down in Albion.
Ti guardo; sei seduto sull’erba: solo tu e la tua chitarra.
Cosa sogni, Pete?
Apri gli occhi.
Ora intoni una canzone felice.
nota dell’autrice.
Ti guardo e mi sorge spontaneo un sorriso: sei tu, la tua chitarra e l’immancabile sigaretta tra le dita.
Con un gesto abitudinario sposti leggermente il cappello davanti agli occhi.
Vuoi essere solo tu.
Nessun altro.
Ti guardo e ti immagino felice.
Ti immagino rotolare sull’erba, sorridente.
Ti immagino ridere.
Ridere di questo mondo.
‘ Fai schifo! ‘ urli, agitando le braccia, gli occhi al cielo. Al niente.
Poi lanci in aria il tuo cappello, scoppi a ridere e cadi.
Rotoli, rotoli e rotoli ancora.
L’erba è fresca.
Chiudi gli occhi.
Albione è distante.
Cosa vedi, Pete?
Non c’è niente più bello di Albione.
Ora sei disteso, le braccia aperte.
Ti accendi una sigaretta.
Fai un tiro. Poi un altro e un altro ancora.
Finita la sigaretta ti siedi, prendi in mano la chitarra e ti rimetti il cappello in testa.
E’ tutto come dici tu, Pete.
Fanculo per sempre.
questa storia la dedico all’ultimo dei poeti maledetti, Pete Doherty, anche se so che non la leggerà mai.
il titolo l’ho preso da una delle sue canzoni, a mio parere, più belle.
ho scritto questa breve shot perché mi piace immaginarlo così: felice e senza pensieri, perché tutto quello che dicono i giornali e la tv è solo spazzatura.
ire.