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Autore: Tale Vivo    28/08/2020    0 recensioni
«Cosa dovrei fare, Minerva? Camminare nervosamente per tutta la scuola assicurandomi che nulla sia fuori posto e che vi possano essere pericoli? A questo ci sta pensando lei - in modo esemplare, mi lasci dire. Inoltre, di cosa mi dovrei preoccupare?»
Undici anni sono passati da quando Albus Silente lasciò il piccolo Harry Potter al numero 4 di Privet Drive, e ora, a quattro giorni dall'arrivo a Hogwarts del ragazzo, una conferma scuote la tranquilla serata del preside.
(Breve one shot di ritorno dopo più di quattro anni lontana da scrittura e fandom.)
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Futuro Passato
 

“Life can only be understood backwards;
but it must be lived forwards.”

(Søren Kierkegaard)


 

Il sorbetto al limone oramai sciolto nell’alto bicchiere di vetro, i ferri da maglia tra le dita lunghe e magre e un leggero canticchio di sottofondo. Due colpi al grande portone di legno.
«Avanti».
«Allora è questo ciò che sta facendo a quattro giorni dall’inizio della scuola, in un anno così importante». 
L’uomo alzò lo sguardo. Gli occhi chiari sorridevano, poco sopra le lenti a mezzaluna, e le mani smisero di muoversi.
«Cosa dovrei fare, Minerva? Camminare nervosamente per tutta la scuola assicurandomi che nulla sia fuori posto e che vi possano essere pericoli? A questo ci sta pensando lei  in modo esemplare, mi lasci dire. Inoltre, di cosa mi dovrei preoccupare?».
Le labbra della donna si arricciarono, «Lo prenderò come un complimento, Albus. In verità, mi sarei aspettata un poco più di premura. Voglio dire, dopotutto era presente anche lei quando Hagrid ha riferito che il ragazzo era totalmente all’oscuro del suo passato ⎯ o stava pensando al prossimo lavoro a maglia da intraprendere?».
Albus Silente sorrise e appoggiò la sciarpa a cui stava a lavorando sulla scrivania davanti a lui. Prese il bicchiere, mescolò il sorbetto con lo stecchino di legno, e si alzò, dirigendosi verso la grande vetrata alle sue spalle.
«Mia cara professoressa, il ragazzo avrà tutto il tempo di scoprire il suo passato, e quello del mondo magico. Non si dimentichi che ha solo undici anni, dopotutto. Si ricorda le preoccupazioni di quell’età? Io sono troppo vecchio per aver un chiaro ricordo, ma sono quasi certo che un passato importante non rientrava tra quelle che avrei voluto avere all’inizio della mia adolescenza».
La professoressa McGranitt si avvicinò piano alla vetrata, togliendo un piccolo foglio stropicciato da un tasca quasi nascosta del suo abito verde smeraldo. Lo sguardo preoccupato non voleva quello dell’uomo, e le dita sembravano voler strappare la carta da un momento all’altro, come se distruggerla avrebbe annullato ciò che vi era scritto.
«Mi rincresce ammetterlo, ma in tutti questi anni aveva ragione, Albus. Forse non si tratta del passato».
La grafia riconoscibile, anche se più tremula del solito. Due frasi brevi. Due frasi di troppo.

 

Qualcosa si muove.

Qualcosa di oscuro.

 

Il tempo che Silente trascorse fissando quel foglietto avrebbe fatto pensare a una lettera in cui si raccontava una vita intera, eppure niente di una vita intera avrebbe preoccupato Silente più di quelle due frasi. Porse il bicchiere alla professoressa, estrasse la sua bacchetta e puntò al foglietto sussurrando «Incendio». Piccole fiamme avvolsero la carta, facendo sparire ogni traccia di quelle parole.
«Sarei stato lieto di essere nel torto, questa volta. Non ho motivo di non credere alle voci al riguardo, e io stesso ho assistito a manifestazioni riconducibili a lui; ma resto della mia opinione: non v’è motivo di riversare questo fardello sul ragazzo, non ancora, almeno».
«Cosa intende fare, dunque?», chiese la professoressa McGranitt, seguendo il preside verso il grande portone dell’ufficio.
«Quello che ho fatto in questi undici anni, Minerva: unire i puntini e trovarlo. Prima che lui trovi il ragazzo. E conto su di lei per mantenere Hogwarts il posto sicuro che è sempre stato», rispose l’uomo, sorridendo e poggiandole una mano sulla schiena, invitandola a uscire.
Minerva McGranitt sorrise di rimando e, prima che il portone si chiudesse, aggiunse «Sempre, Albus».
Quella sera il lavoro a maglia non fu ripreso. Il Pensatoio, invece, rimase aperto per lungo tempo - vi erano troppi aneddoti passati da rivedere, rivivere e rianalizzare. Undici anni dopo, il primo ricordo scelto fu la notte in cui lasciò Harry Potter davanti al numero 4 di Privet Drive. Quella sera, Albus Silente si perse tra i ricordi, letteralmente.


 

   
 
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