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Autore: kohay90    18/08/2020    1 recensioni
"Ehi mi stai ascoltando?" ripetè ancora.
Zoro grugnì di nuovo.
"Uffa, ho bisogno di un tuo consiglio su un ragazzo che mi interessa." disse la ragazza al suo fianco.
Le ultime parole catturarono la sua attenzione, alzò lo sguardo dalla rivista e finalmente si decise parlare. "Ma tu non eri fidanzata con Rufy?" inarcò un sopracciglio.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve, chiedo scusa a chi ha già letto la storia. Purtroppo il sito mi ha cancellato parecchi discorsi. =(  Ringrazio anche solo chi legge.


NIENTE AL MONDO.




<< Ehi, Zoro… Zoro. >>
Il ragazzo in questione grugnì appena mentre sfogliava una rivista. 
Aveva i capelli di un bizzarro color verde acido, gli occhi neri come l’onice e la pelle color caramello, un fisico muscoloso. Tre orecchini pendenti all’orecchio sinistro. 
Con il suo carattere freddo e schivo, talvolta impulsivo aveva conquistato la maggior parte delle ragazze dell’università. 
Ma a lui non interessava, per il momento anelava a diventare lo spadaccino più forte del mondo, frequentava la palestra di kendo del patrigno Mihawk Dakul, non lo dava a vedere ma Mihawk “occhi di falco” cosi lo chiamavano i suoi allievi alla palestra, aveva grandi aspettative nei suoi confronti, tanto da iscriverlo in una delle prestigiose università, scegliendo per lui il settore di economia aziendale. Perché un giorno potesse ereditare la sua azienda. Avvolte non riusciva a capire come quell’uomo sempre impegnato nella sua azienda potesse trovare il tempo per insegnare scherma.
 << Ehi mi stai ascoltando? >> ripetè ancora.
Zoro grugnì di nuovo.
<< Uffa, ho bisogno di un tuo consiglio su un ragazzo che mi interessa.>> disse la ragazza al suo fianco.
Le ultime parole catturarono la sua attenzione, alzò lo sguardo dalla rivista e finalmente si decise di parlare. << Ma tu non eri fidanzata con Rufy? >> inarcò un sopracciglio.
Nami era una ragazza dai capelli rossi, un fisico da mozzare il fiato, con uno spiccato senso per gli affari, sempre pronta a ricattarlo inventandosi mille debiti per spillargli dei soldi. Frequentavano la stessa università, ma lei aveva scelto un altro settore, all’inizio dell’anno scolastico Zoro non le prestava molta attenzione, una volta aveva cercato di flertare con lui ma, dopo averle detto che non provava nessun interesse per lei, a poco a poco i due divennero amici.
<< Beh… si però questo è diverso.>> sospirò la rossa.
Zoro aggrottò le sopracciglia, da quando la conosceva aveva sempre avuto una cotta per Rufy è finalmente che era riuscita a conquistarlo, adesso gli confessava che era interessata di un altro ragazzo. 
“Le donne… chi le capisce è bravo.” pensò prima di chiedergli cosa realmente volesse da lui.
<< Andiamo al caffè voglio fartelo vedere.>> rispose con un sorriso.
<< E’ cosi facendo dovrei anche offrirti il pranzo?>> disse, << neanche per sogno!>> 
Ritornò a leggere la rivista.
<< Andiamo offro io.>> sorrise ancora. La cosa gli sembrava strana davvero, c’era qualcosa sotto lo sentiva, il suo sesto senso non sbagliava.
<< E rischiare cosi di far ingrandire il mio “debito?” ammesso che ci sia, perché io non ricordo di averti mai chiesto nulla.>> 
<< Dai andiamo, davvero offro io e questa volta non ti chiederò nulla.>> 
La guardò ancora sospettoso, non sapendo se fidarsi o meno, stava quasi sul punto di farsi firmare una dichiarazione, però sconsolato e consapevole del fatto che, anche se avesse risposto di no lei lo avrebbe comunque convinto ad accompagnarla, << Ok, se offri tu non vedo dove sia il problema. >> rispose riponendo la rivista nella cartella, in realtà anche se non lo dava a vedere aveva catturato la sua attenzione e adesso era curioso di sapere chi fosse.
