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Autore: briareos1982    16/08/2009    0 recensioni
l'incontro tra l'umanità e una nuova razza aliena dà vita a nuove ambizioni di entrambe le specie.
Genere: Comico, Science-fiction, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contatti umani
Per capire il pianeta bisogna capire i suoi abitanti, e ciò che successe.


 In qualche momento del ventiseiesimo secolo accadde quello che fu chiamato "il Primo contatto"; un lunedì di Aprile il presidente dell'associazione Europea per l'autodifesa fu contattato nel suo ufficio tramite protocollo d'ingaggio Defcon. Un oggetto artificiale era apparso in orbita stabile attorno alla terra, un grosso triangolo lucido spuntato fuori dal nulla. Negli anni che seguirono fu provata ogni possibile tattica militare, ogni tipo di arma e di comunicazione, ma i nostri visitatori rimasero completamente in silenzio. Ignoravano con stoicismo i nostri petardi atomici, gli attacchi laser, le preghiere e le onde radio, i tentativi d'abbordaggio e di cattura; la loro tecnologia sembrava fatta per farci andare fuori di testa. Dopo dieci lunghi anni mandarono un messaggio in ogni canale di comunicazione della Terra: ogni cellulare, computer, televisore del pianeta iniziò a mandare messaggi di benvenuto nella Fratellanza Universale.
Sembrava uno scherzo.
SIETE BENVENUTI NELLA FRATELLANZA UNIVERSALE. OGNI ESSERE UMANO, PIANTA E ANIMALE DI QUESTO PIANETA ORA CONDIVIDE LA SUA ESISTENZA CON NOI TUTTI.
oppure
NOI NON VOGLIAMO FARVI ALCUN MALE. VOI NON POTETE NUOCERCI IN NESSUN MODO.
o anche
VI AIUTEREMO A CONOSCERE L'ESTERNO DEL VOSTRO SISTEMA SOLARE.  

Per aiutarci a comprendere la loro benevolenza comparirono, allo stesso modo, progetti di generatori elettrici ad alto rendimento, testi di medicina, e sopratutto il motore per i viaggi spaziali. Non potevamo uscire dal sistema solare, ma potevamo raggiungere Marte in un solo mese di viaggio. L'umanità è una bestia diffidente per istinto, il tradimento e l'attacco alle spalle è insito nei nostri geni e ci ha permesso di evolverci, ma questi esseri riuscirono ad addomesticarci. Chiedendo il permesso alle nostre forze armate, fecero discendere una loro capsula all'ambasciata Onu francese e si mostrarono alla gente del pianeta. Il filmato, ripreso da milioni di telecamerere, è tutt'ora una delle prime cose che vengono mostrate ai bambini: uno strano animale rugoso simile ad una medusa allungò un'appendice e toccò Alexander Numai, premio nobel e primo Ambasciatore Planetario della storia dell'umanità.
Incredibilmente nessuno tentò di attaccare l'alieno...nonostante la folla nessuno lanciò sassi, non sparò non cercò di uccidere l'estraneo, sembrava che ogni personalità fosse magnetizzata da quest'incontro.
Probabilmente l'umanità si sentiva sola.
Imparammo a conoscere questa razza come i Numai, dal cognome del loro primo interlocutore, e si presentarono come coloro che ci avrebbero guidato alla prosperità, ci avrebbero consigliato per dissipare i nostri conflitti interni, le nostre diseguaglianze sociali. Il mondo non divenne un posto perfetto in cui vivere, ma le persone cooperavano per uno scopo comune, l'idea di diventare una società a contatto con migliaia di altre razze era nei nostri sogni da sempre. Fu un secolo grandioso.
I Numai attendevano con pazienza che fossimo pronti a conoscere le altre razze, sembrava che loro non avessero problemi di tempo nonostante la loro biologia gli regalasse solamente quaranta anni di vita a testa. Erano una razza marina che in origine nuotava in un'immenso organismo multicellulare nei loro vasti oceani di ammoniaca, la loro tecnologia era scaturita dalla necessità di espandersi nella superfice. Avevano sviluppato individualità, si erano scisse, avevano imparato a modificare il proprio organismo in base agli elementi, impararono a manipolare il silicio alterando le concentrazioni di ossigeno al suo interno.Come noi imparammo a coltivare, ad accendere i fuochi, così loro ebbero il loro doloroso e lento processo di apprendimento. E poi, quando la loro tecnologia si era bloccata, intervenne la Fratellanza Universale, ad accoglierli.
Umani e Numai avevano molte cose in comune, dopotutto.

