Ovviamente credo che non ci sia niente di meglio di YGO così com'è. La mia intenzione non è stravolgere l'opera di Takahashi che va benissimo, volevo solo provare a trasformare il protagonista in Atem. Praticamente in questa fic tutto è il contrario di tutto. Atem è Yugi e Yugi è Atem. Yugi era un ragazzo emarginato mentre Atem popolare. Yugi cercava degli amici mentre Atem gli allontana.
Mi è venuto in mente di scrivere questa fic perchè ho sempre pensato che Atem avesse un rapporto totalmente diverso rispetto ad Aibo con i suoi amici. Lui è davvero se stesso solo quando è con Yugi, ma trovo che con gli altri faccia fatica a lasciarsi andare e a fidarsi.
Se vi piace, la continuerò volentieri.
Era arrivata la bella stagione da un
po' a Domino city. Quel giorno gli studenti della prima B avevano
deciso di passare l'intervallo in cortile. Una sfida a basket, maschi
contro femmine era davvero l'ideale.
-Hey Atem, non startene
tutto solo, perchè non vieni a giocare a basket con
noi?-
Disse uno dei ragazzi facendo roteare il pallone fra le
mani.
A quelle parole le ragazze dell'intera classe si voltarono
eccitate verso il banco del loro idolo: capelli punk di ben tre
colori, pelle bronzea , sguardo penetrante, fisico forte e slanciato;
l'uomo perfetto agli occhi della maggior parte delle studentesse del
liceo di Domino.
Lui alzò gli occhi verso colui che lo
aveva distratto dai suoi pensieri rispondendo con un semplice:-No, ti
ringrazio.-
Si sentì un leggero mormorio dispiaciuto da
parte del pubblico femminile, che deluse, uscirono una ad una
dall'aula.
Atem sospirò, allentandosi il collare borchiato
con le dita .
Era sempre così; i suoi compagni cercavano
perennemente di metterlo in mezzo alle loro cose. Tutti gli stavano
attorno, maschi e femmine, persino i senpai.
Atem odiava quegli
assurdi approcci per comprare la sua amicizia. Si chiedeva se sarebbe
stata la stessa cosa se invece che essere belloccio, bravo negli
studi e negli sport, fosse stato un ragazzino mediocre. Probabilmente
nessuno lo avrebbe considerato.
La sensazione che aveva era che
tutti coloro che desideravano ardentemente la sua amicizia o le sue
attenzioni lo facessero solo per la sua esteriorità.
Era
sempre stato così, dal primo giorno che si era trasferito in
Giappone con la sua famiglia, ormai cinque anni prima.
Quando
abitava in Egitto le cose erano diverse; le persone erano più
semplici, ma meno corrotte e meschine.
Nessuno faceva il carino
solo per copiare i suoi compiti o per cercare di accaparrarsi un
appuntamento galante. In Giappone erano tutti opportunisti.
Non
una sola persona aveva cercato di andare oltre il suo aspetto fisico
o la sua pagella, nemmeno una!
Per questo Atem aveva deciso di non
concedere la sua amicizia a nessuno, perchè sapeva, non
sarebbe mai stata una vera amicizia come quella con Mahad, Seth, o
Mana, i suoi amici d'infanzia.
Con i nuovi compagni si limitava a
rispondere educatamente e a rispettare le loro usanze; niente di più,
niente di meno.
Sbuffò sonoramente aprendo la cartella per
poi estrarne un cofanetto dorato.
conteneva un vecchio puzzle che
suo nonno gli aveva regalato da bambino, quando erano ancora in
Egitto. Ormai erano passati una decina d'anni da quando Atem aveva
iniziato a cercare di costruirlo, ma niente da fare.
Quel dannato
aggeggio non voleva saperne di venire assemblato. Se non altro era un
buon passatempo.
Lui adorava i giochi, di qualsiasi tipo, e se
doveva essere onesto, l'unica cosa bella che era riuscito a trovare
nel suo nuovo paese era che se ne potevano trovare di tutti i
gusti.
-Atem-kun...-Una voce femminile lo aveva chiamato attirando
la sua attenzione.
Mazaki Anzu era davanti a lui, in piedi, gli
sorrideva.
-Ah, Mazaki...non eri andata a giocare a basket?-
Chiese lui atono mentre la ragazza prendeva una sedia sedendoglisi
difronte.
Appoggiò un gomito sul tavolo:sembrava alquanto
irritata:-Bah! I ragazzi sono solo dei luridi maniaci. Ci hanno
invitato a giocare solo per spiarci sotto le gonne!-
Atem
sorrise.