<< E’ un ragazzo molto carino,>> sospirò Nami. << specialmente quando indossa l‘uniforme da cameriere.>>
<< Uniforme?>> chiese.
<< Si, lavora al caffè appena fuori dalla nostra università, io ci vado tutti i giorni appena finiscono le lezioni.>> disse alzandosi seguita dall‘amico , ed entrambi si diressero verso il caffè.
Mezz’ora dopo è Zoro sbuffò per l’ennesima volta mentre batteva le dita contro il tavolo di legno, appena erano arrivati la ragazza era corsa in bagno per darsi una sistemata lasciandolo da solo ad annoiarsi. Per passare il tempo si guardò intorno osservando il locale. 
“Barati” era il nome del locale, si sorprese nel vedere che non fosse solo un semplice caffè ma anche un ristorante, era abbastanza bello e confortevole, la struttura era ampia e affacciava sulla strada permettendo a una grande quantità di luce solare di illuminarlo e il pavimento era in legno.
I tavoli rotondi e le sedie in legno erano confortevoli e il personale era gentile e cordiale e avevano una vasta scelta nel menù. 
Altro che caffè, era un vero e proprio ristorante. 
Notò anche le uniformi dei camerieri, pantaloni neri, una camicia bianca è un gilet nero per gli uomini, mentre per le ragazze una gonna a tubino nera con una camicia bianca. Tutto curato nei minimi dettagli insomma.
Si voltò verso una delle grandi finestre osservando la gente che passeggiava in strada, quando qualcuno si avvicinò al suo tavolo.
Si voltò per vedere il suo volto restandone completamente rapito, la luce del sole che filtrava dalle finestre illuminavano ancor di più la sua pelle bianca come la neve e i suoi capelli biondi come il grano maturato al sole, la frangia tenuta a coprirgli un occhio forse per nascondere quelle sopracciglia bizzarre a ricciolo e gli occhi di un azzurro come l’oceano, in quel momento pensò che avrebbe potuto volentieri annegare in quegli occhi. 
Bello, affascinante ed elegante. 
Sembrava un Angelo.
Quell’angelo dagli occhi color dell’oceano sorrise e Zoro restò come imbambolato.
<< Ha deciso cosa ordinare?>> chiese cordiale.
“Ordinare? Quale ordine?” pensò mentre il sorriso dell’angelo vacillò un poco.
<< Posso tornare più tardi, se desidera avere più tempo.>> continuò poi. 
“Cosa? No, aspetta non andare!”
Avrebbe voluto dirgli se solo le parole non gli morissero in gola, aprì la bocca per parlare ma era bloccato, quello che ne uscì furono solo dei balbettii sconnessi e 
nient’ altro, quando un colpetto sulla spalla lo fece sussultare, girandosi notò Nami che fissava il ragazzo con le guance rosee.  
<< Sanji- kun >> sorrise, << per favore perdona il mio amico è un po’ stressato per lo studio.>> 
Il biondino sorrise di rimando. << Sembrava solo un po’ perso nei suoi pensieri. Va bene il solito Nami- chan ? >>
La ragazza annuì poi si sedette di fronte al verde e disse. << Tu cosa vuoi ordinare?>> chiese infine.
<< Uh… Ehm…>> prese il menù e scelse una fetta di torna al cioccolato, non adorava i dolci ma era la prima cosa che gli era capitata a tiro.
<< Bene, ottima scelta!>> sorrise e gli fece l’occhiolino. << E’ la mia preferita. Qualcosa da bere?>> chiese ancora.
