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Autore: Stekao    31/08/2020    11 recensioni
Kaori è finalmente felice. Ryo, seppur indirettamente, le ha confessato i suoi sentimenti alla radura, ma le cose non vanno esattamente come lei avrebbe sognato e di fronte all'ennesima delusione, questa volta la ragazza prenderà una decisione fondamentale che avrà un impatto decisivo nella vita di city Hunter.
Per la prima volta provo a pubblicare una ff in capitoli dando vita ai miei desideri e mostrando una Kaori più risoluta di fronte ai comportamenti, spesso discutibili, del socio.
Spero l'apprezzerete. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Capitolo 1

Kaori passeggiava per la città con un leggero sorriso sulle labbra. Da quel giorno ormai, quel sorriso, la accompagnava ovunque.
Erano trascorse tre settimane dal matrimonio della sua migliore amica e Ryo era finalmente riuscito ad esprimerle i suoi sentimenti. Certo, non era stato proprio così esplicito, ma ormai non c’erano più dubbi... Lui la amava e Kaori non poteva che sentirsi al settimo cielo.
Non che fossero cambiate molto le cose da quel giorno in realtà, e questo l’aveva un po’ delusa… fare lei il primo passo? Impossibile. La timidezza cronica che l’aveva sempre contraddistinta, non le avrebbe mai e poi mai permesso di osare, ma dovette ammettere a se stessa, che da dopo la dichiarazione della radura, sentiva proprio l’esigenza che le cose cambiassero tra loro… Possibile che lui non avesse voglia di darle neanche un bacio? Lei sarebbe morta per quelle labbra… A questo pensiero si sentì avvampare. 
Sapeva che non sarebbe stato facile per loro affrontare un cambiamento di quel tipo. Dopo sei anni in cui erano riusciti a nascondere reciprocamente i propri sentimenti, togliere la maschera indossata fino ad allora, risultava paradossalmente la cosa più difficile da fare.
Ma Kaori non si era mai sentita così felice come in quel momento. Avrebbe fatto tutto per Ryo Saeba e in quegli anni ne aveva dato ampiamente dimostrazione e se questo significava dover attendere ancora, per lui lo avrebbe fatto.

Dopo aver appurato l’assenza di messaggi sulla lavagna della stazione, decise di recarsi al Cat’s eye. 
Miki si era rimessa a pieno dopo lo scontro con il generale Croiz e da circa una settimana lei e Umi avevano riaperto la loro attività. 
Quel giorno avrebbero pranzato lì insieme, e con Ryo si erano accordati per ritrovarsi direttamente al locale ma Kaori, rendendosi conto in quel momento di essere ampiamente in anticipo, decise di deviare il suo percorso per una piccola passeggiata nel parco. 
Le piacevano quei momenti di tranquillità, in quegli anni si era spesso ritrovata a passeggiare da sola persa nei propri pensieri anche se, la maggior parte del tempo, la sua mente era occupata da un unico pensiero predominante… Ryo. Quante cose erano cambiate in quegli anni, quanta sofferenza aveva affrontato… Lo amava dal primo giorno in cui lo aveva conosciuto e non era stato facile per lei dover condividere la sua quotidianità con un tipo come lui. Ne aveva subite di delusioni in tutto quel tempo e aveva buttato giù un’infinità di bocconi amari in forza dell’amore che era esploso in lei e nella speranza che, un giorno, anche lui, sarebbe stato in grado di aprirle il suo cuore… e quel giorno era finalmente arrivato. Kaori continuava ormai da tre settimane a ripetere nella sua mente le parole che Ryo aveva rivolto al generale Croiz… - sopravviverò per la donna che amo…- e no, ora ne era certa, quel sorriso dalla faccia non le sarebbe andato più via. 

Persa com’era tra i suoi pensieri, si ridestó sentendo la voce di Ryo in lontananza. 
-Possibile che oltre a pensare a lui adesso senta anche la sua voce?- pensó Kaori, cercando di capire se la voce che aveva appena udito fosse reale e da dove provenisse. 
Si inoltró all’interno del parco e fu lì che lo vide anzi, li vide… 
Kaori spalancò gli occhi alla vista delle classiche movenze da maniaco del suo socio, ma soprattutto della bellissima donna che era con lui. Sentì chiaramente le parole che quella gli rivolse.. 
“E va bene, questo è il mio numero…Allora aspetto una tua chiamata prima della nostra uscita di stasera…Ci conto” 
La risposta di Ryo non si fece attendere
“Fujiko sei la donna più bella che abbia mai visto, non rinuncerei a questo appuntamento per niente al mondo”. 
