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Autore: Hi Ban    18/07/2020    0 recensioni
Non sono mai stato molto bravo a raccontare le storie, sapete? Non so nemmeno scriverle, se è per questo. Sono uno studente di medicina, suvvia. Non sono il tipo di persona che si mette a scrivere racconti e che sa creare la suspence. Si scrive davvero suspence, poi? O è suspance? Suspanse? Sono pessimo, parlo la stessa lingua da cento anni e continuo a fare errori. Ergo, non prendetevela con i vostri bambini quando fanno degli errori di grammatica, alla fine sono molto più giovani di me e io ho ancora dubbi su dove vada la i nel plurale di camicia.
Non mentite, anche voi avete lo stesso dubbio. Ce lo avete, vero?
Sto tergiversando. Ma non preoccupatevi, abbiamo ancora tempo.
Effettivamente il tempo è l’unica cosa che mi è rimasta, anche se forse, a pensarci bene, non è proprio così.
Ma questa è tutta un’altra storia.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[JUST ANOTHER VAMPIRE STORY]
 
 
 

 
[0. Test subject 001]
 
 
 
 
ESPERIMENTO 001;
 
Nome: Jacob
Cognome: […]/Blair (1984-1999)/Masters (1999-2014)/Stirling (2014-)
Età: 111 (morte: 23/05/1929)
Sesso: maschio
Gruppo sanguigno: V
 
 
 