Mazaki era una ragazza un po' particolare, lo doveva
ammettere. Tutto sommato era simpatica e non era il tipo che pensava
solo ai cosmetici o ai capelli. Aveva un temperamento forte e anche
lei nell'istituto riscuoteva un notevole successo.
Qualcuno diceva
che Mazaki Anzu era la sua controparte femminile essendo carina,
atletica e intelligente.
Ma aveva una pecca.
-Cos'è
questo?-Chiese lei indicando lo scrigno:- Ci sono incisi dei
geroglifici...sbaglio?-Continuò dopo essersi avvicinata
all'oggetto per esaminarlo con più attenzione.
-Sì,
è molto antico, ha circa tremila anni. Me l'ha regalato mio
nonno da piccolo...- Aprì il coperchio:-contiene un puzzle
millenario.-
Anzu rimase leggermente spiazzata dal contenuto e
prese uno dei pezzi fra le dita: non aveva mai visto nulla di così
scintillante in vita sua:-Wow! Che bei riflessi dorati!-
“Bah,
chissà perchè le donne devono emozionarsi così
tanto nel vedere qualcosa che luccica.”Pensò Atem.
-A
dire il vero, non so ancora come diventerà....è da
quando sono bambino che provo ad assemblarlo. Onestamente credo che
sia impossibile metterlo assieme. Probabilmente sono solo un mucchio
di pezzi senza senso...però mio nonno dice che se questo coso
viene costruito può esaudire qualsiasi desiderio-
E lui
sapeva bene cosa desiderare: tornare in Egitto.
-Un desiderio?-
Anzu, alzando lo sguardo, aveva incrociato quello di Atem ed era
visibilmente arrossita.
Ecco, questa era la sua pecca.
Era
palesemente infatuata di lui, proprio come tutte le altre.
Non
sopportava di non poter guardare in faccia una ragazza senza farla
arrossire o mettere in imbarazzo. E poi per cosa? Perchè era
simpatico, antipatico, generoso o egoista? No, solo perchè era
bello, a quanto pare.
Nessuna di loro lo conosceva, nessuna lo
capiva. A dire la verità, nessuna si sforzava di farlo.
Quale
altro motivo avrebbero potuto avere per essere cotte di lui se non
per l'aspetto fisico? Che poi cosa aveva di speciale ? Il così
detto “fascino esotico”? Non capiva queste giapponesi. In
Egitto non era mai successo di essere così popolare!
Sentì
improvvisamente un braccio circondargli il collo:-Atem! Ti stavamo
giusto cercando! Non è che ci passeresti i compiti di
matematica?-
Jonouchi Katsuya e Honda Hiroto lo avevano braccato
alle spalle.
Quei due erano i peggiori esemplari di tutta la
scuola e gli stavano appiccicati come ventose. Irritante. Molto
irritante.
Avevano la fama di essere due a cui piaceva tormentare
quelli più deboli...bulletti da due soldi, insomma.
Ciò
nonostante gli avevano spesso chiesto di uscire assieme, ma lui,
aveva sempre gentilmente rifiutato l'offerta.
-Jonouchi! Non
sarebbe ora che te li facessi da solo i compiti? Smettila di
esasperare la gente!- Disse Anzu guardandolo in modo molto poco
amichevole.
-Ma che vuoi Mazaki? Sempre a metterti in mezzo !- Le
sbraitò contro Jonouchi.
-E poi Atem è nostro amico!
Non puoi capire la solidarietà maschile, tu!- Continuò
Honda.
Dio...esistevano sciacalli peggiori di quelli?
-scusate...-
li interruppe Atem: -ho delle cose da fare...ne parleremo più
tardi.-Raccolse le sue cose velocemente e uscì dall'aula
lasciando i tre perplessi.
Jonouchi sbuffò
amareggiato.
Ogni tentativo di fare amicizia con quel ragazzo era
totalmente inutile.
Atem era gentile con tutti, dava una mano
quando poteva. Durante le lezioni si poteva sempre contare su di lui,
ma fuori dal rapporto “compagni di scuola” era del tutto
inavvicinabile.
Nonostante gli innumerevoli fan, oramai c'erano un
sacco di persone che lo consideravano strano.
Andava d'accordo con
tutti, ma non era amico di nessuno.
Mentre era assorto nei suoi
pensieri, un luccichio per terra attirò la sua attenzione.
Si
chinò a raccogliere l'oggetto non identificato:-Che caspita è
questa roba?-
Anzu si sporse verso di lui notando l' oggetto con
inciso sopra uno strano occhio dorato:-Ah! È un pezzo del
puzzle che stava costruendo Atem! Deve essergli caduto! Devi
riportarglielo ! Per lui è una cosa molto importante.-
il
ragazzo se lo mise in tasca: glielo avrebbe dato più tardi.