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Autore: Violet20    04/08/2020    0 recensioni
"Gli era così vicina da poter sentire i battiti dei suoi cuori: stavano battendo all'impazzata... E stavano battendo per lei!"
In breve, come la TenRose ha abbandonato lo stato platonico.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa:

questa si tratta della prima fanfiction scritta dopo anni di silenzio, quando una serie inglese mi appassionò talmente tanto da farmi innamorare dei viaggi nel tempo, di un attore scozzese di cui ho recuperato in poco tempo buona parte della filmografia e convinto che quella coppia presentata proprio ad inizio serie diventasse la mia preferita di tutte quelle mostrate ed entrasse a far parte del circolo delle mie OTP...
Dopo tutto questo tempo?
Sempre!

Questa fanfiction in particolare riguarda il momento in cui quei due sono passati dallo stato platonico a quello di coppia, che so che in molte ff è collocato più avanti nella stagione, ma a giudicare da tutto quello che succede nella 2x01 e certi atteggiamenti nell'episodio successivo , ho ragione di credere - personale headcanon - che sia avvenuto nell'intervallo tra queste due puntate.

Buona lettura!


LET YOUR HEARTS GO FAST
 
"Lo so che è passato un po' di tempo, ma... Cos'è successo esattamente sulla Game Station?"
Dopo la giornata che avevano appena trascorso, Rose aveva capito che se non avessero affrontato quel discorso, probabilmente in futuro se ne sarebbe pentita. Il Dottore... Non era un vero nome, ma a lei non era mai importato. Anzi, le sembrava il nome più bello che potesse avere quell'alieno dalle sembianze umane con cui cercava di sostenere lo sguardo: colui che fa star meglio le persone. Aveva fatto così anche con lei: era piombato all'improvviso nella sua vita monotona per scombussolargliela totalmente. Se solo pensava di dover tornare a vivere come prima, si sentiva soffocare: le aveva mostrato il passato e il futuro, avevano combattuto minacce aliene di ogni tipo e per la prima volta nella sua vita non si era sentita fuori posto. E anche se da qualche tempo aveva un volto diverso da quello che aveva imparato a conoscere, per lei era sempre il Dottore... Il suo Dottore... Cambiato decisamente in meglio... E per lei. Si era rigenerato per lei.  
 