La donna a queste parole, gli sfiorò lievemente le labbra con le sue, poi si allontanò lasciando l’uomo inebetito e con la bava alla bocca. 
Kaori, che aveva assistito a tutta la scena, per un attimo si sentì mancare. 
Era abituata a simili comportamenti da parte del socio, ma adesso? Non dopo la radura… non dopo quello che, seppur indirettamente, le aveva detto… non poteva credere che lui lo avesse fatto ancora. 
Sentì le lacrime farsi strada e la rabbia aumentarle in petto… si mosse giusto quel tanto perché Ryo la sentisse e si voltasse verso di lei. 
Quando la vide si immobilizzó… si guardarono negli occhi per pochi secondi prima che Kaori potesse voltargli le spalle e scappare… Ryo le corse incontro e afferandole il polso la bloccò. 
“Lasciami, lasciami andare subito!” Gli urlò Kaori con tutto il fiato che aveva in corpo. Le lacrime ormai uscivano copiose e lo sguardo che gli rivolse ghiacció Ryo sul posto. 
Non l’aveva mai vista in un simile stato e gli parve di sentire il proprio cuore fermarsi. 
“Kaori, non è come pensi... Lo sai che… ” cercó di giustificarsi lui, prima che l’irruenza della ragazza lo travolgesse. 
“E cosa dovrei sapere, sentiamo?!! Cosa dovrei pensare??? Hai chiesto il numero a quella ragazza e hai fissato un appuntamento con lei stasera Ryo, lei ti ha baciato e tu sei rimasto lì come un cretino... Cosa c’è da capire?! 
Lo hai fatto di nuovo e non potrò mai perdonarti per questo. Ero felice, finalmente ero felice e hai rovinato tutto!! Come hai potuto farmi questo dopo quanto detto alla radura, come hai potuto prenderti ancora gioco di me?! 
Sono anni che ti sto accanto Ryo, anni che ti amo in silenzio sopportando tutte le tue cattiverie, tutte le tue parole sgarbate, le tue uscite notturne e i tuoi rientri ubriaco all’alba... Tutto, tutto solo per rispetto del sentimento che ho visto crescere in me in questi anni e senza mai chiederti niente in cambio... A me è sempre bastato solo starti accanto, avrei sopportato il fuoco dell’inferno per te e quando finalmente credevo che le cose potessero cambiare… dopo quello che avevi detto al generale Croiz io ho pensato, io ho sperato… 
Ma cosa c’è  da sperare con te?! A te bastano due tette al vento per farti partire completamente verso un’altra orbita, non cambierai mai… mai….”
Kaori era riuscita a dirgli tutto, finalmente, dopo anni, gli argini erano crollati e tutta la sofferenza provata aveva trovato libero sfogo. Poco importava se, in tutto questo, fosse riuscita anche ad esprimergli direttamente i suoi sentimenti. Gli aveva detto che lo amava, glielo aveva urlato contro, ma non le importava più. Dopo quel giorno sapeva che non le sarebbe importato più di niente. 
Quell’umiliazione nel vedere Ryo accogliere tranquillamente il bacio di quella sconosciuta, l’idea che quella sera, all’appuntamento, quei due potessero spingersi oltre... Tutto questo le fece venire il voltastomaco. 
Cercó di ricomporsi e placando il proprio impeto continuó… 
“Tu sei un pervertito, un poco di buono, uno scansafatiche, ma sei l’unica persona verso la quale ho sempre riposto la mia più completa fiducia. Perché io sono andata oltre, ho visto tanto altro in te in tutti questi anni… nonostante i tuoi comportamenti spesso ignobili nei miei confronti, sapevo comunque che, qualunque cosa fosse successa, io avrei sempre potuto fidarmi di te. Tu hai distrutto anche questo… non mi fido più di te Ryo… Come potrei mai più fidarmi di te?! 
Io avevo dato valore alle tue parole, a quel pan di cuculo che mi ero ritrovata fra le mani… so che lo hai messo tu, non sono una stupida… non sarebbe stato possibile ritrovarmelo ancora addosso dopo quanto accaduto, era ovvio fossi stato tu a lasciarmelo sullo scollo del vestito, ed ero così felice per quello che significava… tua per sempre… tuo per sempre…
È stato solo un tuo colpo di teatro, tutta scena... per te non valeva niente. 