Zoro stava ancora cercando di riprendersi dall’occhiolino che gli aveva fatto, provando un forte senso di imbarazzo e sperando che il rossore sul suo viso non si notasse, fortuna che aveva la pelle bronzea, ripresosi dall’incanto scelse un caffè nero.
Il ragazzo sorrise. << Sarà pronto!>> 
Zoro stava guardando il ragazzo andare via, quando Nami gli afferrò l’avambraccio mentre sussurrò con aria sognate. << E’ lui! Sanji, dicono che sia il vice capo cuoco. Non è bellissimo?>>
<< Io stavo pensando di sognare quando l‘ho visto…>>  mormorò più a se stesso massaggiandosi la faccia per eliminare l’imbarazzo, sembrava una di quelle ragazzine alle prese con la  sua prima cotta.
Alzò gli occhi e notò che la ragazza lo stava osservando attonita. << Che c‘è?>>  chiese.
<< Zoro, stai arrossendo.>> concluse infine.
<< Cosa? Ma andiamo non essere ridicola.>> rispose irritato.
Nami sbuffò appena. << Beh… è comprensibile, chiunque lo farebbe… Sanji- kun è davvero popolare nel locale, pensa che le vendite sono aumentate da quando è stato assunto. È sempre cosi disponibile è gentile.>>
Se questo significava poter sempre vedere quel ragazzo, dopo l’università si sarebbe diretto in quel caffè - ristorante  anche a costo di comprare tutto il menù. << Perché lo chiami Sanji- kun?>>
La rossa sorrise dolce. << Perché è carino.>>
Qualche minuto dopo  e Sanji tornò con due vassoi. << Una coppa di gelato alla fragola e alla nocciola per Nami- chan… >> pose davanti a lei, << e una fetta di torta al cioccolato con una tazza di caffè per…>> il verde lo guardò nell’occhio visibile specchiandosi. I suoi occhi color onice sembravano perdersi in quel’oceano .
“E’… davvero carino.” pensò. “Aspetta! Vuole sapere il mio nome. Uhm… qual è il mio nome…? Ah ecco giusto…”  << Zoro, Roronoa Zoro.>> rispose infine dopo un leggero smarrimento mentale.
Sanji provò a trattenere un sorriso ma non ci riuscì.
 << Allora questo è per te Zoro- Kun. Spero che ti piaccia.>> marcò quella “ti” e si voltò e andò via.
<< E’ cosi carino non trovi? Mi piace quando mi guarda e sorride.>>  Nami ridacchiò.
Zoro si strinse nelle spalle, dentro di lui era segretamente d’accordo con lei, qualche ora dopo aver consumato il loro ordine, Sanji tornò con il conto, dimentico del fatto che Nami gli aveva detto che avrebbe offerto lei, non esitò a pagarlo lasciando anche una bella mancia per il servizio reso. Visti i soldi in più il ragazzo arrossì e con un sorriso, << Uhm… ci auguriamo di vedervi ancora.>>  
balbettò inchinandosi per salutarli.
<< Ci vediamo.>>  sorrise Nami mentre usciva con il verde dal caffè.
“Puoi scommetterci.” pensò infine Zoro.
Infatti come aveva deciso, da quel momento ogni giorno dopo le lezioni, con la scusa di un caffè o un posto per studiare tranquillo, si dirigeva verso il Barati. Almeno aveva una scusa plausibile per vederlo senza risaltare nell’occhio. 
Insomma era un posto tranquillo, si mangiava bene e il servizio era ottimo e si stupì del fatto che era sempre Sanji a prendere le sue ordinazioni. Ovviamente a lui stava più che bene, almeno con una scusa ogni tanto poteva scambiare qualche parola con lui e cercare di conoscerlo meglio.
