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Autore: Ilune Willowleaf    13/05/2005    5 recensioni
Una storia dolce dolce su Lina e Gourry... ma chi si sta interessando della rossa più esplosiva della penisola? e, sopratutto, perché?
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP
CAP. II: Il terzo incomodo
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Sveglia di buon’ora, colazione, partenza. La solita ruotine.
Il centro abitato successivo era bello grande. Aveva un buon negozio di magia, in cui Lina si fiondò (ovviamente DOPO pranzo…).
-Io ti aspetto fuori, Lina. Quell’odore che c’è nei negozi di magia mi fa venire la nausea. - disse Gourry, sedendosi sulla panca poggiata accanto all’ingresso.
-Ok. Ci metterò un pochino. - annuì Lina.
-Sfinirai quel povero commesso cercando di farti pagare cifre astronomiche per ogni ninnolo, e pretendendo sconti vergognosi, come la tuo solito?- sorrise Gourry.
-Scemo…- fu il solo commento di Lina, unito a una gomitata nel fianco.
Gourry sorrise, massaggiandosi la costola, osservando Lina che entrava, il passo deciso della donna in raptus da shopping…
Godendosi il tepore del sole, Gourry chiuse gli occhi, senza però addormentarsi.
-Lord Gourry Gabriev di Alafir…- fece una voce, davanti a lui.
Lentamente, MOLTO lentamente, lo spadaccino aprì gli occhi. La mano, senza parere, era scesa alla spada.
-Marius. - rispose, riconoscendo l’uomo di fronte a lui.
Il giovane, un alto ragazzone dai capelli color biondo chiaro ondulati, si sedette sulla panca, attento che non ci fosse nulla che potesse sporcare i costosi vestiti che indossava.
-Sei cresciuto, cugino. Cosa ci fai, qui?-
-Qui, Gourry? Oh, solo una visita di lavoro. -
-Pensavo facessi il mercenario. -
-Si, ma due anni fa ho avuto il colpo di fortuna: sono stato assoldato come guardia del corpo da un duca anziano e senza figli, e tanto mi si è affezionato, che mi ha adottato. Adesso sono lord Marius di Arkas. Si, non è molto grande, come ducato, ma sempre meglio della piccolissima marca della nostra famiglia. Che poi, sarei stato l’ultimo dei cadetti.
E tu? Ho sentito che giri con la famosa maga Lina Inverse, il terrore dei banditi, la maga dal seno piatto, la nemica di tutto ciò che vive…-
Alle parole del cugino, Gourry era sbiancato, occhieggiando nervoso alla porta… Per fortuna, Lina era ancora dentro, a mercanteggiare…
*ATCHUUU! ATCHUUU! ATCHUUU!* dall’interno vennero fuori tre starnuti in sequenza...
-Senti, Marius, ti do un consiglio: se vuoi arrivare ai trenta, non ripetere davanti a Lina quei soprannomi. Specie quello sulle tette. Ti ucciderebbe subito.-
-Uh, è così terribile?- osservò bonario il ragazzo. Gourry annuì.
-Sono tasti un po’ delicati, con lei. -
In quel momento, Lina uscì, alleggerita di diversi oggetti, ma molto, molto più carica di monete sonanti.
-Gourry, chi è costui?- chiese, notando subito come Gourry fosse, almeno apparentemente, rilassato in presenza dell’estraneo che, intuì, doveva essere un suo conoscente.
Gourry fece le presentazioni.
-Enchante, madmoiselle. - fece Marius, esibendosi in un baciamano che fece andare Lina in ebollizione fino alle orecchie. Il giovane ignorò, o finse di ignorare, lo sguardo seccato di Gourry.
-Si sta facendo tardi, dobbiamo tornare alla locanda, se vogliamo avere la cena in tempo. - fece brusco lo spadaccino, mettendosi tra Marius e Lina.
Lo sguardo di Lina saettò da Gourry a Marius, interdetta. Che Gourry fosse… geloso?
Protettivo, lo era sempre stato. Ma ora…
Si sorprese a guardare arrossendo il volto deciso dello spadaccino, che fissava con aria di sfida il cugino.
