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Autore: Gatto1967    23/08/2020    1 recensioni
Chi mi conosce, conosce anche la mia passione per i nativi americani, e molte/i di voi hanno letto le mie storie off topic sull'argomento. Da tempo mi ronzava in testa l'idea di scrivere una storia candyana ambientata fra i nativi americani.
Però non era affatto semplice. Sì Candy poteva essere una bambina indiana che per qualche motivo andava a vivere e lavorare presso i soliti Legan che ovviamente si accanivano contro di lei, ma... come faceva a chiamarsi Candy? Come faceva a essere bionda e lentigginosa?
D'accordo, questo è un particolare secondario, ma alla fine ho trovato il modo di far agire Candy fra i nativi senza stravolgere il personaggio.
La storia è ambientata nel 1838, al tempo dell'esodo forzato dei Cherokee dalla Georgia a quello che oggi è lo stato dell'Oklahoma. Un esodo che costò molte vite, e che i Cherokee ricordano ancora oggi come "Il sentiero delle lacrime".
è venuta fuori una storia breve (5 capitoli + epilogo) ma che rivelerà caratteristiche decisamente inattese sul popolo dei Cherokee, almeno per chi non ne conosce la storia.
E Candy e i suoi amici/nemici come si incastrano in questa storia?
Lo scopriremo solo leggendo…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Neal Leagan, Terrence Granchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La giovane donna cadde rovinosamente a terra insieme al bambino che teneva in braccio, e subito un’altra giovane donna le fu vicino per aiutarla a rialzarsi.

-Avanti! Muoversi! Non abbiamo tempo da perdere qui!- tuonò la voce severa di un uomo a cavallo.

-Salite su quei dannati carri e sgombrate!-

-Un po’ di pazienza, che diavolo!- rispose a tono la donna che aveva soccorso quella caduta a terra. -A questa gente state levando tutto, almeno un po’ di umanità!- 

Nel frattempo la donna caduta si era rialzata, non si era fatta niente.

-Ma come osa lei… Candy?!!!-

La donna chiamata Candy squadrò l’uomo in divisa: lì per lì non l’aveva riconosciuto.

-Ma chi… TU!!!- esclamò poi con uno sguardo carico di autentico odio.

-Già… io…- rispose l’uomo squadrandola con uno un’espressione crudelmente beffarda.

-Neal Legan… Che diavolo ci fai qui?!!!-

-Tenente Neal Legan! Cerca di ricordartelo serva!-

-Non sono più la tua serva “tenente”!-

-Per me sarai sempre meno di una serva Candy!-

-Che sta succedendo qui?!!!-

La voce che aveva interrotto quello scambio di frasi e occhiate malevole apparteneva a un altro uomo a cavallo.

-Questa donna ci sta facendo perdere tempo capitano!-

-È soltanto caduta, potreste dimostrare almeno un po’ di rispetto.- protestò di nuovo Candy con il nuovo venuto.

Il suo sguardo era sì severo, ma sembrava più rispettoso di quello del tenente Legan.

-Posso chiedere il suo nome signorina?-

-Candice White, signore.-

-E cosa ci fa qui? Lei non mi sembra certo una Cherokee.-

In effetti la giovane donna dai lunghi capelli biondi e con il volto pieno di lentiggini non poteva certo essere un’indiana Cherokee.

-È una lunga storia capitano, e adesso non ho certo il tempo di raccontargliela. Basti sapere che sono qui per aiutare i Cherokee.-

-Bene, allora aiuti quella donna a salire sul carro così da poterci muovere.-

Candy aiutò la donna Cherokee a salire su un carro che la aspettava, e vi salì lei stessa.

-Tutto a posto capitano…- disse poi con un autentico groppo in gola.

-Colonna: in marcia!- disse infine il capitano a gran voce, così che i carri cominciarono a muoversi.

 

Quello che i Cherokee avrebbero chiamato il sentiero delle lacrime era iniziato. L’ultimo atto del “Removal Indian Act” firmato dal presidente Andrew Jackson 8 anni prima si stava compiendo.

 

I carri camminarono per tutto il giorno, spronati dai soldati che incitavano i conducenti a muoversi rapidamente nonostante i carichi che portavano. Solo al tramonto ai Cherokee venne concesso di fermarsi per la notte.

 

Seduta per terra insieme ai Cherokee, Candy stava consumando un pasto molto frugale dopo aver aiutato le donne a far mangiare i bambini più piccoli, quando una figura in divisa le si stagliò davanti.