Avvolte invece davvero si recava li solo per studiare, anche se avrebbe voluto restare a fissarlo per ore intere, ma se l’avesse fatto addio università. Talvolta il biondino senza nemmeno che avesse ordinato, gli portava un caffè e quando stava per chiedergli delle spiegazioni, lui rispondeva con un occhiolino e mettendo il dito indice sulle labbra gli sussurrava “offre la casa.”
Fu in uno di quei pomeriggi che il cuoco si fermò davanti al suo tavolo, ormai era diventato il suo posto abituale, sempre al tavolo posto davanti alla finestra con lo specchio ad angolo, l’unico dei tavoli più isolato, non avrebbe mai immaginato che il verde prendeva sempre quel tavolo cosi che potesse vederlo indisturbato, lontano da occhi indiscreti. 
Era cosi assorto nella lettura che non si era accorto della sua presenza.
<< Sei davvero carino con gli occhiali.>> azzardò Sanji un po’ imbarazzato, non era la prima volta che l’indossava, solo quando studiava poteva vederlo con gli occhiali.
Era davvero carino.
In tutta risposta il ragazzo alzò lo sguardo spaesato. << Eh?>> 
Sorrise, aveva azzardato troppo. << Cosa studi?>> chiese  mentre prese la tazza e il piatto vuoti. 
Per un momento Zoro non capì poi si riprese. << Ah si… economia aziendale. Sono l’unico maschio è il mio patrigno vuole che porti avanti i suoi affari.>> 
Sanji lo guardò affascinato, non credeva che quel ragazzo  dall’aspetto cosi freddo e asociale studiasse una materia cosi complicata. 
<< E ti piace?>> chiese ancora. 
<< Mah… non ne vado matto, ma se non voglio sentire le sue continue lamentele, devo farmela piacere.>> sorrise e per Sanji quello fu il sorriso più bello che avesse mai visto. 
Sentì il suo cuore perdere un battito, doveva chiederglielo, ora che non era in sua compagnia. << Quella ragazza, Nami- chan, si insomma…>> tentennò un attimo.
<< è la tua ragazza? Ho visto molte volte che sei venuto in sua compagnia.>> sorrise imbarazzato, non era da lui.
Zoro restò a fissarlo per qualche minuto, provando una forte delusione misto rabbia, allora a quel damerino interessava quell’arpia, si sentì non un po’ ma molto geloso. Sbuffò infastidito. << Se ti riferisci a pendi carota, no! Non è la mia ragazza.>> 
Sanji sembrò tirare un respiro di sollievo. << Ah davvero?>> 
<< Già.>> avrebbe voluto aggiungere “è già impegnata” quando la diretta interessata apparve all’improvviso, raggiungendoli. 
<< Zoro! Eccoti qui, ah ciao Sanji- Kun.>> sorrise timida. 
Zoro restò a fissarli alquanto infastidito, ma poi rinsanì, Sanji non poteva essere attratto da lui, bastava guardarlo mentre serviva le ragazze per capirlo. Si alzò prendendo i libri e lo zaino, sotto gli occhi stupiti di un Sanji che sembrava alquanto deluso e una Nami alquanto infastidita. 
<< Zoro, perché stai andando via?>> chiese pendi carota.
<< Ehm…  mi sono appena ricordato che il mio patrigno mi ha chiesto di tornare presto.>> prese il portafoglio e pagò l’ordinazione, lasciando la solita mancia e anche il resto per l’oca. << Tranquilla… oggi ti va bene, offro io.>> disse di rimando mentre si allontanò, lasciando una Nami al settimo celo per aver risparmiato i soldi del pranzo e un Sanji deluso. 
Era affascinante il modo in cui quel ragazzo cambiava dall’essere sbadato, al dolce al freddo e asociale, avvolte anche sgarbato e arrogante. “non importa.” pensò il cuoco avrebbe avuto un’altra possibilità domani.
Sorrise contento. 