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Il Dottore non rispose subito: si mise a pasticciare sulla consolle fingendosi indaffarato, ma in realtà cercava solo di prendere tempo. Se solo Rose avesse saputo! Fin da quando aveva deciso di viaggiare con lui, aveva sentito il bisogno quasi irrefrenabile di stupirla: non era una novità, lui adorava stupire i suoi companion mostrandogli le tante meraviglie dell'Universo, ma ogni volta che vedeva i suoi occhi sbarrati e la sua bocca semiaperta per la sorpresa, ecco, questo non poteva impedire che i suoi due cuori cominciassero a battere più veloce del normale. E non era che una semplice ragazza londinese di diciannove anni.
"Quando ti ho rispedito a casa, stavo per utilizzare la Delta Wave per distruggere i Dalek, ma se l'avessi fatto, sarebbe andata distrutta anche parte della Terra. Per un attimo è stato come rivivere quel giorno..."
Rose sapeva a quale giorno si stava riferendo.
"E così ho deciso di non fare niente. Sarei stato un codardo, ma non mi sarei macchiato del sangue di altri innocenti. Tutto sembrava perduto fino a quando non ho sentito un rumore famigliare e... Ti ho visto uscire dal Tardis circondata da una luce fortissima. Avevi guardato nel suo cuore e quando hai assorbito il vortice spazio - temporale, tutte le caratteristiche che ti rendevano umana si erano amplificate, fra cui il senso di giustizia e la capacità di dare la vita. Sei diventata The Bad Wolf e hai fatto sì che queste parole venissero sparse per l'Universo, come un messaggio di salvataggio per me..."
Rose inarcò le sopracciglia e guardò nel vuoto: in quel momento stava iniziando a ricordare.
"... Hai sconfitto i Dalek e riportato Jack in vita..."
Un momento: Jack era morto? In una frazione di secondo passò dal provare il più grande spavento al più grande sollievo. Jack, il capitano Jack Harkness: le sarebbe dispiaciuto se quel dongiovanni se ne fosse andato.
"… Ma assorbire quel vortice non è una passeggiata: ti permette di vedere il tempo stesso, passato, presente, futuro, quello che potrebbe essere e magari non verificarsi mai. E prima che te ne rendi conto, il tuo cervello sta già bruciando per tutte le cose che ha visto e che non riesce a contenere. E non avrei mai permesso che questo accadesse a te... " le disse lui sorridendo e accarezzandole la testa. Rose sentì un brivido correrle giù per la schiena, ma il Dottore ritrasse subito la mano, abbassando gli occhi e fingendo noncuranza.
"... Così ti ho baciato per assorbire il vortice e salvarti!"
Rose arrossì violentemente: nel mucchio di immagini sfuocate che affollavano la sua mente, una prese lentamente forma nel suo interlocutore, che nel suo precedente aspetto le sorrideva e le diceva: "Penso che tu abbia bisogno di un dottore" prima di avvicinarsi e baciarla. Così assorbendo il vortice a sua volta, si era ritrovato lui in pericolo.
"E per questo che poi ti sei rigenerato?" domandò Rose mentre cominciava a mettere insieme i pezzi del puzzle: "E il processo di rigenerazione è stato così lento e faticoso..."
"Ne valeva la pena: conoscerti mi ha reso una persona migliore e dovevo contraccambiare il favore!" le sorrise un po' imbarazzato il Dottore.
"Bè, non è stato tutto merito mio…” disse Rose convinta di avere oramai un colorito rosso pomodoro: “… Se non fosse stato per la mamma e per Mickey, non sarei mai arrivata in tempo a salvarti..."
Ci fu qualche sorriso imbarazzato ai quali seguirono alcuni minuti di silenzio. Rose decise dunque di incamminarsi per la sala di comando, cercando di concentrarsi sulle pareti della Tardis. Stava pensando di recarsi in biblioteca quando sentì il Dottore farle la seconda domanda che moriva dalla voglia di fargli. 
"A proposito di memoria... Riesci a ricordare tutto quanto è successo oggi, anche quando Cassandra era nella tua mente? Lo psico - innesto non è piacevolissimo..."
"Oh, sì, sì, ricordo tutto" rispose Rose voltandosi con un atteggiamento sicuro. Quando Cassandra aveva preso il controllo del suo cervello, Rose era rimasta tutto il tempo cosciente... O quasi: si era sentita come se tutto ciò che le succedeva fosse stato un film e non potesse fare niente per fermarlo o modificarlo. Meno male che Cassandra non aveva compiuto gesti estremi quando aveva avuto il controllo della sua mente, anche se quella primadonna aveva fatto ben altro quando aveva preso il suo controllo.
"Per caso, ti ho... Baciato?" chiese avvicinandosi mentre cercava di dare alla sua voce il tono più indifferente che riuscì ad assumere.
 
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"Per caso, ti ho... Baciato?" chiese col tono più indifferente che riuscì ad assumere.
Questa volta fu il Dottore ad arrossire: eccome se l'aveva baciato! Aveva notato come l’aveva trovata diversa una volta che l'aveva raggiunto in ospedale: era come se di colpo fosse diventata molto più consapevole della sua bellezza e non aveva fatto in tempo a rendersene conto a pieno che per la seconda volta nella sua vita si era ritrovato a contatto con le sue labbra in un bacio appassionato. In quel momento aveva temuto di perdere il controllo dei suoi battiti cardiaci: le sue mani tra i capelli, così come la vicinanza al suo corpo avevano fatto partire una scossa che gli aveva fatto provare caldo e freddo allo stesso tempo; fortuna che il bacio non era durato più a lungo, altrimenti non sarebbe riuscito a trattenere oltre una parte del suo corpo che sicuramente avrebbe dimostrato quanto aveva apprezzato... Sfortuna che quella Rose non era stata realmente Rose.
"Sì... È stato poco prima che capissi che non eri davvero tu...” disse tentando di dissimulare l'imbarazzo: “... Comunque, non è stato male!"
Due secondi dopo, si morse la lingua per aver detto una frase del genere e altri due secondi dopo provò una violentissima vergogna per lo stato in cui si era cacciato: era un Signore del Tempo di 900 anni, salvare pianeti e civiltà era il suo pane quotidiano e ora si stava facendo problemi su cosa dire e come dirlo alla ragazza di cui si era follemente innamorato?
 