Come può un uomo innamorato fare quello che hai fatto tu poco fa? Cosa volevi dimostrare eh? Sentiamo… Che non smetterai mai di essere lo stallone di Shinjuku? Che puoi avere tutte le donne che vuoi con il solo schiocco delle dita? Che non riuscirai mai a farti accalappiare, come dici tu, da una sola donna? Beh, del resto hai sempre detto di voler essere il fidanzato di tutte… allora sai che ti dico? Eccoti accontentato, mi tolgo dai piedi e ti lascio campo libero… 
L’ho capito, forse troppo tardi, ma ora l’ho capito… Io voglio un uomo che ami solo me, che non abbia paura di amare solo me, che svegliandosi al mattino voglia ritrovare me al suo fianco…solo me… qualcuno che ami perdersi solo nei miei occhi e che desideri stare solo tra le mie braccia e io ora lo so che tu tutto questo non potrai mai darmelo. 
Non saprai mai amarmi come io vorrei essere amata…e del resto mi pare evidente che tu non provi niente per me, ma a questo punto il mio amore a senso unico non mi basta più. 
Mi sono messa da parte troppe volte per te Ryo, ma io ho una dignità e non ti permetterò più di calpestarla! 
E pensare che proprio pochi minuti fa stavo sognando come sarebbe stato il nostro primo bacio... E tu dimmi Ryo, cos’è che stavi sognando esattamente poco fa con quella?? Ero disposta ad aspettarti ancora perché ero certa che qualcosa di bello tra noi sarebbe finalmente accaduto… stupida eh? Mi pare evidente che non ci sia proprio niente da aspettare”
Ryo era rimasto a fissarla, incredulo che lei fosse stata capace, in una sola volta e con così tanta fermezza, di dirgli tutto quello che aveva appena udito. Le parole di Kaori lo avevano ferito nel profondo… perché aveva ragione, ragione su tutto. 
“Entro mezzogiorno sarò fuori dall’appartamento e dalla tua vita Ryo, ti prego di non rientrare in casa fino ad allora”
E detto questo, asciugandosi l’ennesima lacrima cadutale sulla guancia, Kaori se ne andò, lasciando Ryo a maledirsi per non aver cercato in nessun modo, di convincerla a restare. 

Non appena Kaori si richiuse la porta di casa alle spalle, si lasciò andare ad un pianto liberatorio e fu solo dopo parecchio tempo che riuscì a raggiungere la sua camera da letto per poter iniziare a preparare i bagagli. 
Si interruppe solo per qualche minuto per poter fare una chiamata. Il telefono squilló e una voce di donna rispose 
“Pronto Kazue, sono Kaori…. Scusa se ti disturbo ma avrei bisogno di un favore… ecco vedi... Vorrei chiederti se tu e Mick potreste ospitarmi per qualche giorno”
“Ospitarti? Certo, ma… cosa è successo Kaori?”
“Non me la sento di parlartene ora Kazue, magari quando sarò a casa vostra… ma ti assicuro che sarà solo per pochi giorni, devo riordinare un po’ le idee, ma ho intenzione di andarmene presto”
“No Kaori, non c’è assolutamente nessun problema. Io e Mick saremo felici di ospitarti e puoi stare con noi tutto il tempo che ti serve…”
“Grazie Kazue, siete dei cari amici. Sto preparando i bagagli, il tempo di finire e sarò da voi... A dopo e grazie ancora”
Una volta riattaccato il ricevitore, Kaori si trascinò nuovamente verso la sua camera e finì di preparare le valigie. 
Non sarebbe riuscita a portare via tutto in una sola volta, ma avrebbe chiesto a Mick, successivamente, la cortesia di portare via le ultime cose rimaste. 
Prese con sé ciò che poteva e con gli occhi gonfi e un soffocante peso sul petto, si avviò verso la porta di ingresso dando un ultimo sguardo all’appartamento… un sorriso amaro le si stampó sul volto. Sei anni in quel luogo non sarebbero stati facili da dimenticare… sei anni con lui…  
Aprì la porta e la varcó per l’ultima volta. 

Ryo rientrò dopo mezzogiorno, come Kaori gli aveva chiesto. Ad ogni modo non sarebbe mai potuto rientrare prima e vederla preparare i bagagli... Il dolore che stava provando era già fin troppo lancinante, non avrebbe certo voluto aggiungerne dell’altro. 
Non appena aprì la porta, il vuoto lo avvolse. 
Si gettó sul divano con lo sguardo perso verso il soffitto. 
