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Autore: BlueRace07    31/07/2020    0 recensioni
Mi sono sempre chiesta perché il libero si chiama così. È tutto meno che libero, ha più vincoli che libertà. Il libero non può combattere in prima linea, non può servire né murare, non può attaccare una palla al di sopra della rete.
Odio la pallavolo.
(Questa è la storia della mia OC, Akai Rin che dopo tre anni, riscopre la passione per la pallavolo al primo anno del liceo alla Karasuno)
Genere: Commedia, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter 1: Fuochi d’artificio
《Rin-chan! Siamo qui!》 La squillante voce di Yamaguchi rimbombava per il corridoio del terzo piano dell'edificio, tanto da attirare l'attenzione di tutti gli studenti in pausa che in quel momento uscivano dalle rispettive aule, incontrandosi con i rispettivi amici. 《Ti ha sentito, smettila di gridare.》Lo rimproverò infastidito il quattrocchi biondo. 《Scusami, Tsukki!》. La ragazza tuttavia, dopo essersi voltata in direzione di Yamaguchi, lanciò un'occhiataccia allo stangone e se ne andò dalla parte opposta allontanandosi dai due. 《M-ma…》 Balbettava Tadashi sconfortato dalla reazione dell'amica di infanzia. 《È chiaro che non gradisce la nostra compagnia nemmeno oggi, andiamocene.》 Concluse Tsukishima portandosi due dita sul ponte del naso per risistemarsi gli occhiali per poi voltandosi verso le scale per scendere. 《A dire il vero, Rin-chan ce l'ha solo con te》 Lo corresse Tadashi mentre accelerava per camminare accanto al biondo. 《Non mi interessa.》 Si limitò a replicare Kei infilandosi le mani nelle tasche della giacca e alzando le spalle come segno di totale indifferenza.
Era la prima settimana di scuola, la prima settimana del primo anno del liceo. In quei tempi i primini iniziavano a stringere amicizie, a iscriversi ai club, tranne per Akai Rin che si faceva strada da sola in quel corridoio affollato, ignorando gli sguardi di coloro che la osservavano.
Akai era compagna di Tsukishima Kei e Yamaguchi Tadashi dai tempi delle elementari, abitava nella villetta accanto a casa Tsukishima. Di fatto le rispettive famiglie erano sempre stati in buoni rapporti: il fratello maggiore di Rin, Akai Yuichi, era stato fino a qualche tempo prima compagno di classe di Tsukishima Akiteru, il fratello maggiore di Kei, con il quale condivise anche la passione per la pallavolo, prima nella squadra dell'Amemaru, poi nella Karasuno. Per non parlare dei rispettivi genitori, o almeno così fu finchè Chiyo Akai, la madre di Rin, ex libero della nazionale Giapponese, allenatrice della Kitagawa Daichii, non perse la vita in un tragico frontale con un pirata della strada. Quell'episodio fece letteralmente a pezzi la famiglia Akai: alla fine del primo anno delle medie Rin perdeva una madre, mentre suo fratello, sopravvissuto all'incidente per miracolo, perdeva la promettente carriera da alzatore per via di un danno permanente alla spalla destra.
La ragazza dai lunghi capelli neri s’imboccò l'ultimo pezzo di Spicy Burger appena giunta davanti alle macchinette fuori dall'istituto, infilò le monete e premette il pulsante per l'ultima scatoletta di latte rimasta. Notò la persona in coda dietro di lei sobbalzare, si abbassò per prendere il latte con la mano sinistra mentre con la mano destra infilò altre monete nella macchinetta, selezionando questa volta una bottiglietta d'acqua. Senza voltarsi allungò il latte al ragazzo che le stava dietro il quale ebbe un sussulto. 《Non volevi il latte?》 