Il mio nome è Jake e ho ventitré anni. Beh, in realtà è da un po’ di tempo ormai che ho ventitré anni. Se proprio vogliamo essere precisi, è dal 1929.
Non ho nessuno segno distintivo. Oh, aspetta, ne ho uno. Ho un bel neo proprio sul cu-
Non è così importante, in effetti.
Diciamo che non ho nessun segno degno di nota, ecco, perciò non attirò molto l’attenzione per strada e va più che bene così. Non posso dire di essere il nuovo modello dell’Abercrombie, ma mi piace pensare di non essere neanche da buttare via. Voglio dire, sono biondo. A chi non piacciono i ragazzi biondi? E i miei capelli sono perennemente spettinati: le donne non amano il look da ‘sono troppo figo per fare qualcosa ai miei capelli perché tanto sono fighi pure loro e non ne hanno bisogno?’. Ci tengo a precisare che i miei sono scompigliati non perché non conoscano il pettine, ma perché si rifiutano di sottomettersi ai miei tentativi di domarli. Questo da circa cento anni a questa parte, sì.
Oh, studio anche medicina e si sa, i medici fanno un sacco di soldi.
Nel complesso sono un buon partito!
Tralasciando la storia dell’età, ovviamente. E anche il fatto che potrei e non potrei non essere completamente umano, ma quello è solo un piccolo, inutile e irrilevante dettaglio. Non lo metto neanche sul mio profilo di Tinder perché, voglio dire, a chi importa?
Ormai tutti quanti sono un po’ vampiri oggigiorno, giusto?
Oh, merda. Volevo creare un po’ di suspence e invece mi sono lasciato sfuggire tutto come un idiota. Beh, ora siete a conoscenza della mia identità non più tanto segreta e al diavolo il climax.
Non sono mai stato molto bravo a raccontare le storie, sapete? Non so nemmeno scriverle, se è per questo. Sono uno studente di medicina, suvvia. Non sono il tipo di persona che si mette a scrivere racconti e che sa creare la suspence. Si scrive davvero suspence, poi? O è suspance? Suspanse? Sono pessimo, parlo la stessa lingua da cento anni e continuo a fare errori. Ergo, non prendetevela con i vostri bambini quando fanno degli errori di grammatica, alla fine sono molto più giovani di me e io ho ancora dubbi su dove vada la i nel plurale di camicia.
Non mentite, anche voi avete lo stesso dubbio. Ce lo avete, vero?
Sto tergiversando. Ma non preoccupatevi, abbiamo ancora tempo.
Effettivamente il tempo è l’unica cosa che mi è rimasta, anche se forse, a pensarci bene, non è proprio così. Ma questa è tutta un’altra storia.
Cosa stavo dicendo?
Merda, continuo a perdere il filo del discorso.
Ah, sì, giusto, vampiri.
Io sono un vampiro, ma sono uno di quello buoni, giuro. Non uccido nessuno, nemmeno i pangolini. Soprattutto i pangolini. Mi limito a prendere in prestito del sangue. Anzi, fino a poco tempo fa avevo addirittura una banca del sangue completamente illegale a disposizione. Ricompensavo generosamente i miei donatori perché, beh, ho un sacco di soldi, sapete. Ho lavorato per ottantotto anni, dal 1929 ad oggi. L’ho già detto che sono morto nel 1929? Beh, ho tirato le cuoia da un po’ di tempo ormai, anche se in realtà non sono davvero morto morto. Sono chiaramente molto in vita, come potrete notare. Si potrebbe dire che sono diversamente vivo, ecco.
Non sono nemmeno sicuro di come sia successo. Come sono morto, intendo. Beh, certo, più o meno ci posso arrivare ad occhio e croce. Un secondo prima era vivo, stavo respirando e mangiando – un pretzel, se non sbaglio? – e quello dopo ero morto. Ok, forse non è successo davvero tutto in un solo secondo, più probabilmente sono stati un paio di minuti. Non ne sono sicurissimo, l’unica cosa di cui sono certo è che il tizio che mi-ha-ucciso-ma-non-mi-ha-ucciso-veramente non era esattamente un bravo vampiro.
“Posso rubarti un po’ di sangue?” mi aveva chiesto.
Non esattamente il miglior modo per attaccare bottone, se volete la mia modesta opinione.
Comunque, all’epoca non vivevo nel migliori quartiere della città, perciò nessuno disse nulla quando il mendicante di sangue decise di attaccarsi al mio collo, confondendomi con una lattina di Dr Pepper.
Non penso che se ne siano nemmeno accorti.
No, probabilmente non se ne accorsero, anche perché era notte fonda. E forse non stavo nemmeno mangiando un pretzel. Mi spiace, sono passati un sacco di anni e non ricordo tutto alla perfezione.
Però una cosa di cui sono certo è che mi sono risvegliato di fianco ad un cestino dei rifiuti, non mi dimenticherò mai la puzza: piscio e vomito. Probabilmente il piscio era mio: anche voi ve la fareste sotto se un tossico inquietante decidesse di mangiarvi in un vicolo.
Anche il vomito era mio, ma quello poteva dipendere dal fatto che quella sera ero ubriaco da far schifo. Forse è quello il motivo per cui non ricordo esattamente tutto quello che è successo. Avevo festeggiato tutta la notte con i miei amici perché sì, facevamo queste cose anche negli anni venti. Notti di bagordi e altre goliardate. Vedete che sono nato davvero nel secolo scorso?
Comunque sì, probabilmente era il mio vomito. Il lato positivo è che non sono morto; coperto di piscio e vomito, certo, ma non morto. All’inizio avevo pensato di essermi immaginato il drogato di sangue o, perlomeno, ne sono stato convinto fino a che non sono andato a casa. Una volta raggiunto lo specchio del bagno, però, ho avuto il piacere di notare i segni sul collo. E il pallore. Non sono mai stato molto scuro di pelle, ma quel giorno sembravo il fratello più piccolo e meno spaventoso della Morte stessa. Sicuramente un bagno caldo e una bella colazione risolveranno tutto, pensai. No, nessuno dei due concluse nulla. Al contrario, il topo che girovagava per il mio appartamento da mesi e che finalmente riuscii a catturare quel giorno si rivelò molto utile.
Il sangue di topo è disgustoso, comunque, voglio che lo sappiate. Me lo sono fatto andare giù lo stesso.
Dopo aver realizzato cosa avevo fatto a quel povero, piccolo topo per poco non mi è venuto un attacco di panico. Ovviamente il fattore scatenante non fu il sapore del sangue. Diciamo piuttosto che quando ti rendi conto che per colazione preferisci un bel ratto succoso al posto di latte e cereali, beh, ti accorgi anche che qualcosa da qualche parte deve essere andato molto storto. Tragicamente e irrimediabilmente storto.
Merda! Mi sto perdendo di nuovo.
Beh, in poche parole è così che sono diventato un vampiro. Da allora ho vissuto una vita piuttosto decente. Ho dovuto mangiare dei topi di tanto in tanto, ma sono sopravvissuto.
Fino a poco tempo, comunque.
Questo è quello di cui voglio parlarvi, ma come avrete notato non sono molto bravo con questa roba del raccontare storie. Tendo a perdermi, ma come biasimarmi? È molto più gratificante raccontare le parti belle.
Comunque, la nostra storia inizia da qualche parte nel 2014. Tre anni fa, in pratica.
Avete mai sentito parlare di Creakwood? No? Beh, nemmeno io. È per quello che ho scelto di trasferirmi qui, per avere un nuovo inizio.
Nuove persone, nuova vita. Una nuova, entusiasmante, vita da matricola. Di nuovo. In realtà non c’è molto che si possa fare quando hai l’aspetto di un ventitreenne.
Nel corso del tempo ho svolto vari lavori, ma ultimamente avere un titolo universitario è diventato piuttosto importante, più sai e meglio è. Sì, anche per fare il dog sitter. Chi lo avrebbe mai detto che per tenere un guinzaglio fosse necessario una laurea! Con solo il diploma immagino ci sia il rischio di sbagliare il collo a cui si mette il collare.
Perciò sono diventato una matricola alla CrU. La famosissima CrU, che sta per Creakwood University, in caso vi fosse venuto il dubbio. Non potevano usare CU perché quell’abbreviazione la usa già l’università del Colorado. Loro sì che hanno agito per tempo, non rischiando di doversi chiamare ColU su miliardi e miliardi di pamphlet. Anche se ColUn avrebbe avuto il suo perché. ColU, culo? ColUn, colon? L’avete capita? Mh? No?
Comunque, ho deciso di studiare medicina nella rinomata CrU, qualcosa di nuovo, che non ho mai appreso e che può tornare utile anche per me stesso. Non puoi mica andare da un dottore normale quando non sei nemmeno umano. Effettivamente, anche studiando medicina, non potrei comunque curarmi con le medicine normali. Non so neanche se avrò mai bisogno di essere curato, in cento anni non credo di aver avuto neanche un raffreddore. In più, non credo esista nemmeno un manuale sull’anatomia dei vampiri.
Comunque, ricordo perfettamente il mio primo giorno alla CrU-
Un attimo, credo di aver sentito qualcosa.
Merda.
Mi spiace, ragazzi, temo che dovremo risentirci domani.
 