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Rose distolse momentaneamente lo sguardo e le scappò un sorrisetto compiaciuto: non era completamente in sé, ma il suo bacio era piaciuto al Dottore! La scoperta le fece acquistare maggiore sicurezza - e ne avrebbe avuto bisogno per quello che avrebbe fatto di lì a poco -. E sempre vaga, decise di fare un'ultima domanda.
"E te invece ricordi tutto, quando Cassandra è entrata nella tua mente?"
Doveva ammetterlo: per quanto era sbagliato, vedere Cassandra prendere il controllo della mente del Dottore era stato divertente... Fino al momento in cui le aveva fatto notare quanto fosse attratta da lui e dal suo nuovo aspetto. Non aveva mai avuto un ideale di bellezza maschile: era sempre stato il carattere ad attrarla e anche col Dottore era stato così... Peccato che non aveva mai desiderato così ardentemente il suo corpo precedente quanto quello attuale. Non che prima non fosse attraente, ma questo... Forse il fatto di aver avuto il privilegio di "osservarlo" ancora prima del diretto interessato quando gli aveva cambiato i vestiti durante il sonno rigenerativo poteva aver leggermente influito...
 
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"Ha provato a leggermi la mente più di quanto lo psico - innesto permetta, ma gliel'ho impedito. Chissà cosa avrebbe potuto fare se fosse venuta a conoscenza dei segreti dei Signori del Tempo..." rispose ostentando tranquillità... Quando tranquillo non lo era affatto. Si ricordava bene cosa aveva detto Cassandra quando aveva avuto il controllo della sua mente... E della reazione di Rose. Non che non l'avesse notato prima: quando finalmente si era risvegliato dal sonno rigenerativo e si era ritrovato con vestiti diversi dai suoi, prima ancora di rendersi conto che la Terra era (nuovamente) in pericolo, il pensiero che Rose - perché sicuramente era stata lei a cambiarlo - non avesse potuto apprezzare il suo nuovo aspetto l'aveva fatto precipitare momentaneamente in uno stato d'ansia. Si era rigenerato per lei, aveva detto addio a quel bell’accento del nord al quale si era affezionato per assumere quello che rendeva la sua voce così bella... Si era sforzato di concentrarsi sull'aspetto di Giacomo Casanova per risultare migliore ai suoi occhi1! Peccato che era troppo concentrato sui suoi pensieri e sulla consolle per accorgersi che Rose gli si era avvicinata di qualche passo.
 
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Rose fece un respiro e finalmente diede voce a ciò che la tormentava dalla Game Station.
"In realtà, quando Cassandra ha preso il controllo della tua mente, ha fatto anche altro. Mi ha fatto notare quanto fossi... Sì, insomma, attratta da te e..."
Un altro respiro l’aiutò a creare una pausa ad effetto.
"... Aveva ragione. Sei sempre stato importante per me, ma l’ho capito veramente quando mi sono ritrovata per la prima volta senza di te. Allora ho ripensato a tutte le nostre avventure e mi sono resa conto che... Provavo davvero qualcosa per te, e non era quello che di solito provi per un amico..."
 