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"Dannazione! Non sta andando bene! Come diamine si fa… ecco! Fortuna che ‘sto vecchio aggeggio ha ancora un po’ di carica…"
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Poi il suo sguardo passò a Marius… e il cuore non smise di tamburellarle in petto. Era bello… regale. Aveva del principe. Beh, era duca, o almeno così si era presentato.
Gourry cugino di un duca? Mah, ci avrebbe pensato più tardi…
Cosa stava dicendo? Qualcosa a proposito di cenare all’elegante e lussuosissimo albergo dove alloggiava…
-No. Abbiamo già prenotato alla nostra locanda, e poi, forse saremo fuori posto in posti così eleganti…- Gourry pronunciò l’ultima parola come se fosse un insulto, prendendo poi per un braccio Lina, e trascinandola letteralmente via, verso la loro locanda.
-EHI! Fermati! FERMATI, cervello di medusa!- Lina fece resistenza, tirando calci negli stinchi a Gourry, ma lui continuò imperterrito a camminare, fino a che non fu parecchio lontano, a diverse traverse di distanza, da Marius, che era rimasto fermo e sorridente davanti al negozio di articoli magici.
Solo quando fu parecchio distante (e le sue gambe coperte di lividi), Gourry si fermò.
-Ti dispiace lasciarmi il braccio, Gourry?- fece acida Lina. Con grande imbarazzo (nonché preoccupazione per la sua integrità fisica), Gourry si accorse che teneva ancora Lina per il polso destro.
-Oh! Scusami… io non volevo… - tentò di scusarsi.
-Perché mi hai trascinato via? Hai rifiutato l’invito a cena nel MIGLIOR albergo della città!- si lamentò Lina.
Gourry si rabbuiò in volto.
-Non voglio che frequenti Marius. - disse, secco, voltandosi, e incamminandosi verso la locanda.
-EHI! Non puoi venirmi a dire che posso o non posso frequentare!- Lina lo raggiunse, con uno scatto, e gli si pose davanti, pugni sui fianchi.
Fu però colpita dallo sguardo di Gourry. Non era il solito sguardo allegro e gioviale. Era duro e preoccupato.
-Dammi retta, non è il tipo di persona che ti consiglierei di frequentare. - disse secco lo spadaccino. Poi, aggirando Lina, proseguì per la locanda.
Lina rimase a fissarlo, impalata in mezzo alla strada.
Perché si comportava così? Perché era così… così dannatamente serio?! Non pareva neanche lui…
Ma quando qualcuno ci dice di non fare qualcosa, ci viene una grande voglia di farlo, si sa, anche s prima magari non l’avresti fatta così testardamente.
Lina fece una smorfia rivolta al mercenario, poi girò i tacchi, e tornò al negozio di articoli magici.
Marius era ancora lì, anche se il calare del sole disegnava lunghe ombre tra i muri, e rendeva scarsa la visibilità.
-Speravo tornassi. - disse semplicemente, staccandosi dal muro a cui era poggiato.
-Sono curiosa. E perfettamente in grado di badare a me stessa. - replicò lei, con un’alzata di spalle.
-Perché Gourry non vuole che ti frequenti?- chiese lei a bruciapelo.
Marius la guardò per qualche istante. Un mezzo sorriso gli affiorò sul volto, e lo sguardo si fece per un attimo luminoso, sognante. Poi quella luce sparì.
-Mah. I motivi possono essere molti. -
-Ad esempio?-
-Camminiamo. Te li spiegherò andando all’albergo. - le propose, ammaliatore. Lina non riuscì a rifiutare.
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L’aria della sera era dolce, e sapeva di fiori.
-Gourry… è più giovane di me, ma, in linea di diritto all’eredità, è prima di me. Questo perché lui è figlio del primogenito di nostro nonno, mentre mio padre era il secondogenito.
Gourry a sua volta è il secondogenito… ciò significa che suo fratello nonché mio cugino, avrebbe dovuto ereditare la marca, e, soprattutto, il tesoro di famiglia… immagino tu sappia di cosa stia parlando, vero?-
-La Spada di Luce, non è vero?-
-Si. Ma nostro nonno, Raudy Gabriev, decise che il titolo nobiliare, per quel che può valere l’essere nobili in un fazzoletto di terra!, sarebbe andato al primogenito del primogenito. Ma la spada, decise arbitrariamente di darla a Gourry. Il più piccolo! Il più imbranato!