Purtroppo quel domani non arrivò per due settimane, avvolte Sanji chiedeva di lui a Nami ma la ragazza gli rispondeva sempre che era impegnato con lo studio e gli allenamenti di kendo. Sanji si stupì anche di questo, frequentava anche la palestra di kendo?  Quando poi la ragazza chiedeva il perché di questo suo interessamento, lui rispondeva che era strano non vederlo al solito tavolo, sorridendo, nascondendo in cuor suo la delusione di non poterlo rivedere per un altro giorno. 
<< Zoro che fine hai fatto?>> chiese in uno di quei pomeriggi mentre era impegnato ad allenarsi nella palestra dell’università.
<< Mi sto allenando, non vedi?!>> alzò un sopracciglio, aveva capito che al biondo piacesse Nami quindi, prima che potesse essere troppo tardi decise di non tornare più al ristorante. Almeno cosi si sarebbe non solo risparmiato una cocente delusione ma anche l’essere stato il complice di quella traditrice. 
<< Lo vedo, però il fatto è che, passavi tutte le volte a studiare al Barati, perché adesso non ci stai più andando?>> chiese curiosa la rossa.
<< Da un po’ di tempo Mihawk mi sta stressando, quindi non ho il tempo di andarci. Scusami mi sa che devi farti accompagnare da Rufy oggi, qui finisco tardi.>> disse per poi voltare le spalle ma prima che andasse via Nami lo bloccò sul posto.
<< Sanji mi chiede di te, tutti i giorni.>> disse un po’ triste.
Zoro restò qualche minuto scioccato, davvero quel damerino aveva chiesto di lui? Non ci credeva. 
Forse era perché sentiva di aver perso un cliente, ma non aveva voglia di tornarci, tornare li avrebbe significato farsi male. << Capisco, beh salutalo da parte mia, appena potrò andrò a trovarlo al Barati.>> sorrise per poi allontanarsi.
Stava tornando a casa dopo essere rimasto fino a tardi in palestra, accadeva spesso che restasse più dell’ora prevista, avvolte la palestra del patrigno era troppo affollata, invece nella palestra della scuola poteva allenarsi in completa tranquillità, nel silenzio della scuola poteva concentrarsi di più. L’aria fredda della sera era pungente sulla sua pelle, sistemò meglio la sciarpa al collo non soffriva molto il freddo ma quella sera era insopportabile, uscì dal cancello dell’università quando notò la figura di Sanji che lo stava aspettando all’altro lato della strada. 
L’altro accortosi della sua presenza sorrise salutandolo, per un attimo Zoro restò immobile a guardarlo poi attraversò la strada ricambiando il suo saluto. 
<< Ciao.>> mormorò sotto la sciarpa.
<< Ehi… torni adesso?>> chiese sorridendo.
<< Si, ho fatto tardi con gli allenamenti. Tu come mai sei qui?>>
<< Stasera abbiamo chiuso il locale prima, Nami- chan mi ha detto che anche oggi tardavi cosi ho pensato di aspettarti.>> disse alquanto imbarazzato. 
Al sentire quel nome Zoro si innervosì ancora, quella strega era sempre tra i piedi.
<< Capisco.>> 
Rimasero in silenzio per qualche minuto, un silenzio quasi imbarazzante che venne spezzato ancora una volta dal biondo. << Ti va di fare un po’ di strada insieme?>> chiese con trepidazione, sembrava pendesse dalle sue labbra, Zoro non riusciva a capire il suo comportamento, ma rifiutare sarebbe stato scortese specialmente ora che gli aveva appena detto che l’aveva aspettato. 
Prima di rispondere lo sguardo cadde sulle sue mani, erano un po’ violacee a causa del freddo, questo stava a significare che era da un bel po’ che lo aspettava. Era da un mese che Nami gli aveva fatto scoprire il ristorante, e di conseguenza da un mese che conosceva Sanji, ricordò perfettamente cosa gli disse una volta a proposito delle sue mani. “Le mani per un cuoco sono uno strumento importante. Sono la cosa più preziosa.”