-Che accidenti vuoi Neal?-

-Vedo che non hai imparato a stare al posto tuo, serva.-

-Te l’ho già detto Legan: non sono la tua serva e non lo sarò mai più. Mi è bastato l’inferno che tu e tua sorella mi avete fatto passare per due anni.-

-Che ci fa qui con questi selvaggi?!!!-

Mise un particolare disprezzo nella parola “selvaggi”, al che Candy posò la sua ciotola e si alzò in piedi squadrando l’odioso ufficiale.

-Sciacquati la bocca quando parli di questa gente Neal! Tu non sei degno neanche di baciare la terra dove camminano!-

Un pesante manrovescio si abbatté sulla sua guancia e lei cadde a terra.

-Candy! Stai bene?- le chiese con apprensione una delle donne, e lei fece cenno di sì.

-Vedo che sei diventato più forte Neal…- disse lei sarcastica.

-Sono passati i tempi in cui una bambina più piccola di te ti scagliava a terra e te le suonava mentre piagnucolavi chiamando la mamma…-

Un paio di soldati che avevano assistito alla scena ridacchiarono, e il tenete Legan se ne accorse ripromettendosi di rimetterli al posto loro quanto prima.

-Bada a quello che dici lurida sgualdrina!-

-Sennò cosa fai, uomo prode e coraggioso…- rispose lei sprezzante mentre si rialzava.

-Maledetta… Io…-

-Tenente Legan!-

La voce del suo capitano lo fece trasalire e si mise sull’attenti voltandosi verso l’uomo sopraggiunto alle sue spalle.

-Agli ordini signor capitano!-

-I nostri ordini sono di scortare queste persone nel territorio indiano, non di picchiare le donne! Che accidenti le è preso?-

-Io… questa donna si è mostrata arrogante e allora…-

-A dire il vero questa donna stava mangiando per i fatti suoi e lei, se non sbaglio, l’ha chiamata “serva”.-

-Io… conosco questa donna da molti anni signore…-

-Questo non mi riguarda tenente, finché sarà ai miei ordini lei porterà rispetto a questa donna e a tutti i Cherokee, sono stato chiaro?-

Il tenente fremeva, aveva tutta l’aria di stare inghiottendo un gigantesco rospo.

-Sì signore.-

-Molto bene. Si consideri agli arresti, un paio di giorni di consegna le ricorderanno i doveri che le impone la sua divisa. Soldati: portatelo via!-

I due soldati avanzarono verso il tenente Legan.

-Prego signore, ci segua.-

Il tenente aveva un inferno di fuoco e fiamme dentro, ma non poté fare altro che obbedire e si allontanò insieme ai due soldati.

 

-Mi scuso per il comportamento di quel verme signorina White.-

-La prego capitano, mi chiami semplicemente Candy.-

-Come desidera signorina Candy. Potrei parlarle un attimo in privato?-

-Vai pure Candy!- le disse un’altra delle donne Cherokee -Qui abbiamo fatto tutto, dobbiamo solo andare a dormire.-

Candy seguì il capitano poco più in là.

-Mi dica capitano.-

-Cosa fa lei in mezzo a…-

-In mezzo a dei pezzenti indiani signore?-

-Non salti alle conclusioni signorina! Non era mia intenzione essere offensivo. Poco fa ho preso le sue parti mi sembra…-

-Ha ragione capitano, le chiedo scusa. Ma ormai diffido delle “giacche blu”. Comunque per rispondere alla sua domanda, io sono una Cherokee, o meglio, sono cresciuta fra questa gente e sono tornata a vivere con loro da pochi anni.-

Il capitano rimase impressionato: una giovane donna bianca di non più di venticinque anni di età, le diceva di essere una Cherokee! Sembrava un romanzo d’avventure, e la cosa lo incuriosiva almeno quanto quella donna lo affascinava.

-Sarei proprio curioso di saperne di più signorina Candy, se lei lo vorrà naturalmente.-

-Se ci sarà occasione capitano. A proposito, capitano…-

-Capitano Graham signorina. Terence Graham.-

-Buona notte capitano Graham, la ringrazio del suo intervento.-

-Quello che è successo poco fa non succederà più, glie lo garantisco signorina.-

 

Senza altre parole Candy si rigirò e si diresse ai carri dei Cherokee per trascorrervi la notte.

 
   
 
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