Raudy passava ore ad allenarlo, era il suo cocco. Ammetto che ne ero geloso…
A adesso non ne ho più motivo. È vero, non ho la terra di famiglia, ma sono stato adottato da un duca assai più facoltoso. La Spada di Luce, mi rendo conto, è una responsabilità troppo grossa. Sono perfettamente felice, e non serbo rancori verso di lui, quindi davvero non mi spiego perché invece lui pare averne… e ciò mi ferisce molto, sai?- parlando, s’era fermato, costringendo Lina a fare altrettanto. Con abili movimenti, mentre parlava, l’aveva spinta verso il muro, e, finito di parlare, le prese una ciocca di capelli tra le dita.
-Non trovi sia un atteggiamento piuttosto infantile, da parte sua?- sussurrò.
-No. Non credo…- mormorò Lina. Era divisa da due impulsi contrastanti. Da una parte, gli occhi verdi di Marius erano magnetici, la sua voce suadente… dall’altra, quella vicinanza fisica la metteva a disagio… forse per la sottile somiglianza con Gourry. Ma non era Gourry, non si fidava di quest’uomo…
Con un agile scatto, scivolò via, allontanandosi di qualche passo.
-Non è raro avere un rapporto di amore-odio con fratelli o cugini più grandi, sai?- disse, rabbrividendo involontariamente al pensiero di sua sorella.
-Hai freddo? Che ne dici di entrare? Possiamo ordinare la cena, e intanto parlare un po’ di noi…- propose Marius. C’era, in quel "noi" qualcosa che sottintendeva di più che "amici".
-Gourry mi aspetta. Se non mi vedesse arrivare, si preoccuperebbe…- disse Lina, sfuggendo a un nuovo tentativo di essere "messa al muro" -Sarà per un’altra volta.- disse, eclissandosi poi rapidamente nelle ombre sempre più fitte della sera.
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La locanda era chiassosa, e certo lontana anni luce dall’eleganza raffinata dell’albergo in cui alloggiava Marius.
Ma era, in un certo qual modo, familiare.
Familiari i legni lucidati a suon di cera e birra versata, familiare l’odore di cibo cucinato in grandi quantità e servito su enormi piatti che proveniva dalla cucina, familiare il cicaleccio di avventurieri, giocatori d’azzardo, cameriere pettegole, posate, bicchieri, fiamminghe ben piene (mica come in quei ristoranti di lusso dove una porzione costava fior di monete d’oro, e ti portavano una fettina di carne sottile come carta, tutta bella decorata, ma che non saziava neppure un dente!).
Lina sospirò. Si, quello era l’ambiente che faceva per lei. Non quei posti eleganti dove tutti avrebbero osservato con alterigia i suoi abiti da viaggio, i calzari infangati, il mantello un po’ liso e gli spallacci graffiati da innumerevoli battaglie.
Questo era il posto che faceva per lei. Il tipo di posto da cui un’infinità di volte era partita per un’infinità di avventure.
Con lo sguardo, cercò la macchia dorata dei capelli di Gourry.
Infine, lo trovò. Era seduto a un grosso tavolo rotondo, e davanti a lui c’era l’intero menù della locanda. Stranamente, non aveva toccato cibo.
-Guarda che se sei inappetente, la tua parte me la mangio io!- osservò la maga, afferrando la sedia.
Gourry sorrise. -Ti aspettavo. - disse semplicemente, prima di afferrare un coscio di tacchino con le mani e staccarne un grosso boccone coi denti.
-Potresti scoprire di avere fatto un errore!- fu il salace commento di Lina, nel fregargli un involtino da sotto la forchetta.
In breve, la cena fu una guerra all’ultima posata.
Ripulendosi i denti con uno stuzzicadente (una cosa comodissima e gratificante che negli ambienti dell’alta società è considerata altamente ZOTICA!), in attesa di nuove portate, Lina sorrise, nell’osservare il volto di Gourry così come l’aveva sempre conosciuto: semplice e limpido. Senza scatti di nervoso o musi lunghi.
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La sera invecchiava, ma continuavano ad arrivare piatti al tavolo di quei due avventurieri.