Cosi senza pensarci due volte, tolse le mani dalle tasche del cappotto e prese le sue mani tra le sue, erano davvero gelate. Le avvicinò alle labbra soffiando aria e sfregandole un po’  quel tanto che bastava per cercare di scaldarle, sotto lo sguardo attento di Sanji che venne investito da mille brividi, ma non per il freddo, fermandosi a guardare quelle labbra.
Ah quelle labbra, se avesse potuto sfiorarle. Scosse la testa per allontanare quel pensiero, Zoro non era attratto da lui e dopo quello che gli avrebbe detto quella sera, sicuramente sarebbe scappato via disgustato.
<< Va un po’ meglio?>> chiese dolce.
Questa volta fu Sanji a sconnettere il cervello, “certo le mani, si riferisce alle mani.” pensò mentre lentamente tirò via le mani da quel contatto caldo.
<< Uhm… si va meglio… grazie.>> si voltò di scatto e senza rendersi conto andò a sbattere contro un bidone della spazzatura, rovesciandola a terra, << Merda!>> tutto questo sotto lo sguardo attonito e anche un po’ divertito di Zoro che assisto alla scena stava per piegarsi in due dalle risate, ma si trattenne non sarebbe stato carino dei suoi confronti.
Il verde combattendo le risate si avvicinò ostentando preoccupazione, << Ehi, stai bene?>> si chinò porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
<< Si grazie.>> Borbottò leggermente infastidito Sanji, non tanto per la caduta ma per l’enorme figuraccia che aveva fatto davanti a lui. 
<< Si è fatto un po’ tardi, che ne dici di andare!>> chiese Zoro mentre guardò l’orologio, in effetti era tardi e lui non aveva ancora cenato.
<< Ah… si, possiamo andare.>>
<< Abiti qui vicino?>> chiese curioso. 
<< Si un isolato da qui.>> rispose Sanji, << Condivido un appartamento con un mio amico, Usopp.>> 
<< Ah, capisco.>> quando improvvisamente lo stomaco di Zoro brontolò, lui arrossì restando fermo sul posto, proprio ora lo stomaco aveva deciso di far avvertire la sua presenza? << Scusami… è che da stamattina non ho mangiato.>> si grattò la testa con fare nervoso. 
Sanji azzardò la prima mossa. << Casa mia non è lontana, se vuoi posso prepararti qualcosa.>> 
<< Ma no, grazie. Non voglio disturbarti.>> 
<< Mi piacerebbe!>>  affermò deciso il biondo era l’occasione perfetta, il suo coinquilino non c’era quindi avrebbe potuto restare finalmente da solo con lui, Zoro lo guardò per un attimo perso poi accettò l’invito, e insieme si diressero verso casa del  biondo. 
Una volta arrivati a destinazione, salirono al terzo piano ed entrarono nell’appartamento. Il verde di guardò intorno, non era male, era spazioso e sicuramente durante il giorno era soleggiato, appoggiò il cappotto e la cartella sull’attaccapanni, mentre Sanji entrò in cucina. 
<< Scusa il disordine, Usopp e le sue invenzioni. Gli ho sempre detto che deve tenerle in camera sua.>> 
Zoro si guardò intorno, altro che disordine, sembrava che in quella casa ci abitasse soltanto lui, lo raggiunse in cucina e all’invito del cuoco si sedette si fronte al tavolo, mentre guardò la cucina. << Wow sembra la cucina di master chef.>> disse osservandone i minimi particolari, quello doveva essere il suo regno.
<< Un cuoco deve avere una cucina impeccabile.>> sorrise mentre cercò gli ingredienti nel frigo, << Allora cosa vuoi?>> chiese.
<< Non disturbarti, mi va bene anche un panino.>> 
A quella affermazione Sanji non fece nemmeno caso, era nella cucina di un cuoco, e davanti a lui c’era il cuoco migliore di tutto il Giappone, quindi non poteva andargli bene solo un misero panino, imbottito. Cosi finì per preparargli una vera cena da gourmet. Davvero per Zoro era troppo. 