Ma ogni ad ogni epoca ne conviene un'altra , e con la terraformazione di Marte ormai consolidata e le colonie stabili su Giove, dopo trecento anni di apprendistato i nostri fratelli divennero i nostri esaminatori. Era giunto il tempo che collaborassimo alla tecnologia della Fratellanza, e il nostro apporto era indispensabile; eravamo idee fresche nel calderone. I nostri tutori ci spiegarono la loro tecnologia per i viaggi spaziali soffriva ancora dei limiti della velocità-luce. Ogni viaggio da una civiltà all'altra necessitava di intere epoche geologiche, uno sforzo collettivo di intere generazioni a spasso nel vuoto. L'umanità era la sola razza che avesse sviluppato l'idea dei Quanti e delle multidimensioni, e sopratutto la Teoria della Relatività e l'alterazione dello spazio- tempo ad opera della gravità.
Ci sentimmo tutti molto lusingati. I Numai ci chiesero di sviluppare questa tecnologia in modo concreto, ed essa sarebbe stata costruita con la collaborazione dell'intera Fratellanza.
I governi misero insieme le loro migliori menti, e in dieci febbrili anni furono pronti.
Ci fu una sorpresa.
Da qualche parte apparì una struttura ufficiale della Fratellanza, un'oggetto immenso che era stato in attesa per tutto questo tempo al di fuori del sistema solare; i Numai fecero da tramite tra noi e gli Altri, la misteriosa assemblea dell Razze Unificate.
Poi si fecero da parte: non avevano più nulla da insegnarci, d'ora in poi eravamo loro pari.
In orbita su Marte, il planetoide percorreva il suo giro intorno alla nuova terra seguendo la zona notturna, per non proiettare la sua ombra sulle nazioni. Se Dio avesse mostrato la sua mano, sarebbe stata grande come quella astronave.

Travis Kino si era svegliato a seguito di otto ore di sonno standard. L'ambasciata di Marte gli aveva reagalato un'intero habitat a gravità controllata per prepararsi all'incontro con la Storia. Ogni comodità era accordata, qualsiasi minaccia alla sua pace interiore  sarebbe stata rimossa. Doveva essere completamente controllato mentre rappresentava il Motore a Deformazione ai potenti della galassia.
E lo avrebbe fatto, in fondo gran parte del progetto era opera sua. Era un  peccato che l'umanità non avesse regalato altri Einstein, altri Tesla, altri Leonardo; ma comunque ce l'avevano fatta. Si fece la barba, si sterilizzò sotto una doccia di acqua vera, pura, ascoltando Mozart da un'impianto a diffusione. Si asciugò nella camera elettrostatica, fece colazione con barre proteiniche e VERO caffè importato dallla superfice. Di norma un'abitante dello spazio è costretto a flebo energetiche e pillole nutritive, ma lui era speciale.
Kino aveva quaranta anni, era stato capo ingegnere nell'industria militare e aveva mancato il nobel per un soffio. Il progetto Spazio Zero lo aveva strappato ai suoi studi per metterlo sotto ad un'idea teorica come quello del viaggio deformante. E ci erano riusciti.
In un certo senso...
Un pensiero si fece strada tra le sue sicurezzze rendendogli le gambe molli , ma lo scacciò subito. Si vestì con l'uniforme neutra ed aderente della Fratellanza, un qualcosa che doveva rappresentare pace, prosperità, sicurezza ma che a conti fatti era una sorta di calzamaglia di un celeste particolarmente scuro.
Nessuna scritta, nessuno stemma.
Travis trovava sempre problematica l 'esposizione dei suoi genitali dal vestito, ma in fondo i Numai erano scesi sulla terra nudi. I vestiti erano una convenzione umana.
Era quasi ora, prese il pacchetto con i progetti e si diresse verso la camera di decompressione. La navetta di trasporto era un modello nuovo, costruito per l'occasione. Travis non doveva entrare in contatto con nessuno per evitare contaminazioni, tutto era automatizzato per funzionare a distanza. Dal boccaporto si udì il segnale d' apertura, digitò il codice di sicurezza ed entrò.
La capsula che lo avrebbe trasportato alle fauci dell'immensa stazione aliena aveva un problema: era già occupata.
All'interno sedeva una ragazza legata comodamente alla poltrona di passeggero.
Kino si mise subito in allerta. Come militare sapeva che civili significava guai; il sistema era stato compromesso, e lui era in pericolo.
- Buongiorno signor Kino -
L'uomo mantenne una distanza di sicurezza, la mano destra pronta a scattare sulla serratura d'emergenza. In caso di problemi una porta d'acciaio avrebbe tranciato il condotto in meno di un secondo.
La ragazza aveva la stessa divisa, i capelli scurissimi.
- Travis, sono solo una ragazza...entra. -
 L'uomo fece alcuni passi nella capsula, senza staccargli gli occhi di dosso.  - Chi è lei? -
- Sono in viaggio con te. Vedi, hanno pensato che alla prima presentazione della razza umana verso un club di mostri fosse ingiusto far apparire un uomo solo. Una specie di...escort..-
- Questa è un' idiozia. Sistema, contatta il Congresso.- Ma la rete diede un segnale di errore: era solo. Prese i comandi manuali ma gli schermi erano morti, spenti. Sentì la sua mano sulla spalla.
- Travis, il sistema è isolato, è stata una richiesta della Fratellanza. -
- Ma perchè non sono stato informato?! -
- Perchè c'era qualcuno che non si fidava neppure di te. -
La navetta partì senza un suono. Dal vetro la stazione- habitat si allontanava velocemente da loro come fosse irreale. Miliardi di sensori, di telecamere scandagliavano lo spazio e la navicella, trasmettendola dal vivo per migliaia e migliaia di televisori; ma nessuno avrebbe assistito al Debutto. Travis sentiva che la situazione gli sfuggiva di mano.
- Ora mi dica chi è lei! -
- Mi chiamo Vera Dumas. Sono la responsabile dei rapporti umani della StarEngine.-
- Cosa c'entra la StarEngine con questo viaggio? -
- Ci pensi un'attimo: se il progetto va in porto a chi andranno i diritti di produzione del Motore? -
- Sei pazza! Credi che la galassia pagherà alla StarEngine ogni motore costruito? -
- In fondo è un nostro prodotto! -
- Dio santo, non vorrà davvero ricattare la Fratellanza!? -
Vera accavallò le gambe. - Travis, se non otterremo risorse continue non potremo espandere le colonie... -
- Ma gli idioti della tua azienda non tengono conto della forza militare di quelle razze? -
- Non oseranno attaccarci. Se la civiltà che ha creato il Motore dovesse essere annientata la Fratellanza inizierebbe a spaccarsi. Nessuno vorrebbe più collaborare, inizierebbero a divorarsi a vicenda. -
- Non possiamo minacciare l'unità solo per un tornaconto personale! -
- Travis...non intendo puntare una pistola alla gola di quei capoccioni, voglio solo proporre una collaborazione! -
Il militare si irrigidì - Vera, tu rimarrai nella capsula fino al mio ritorno. Questo è quanto -
- E cosa dirai quando chiederanno di me? Hanno voluto un uomo ed una donna per mostrare l'umanità alla Fratellanza. -
- Cristo santo...-

Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Dagli oblò di cristallo Marte splendeva fra i suoi contrasti di ruggine dei deserti e l'azzurro dei mari; i poli erano congelati. Da lì a qualche secolo la terra si sarebbe purificata dello zolfo, e strani alberi verdi avrebbero attecchito sulla superfice, fino a quando il pianeta Rosso avrebbe cambiato nome. Sedevano uno accanto all'altro, cercando di ignorarsi. Poi Vera gli fece l'unica domanda che Travis non voleva sentire.
- ...allora il Motore Deformante funziona? -  
- In certa prospettiva, sì. -
  - COSA VUOL DIRE "IN CERTA PROSPETTIVA"?! -
- Voglio dire che è possibile...ma non con la nostra tecnologia.  -
- Aspetta, vuoi dire che presenteremo una farsa?!
- NO! Guarda! -
Travis indicò l'immenso vascello verso cui si dirigevano
- Questa "Fratellanza" viaggia su una cosa che ha la massa di una Luna, ma non crea scompensi nelle maree di Marte. Significa che hanno un modo per controllare la densità delle sue strutture e farle pesare di meno.-
- E il Motore Deformante si basa su questo principio?-
- sì, in pratica...è il cardine. -
- Mi sembra incredibile che la StarEngine abbia riversato i suoi fondi su questo progetto...-
- Vera, guarda che siamo sicuri che funziona! Le prove di laboratorio sono chiare! -
- Guarda che non me ne frega niente, sei TU che ci metterai la faccia! -
-...Già...-

Kino cercò di distrarsi, perchè il suo cervello stava ancora stuzzicando quel dubbio orribile che gli aleggiava nei pensieri. Vagò ovunque nello sguardo cercando di evitare lo spazio esterno, così incrociò una superfice cromata davanti a sè. Rifletteva in maniera nitida una parte dl suo volto, e continuò a scrutare i suoi lineamenti finchè notò Vera.
Sorpreso a sbirciare voltò subito lo sguardo, e i suoi occhi entrarono in collisione con l'enorme nave su cui lo attendeva il destino. Non poteva fuggire.