Alla fine, i pozzi senza fondo che avevano per stomaco dovettero essersi riempiti a sufficienza, perché la maga si alzò, dichiarando di essere stanca morta, e se ne andò nella sua stanza.
Gourry rimase ancora qualche minuto, osservando meditabondo i presenti.
-Marius, se vuoi parlarmi, vieni pure al mio tavolo. - disse poi, all’aria, sorridendo.
Da un angolo, una figura coperta da un elegante mantello si staccò dalla sedia, e raggiunse il tavolo, calando il cappuccio dai capelli biondi.
Si sedette con eleganza sulla sedia che fino a poco prima era stata occupata da Lina.
-Perché lo fai?- chiese.
-Cosa?-
-Fingere di essere un idiota totale, con lei. Cos’è, una nuova strategia di abbordaggio delle pollastrelle?-
Gourry corrugò le sopracciglia. -Non mi è mai piaciuto il tuo modo di esprimerti, Marius. -
-Allora ripeto la domanda come piace a te, cuginetto. Perché fai finta di essere ben più scemo di quanto tu non lo sia davvero?-
Una venuzza pulsò sulla tempia di Gourry -Non so quale fosse peggio. - sospirò il biondo, riferito ai due modi di porre la domanda. Guardò Marius negli occhi, sorridendo. -Chi lo sa? Forse semplicemente perché mi va di tenere il cervello a riposo…-
-Già, chi lo sa? Guarda che quella ragazza piace anche a me, Go. -
-Mettiti in fila. - replicò Gourry, sedendosi più comodo e allungandosi sullo schienale della sedia. Si dondolò sulle gambe posteriori della sedia, stuzzicadente in bocca e piedi sul tavolo. Osservò compiaciuto lo sguardo da "ma che razza di cafone che sei" rivoltogli dal cugino.
-Non è donna per un damerino intelligentone come te, Marius. Perché faccio così lo svampito? Semplice: perché lei è sempre sotto stress. E io sono il suo allevia stress. -
-Tutto qui? Sei il suo cucciolotto con cui parlare sentendosi intelligente e geniale? Umph! Mi fai pena!- lo schernì Marius.
-Forse. Ma intanto lei è tornata qui da me, per la cena. - sorrise di rimando Gourry. Uno a zero palla al centro.
Si alzò -Noi domattina dobbiamo alzarci presto. Sai com’è giriamo a piedi, mica con servi, carrozza e cavalli come qualcuno. Buonanotte, cugino, e magari a mai più rivederci. -
E, senza altro saluto, salì la scala che portava al piano superiore della locanda, quello con le camere, e si ritirò nella sua.
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Appunti di lavoro:
Il mio agente si sta rivelando più imbranato del previsto. Forse la tecnica A non è l’ideale, su di lei. Ma denaro e potere non hanno sortito effetto, in passato. Ricatto men che meno. Aspetterò ancora un po’, la situazione potrebbe cambiare. Il mio agente non mi ha mai deluso…
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Il mattino salutò il risveglio di Lina con una pioggia fitta e battente che pareva tutta intenzionata a cadere per diverse ore.
Lina osservava spazientita il paesaggio, reso grigio-argenteo dalla pioggia.
Che rabbia!
Non restava altro da fare che scendere a fare colazione.
-Buongiorno. Dormito bene?- la salutò Gourry, che la stava aspettando fuori della porta della camera.
-Come al solito. Cosa vogliamo fare, restare qui tutto il giorno, o proseguire il viaggio sotto questo diluvio?-
-Perché me lo chiedi, Lina? Di solito sei sempre tu che decidi se proseguire o meno…-
-Beh… perché non mi sembrava carino… che fossi sempre io a decidere…- Lina era arrossita, senza sapere il perché.
-Tu cosa vuoi fare?- domandò Gourry.
-Restare. Prendermi l’acqua è l’ultima cosa che voglio. - fu la secca risposta di Lina, che accennò col mento al vero diluvio che si stava scatenando lì fuori.
-Allora voglio restare anche io. Andiamo a fare colazione?-
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-Mia Signora, è proprio necessario continuare? Io… non so se me la sento…-
-È per via dello spadaccino?-
-Si. Malgrado tutto, gli voglio bene… è mio cugino…-
-Ricorda che hai un debito con me. Quello che ti ho dato, posso facilmente riprendermelo. -
-…
Si, mia Signora…-
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Le sopracciglia bionde di Gourry si contrassero, nel vedere chi si era accomodato al tavolo da loro usato la sera precedente: Marius.
