[...]La pioggia batteva incessante, incidendo il vetro di solchi fittizi. Le impavide gocce rotolavano lungo il profilo della finestra, andando a morire nelle strette fessure marmoree del davanzale.
[...]
«Kou-chan!» sulla soglia si ergeva la figura zuppa di Kouyou. I pochi vestiti che indossava erano pregni d'acqua, che sgocciolava sul parquet dell'ingresso in un ticchettìo sommesso.[...]