Quello che Kaori era stata in grado di dirgli lo aveva toccato profondamente… Lo aveva scosso a tal punto che se ne spaventò. Lei aveva ragione… perché si era comportato così? Perché? Cosa voleva dimostrare? 
Avrebbe davvero chiamato quella ragazza del parco? Sarebbe uscito con lei quella sera? 
Kaori aveva dannatamente ragione… Lei meritava qualcuno che potesse amarla pienamente, senza paure, e la realtà era che, per quanto lui ne fosse dannatamente innamorato, non sarebbe mai stato in grado di scrollarsi le sue paure di dosso. Aveva rovinato tutto. 
Era per queste sue assurde paure che aveva fissato un appuntamento con un’altra donna? Per assaporare ancora l’idea di libertà? Quanto poteva sentirsi cretino in quel momento…
Lui l’amava, su questo non c’erano dubbi, era l’unico punto sul quale Kaori aveva sbagliato in pieno, ma il suo modo di amare non le sarebbe mai bastato perché lui avrebbe sbagliato sempre con lei, forse non a causa delle altre donne, ma in qualche modo l’avrebbe sempre fatta soffrire… Del resto in quegli anni non aveva fatto altro…  non sapeva amare, questa era la verità, e la sua Kaori meritava di più. 
In quel momento avrebbe solo voluto vederla varcare la porta di casa, abbracciarla e non lasciarla andare mai più, ma lei non sarebbe tornata e lui non sarebbe mai andato a cercarla. 
Lei aveva scelto un’altra strada e senza di lui avrebbe avuto sicuramente una vita più facile. E poi finalmente sarebbe stata lontana dal suo mondo… sì, aveva fatto la scelta giusta e per quanto facesse dannatamente male, lui l’avrebbe accettata. 
Vigliacco, lo era sempre stato. 

Quando Kaori arrivò a casa di Kazue, la ragazza la accolse con un lungo abbraccio. Sapeva che qualcosa di serio doveva essere successo ed era certa che la colpa fosse del caro Saeba. 
Mick, nel vedere l’amica con quegli occhi gonfi, ne provò un’infinita tenerezza. Ryo sapeva essere un vero stronzo e questa volta lui stesso non sapeva se sarebbe stato in grado di perdonarlo. 
Guardare Kaori e vederla così svuotata, lo aveva scosso profondamente. Eppure anche lui aveva creduto che dal dopo radura i due si sarebbero finalmente concessi la felicità a lungo negata. 
Si sarebbe aspettato di tutto tranne di ritrovarsi davanti l’amica in quello stato. 
Kaori si sistemò nella stanza che Kazue aveva preparato per lei e si rannicchió sul letto. 
I suoi amici non osarono chiederle nulla. Kaori avrebbe parlato quando si sarebbe sentita a suo agio nel farlo e avrebbero rispettato i suoi tempi. 
La ragazza rimase chiusa nella sua stanza fino a che si fece buio. Non aveva voluto pranzare, ma Kazue insistette affinché condividesse con loro almeno la cena. 
A quel punto Kaori si alzò dal letto e decise di raggiungerli nella sala da pranzo. 
Mangiarono senza parlare, Mick e Kazue si guardavano sottecchi, incapaci entrambi di rompere quella coltre di silenzio che si era posata su di loro, finché finalmente Kaori, rivolgendosi a Kazue, parlò. 
“È tutto molto buono Kazue”
“Grazie Kaori” le rispose l’amica in imbarazzo, ma contenta di sentire finalmente la sua voce
“Vi chiedo ancora scusa per essere piombata a casa vostra in questo modo...senza alcun preavviso. Avrei potuto chiedere a Miki, ma il Cat’s eye è… come dire… terreno minato per me…immagino possiate capire. Non voglio andare dove è più probabile trovarlo” e detto questo abbassó il volto verso il piatto e continuó a mangiare
“Non ci rechi alcun disturbo Kaori. Sai che ti vogliamo bene…spero solo che si risolva tutto” disse Mick gettando l’amo e sperando così di ricevere alcune risposte. 
“Non c’è  niente da risolvere Mick. Me ne sono andata e adesso dovrò solo decidere cosa fare della mia vita”
Mick rimase turbato da quelle parole. Kaori era davvero decisa a lasciare Ryo per sempre? Ma che diamine era successo fra quei due? 
“Kaori, sai che su noi potrai contare sempre… mi farebbe piacere se tu volessi aprirti, dirci cosa è accaduto...”