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Nel momento in cui sentì le parole che Rose aveva scelto con così tanta cura uscirle così spontaneamente dalla bocca, i cuori del Dottore iniziarono a battere a più non posso. E non solo per la felicità dello scoprirsi ricambiato: quell'istante in cui la loro relazione era a un passo dall’abbandonare lo stato platonico, realizzò più di quanto non avesse fatto in precedenza quanto sarebbe stata complicata una storia con un'umana. Avrebbero potuto continuare a viaggiare insieme per chissà ancora quanto tempo, ma prima o poi sarebbe arrivata la sua ora e lui sarebbe stato costretto a lasciarla per non essere costretto ad assistere alla sua dipartita e non poter far niente per impedirla.
"Mi hai salvato così tante volte: lasciami fare lo stesso con te, Dot-..."
Rose non fece in tempo a finire la sua frase che il Dottore le prese la testa fra le mani e la baciò. Per un attimo temette di aver agito troppo impulsivamente, ma il pentimento durò solo qualche secondo perché Rose ricambiò subito il bacio... E per un attimo fu come se il tempo si fosse fermato.
"Tu mi hai già salvato, Rose Tyler" le rispose il Dottore sorridendo e staccandosi momentaneamente dalle sue labbra: "E non te ne sarò mai abbastanza grato per questo”
"Bè, non per contraddirti, ma già lo stai facendo... E anche piuttosto bene!"
E prendendolo per la cravatta, riprese a baciarlo con ancora più passione di prima. Allora non se l'era sognato: il Dottore ricambiava per davvero i suoi sentimenti! E ne aveva la prova proprio lì, mentre se ne stavano avvinghiati l'uno all'altro a baciarsi come se avessero dovuto farlo molto tempo prima e stessero recuperando tutto il tempo perduto. Le mani del Dottore scivolavano dalla testa alla sua schiena, provocandole un’irresistibile sensazione di calore. Gli era così vicina da poter sentire i battiti dei suoi cuori: stavano battendo all'impazzata... E stavano battendo per lei! Dopo quello che le era parso un intervallo interminabile di tempo, Rose abbassò la mano destra e cominciò ad armeggiare con la sua cintura.
"Che stai facendo?" chiese nel tono più imbarazzato che gli aveva mai sentito utilizzare. Come se non lo sapesse...
"Non è quello che vuoi?" chiese Rose spalancando gli occhi per la sorpresa.
"Certo che lo voglio, Rose, come puoi pensarlo?"
Oramai i suoi due cuori gli battevano così forte che temeva gli sarebbero usciti dal petto: la desiderava, la desiderava da così tanto che non si ricordava più quando aveva cominciato a farlo... Ma non sarebbe stato troppo rischioso abbattere anche quella barriera? Dopo sì che non avrebbe più avuto il coraggio di lasciarla. Peccato che lei ignorasse completamente i suoi pensieri...
"Meno male, altrimenti non mi sarei mai spiegata questo..." e infilò la mano destra nei boxer, raggiungendo quella parte del corpo che oramai gli era divenuto impossibile controllare. Un brivido di piacere lo percorse in tutto il corpo e stavolta non si sforzò troppo di nascondere che gli era piaciuto.
"Oh bé, quella è una semplice reazione animale...2" rispose sorridendo imbarazzato. Quanto era passato dall'ultima volta che qualcuno lo aveva toccato in quel modo? Tanto. Ma subito dopo si ricordò della necessità di mettere dei paletti tra loro: ma sarebbe mai riuscito a trattenersi con Rose? Se fosse stato ancora la sua precedente rigenerazione, forse sì. Ma questa... Questa era nata grazie all'amore che provava per Rose, grazie all'ottimismo e alla fiducia nel futuro che gli aveva trasmesso... Come avrebbe potuto resistere ad un impulso tanto forte, così naturale, così... umano? Come diceva il suo vecchio amico Orazio, carpe diem: se non altro, sia lui che Rose avrebbero avuto ulteriori bei ricordi l'uno dell'altro.
"Ne sei sicura?"  le chiese tirando fuori il suo sorriso più dolce e avvicinandosi maggiormente a lei.
Rose annuì: "Non è la mia prima volta, se è quello che ti preoccupa, Dottore"
“Ok...” e avvicinatosi all’orecchio, le sussurrò: “Allora preparati a vedere le stelle!".
Rose si bagnò al pensiero di ciò che il Dottore intendesse con ‘stelle’ e prima che se ne potesse accorgere, si ritrovò a doversi aggrappare con le braccia e con le gambe al corpo del Signore del tempo, che aveva approfittato della sua momentanea perdita dell’intelletto per prenderla in braccio. Strinse forte con le braccia attorno al collo e con le gambe attorno alla vita e lo stretto contatto con il basso ventre di ognuno provocò in entrambi una scossa talmente forte che presero a baciarsi con ancora più passione di quanta ce ne avessero messa in precedenza. Appena l'appoggiò sulla consolle, il Dottore gli infilò le mani sotto quella maglietta dalla scollatura vertiginosa che si era sforzato di non guardare tutto il giorno, facendola sobbalzare ad ogni movimento delle mani sulla sua pelle morbida e delicata. Gli aveva appena tolto la giacca e sciolto il nodo alla cravatta, quando...
"Aspetta... Seguimi" e dopo averla aiutata a scendere dalla consolle, la prese per mano e cominciarono a correre per il Tardis.
"Dove mi stai portando?" domandò lei con la testa ancora sulle nuvole. Il Dottore le rivolse un sorriso compiaciuto mentre si accingeva ad aprire una grossa porta metallica. A Rose bastò una sola occhiata per capire in quale stanza l'aveva portata: "È la tua camera!"
"Ti piace?" le chiese lui passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Per quanto la maggior parte delle sue fantasie fossero ambientate sulla consolle della Tardis, pensò che per la loro prima volta sarebbe stato meglio un luogo un po’ più ‘tradizionale’. Le pareti erano azzurro ciano, il pavimento era cosparso di libri vecchi e nuovi, aperti e chiusi: c'era addirittura un televisore di ultima generazione appeso al muro... Ma Rose notò solo successivamente tutti questi elementi, dal momento che non appena si aprì la porta la sua attenzione si focalizzò su un certo mobile della camera, abbastanza grande, di legno, con incise qua e là iscrizioni in gallifreyano.
"Ti spiace se rispondo dopo? Sto morendo dalla voglia di provare il letto..." sorrise maliziosa, tirandoselo vicino e aiutandolo a slacciarsi i bottoni della camicia, che provvide a togliersi quasi immediatamente. Il Dottore fece quindi sdraiare la sua companion e partendo dalle labbra, prese a baciarle il collo, il petto e la pancia, fino ad arrivare a quella parte del suo corpo che più era affamata.
"Ah!"
"Cosa?" chiese lui sollevando la testa.
"Ora capisco perché prima mi hai detto Ti farò vedere le stelle!" disse Rose ridendo, mentre indicava il soffitto. Il Dottore alzò lo sguardo e scoppiò a ridere. Il soffitto della sua stanza infatti era un gigantesco murales che rappresentava tutte le costellazioni più famose: a quanto pare l'ultimo Signore del Tempo non voleva privarsi della loro vista neanche prima di dormire.
"Bé, diciamo che ho parlato letteralmente... Ma anche metaforicamente!" commentò con quel sorriso che sfoderava sempre quando voleva stuzzicarla. Le slacciò con la bocca il bottone e tirò giù la zip dei jeans allo stesso modo, per poi sfilarglieli con delicatezza, mentre lei cercava di liberarsi in fretta delle scarpe: "Perché mi dimentico sempre delle scarpe?" pensò col cuore che oramai le batteva forte come un tamburo, soprattutto quando lo vide togliersi i pantaloni e tornare da lei solo in boxer. Oramai solo pochi centimetri di tessuto le impedivano di svelarsi completamente a lui: non appena fu tornato da lei, gli si avvinghiò di nuovo e il Dottore la strinse fra le braccia, depositandole una scia di baci dal collo alla spalla destra che non le fecero capire più niente. Però qualcosa era ancora in grado di capirla: il cuore le si fermò per un nanosecondo quando lo sentì armeggiare con il suo reggiseno. Rose se ne disfò, ma subito dopo, quasi istintivamente, fece per coprirsi il seno con le braccia, ma al Dottore non sfuggì questo dettaglio e sorridendole, le sussurrò a un centimetro dal viso: "Sei bellissima" per poi infilarle una mano dietro la nuca e baciarla appassionatamente.
"Ce li hai?" gli chiese staccandosi momentaneamente dalle sue labbra col fiato corto (e non per la corsa di prima).
"Certo" le sorrise lui alzando le sopracciglia e allungò il braccio per aprire il cassetto del comodino che stava vicino al letto. Ne estrasse una scatoletta colorata: "Comodini di Gallifrey. Più grandi all’interno..."
"Zitto e baciami" gli sorrise Rose tirandoselo vicino. Ora sì che non si tornava più indietro.
 
