Applausi
Shoyo da solo faceva più chiasso dell’intero condominio, ne era consapevole, ma appariva allegro come non era da giorni e Kageyama sperò che i vicini fossero comprensivi.
“Wo-oh!” ululò, salutando concitato dei ragazzini del palazzo di fronte tra gli scroscianti applausi per il personale medico. Era stata un’idea carina che il comune aveva proposto, ispiratosi a numerosi movimenti europei, e in molti avevano aderito.
“Non saltare così tanto, non possiamo permetterci di andare all’ospedale in questo periodo storico” lo redarguì Tobio, strattonandolo appena per il colletto della maglia.
“Ma Tobio, guarda quanta gente! Non vedevo così tante persone dall’ultima volta che sono uscito, quando ho comprato la carta igienica”.
Sembrava passato un secolo, e per lui doveva esserlo davvero. Kageyama accennò un sorriso, prima di tirarlo per l’ennesima volta per evitare che si uccidesse dal balcone.