-Buongiorno! Ho pensato di farvi una sorpresa… scommetto che non pensavi che fossi così mattiniero, eh, Gourry?-
-Già, proprio una bella sorpresa…- borbottò Gourry.
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Tanto fece e tanto disse Marius, che riuscì a convincere Lina ad accettare un passaggio sulla sua carrozza fino al paese successivo.
-Sapete, parte del vostro itinerario coincide col mio. Potremmo girare un po’ assieme… Ho sentito parlare molto di te, Lina, ma devo dire che le voci non ti rendono affatto giustizia!-
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Nella carrozza, Gourry s’era seduto accanto a Lina, prevenendo il cugino. Ogni tanto gli lanciava delle occhiate storte. Lina si disse che forse era meglio non avere troppa confidenza con quell’uomo: se Gourry, sensibile all’animo umano, lo trovava così antipatico, doveva esserci ben di più che una semplice gelosia d’infanzia.
Decise che quella sera ne avrebbe parlato allo spadaccino.
L’itinerario portava verso una cittadina nell’interno, e mano a mano che il mare si allontanava, Marius si rilassava, in modo dapprima impercettibile, poi via via più evidente.
Il suo sguardo verde saettava da Lina a Gourry, notando piccoli particolari che gettavano il suo cuore su un tagliere, dove era fatto a tocchetti dal coltello dell’ansia e del rimorso. Ansia, se non avesse portato a termine il suo lavoro, per le conseguenze. Rimorso, perché avrebbe causato molto dolore al cugino.
Vinse l’ansia. La mia pelle, pensò, è più importante del cuore spezzato di quel semplicione di Gourry, e se da una delusione amorosa ci si riprende, dall’essere gettati in mezzo alla strada no.
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Rapporto 857 anno 1003
Da: Lemar
A: Suan
Come temevamo, ha ripreso a muoversi. I miei sospetti sono che stia puntando gli occhi sulla Inverse giovane. Sappiamo che è un pericolo per il mondo, e se cadesse nella sua rete, potrebbe seriamente costituire una minaccia per la nostra razza.
Se dovesse essere necessario, mi assumerò il compito di eliminarla, ma ritengo che la questione andrebbe sottoposta al giudizio dei Saggi, e a loro lasciata la decisione se risolvere il problema alla radice.
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-Non ho molto tempo, Marius. Perché sei così indietro?-
-Mia Signora, chi vi ha riferito di Inverse e di Gourry Gabriev deve aver sottostimato il loro legame… Non so se riuscirò a farla legare a me, e allontanarla da Gourry…-
-Se è lo spadaccino il problema, posso benissimo farlo eliminare. -
-Mia Signora, se mi permettete l’ardire, temo che ciò non gioverebbe molto. Quella donna è un riccio, e difficilmente si potrà fare breccia in modo violento. Ho il sospetto che se accadesse qualcosa a Gourry, lei cercherebbe il responsabile, il VERO responsabile…-
-Stavolta hai ragione. Ci hanno già provato… e LUI ha fatto una gran brutta fine.
Potremmo provare invece a lavorarci lo spadaccino, per passare poi dai lui a lei. Cerca di tastare il terreno. -
-Si. -
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Marius scese dalla sua stanza pallido. S’era andato a rinfrescare dopo il viaggio, ma aveva una faccia più sbattuta di prima.
-Lina dov’è?- chiese a Gourry, sedendosi al tavolo al quale lo spadaccino stava, alla luce di una lampada, esaminando con cura il filo della spada.
-Ha sfidato la pioggia ed è andata a fare un salto alla gilda dei maghi. Avrei fatto meglio a seguirla, magari avevano qualche spada magica. Questa è terribilmente limitante, dopo la Spada di Luce…-
-Ti manca, vero, quella sensazione di potenza? Nonno Raudy una volta la fece provare anche a me… era meravigliosa…-
-Si. Era come se cantasse, nella lotta, e rispondeva ai miei più intimi pensieri, come un essere vivo. Ma non era nata qui, e ora è tornata dove è più giusto che sia. -
-Dove?- fece Marius, incuriosito.
