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Autore: ljamspooh    05/08/2020    0 recensioni
Caterina decide di iscriversi all'Università a Bologna e parte con una valigia piena di ricordi e di speranze. L'arrivo alla stazione però le scombussola i sentimenti e la testa. Ludovico era un suo caro amico conosciuto qualche anno prima; un'amicizia che però col tempo si è persa. Proprio quel giorno però tutto torna a galla.
"Ci siamo persi di vista e di raro ci salutiamo. Non ci guardiamo più negli occhi ed io quegli occhi li ho saputi leggere."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Anno 2013.

 

Era un giorno di metà novembre quando, camminando per strada insieme alle mie amiche Valeria, Carlotta e Beatrice, mi venne la folle idea di scrivergli.

Presi il telefono e senza pensarci troppo entrai su Messanger e digitai:

'Ehi ciao!'.

Mi pentii di quella scelta nell'esatto momento in cui lui visualizzò il messaggio. Valeria continuava a dirmi che dovevo parlarci perchè lei è sua amica ed è stata lei a presentamelo quel giorno di inizio Settembre, poco prima che iniziasse la scuola. I minuti passarono e, pur non credendoci, la nostra conversazione prese vita. Incominciammo a parlare del più e del meno come se fossimo già amici e poi lui mi chiese il numero. Continuammo così a discutere su Whatsapp e parlammo tantissimo fino a notte fonda, fino a pochi minuti prima che presi sonno.

 

Così ebbe inizio la nostra amicizia.

 

Passarono anni. Anni dove io e lui uscimmo insieme qualche volta da soli e altre volte in compagnia delle mie amiche, anni dove ci arrabbiammo reciprocamente per delle incomprensioni dovute per la maggior parte delle volte dalla mia “gelosia”, anni dove lui si sfogò di ogni sua minima preoccupazione, anni dove lui decise di cambiare strada. Ed ora dopo tutti questi alti e bassi ci ritroviamo a non avere più un dialogo. Ci siamo persi di vista e di raro ci salutiamo. Non ci guardiamo più negli occhi ed io quegli occhi li ho saputi leggere.

Penso a lui quando ascolto una canzone in particolare che io gli suggerì di cantare e che lui registrò facendola ascoltare solo a me.

Penso a lui quando in tv passano il suo film preferito.

Penso a lui quando mi ricapita di vedere mie vecchie foto scattate in chissà quale momento di quei anni passati a parlare insieme.

 

Anno 2018.

 

Inizio settembre.

Decisi di trasferirmi a Bologna per dare una svolta a me stessa. Mi iscrissi all'Università scegliendo la facoltà di Filosofia. Sono sempre stata affascinata dai grandi testi di Platone e Aristotele, dal sapere qual è il senso dell'essere e dell'esistenza umana.

Quella mattina salutai i miei parenti e decisi di andare alla stazione sola per prendere quel treno che mi avrebbe portato nella mia nuova “città”. Non volevo nessuno con me perche' altrimenti, come mio solito, avrei versato lacrime su lacrime in meno di 2 minuti.

Ero lì, seduta su di una panchina aspettando che una voce dall'altoparlante annunciasse l'arrivo del treno. Ero anche parecchio in anticipo, stranamente.

Poi, all'improvviso, una voce.

“Cate!”.

Mi girai, convinta che quella voce stesse chiamando un'altra Caterina che non fossi io. Invece no.

Era per me ed era lui. Ludovico.

Rimasi un secondo immobile a guardarlo avvicinarsi a me quasi col fiatone da una corsa appena fatta. Mi alzai in piedi.

“Che ci fai qui?” domandai.

Prese fiato e tornando su con la schiena rispose: “Stamattina per caso ho scritto a Valeria e lei mi ha detto che stavi partendo. Perche' non me lo hai detto?”

Sorrisi. “Non ci ho pensato” risposi. Stavo mentendo. Glielo avrei voluto dire per poterlo salutare ma non sapevo quali parole usare dopo tutto quel tempo che non ci sentivamo. Non potevo uscirmene così all'improvviso e dirgli che avevo deciso di trasferirmi. D'altronde non ci parlavamo né vedavamo da anni quindi non avrebbe avuto senso scrivergli che stavo per prendere un treno per trasferirmi a 300 km da lì, a 3 ore di distanza da casa mia e da lui.

Rimase un attimo così, fermo a guardarmi senza dire una parola. Poi mi abbracciò. E mi abbracciò forte. Quell'abbraccio che mi riportò indietro di 2 anni, di quando eravamo più che amici, di quando ci volevamo davvero tanto bene. Eravamo indispensabili l'un per l'altro. Non c'era giorno senza un suo o mio messaggio di buongiorno così come per la buonanotte.

Mi sussurrò poi all'improvviso all'orecchio: “Da un anno che non parliamo ma ogni tanto ti penso. Non trovo mai quello stupido coraggio per mandarti un messaggio per chiederti come stai. Non so perchè ma ho sempre avuto la sensazione che tu non volessi più sentirmi. E ora qui, vicino a te so di aver sbagliato. Ma in tutto. Sin dall'inizio. Sin da quando ho preferito stare quel pomeriggio con la mia ex piuttosto che con te che eri venuta nel mio paese. Ora so che e' tardi ma io devo rimediare con te. Non posso pensare al fatto che io stia per perderti nuovamente.”.

Silenzio.

Cosa aveva detto? Perdermi di nuovo?

Ci staccammo dall'abbraccio e non seppi dirgli una parola. Mi limitai solo a guardarlo dritto in quegli occhi castani che mi avevano incantato dal primo giorno. Poi senza saper controllare le mie emozioni, una lacrima scese e lui me l'asciugò. Mi accarezzò il viso dolcemente e mi abbracciò di nuovo. Stavolta più a lungo, a un centimetro dal cuore.

“Il treno in arrivo da Pescara e diretto a Bologna è in arrivo sul binario 2. Allontanarsi dalla linea gialla, grazie”.

Mi distaccai. “Il mio treno” dissi.

Lui mi guardò in silenzio mentre mi voltai a prendere la mia valigia. “Ti aiuto”.

Aspettammo insieme quel treno. Poco prima dell'arrivo mise le mani in tasca ed estrasse un braccialetto. Lo guardai e rimasi stupita. “Ma questo è il braccialetto che mi ero persa alla festa di Marco!” dissi.

Lui sorrise. “Ti era caduto e te l'ho rubato. L'ho sempre portato con me. Ci ho messo un po' del mio profumo così quando sarai su a Bologna, lo annuserai e mi penserai”.

Lo presi e me lo misi. “Grazie” riuscì solo a rispondere.

Il treno arrivò ed io cominciai a prepararmi. Presi la borsa e la valigia. Mi girai verso di lui: “Grazie di essere venuto. Mi ha fatto piacere rivederti”.

Lui mi abbracciò nuovamente. “Fa buon viaggio e goditi questa esperienza”.

Salii sul treno e presi posto. Iniziò così il mio nuovo cammino verso il futuro.

 

ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti! Sono ljamspooh! Spero che questa storia vi piaccia e vi faccia appassionare! Lasciatemi una recensione se vi va!

Un bacione, a presto!

  
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