 
 
Bussarono alla porta.
Qualcosa venne fatto scivolare attraverso la fessura per il cibo.
“Sai come funziona, 001.”
“Sì, signore.”
 
 
 


 
DISCLAIMER!
Questa storia è un riadattamento qb fedele di una storia che l’autrice 
Nihal aveva scritto in inglese svariati anni fa e che aveva pubblicato su FictionPress.com sotto il nickname Nyhal. Non è mai stata pubblicata interamente. Lei però mi ha dato il file e mi ha dato il permesso di riprenderla, tradurla in italiano e riadattarla a mio piacimento, aggiungendo e togliendo parti.
Ergo, questa storia è stata inizialmente scritta da lei, ma ripresa da me, perciò non è né un plagio, né appropriazione indebita, né nient’altro di illegale (spero).
Per questi motivi non ho ritenuto opportuno creare un account nuovo, dal momento che la storia è attualmente di entrambe e non è propriamente solo una traduzione. Per qualsiasi precisazione è possibile contattare me o Nihal tramite uno dei due account linkati.
 
 
[Come dice il disclaimer lassù, questa storia l’aveva iniziata Nihal, ma non l’ha mai postata completamente sull’altro sito. Perciò, gentilmente, mi ha smollato il file e mi ha detto di farne ciò che ne ritengo più utile/comodo/idoneo. Mi sono presa un paio di licenze poetiche, più avanti ne prenderò ancora qualcuna, ma rimanendo con l’obiettivo di mantenere la trama esattamente così com’è. Come ho già detto, non ho creato un nuovo account perché, per così dire, Nihal mi ha dato i diritti della sua storia – non so neanche se ho detto una cosa sensata ò_o.
 
Cosa dire sulla storia in sé? Jake è un tenerino, purtroppo come avrete intuito questa storia non è un susseguirsi di unicorni, arcobaleni, pace, amore, tarallucci e vino e più prima che poi prenderà una piega tutta sua. Come dice il titolo, è solo un’altra storia sui vampiri, ma spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosito abbastanza da dargli una possibilità – non ne rimarrete delusi.
Chiedo scusa per eventuali sviste!]
  
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