-È una storia troppo lunga e complicata da spiegare. Chiedila a Lina: se riesci a sgrossare i pezzi di autoglorificazione, lei è una narratrice molto più abile di me. -
-Ti piacerebbe avere di nuovo un potere simile, eh?-
-A chi non piacerebbe? Sono mesi che setacciamo la penisola alla ricerca di qualcosa di decente, inutilmente. -
-E se… mettiamo il caso, se una persona molto potente ti promettesse una spada potente, non come la Hikari no Ken, ma una delle armi migliori del mondo, e ricchezza, e fama… solo per svolgere alcuni lavoretti da mercenario, cosa diresti?-
-Direi che la faccenda puzza. Nessuno dà nulla per nulla. -
-Metti il caso che qualcuno ti offra tutto ciò…-
-No. Certo, una buona arma mi tenterebbe, ma è passato anche per me il tempo del lavoro sporco, del mercenario prezzolato, della guardia che esegue gli ordini senza chiedere nulla, senza domandarsi se è giusto o meno.
Adesso, ho qualcosa di più importante da proteggere. Qualcosa che vale più di qualsiasi spada magica, di qualsiasi tesoro…-
-Parli di Lina?-
Lo sguardo azzurro di Gourry, da dolce e vagamente sognante che era, diventò duro come una scheggia di acciaio.
-Si. Non so perché le stai ronzando intorno… ma te lo ripeto per l’ultima volta: piantala. Lei non è adatta a te, tu non sei adatto a lei. Non rendermi le cose più difficili di quanto già non lo siano. -
Marius sospirò -Vorrei. Vorrei poterti dire "tientela e sii felice". Davvero. Ma non posso. -
Si alzò -Non ce l’ho con te. Ma, vedi, io sono ancora un mercenario, malgrado tutto. E il mio lavoro, lo faccio senza fare domande. -
Se ne andò, lasciando Gourry perplesso. Gli era sfuggito qualcosa. Marius, ancora mercenario? Ma… non era stato adottato da un Duca? I vestiti, i servi, la carrozza… nessun mercenario se li potrebbe permettere, neanche come "copertura".
Si alzò anche lui, ma non seguì il cugino. Prese invece la spada, e andò a cercare Lina.
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-È davvero un piacere e un onore avere qui la grande Lina Inverse! Magari stasera vorrete fermarvi a una cenetta informale… solo voi, io, e una dozzina o due di membri della zona…-
La presidentessa del circolo di magia locale pareva più una massaia di una maga. Di mezz’età, tondetta e bassa, con uno chignon di capelli biondo cenere striati di grigio.
Lina rabbrividì: aveva visto in cosa consisteva il circolo di magia locale: una sorta di versione vagamente magica di un circolo di pettegole. Quasi tutti gli iscritti erano donne, generalmente sposate. Tutte conoscevano, o pretendevano di farlo, le arti della divinazione, usatissime per predire tradimenti e grandi amori, e per condire di una nota di magia i pettegolezzi. Per il resto, piccoli incantesimi, roba che lei sapeva fare in terza elementare.
Armi magiche, neanche a pregare. C’erano cianfrusaglie magiche di ogni tipo, gioielli più ornamentali che di reale uso arcano, incensi fin troppo aromatici…
Con una scusa qualsiasi declinò l’invito, e se la filò, andando a sbattere, sulla porta, contro Gourry.
-Lina! Sono felice di averti trovato!-
-Anche io, Go. Alziamo i tacchi, prima che ci invitino per il the…-
-Il the? Ma… non è un circolo di magia?-
-Si… per modo di dire. Andiamo.-
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Alla locanda, Gourry ascoltò paziente il resoconto di una Lina immusonita sull’assoluta ridicolaggine del circolo di magia, sulle "maghe" lì iscritte, e sulle loro ridicole pratiche più simili a quelle dei ciarlatani che di stregoni veri e propri.
-Armi magiche, neanche a pregare. - finì, poggiano il mento sulle mani intrecciate.
-Pazienza. Sarà per la prossima città!- la consolò Gourry, posandole una mano sulla spalla. Lina sorrise.