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Quella fu la notte più bella della sua vita? Aveva solo 20 anni, era presto per dirlo, ma Rose sapeva che una notte del genere non se la sarebbe scordata facilmente... Era stato come se il Dottore l'avesse trasportata in un'altra dimensione, e tutto questo senza nessun altro aiuto se non di baci, carezze e dolci spinte che le avevano fatto davvero vedere le stelle.
"È stato bellissimo!" mormorò ancora trasognata mentre cercavano di riprendere fiato.
"E chi si ricordava fosse così?" commentò lui ancora più incredulo di lei.
"Abbiamo tuuuuutto il tempo per recuperare, caro il mio Dottore" disse Rose sorridendo, mentre gli si raggomitolava vicino e iniziava ad accarezzargli delicatamente il petto con un'espressione da donna navigata da cui non riusciva a distogliere lo sguardo. Era bellissima... Certo, lui ne conosciute di donne bellissime, ma nessuna di loro era come Rose. Scoprire il suo corpo, come reagiva e cosa le piaceva, era stata la scoperta più eccitante di tutta la giornata. Tuttavia, non poteva ancora dire di conoscerlo del tutto: ogni singola informazione ricevuta aveva bisogno di essere approfondita e la conoscenza del corpo della sua companion era solo agli inizi... Le lanciò un sorriso malizioso per poi scomparire sotto le coperte, lasciando per un attimo Rose interdetta.
"Ma che fai? Ahhh..."
E fu come se avesse ricevuto una dolce scossa che le rilassò le spalle e tutto il resto del corpo e per qualche minuto tornò veramente a rivedere le stelle: lo sentiva muoversi sotto di lei, con il fare sicuro dell’esperto e la delicatezza del principiante. Piegò le gambe per permettergli di compiere al meglio il regalo che le stava facendo, e interpretò le carezze sulle gambe come una sorta di ringraziamento da parte del Dottore.
"Avrei dovuto immaginarlo che fossi bravo anche in questo campo!" commentò ancora in estasi quando lo vide rispuntare da sotto le coperte con un'espressione soddisfatta.
"Bé, in 900 anni hai occasione di imparare un sacco di cose... Tra cui un milioni di modi per trovare la felicità in camera da letto," le spiegò mentre si distendeva vicino a lei: "e molti di questi non li ho ancora sperimentati concretamente..." concluse lanciandole un'occhiata maliziosa. Rose gli sorrise a sua volta, immaginandosi quali altri modi avesse in mente. Ma decise che non era giusto essere egoista e di ricambiargli il favore.
"Bè, ho solo 20 anni, ma... Qualcosa lo conosco anch'io" e mentre gli sorrideva languida, infilò una mano sotto le coperte fino a che non raggiunse l'altro cacciavite sonico, desiderosa di concludere quel lavoretto appena accennato nella sala comandi. Fece scivolare la mano prima lungo la pancia e poi verso l'inguine, rendendo il Dottore più impaziente e agitato che mai. E quando finalmente raggiunse la sua destinazione, si sentì contemporaneamente potente e vulnerabile e tutti i buoni propositi relativi al trattenersi che gli erano rimasti lo abbandonarono nel momento esatto in cui vide Rose scomparire sotto le coperte. 
"Non smetti di sorprendermi, Rose Tyler!" commentò con la bocca asciutta quando tornò a sdraiarsi accanto a lui. Lei sorrise e prese a baciarlo, portandolo a volerla stringere ancora di più a sé e nell'enfasi dell'abbraccio, si ritrovarono stretti nell'abbraccio delle lenzuola. Entrambi scoppiarono a ridere e in quel momento Rose decise di farsi avanti e di fargli la domanda che aveva in testa da quando l'aveva baciata per la prima volta.
"Dottore... Questo vuol dire che stiamo insieme?"
Lui la guardò con quello sguardo interrogativo che la faceva impazzire.
"Certo che lo siamo!"
In quel preciso istante spuntò sul viso di Rose il sorriso di felicità più genuino del mondo, che portò il Dottore a fare lo stesso: "Bene, perché... Non credere che ti lascerò correre dietro a qualche affascinante aliena senza conseguenze!"
"Trovo insopportabile la tua mancanza di fede!" le rispose ridendo prima di ricominciare a baciarla. Quei baci e quelle risate sarebbero stati il preludio a una notte molto lunga.
 
