciò lo faceva sentire in colpa ogni giorno.
«Ti voglio bene Violet» le disse il padre e l’abbracciò, sperando che quel momento durasse in eterno.
«Anch’io papà. Ti voglio bene mamma, salutami le due pesti, Emily e Carol» diede gli ultimi saluti e si diresse verso il treno.

Un fischio partì e ciò indicava la partenza. Oltrepassava vagone, dopo vagone, alla ricerca di un posto libero. Si soffermò su una cabina. Due ragazze erano lì, parlottavano tra di loro. Avevano divise uguali con una cravatta verde e argento. Tenevano dei libri, Violet dedusse fossero pozioni dalle immagini che potè vedere attraverso il vetro mentre aprì la porta a scorrimento.
«No, Medb dobbiamo ricordare bene come si prepara. Il professore aprirà le porte al suo esclusivo Club e non mi farò certo superare da quel Grifondoro» una ragazza dai capelli castani e grandi occhi scuri, si soffermava su ogni singola nota scritta su quel libro. Mentre la sua amica girava, svogliatamente, le varie pagine di un quaderno. Aveva capelli di media lunghezza, tinti di rosa ma che man mano che si avvicinavano alla cute diventavano castani. Sembrava avesse anche un piercing al naso.
«Avanti Emma, per tutta l’estate abbiamo studiato, e questo è ancora il primo giorno. James non-» si interruppè la ragazza chiamata Medb, si spostò una ciocca rosa dietro l’orecchio mentre guardava quasi con disgusto Violet, ancora ferma lì alla porta.
«Non cosa?» ripetè la mora ancora con lo sguardo perso in quel libro.
«Abbiamo una ficcanaso nella nostra cabina» sentenziò con fare acido intimando a Violet di andarsene.
«Cercavo un posto dove stare, quasi tutte le cabine sono piene e pensavo che qu-» vennè interrotta dalla mora che finalmente le aveva degnato di uno sguardo.
«Hai detto bene, QUASI. Puoi ancora cercare, qui siamo impegnate» rimarcò il “quasi” e si rimise a leggere richiamando Medb all’attenzione.
Senza pensarci due volte, Violet si allontanò da quella cabina. Avrebbe potuto ignorare le “richieste” stando lì con loro. Ma voleva evitare di sorbirsi quelle due per tutto il viaggio.

Andando avanti nei vagoni scorse tanto rumore in una cabina, sembravano divertirsi tanto lì. Si affacciò e vide una specie di “festa” convolare lì dentro. C’erano tanti ragazzi, anche loro indossavano la stessa divisa ma questa volta i colori erano diversi: rosso e giallo.
«Devono essere Grinfondoro...» affermò cercando di fare appello alla sua memoria sulle case di Hogwarts. E ricordando quale casa fossero le due ragazze precedenti.
Tentennò sulla maniglia prima di voltarsi e continuare la ricerca di una cabina. Si sarebbe divertita con loro, ma c’era a malapena spazio per una valigia.

Sorridendo proseguì, individuò un carrello che bloccava il vagone attuale. Aveva tantissima roba, o cibo più che altro. Avvicinandosì potè leggere: Api Frizzole, Gelatine Tutti Gusti+1, Cioccorane. Nomi che invogliavano a comprare.
Una ragazza era intenta a scegliere, cambiando idea continuamente, aveva lunghi capelli di un castano chiaro, leggermente mossi. Grandi occhi azzurri e un bel sorriso imbarazzato. La signora del carrello sembrava indispettita e guardava con sguardo supplicante un ragazzo lì di fianco, mediamente alto, capelli scuri e fare un po’ imbranato.
«Ehi tu! Cioccorane o Gelatine?» si rivolse la ragazza a Violet, che la accolse con un grande sorriso.
«Ehm... Cioc- Gelatine?» presa dalla sprovvista propose l’unica cosa meno stravagante che suonasse nella sua mente. La ragazza che finalmente aveva deciso pagò il dolce lasciando andare la povera signora che corse il più lontano possibile da quel vagone.
«Mi chiamo Melisa! Sono una Tassorosso e lui è Alex, come puoi notare lui è un Corvonero mentre tu sei- Oh non hai ancora indossato la divisa? Dovresti cambiarti al più presto» dichiarò Melisa così velocemente che Violet non potè trattenere un risolino.
«Io sono Violet, in verità sono nuova, sono da poco in Inghilterra e da Ilovermorny passerò a Hogwarts. Il preside mi convocherà per determinare la casa in cui finirò, o almeno credo» disse con un velo di imbarazzo. A quanto pare i trasferimenti in “tarda età” erano rari.
«Davvero? Fantastico! Voglio sapere tutto su Ilvermorny, come venite sorteggiati? Avete lezioni diverse? C’è una Foresta Proibita anche lì? Scusami sono eccitata, sarà il cioccolato che ho mangiato prima a farmi questo effetto. Vuoi venire nella nostra cabina? Abbiamo ancora qualche posto libero» affermò e si diresse in cabina senza che Violet potesse rispondere o lasciando Alex salutare la nuova arrivata.

Alex lasciò entrare le ragazze e aiutò la nuova a sistemare la valigia, mentre questa si sistemò di fianco a Melisa, la quale aveva difficoltà ad aprire quel semplice pacchetto di gelatine.
«All-allora... lei è... UFF questa scatola è impossibile da aprire!» dichiarò prima di lanciare quel pacchetto ad Alex che non riuscì a prenderlo al volo.
«Ciao! Io sono Sophie, scusa per Melisa ma tra lei e Alex non so chi sia più goffo» sorrise mentre gli altri due la fulminavano con lo sguardo. Sophie aveva capelli ricci e scuri, carnagione scura e un grande sorriso. A giudicare dai colori della sua cravatta doveva essere anche lei una Tassorosso.
«Ahahah ciao Sophie, io sono Violet. Dopo aver conosciuto due ragazze, credo fossero Serpeverde, non mi aspettavo di incontrare ragazzi come voi» dichiarò sollevata per aver avuto la fortuna di trovare gente così amichevole.
«Oh forse so a chi ti riferisci! Dovrebbero essere le Ranocchie» disse Sophie trattenendo le risate degli altri due.
«Le Ranocchie?» ripetè sorpresa «Sì, non noti una certa somiglianza con le rane, solo guardandole?» questa volta Alex non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata per poi beccarsi una gomitata da Melisa, la quale nascondeva le sue risate nella manica della divisa.
«Non guardarci così, è stato un nostro amico a dare quel nome a quelle due, non siamo i creatori di questa perla!» Sophie alzò le mani e si girò per ridere ancora.
«Ecco perchè sono così acide» dichiarò Violet prima di unirsi alle loro risate.




A.A.
Salve! Spero di avervi incuriosito con questo prologo, gli altri capitoli saranno pubblicati non appena pronti, mi ci vorrà un po' di tempo. In questo prologo si è parlato per lo più di Violet, ma la storia sarà incentrata sui personaggi che sono stati nominati qui, ma è da sottolineare che questo è solo un capitolo per la "presentazione". I personaggi di Harry Potter non ci saranno così come tutti gli eventi dei libri. Saranno solo dei personaggi immaginari che, in questa storia, i vari studenti conoscono avendo letto i libri. Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione, critiche e consigli saranno ben accetti! Un abbraccio :D
   
 
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