Mentre cenarono si trovarono a parlare del più e del meno, tra risate e discorsi senza senso, Zoro a un certo punto disse. << Nami è interessato a te.>> si fermò a guardare la sua espressione alquanto scioccata, la serata stava procedendo bene, non sapeva nemmeno lui perché tutto a un tratto aveva tirato in ballo quella faccenda.
Per quello che aveva capito, Sanji non era sentimentalmente legato a nessuna, faceva il galantuomo con tutte le donne del ristorante, ma era solo questo.
<< Lei… lei… non può essere!>> le guance di Sanji si tinsero di rosso per l’imbarazzo, mentre distolse lo sguardo.
Zoro abbassò lo sguardo. “è arrossito, questo significa che gli piace?” per qualche ragione a lui sconosciuta quel pensiero gli diede enormemente fastidio. << Perché no? Lei è carina. Se ti piace devi solo chiederle di uscire, era questo che volevi dirmi l’altra volta no?>> a quelle parole Sanji trasalì.
<< Cosa? No…>> affermò deciso. << voglio dire… non posso.>> 
Zoro aggrottò le sopracciglia. << E’ perché? Hai qualcun altro? Se è cosi basta dirglielo, lei capirà.>> 
<< Ascoltami Zoro, io…>> si morse il labbro. << voglio essere sincero con te, io non posso uscire con Nami perché…>> le parole gli morirono in gola.
<< Perché?>> chiese Zoro aspettando una risposta.
<< Io… io sono… ga…y.>> mormorò imbarazzato.
<< Che?>> non aveva sentito bene l’ultima frase.
<< Sono gay Zoro!>> affermò questa volta deciso.
Zoro rimase fermo e immobile a guardarlo, mentre il suo cervello tentava di elaborare quell’informazione appena ricevuta, poi sbottò tutto d’un fiato.<< Come gay?>> 
<< Testa di verza! Come lo chiami un uomo che è attratto da un suo simile?>> disse infastidito.
<< So cosa vuol dire! Solo non me l’aspettavo.>> sbatté le palpebre più volte, non riusciva a credergli, quel biondino donnaiolo era gay? Cioè al ristorante faceva solo scena? Non riusciva a crederci. 
D’altra parte Sanji interpretò il suo silenzio come un moto di disgusto quindi decise di spezzarlo, avrebbe dovuto immaginarlo. Insomma uno come Zoro non avrebbe mai potuto accettarlo. << Senti, se non ti piace, se sei disgustato…>> 
<< NO!>> si tappò la bocca dandosi mentalmente dello stupido, infondo quella non era casa sua, quindi non poteva urlare a suo piacimento. << volevo dire, non sono disgustato.>> 
<< Davvero?>> Sanji alzò lo sguardo, quegli occhi brillavano come l’oceano al sorgere del sole, uno spettacolo bellissimo, dove Zoro avrebbe potuto piacevolmente annegare.  
<< Si.>> il quel momento pensò, se quel biondino elegante e sensuale non era etero allora avrebbe potuto avere una chance, lo guardò prendere un respiro di sollievo. 
<< Bene quella è metà della notizia.>>  vacillò un attimo.
<< Perché c’è altro?>> chiese attonito Zoro.
<< Si, vedi tu…>> tentennò un attimo, a Zoro sembrò mancargli il respiro, mentre una sensazione nuova si faceva largo nel petto,era come se da quella confessione dipendesse la sua esistenza. 
<< Mi piaci!>>
Zoro restò immobile, non riusciva a crederci. Il suo cervello non riusciva a incanalare anche quella informazione, abbassò lo sguardo incredulo. << Mi… mi dispiace…>> 
<< No va bene cosi, insomma sapevo che tu non… che io… mi aspettavo una risposa simile.>> abbassò lo sguardo sconfitto. 
