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Autore: Final_Destiny98    10/08/2020    1 recensioni
Continuavano a correre per non arrivare in ritardo, perché di lì a poco ci sarebbero stati i fuochi d’artificio e volevano assolutamente vederli, fosse caduto il mondo. Akaashi non sentiva la stanchezza; sentiva di poter continuare in quel modo all’infinito finchè lui l’avesse guidato, e nel mentre si disse che quel giorno al bar della prima liceo l’avrebbe sempre ricordato come uno dei più belli della sua vita. Avrebbe sempre ricordato il suo sorriso gentile mentre Koutarou gli offriva un passaggio in bicicletta fino a casa, visto che lui aveva la febbre e non riusciva nemmeno a reggersi i piedi. Il bar stava chiudendo, e loro si erano incontrati per pura fortuna. Si disse, però, che si sarebbero incontrati e innamorati comunque. Erano destinati ad amarsi.
[Bokuaka week day 10: free day]
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I know you're trying to forget
But between the drinks and subtle things
The holes in my apologies, you know
I'm trying hard to take it back
So if by the time the bar closes
And you feel like falling down, I'll carry you home


  Correva a perdifiato. Sentiva l’aria invadergli i polmoni e il vento sulla pelle, le onde del mare in lontananza e il cuore pompare sangue così in fretta che gli pareva di percepirlo scorrere. Intorno a lui, a loro, nessuno: il marciapiedi era vuoto, perché tutti erano già alla scogliera, dove anche loro si stavano dirigendo. Il rumore delle scarpe che sbattevano velocemente sull’asfalto era coperto dalle loro risate; non riusciva proprio a trattenersi, era preso da quel momento felice e nulla l’avrebbe distolto. Strinse forte la mano del ragazzo che correva appena davanti a lui e gli parve quasi che il cuore, in quel momento, potesse schizzargli in gola. Osservò la sua figura alta, ben definita, i capelli grigi morbidi mossi dal vento con quelle ciocche nere rifatte da poco. Koutarou era davvero la persona più bella che avesse mai visto, e non lo pensava solo perché stavano insieme da anni e non voleva altri che lui nella sua vita. Poteva essere leggermente di parte, lo ammette, ma era obiettivo che fosse un bellissimo ragazzo. Avrebbe saputo tracciare le linee del suo viso con gli occhi chiusi e al contempo sapeva che nessuna imitazione sarebbe mai stata come lui; lui era unico come una stella, come quel raggio di luce nei dipinti di Caravaggio. A pensarci bene, per lui Koutarou era l’opera intera.
  Quando il ragazzo si voltò per guardarlo, Akaashi si sentì schiacciato dal colore dei suoi occhi e dalla felicità in questi. L’ambra sprizzava gioia, sembrava il Sole. E Koutarou era come un bambino nel bel mezzo di un gioco, era spontaneo ai massimi livelli. Anche lui strinse la sua mano, e si sorrisero.
  Continuavano a correre per non arrivare in ritardo, perché di lì a poco ci sarebbero stati i fuochi d’artificio e volevano assolutamente vederli, fosse caduto il mondo. Akaashi non sentiva la stanchezza; sentiva di poter continuare in quel modo all’infinito finchè lui l’avesse guidato, e nel mentre si disse che quel giorno al bar della prima liceo l’avrebbe sempre ricordato come uno dei più belli della sua vita. Avrebbe sempre ricordato il suo sorriso gentile mentre Koutarou gli offriva un passaggio in bicicletta fino a casa, visto che lui aveva la febbre e non riusciva nemmeno a reggersi i piedi. Il bar stava chiudendo, e loro si erano incontrati per pura fortuna. Si disse, però, che si sarebbero incontrati e innamorati comunque. Erano destinati ad amarsi.
 