Gli domandò riabbassandosi per raccogliere questa volta la bottiglietta d'acqua. Kageyama prese il latte dalla mano della ragazza. 《Grazie.》 Si limitò a rispondere. Rin si voltò sorridente, mentre apriva la bottiglia d'acqua. 《Ho cambiato idea, in fondo non ci tenevo quanto te al latte》 Replicò ghignando. Il ragazzo inarcò le sopracciglia alla vista del volto della ragazza dai capelli neri. Rin sgranò a sua volta gli occhi. 《Non ci credo…》《Ai-chan!》 Esclamò Tobio guardando dall'alto la ragazza che gli arrivava a malapena all'altezza del petto. 《Ma insomma, quante volte te lo devo dire, il mio cognome è Akai! Akai!》 Lo rimproverò Rin, cambiando improvvisamente espressione da arrabbiata a divertita. In quel momento stava pensando a quanto indietro nel tempo risalisse quel nomignolo. Probabilmente Kageyama si era abituato a chiamarla così per distinguerla dal suo coach. 《Accidenti, vedo che cresciuto parecchio, Tobi-chan.》 《Tu invece non sei cresciuta molto, anzi. Credo che tu non sia cresciuta affatto, Ai-chan.》 Akai sbuffò, non sapeva se fossero più irritanti le parole del ragazzo o il fatto che le avesse pronunciate con una certa spontaneità, tipica di Kageyama.
I due si diressero verso le scalinate dell'edificio dei club dove si sedettero. L'ultima volta che si erano visti era al funerale della madre di Rin, il coach Akai a cui Kageyama si era molto affezionato in quell'unico anno che l'aveva allenato e se da parte del ragazzo c'era la difficoltà nell'evitare l'argomento che avrebbe potuto mettere a disagio la ragazza, Rin conosceva quelle erano state le dinamiche nella squadra della Kitagawa Daichii negli ultimi anni. Conosceva colui che tutti chiamavano “il re del campo” e sapeva che tanta ostilità con i compagni era semplicemente dovuta alla sete di vittoria del ragazzo che, già da quei tempi, aspirava alle nazionali e oltre. La pallavolo avrebbe comunque toccato un tasto dolente per entrambi pertanto, dopo attimi di silenzio, i due superarono l'imbarazzo dell'argomento. 《Giochi ancora a pallavolo?》 Esordì il ragazzo mentre sorseggiava il latte dalla cannuccia. 《Che domande!》 Replicò Rin alla banale domanda di Tobio. Non era poi così banale dal momento che aveva lasciato la femminile di pallavolo dell'Amemaru alla fine del primo anno per unirsi alla femminile di pallacanestro. Aveva fatto dei buoni progressi nella pallacanestro, nonostante l'altezza la mettesse a dura prova, Rin godeva di una notevole forza fisica per una ragazza e, considerando che suo padre era un allenatore della nazionale giapponese di basket, era diventata un’inarrestabile playmaker con un forte senso del gioco. 《Perché sei alla Karasuno? Qui non c’è una femminile di basket.》 Ossevò Tobio mentre stendeva le gambe lungo gli scalini inferiori. 《Ho passato il test d'ingresso alla Shiratorizawa, ma ci sono dei parametri fisici per entrare nei club sportivi lì. L'accademia è costosa senza una borsa di studio, non ne vale la pena se non posso giocare. 》 Replicò Akai facendo una smorfia. 《Ho letto il tuo nome tra i candidati al test d'ingresso》 Osservò a sua volta. 《Non l'ho passato.》 Si limitò a rispondere Kageyama fissandosi i palmi delle mani. 《Fammi indovinare, sei qui per il coach Ukai.》 Ipotizzò Rin giocando con le bretelle rosse che le tenevano in vita la gonna dell'uniforme. Kageyama annuì silenzioso, con il suo solito sguardo misterioso e serioso che Rin fissava consapevole dell'innocenza che in realtà vi era dietro. 《Mi hanno concesso di allenarmi con la squadra di basket se faccio la manager.》 Rivelò alzandosi in piedi e scendendo dallo scalino.
 