La navetta fece un giro morbido e atraccò ad un tunnel di decompressione che simulava in qualche modo la tecnologia umana, ma era tutt' altra cosa. Le piastre automatiche sembravano scaglie, l'acciaio si ripiegava su sè stesso come una fisarmonica. I due si alzarono e lentamente attraversarono il tunnel per entrare nel mistero. Davanti a loro un disco color rame si aprì come un fiore, e per la prima volta nella storia alcuni umani videro la tecnologia della Fratellanza. Vera era estasiata, era uno splendido gioco di riflessi e strutture in movimento. In qualche modo la nave modificava continuamente sè stessa come fosse acqua,  ricalibrandosi di continuo, aprendo nuove vie, cascate di magnesio scendevano giù dagli strapiombi per diventare ponti, per poi rifluire in mille altri fiumi. Città immense si formavano intricando mille ponti argentei sospesi in aria, sorretti da un filo liquido che diveniva colonna e poi cambiare ancora e ancora. La popolazione era composta da Numai che sciamavano qua e là con indifferenza, calpestando piastrelle che si ponevano immediatamente sotto di loro. Travis sentì il gelo nelle vene, e trattenne a stento alcuni conati di vomito. La ragazza pensò che avesse un collasso da decompressione.

- Travis, cerca di respirare, cristo, non vomiterai qui! Ma non sei vissuto nelle colonie? -
L'uomo inghiottì quel che rimaneva del caffè e la bile nel suo stomaco.
- ...Vera, siamo nella merda... -
- Che succede? -
- La nave è cava. E' per questo motivo che non crea maree. Non pesa nulla. -
- Ma guarda qui! possono modificare la massa delle cose! come vogliono! -
- No, no...possono solo manipolare la struttura di ciò che già hanno. oh Dio, Dio...-
- non abbiamo niente in mano, vero? -
- Nulla, solo cartacce. Scarabocchi . Ma forse...ci perdoneranno.-

Vera si mise le mani sui fianchi, e assimilò la splendida vista davanti a sè.

- Travis, ti rendi conto quante generazioni i Numai hanno dovuto sacrificare per farci da balia? E la Fratellanza ha consumato altrettante risorse per farci sviluppare. Come pensi reagiranno? -
- Sono una razza molto evoluta. Capiranno. -
Davanti a loro si stava magnificamente formando un passaggio dallo strapiombo. Vera parlò come se non ci fosse nessuno ad ascoltarla.
- Te lo dico io, soldatino, quello che faranno. Siamo un affare andato storto, un investimento in bancarotta. Visto che possono si riprenderanno indietro tutte le risorse che hanno utilizzato per noi, più gli interessi -
- Non abbiamo...QUATTROCENTO ANNI di arretrati da dargli! -
- D'accordo. Vediamo un pò, a quanto ammonta la popolazione mondiale in questo momento? Una gran quantità di bestiame, no?  -
- Vera...ma...? -
- I Numai non sono Umani, nè lo sono le altre razze. Se non possiamo collaborare intelletualmente siamo sotto la loro scala evolutiva.
Animali.
Cibo.
- vedrai che ce la caveremo. -

Travis ricordò i libri degli xenobiologi che trattavano dei Numai. La loro natura di gasteropodi era pressochè intatta, seppur ben nascosta; cacciavano e divoravano anche loro il loro bestiame nei loro mari.
In silenzio vennero trasportati verso l'alta sala del consiglio, ambasciatori del fallimento umano. L'aria era densa come fango, e senza volerlo si presero per mano, come Adamo ed Eva al cospetto del castigo di Sua Santità.
La Stanza Delle Udienze era una cattedrale liquida disseminata di colonne scure.
Dentro di essi gli ambasciatori planetari vivevano nel supporto vitale a loro dedicato.
Il circo d'incubo era disposto in file ordinate, in vasche placenterine, zirconi frementi in vasi di antracite, creature vegetali dalle pulsazioni bluastre, e insetti mandibolari, occhi ciechi senza volto, celapoidi dalle bocche spalancate, geometrie osse racchiuse in pelli itteriche, gusci chitinosi, e organi senzienti. Migliaia di forme, milioni di mondi.
ll soffitto si perdeva in un banco di nubi, la luce si irradiava senza creare ombre. Travis era stato addestrato all'Incontro.
Sarebbero state compiute domande semplici a cui doveva rispondere semplicemente. Gli scienziati della Fratellanza avrebbero giudicato  il progetto, e deciso di conseguenza. Non avrebbero dichiarato guerra e sterminio all'umanità, ma sarebbe stato l'inizio dell'incubo.
L'uomo sudava, voleva morire.
Vera era a pochi passi dietro di lui.
Dietro ai loro occhi si impose una domanda, sparata nelle sinapsi a velocità del pensiero. Un mattone in testa.

E S P O N E T E I L V O S T R O P E N S I E R O

Due ore dopo Marte e la terra non soffrirono mai più di sovrappolazione umana.


   
 
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