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Era passata un'ora dal loro ultimo amplesso, ma entrambi erano ancora avvinghiati l'uno all'altro, come se non volessero lasciarsi mai. Rose era stata la prima ad addormentarsi, ascoltando il doppio battito del suo compagno e con la bocca a disegnare un sorriso soddisfatto. Il Dottore al contrario, era ancora sveglio e la guardava incantato: come avrebbe voluto che quella notte non finisse mai. Sfortunatamente questo pensiero gli fece tornare in mente tutte le riserve e preoccupazioni che aveva sulla loro relazione, ma, quasi per miracolo, in quel momento decise di fermare quel flusso di pensieri. A cosa avrebbe comportato stare con una terrestre ci avrebbe pensato domani: ora, non gli importava altro che il pensiero di addormentarsi fra le braccia della ragazza che un giorno aveva salvato da dei manichini impazziti e da cui lei lo aveva salvato dai fantasmi del passato.
"Rose Tyler... Grazie di esistere!" le sussurrò impercettibilmente all'orecchio poco prima di chiudere gli occhi. E nell'attimo prima di trovarsi nel mondo dei sogni, sentì lei rispondere: "Grazie a te, Dottore!"
 

1 Casanova (2005) della BBC è una miniserie che dovrebbe esser maggiormente conosciuta, non solo perché forse è la miniserie più fedele a ciò che è stato Giacomo Casanova, ma anche perché è grazie a tale serie se David è diventato il decimo dottore (lo sceneggiatore era infatti il buon Russel T. Davies!)
2 Se avete visto la serie sopracitata, è una citazione che non potevo lasciarmi scappare...
   
 
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