 
 
《Dovresti entrare nella femminile di pallavolo allora.》Le parole di Kageyama furono così dirette da lasciare Rin impressionata. 《Sei nata per stare sul campo, non sugli spalti. La squadra femminile di pallavolo cerca disperatamente un libero.》 Strizzò gli occhi nell'attesa di una reazione da parte di Rin la quale fece una smorfia e si voltò.
《La verità è che… non mi diverte giocare a pallavolo.》 Confessò in fine la ragazza abbassando lo sguardo, quasi come se fosse una colpa. 《Per come la vedo io, a te non piace fare il libero. Ma non è l'unico ruolo che esiste nella pallavolo, sai?》 《Mi prendi in giro?》 Lo biasimò aggrottando le sopracciglia Rin《Ho visto in televisione la finale delle prefettuali di basket l'anno scorso. È stato come guardare i fuochi d'artificio.》 Rin non riusciva più a seguire i discorsi del ragazzo che sembravano così ingarbugliati e confusi. Delle volte faceva fatica a comprendere Kageyama, soprattutto quando parlava delle sue sensazioni. 《Cosa provi quando salti?》 《Niente, cosa dovrei provare?》 Domandò con tono alterato Rin incapace di dare una risposta a quella domanda così ambigua.
Davanti a me si para un muro altissimo… se lo superassi, che paesaggio vedrei?
Le parole di Hinata risuonavano nella mente del re del campo, le immagini di quel salto riaffioravano e riconducevano a quella sensazione. La stessa che Kageyama aveva avuto quando vide il numero 7 della femminile di basket dell'Amemaru segnare quell'ultima schiacciata degli ultimi 3 secondi del match. L'Amemaru era sotto di dieci punti e quel canestro non li avrebbe portati alle nazionali, eppure Rin era lì che superava le mani delle ragazze in sospensione. E vedeva calare in basso quel metro e ottanta di ostacolo mentre lei continuava a elevarsi, lasciando tutti a bocca aperta. Straordinario. Uno spettacolo. È ciò che pensava Kageyama da quando, il primo anno delle medie si allenava con la figlia del coach a bordo campo, in attesa del suo debutto dopo il diploma del titolare Oikawa. Il coach Akai stravedeva  per le doti sovraumane del ragazzo, le sarebbe piaciuto tanto vederlo entrare in campo in un gara ufficiale. Oikawa gli era superiore, Akai aveva allenato quel ragazzo per quasi tre anni e conosceva bene il divario che separava i due, eppure aveva intravisto nel primino un talento naturale che lo avrebbe portato lontano.
 
《Kageyama! Sei qui!》 Un ragazzo dai capelli arancioni sbucò all'improvviso dal nulla, spaventando i due ragazzi con la sua voce squillante. 《Ciao, tu chi sei?》Domandò Hinata alla ragazza ancora scossa. 《I-io sono…》 《Ai-chan, ti presento Hinata, il nostro centrale.》 Presentò Kageyama soddisfatto del tempismo con cui era stato raggiunto dal compagno. 《C…C-Centrale?!》 Esclamò Rin squadrando dalla testa ai piedi Hinata. Accanto a lei e ai suoi centocinquantacinque centimetri, anche Hinata sembrava alto. Ma Rin era cresciuta in una famiglia sportiva, sapeva bene che i centosessantaquattro centimetri di Hinata erano davvero pochi per un liceale di una squadra maschile di pallavolo. Quel tappetto giocava nello stesso ruolo di Tsukishima e i suoi centonovanta-e-più centimetri e si sarebbe scontrato con schiacciatori enormi. Rin conosceva la sensazione di essere sovrastata da quelle braccia lunghe che chiudevano la vista della vetta, ma la sua lotta non era paragonabile a quella di Hinata, per una ragazza le probabilità di incontrare un'avversaria così alta erano decisamente minori. 《È un piacere conoscerti, Ai-chan!》 Esclamò saltellando e stringendo la mano alla ragazza, interrompendo il flusso di pensieri che stava attraversando la mente della ragazza. 《Lo so, non sono alto come ci si aspetterebbe da un centrale… In squadra abbiamo un altro centrale alto un metro e novanta...》 Raccontava tutto d'un fiato Hinata alla ragazza. 《Lo devi vedere, è così irritante con quell'aria da sapientone, smorfioso e quella voce fastidiosa…Ma non mi farò battere da lui! Io posso saltare molto in alto!》 Rin scoppiò a ridere difronte alla dichiarazione di sfida di Hinata Shoyo, cogliendo alla sprovvista i due ragazzi che non si aspettavano quella reazione.
 
   
 
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