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Autore: _Il colore del vento_    25/08/2020    6 recensioni
Remus è un sorriso celato dietro la copertina di un libro – sorrisi di carta che spariscono quando volta la pagina.
Questa storia, edita, partecipa al contest "4 Slash" indetto da Nemesi01 sul forum di EFP e giudicato da BessieB, classificandosi prima.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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ᴀ ɢɪᴏ, 
                                                                                                                                                                                                                                                                        ᴄᴏɴ ᴛᴜᴛᴛᴏ ɪʟ ᴍɪᴏ ᴀꜰꜰᴇᴛᴛᴏ
 

𝑷𝒓𝒐𝒑𝒓𝒊𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒖𝒏 𝒂𝒅𝒅𝒊𝒐


 


Remus è un sorriso celato dietro la copertina di un libro — sorrisi di carta che spariscono quando volta la pagina.
Per afferrarlo, quel fugace sollevarsi di labbra, Sirius deve prestare molta attenzione.
Basta un battito di ciglia e di quel sorriso non restano che briciole impigliate negli occhi d’ambra dell’amico, d’un tratto più dolci.
Fragili increspature di labbra che Remus affida al silenzio bisbigliante della Biblioteca, simili a segreti inconfessati.
Deve prestare molta attenzione, Sirius, per far parte anche lui di quella muta complicità.
Quando Remus sorride così, sfogliando le pagine dei suoi libri, il cuore gli sobbalza nel petto: è quello, il suo segreto.
 
 


 
             Una volta divenuti Animagi, la percezione della realtà cambia.
Sirius si è ritrovato immerso in un mondo di odori, dopo. Ha dovuto imparare a selezionare tracce,
a seguirle, lasciando che i profumi si srotolassero come sentieri da percorrere fino alla meta.
La strada che conduce a Remus è verde — una foresta impenetrabile di radici che scricchiolano e foglie che filtrano la luce.
Quando – alla fine della strada – lo stringe fra le braccia, Sirius chiude sempre gli occhi.
Con le narici premute contro il suo collo, fra mento e spalla, ne inspira l’aroma della pelle.
Verde profumo di boschi, rigoglio e libertà. Fra le sue braccia, Sirius si sente straordinariamente leggero.
 
 
 


Ha le labbra sporche di cioccolato, Remus, e Sirius gliele sfiora per gioco.
Dovrebbe ritrarsi subito, ma non ci riesce.
Indugia in quel bacio che sa di cioccolato e completezza — di pezzi che ritrovano il proprio posto.
Quando si stacca da lui, Remus ha le guance rosse e la sorpresa che fa capolino dallo sguardo.
Sirius ride, passandosi la lingua sulle labbra.
“Hai un buon sapore, Moony.”
Ne vorrei ancora, pensa, ma questo lo tiene per sé.
 
 
 
 
              Le carezze di Remus sono soffi sulla pelle.
Si sorprende ogni volta, Sirius, di quanto sappiano essere delicate le sue mani.
Proprio colui che, ogni mese, si spezza sotto la luna piena, dilaniato e lacerato
da una maledizione che gli nasce dalle viscere, lo sfiora sempre con cautela e indicibile dolcezza.
Le sue dita, memori di artigli e sangue, sembrano quasi chiedere perdono per ogni ferita causata
quando il buio domina, dissipando in lui ogni luce — le sue dita timide gli tracciano linee e figure invisibili sulla pelle.
Remus esorcizza i suoi demoni ricercando brandelli di luce - di umanità - sul corpo di Sirius.
 A carezze, disegna il suo amore e ricaccia il mostro nei suoi confini.
Sirius gli prende le mani, allora, e gli bacia le dita — ogni bacio è un’assoluzione.
 
 
 
 


«Professore» intervenne Harry ad alta voce, «Che cosa…?» Ma non finì mai la domanda, perché quello che vide gli spense la voce in gola. Lupin stava abbassando la bacchetta. Un momento dopo era al fianco di Black, gli afferrava la mano, lo aiutava a rialzarsi facendo cadere a terra Grattastinchi e lo abbracciava come un fratello. * 
 
 

 
Dodici anni sono tanti, bastano a disimparare.
 
Non sanno più sorridersi, ora, non dopo aver vissuto a lungo ciascuno con i propri segreti.
 
    
(Restano solo le briciole di vecchi sorrisi impigliate nello sguardo.)
 
 
Il profumo è sempre verde, ma Sirius non sa più seguirne le tracce, non sa come arrivare alla fine della strada.
 

(La libertà non sa più trovarla, neanche lì, fra le braccia di Remus.)
 

Le labbra non osano più incontrarsi.
 
(Il sapore non è che ricordo.)
 

Le mani stringono con disperazione, ora, si aggrappano a quel che resta di un tempo andato per sempre.
 
 
(La delicatezza è svanita e non c’è più alcuna assoluzione.)
 
 
 
 

Dodici anni.
C’è qualcosa di struggente nel ritrovarsi così — assieme, ma irrimediabilmente mutati.
L’amore interrotto, arrugginito, fa male proprio quanto un addio.
 


 

*Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban.   
     
  
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