Zoro alquanto infastidito disse. << Mi hai interrotto sopracciglio a ricciolo!>> 
Sanji lo fulminò con lo sguardo.<< Non c’è bisogno di offendere marimo!>> 
In quel momento Zoro sembrò di nuovo spaesato. “gli piaccio? Sto sognando? Mi sembra un sogno! È impossibile! Aspetta mi sta fissando, che faccio? Che gli dico?” Zoro sembrava essere in crisi tanto che preoccupò non poco il cuoco.
<< Zoro, stai… ti senti bene?>> poggiò con delicatezza una mano sulla sua spalla, per cercare di scuoterlo da quella specie di trans in cui era entrato. 
In quel momento il verde smise di pensare e fece l’unica cosa che avrebbe dovuto fare dalla prima volta che si erano incontrati, afferrò il colletto della camicia del cuoco e lo avvicinò prepotentemente a lui, per poi baciarlo.
Inizialmente Sanji non aspettandosi quella reazione si irrigidì per circa due secondi, prima che il suo cervello si abituasse e cominciasse a rispondere a quel bacio da mozzare il fiato, prima dolce poi irruento e passionale. Le loro lingue erano intrappolate in un vortice di passione. Si staccarono giusto il tempo per riprendere fiato, poi si allontanò dal tavolo quel tanto che bastava per permettergli di sedersi sulle sue ginocchia, passando le braccia intorno alla sua vita così da tenerlo stretto in un abbraccio. Dall’altra parte Sanji intrecciò le braccia intorno al suo collo mentre, entrambi con il respiro corto si specchiarono l’uno negli occhi dell’altro.
Dio quanto l’aveva desiderato, e adesso era li e non era un sogno. 
Questa volta fu Sanji a prendere l’iniziativa unendo ancora una volta le loro labbra, catturandole in una danza sensuale, erano troppo occupati dal non sentire lo sblocco della porta d’ingresso che si aprì e dei passi che si diressero verso la cucina quando, vennero beccati in flagrante.
<< Sanji!>> mormorò imbarazzato il suo coinquilino, un ragazzo con un buffo naso lungo e i capelli ricci neri legati in una coda bassa.
I  due presi alla sprovvista si fermarono ma senza allontanarsi.
<< Usopp!>> disse quasi infastidito, disturbandolo sul più bello.
<< Scusatemi, non volevo interrompere il momento…>> disse balbettando. << Solo che non mi aspettavo… vi prego continuate pure, io….>> veloce si diresse verso il frigorifero, prendendo del prosciutto e un panino dalla dispensa.<< io vado in camera mia. Continuate pure, fate finta che io non ci sia.>> prese e scappò via chiudendo la porta alle sue spalle. Si guardarono, entrambi imbarazzati mentre Sanji si alzò lasciando che anche Zoro si alzasse. 
<< Scusami.>> disse infine Sanji.
<< Figurati.>> sorrise, ci sarebbe stato un momento migliore per conoscere il suo coinquilino.
<< Come la mettiamo con Nami- chan?>> tentennò un attimo, ovvio che Nami era una bella ragazza, ma a lui interessava Zoro, ma in fin dei conti era una sua amica. 
<< Niente, hai detto che ti piaccio,>> gli spostò una ciocca dorata portandogliela dietro l’orecchio. << Se ne farà una ragione.>> prese il suo viso tra le mani e questa fu un bacio dolce. << Anche tu mi piaci.>> sussurrò a fior di labbra. 
In tutta risposta Sanji lo abbracciò felice di sapere che anche quella testa verde provava qualcosa per lui. 
Si, pendi carota se ne sarebbe fatta una ragione, anche perché adesso il cuoco apparteneva a lui,  proprio ora che Sanji gli aveva confessato i suoi sentimenti non poteva lasciarglielo, e quando a lui apparteneva una cosa non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo.  













  
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