Now I know that I'm not all that you got
I guess that I, I just thought
Maybe we could find new ways to fall apart
But our friends are back
So let's raise a toast
'Cause I found someone to carry me home

 
  Avevano pensato di trascorrere gli ultimi giorni dell’estate vicino al mare, nella casa che i genitori di Koutarou avevano sempre permesso di loro di usare durante le vacanze estive. In quegli anni ci avevano trascorso molto tempo, anche nei mesi invernali, solo per avere la possibilità di rimanere qualche giorno da soli; si rifugiavano in quelle pareti quando si sentivano schiacciati e volevano allontanarsi dalla loro vita che diventava sempre più frenetica. Trovavano tranquillità nelle pareti verde chiaro e nel mobilio bianco della piccola casa, nel silenzio attorno a loro interrotto solo dalle cicale, o dal mare poco lontano. Amavano guardare l’alba insieme e, ogni volta che andavano lì, almeno una mattina si alzavano presto per andare sulla spiaggia e godersi quello spettacolo. Così quei giorni avevano deciso di passarli proprio lì, lontani da tutto, ma in compagnia dei loro amici che avevano imparato a conoscere nel corso degli anni; la sera prima l’avevano passata a divertirsi con loro, ma non quella.
  Avevano programmato di fare un giro sulla spiaggia, di guardare un film e poi di prepararsi per la serata. Tutto era andato liscio, almeno finchè non avevano iniziato a baciarsi sul divano; a quel punto Koutarou l’aveva sollevato e portato in camera da letto, e avevano fatto l’amore con le mani strette l’una all’altra, nel modo più naturale e tranquillo possibile. E ogni volta, lui si innamorava di lui. Si innamorava mentre lo spogliava, mentre gli sfiorava la pelle, mentre le loro labbra si scontravano e generavano in lui sensazioni più grandi che la morte di una supernova. Si innamorava di lui quando si amavano, e ancora quando si stendevano l’uno sull’altro stanchi e sudati; si innamorava quando il respiro caldo di lui sfiorava la sua pelle e le labbra la toccavano. Si innamorava di lui in mille modi, e non se ne stancava mai. Non c’era nessuno che amasse più di Koutarou e di cui si fidasse di più. Sapeva che lui l’avrebbe portato a casa in ogni momento.
  Avevano fatto tardi, perché si erano addormentati nudi, stretti sotto il lenzuolo leggero, mentre un vento leggero entrava nella finestra. E quando si erano svegliati, avevano iniziato a correre.
 
The moon is on my side
I have no reason to run
So will someone come and carry me home tonight

 
  Si fermarono nella piazza gremita di persone che aspettavano lo spettacolo di quella sera. Avevano il fiatone, eppure ridevano. Koutarou aveva persino una scarpa slacciata, e lui aveva perso per strada l’elastico con cui aveva legato i capelli sotto suggerimento dell’altro, ma quelle cose a loro non importavano. Il ragazzo strinse forte la sua mano per poi guardarlo negli occhi e sorridergli. Non avevano più bisogno di correre, erano arrivati a destinazione. Keiji pensò, mentre si perdeva nello sguardo dell’altro e i fuochi d’artificio dai mille colori iniziavano a illuminare il paesaggio, che con lui sarebbe sempre stato a destinazione. Casa era dove lui era. Non importava il luogo: finchè Koutarou ci sarebbe stato, Akaashi non avrebbe mai dovuto correre.
Si avvicinò per baciarlo sotto quello spettacolo. Gli avvolse i fianchi con un braccio mentre l’altro lo appoggiava delicatamente sul suo viso, e Keiji portava entrambe le mani nei suoi capelli. Sorrisero al separarsi e poi le loro labbra si toccarono di nuovo, e così molte volte. Il viso di Koutarou era illuminato dai diversi colori dei fuochi per aria, e lui lo trovava bellissimo con tutti. Non avrebbe voluto cambiare nulla di sè, di loro, della sua vita in quel momento.
 
Tonight
We are young
So let's set the world on fire
We can burn brighter than the sun

 
  «Sposami, ‘Ji. Passa la vita con me», gli disse all’improvviso.
  Ripensandoci, c’era quella cosa che avrebbe voluto cambiare. Sorrise, e rispose piangendo senza che nemmeno se ne rendesse conto. Disse di sì almeno una decina di volte prima che lui lo sollevasse e riprendesse a baciarlo. Era a casa davvero in quel momento. E sapeva che Koutarou, non importa da dove, se da un bar chiuso, se da un luogo lontanissimo o se da pochi passi; da qualsiasi luogo, lui l’avrebbe condotto a casa.
 
So if by the time the bar closes
And you feel like falling down
I'll carry you home tonight

 
   
 
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