-Senti… non ti arrabbiare se dico qualcosa che non va, ma… perché non provi tu a incantare una spada?- disse lui, dopo qualche minuto di amichevole silenzio.
Lina scosse la testa -No. Non è il mio campo. Sono pochi i maghi capaci di creare artefatti davvero ottimi, e anche per produrre un’arma incantata mediocre occorrono capacità e materiali specifici. Io sono più portata per la creazione di talismani con pietre preziose. Potrei però, ora che mi ci fai pensare, potrei produrre qualcosina da applicare alla spada per potenziarla, anche se sarebbe solo provvisorio…-
Immersa nei complicati pensieri della magia, Lina corse a prendere carta e penna, e borbottando qualcosa ogni tanto, scriveva e disegnava e scribacchiava fogli su fogli. Gourry la osservava, fingendosi interessato, e rispondendo alle saltuarie domande su caratteristiche tecniche di armi che Lina gli rivolgeva.
Era così concentrata da non notare neanche quando un avventore si sedette alla lunga tavolata comune, poco distante da Lina. Ordinò da bere, e stette alcuni istanti ad osservare la maga.
-Mi scusi, signorina…- la interpellò, quando Lina si fermò per ordinare qualcosa da bere.
-Inverse. Lina Inverse. - si sgranchì le dita.
-Miss Inverse, da quello che ho capito, sta cercando di creare un talismano magico per una spada, in alternativa a una spada magica. Non volevo origliare i vostri discorsi, ma parlavate molto forte, e io mi interesso di ami magiche…-
-Beh, non è un segreto, dunque. Allora?- fece Lina, riordinando la catastina di fogli.
-Sa, io conosco un artigiano di incredibile bravura, capace di forgiare spade di eccezionale fattura. Pensavo potrebbe interessarvi, perché un talismano magico dà risultati migliori su una spada di ottima fattura, piuttosto che su una di mediocre qualità. -
-Continua. - lo incitò Lina. Lo sguardo suo e quello di Gourry s’era fatto interessato.
-Abita parecchio distante, ma ecco, se vi interessa, posso farvi una cartina. Dite che vi mando io. Sapete, ho una percentuale su ciò che vende ai clienti che gli mando!- sorrise l’uomo, scostando una ciocca verdina dalla fronte.
-Un rappresentante in commercio!- esclamò Lina, divertita -E dimmi, rappresentante, hai anche qualche campionario da mostrarci?-
-Certamente!- l’uomo estrasse un lungo stocco, sottile in modo quasi ridicolo.
Lo passò a Gourry, che ne ammirò molto l’acciaio, elastico e luminoso, il filo acuminato e la lavorazione pregevole anche dal punto di vista estetico.
-Quesa spada è davvero bellissima. È uno dei pezzi migliori?- chiese.
L’uomo scosse il capo -No. È nella media. Ma se gli state simpatici e avete la pazienza di aspettare qualche giorno, vi farà un’arma a cui confronto questa è lavoro di apprendista.-
-Lina, andiamoci!- esclamò Gourry, alzandosi entusiasta.
Lina guardò l’arma, che lo straniero stava reinserendo nel fodero. Lo sguardo eccitato e desideroso di Gourry, il suo sorriso speranzoso…
Oh, al diavolo! L’assemblea ad Atlas non sarebbe cominciata che tra quaranta giorni! Erano partiti molto prima intenzionati a prendersela molto comoda in tutti i paesi, ma se invece si facevano una bella tirata senza troppe soste, potevano ottenere anche la spada. E, in ogni caso, se le cose fossero andate troppo per le lunghe, potevano sempre passare a ritirarla dopo il Concilio!
-Ok. Ci puoi fare una cartina… come hai detto di chiamarti?-
-Cosa? Già, non l’ho detto. Mi chiamo Lemar. -
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Allora, siete riusciti a capire chi è la Sirena? Dai commenti al capitolo 1, sembra proprio di no…
Vi darò un indizio: si ambienta poco prima di Gods War (fa parte della mia saga, quindi seguo la linea temporale della serie tv, che è leggermente diversa da quella dei romanzi [nella versione cartacea non esiste la serie TRY, in compenso ci sono molti altri avvenimenti a me sconosciuti quando iniziai Gods War]).
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Ilune Willowleaf
  
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