La curiosità di Mick aveva preso il sopravvento. Si era ripromesso che non avrebbe mai e poi mai forzato Kaori a parlare, ma doveva sapere cosa era successo se non altro per andare da Ryo e, con cognizione di causa, piantargli  due o tre pallottole nei gioielli di famiglia. 
“Oggi al parco… ho visto Ryo con un’altra donna... Ha preso un appuntamento con lei per stasera. E infine si sono baciati…O comunque lei ha baciato lui, beh insomma... Si è avvicinata a lui sfiorandogli dolcemente le labbra con fare seducente e lui non l’ha di certo allontanata. E perché avrebbe dovuto poi?” 
Kaori disse tutto d’un fiato, prima di alzarsi scusandosi e correndo di nuovo in camera sua. 
Mick e Kazue si guardarono allibiti. 
“Ma non avrà osato farlo davvero??” disse Kazue inorridita, rivolgendosi al compagno. 
“Dopo la radura... Non posso crederci che Ryo le abbia fatto questo” Mick era fuori di sé
“Quello sweeper è un coglione e merita di averla persa per sempre” 

Erano passate tre settimane da quando Kaori aveva lasciato Ryo e si era trasferita a casa di Mick e Kazue. 
Ormai tutti erano venuti a conoscenza di quanto avvenuto fra i loro amici e Mick non aveva provato a parlare con Ryo nemmeno una volta da allora. 
Era troppo arrabbiato con lui e sapeva che niente di ciò che avrebbe potuto dirgli, gli avrebbe mai fatto cambiare idea. Aveva chiesto la cortesia a Umi di ritirare a casa di Ryo le ultime cose rimaste di Kaori, perché lui non si era sentito di fare neanche questo. 
Quella povera ragazza in quegli anni aveva sopportato di tutto per amore dello sweeper, lo aveva aspettato con pazienza e dedizione e adesso che finalmente era riuscito a confessarle i suoi sentimenti, Ryo cosa faceva? Si faceva tranquillamente baciare da un’altra… si dava appuntamento con un’altra. 
Lui e Ryo avevano sempre avuto le stesse perversioni. Amanti delle donne e dei localini di dubbio gusto, ma dal momento in cui Mick si era reso conto di amare Kazue, mai e poi mai avrebbe fatto niente per ferirla. Certo, continuava a fare lo stupido con le altre, ma era solo un gioco e Kazue lo sapeva bene... Non si sarebbe mai spinto oltre. 
È vero, Ryo e Kaori non erano ancora una coppia a tutti gli effetti, ma Ryo sapeva che, una volta decisosi a confessare i propri sentimenti, si sarebbe dovuto impegnare in tutti i modi a preservare il cuore di Kaori e invece cosa diavolo gli era saltato in mente? Come aveva potuto dirle di amarla dopo sei anni e poi chiedere un appuntamento a un’altra? 
E il destino aveva voluto che Kaori vedesse, che sapesse… 
Perché era stato solo il destino, appunto. 
Di solito Ryo si comportava da stupido con tutte, ma solo in presenza di Kaori, per farla arrabbiare… Lo stesso gioco di Mick con Kazue del resto. 
Ma in questo caso Kaori non era presente e Mick non poteva quindi credere che Ryo volesse fare sul serio con quella sconosciuta. 
Non si dava pace. Detestava vedere Kaori soffrire in quel modo e detestava ancora di più il suo amico per aver rovinato in un colpo solo, la sua vita, quella di Kaori e quella di tutti gli altri perché sapeva, e aveva già ben capito, che da quel momento niente sarebbe più stato come prima. 

Quella mattina Kaori entrò in cucina con uno strano sorriso sulle labbra.
Kazue e Mick non poterono fare a meno di pensare che stesse nascondendo qualcosa, ma era il primo sorriso che le vedevano in volto dopo tre settimane e ne gioirono. 
“Hey Kaori, hai qualcosa da dirci? Ci sembri strana stamattina” chiese Mick incuriosito 
“Ho una buona notizia per voi… tra due giorni vi libererete di me”
“Come sarebbe a dire? E dove andrai?” chiese Kazue stupita da quella inaspettata notizia
“Non posso dirvelo, ma sappiate che sono serena e felice per ciò che sto per affrontare. Vi prego di non farmi domande, vi prometto che rimarremo sempre in contatto. Vi darò notizie di me e non vi farò mai preoccupare, ma vorrei mantenere il segreto… spero questo non vi faccia arrabbiare e che accettiate la mia decisione”
Mick non poté fare a meno di avvicinarsi alla ragazza e stringerla forte a sé
“Sono felice di vedere il tuo sorriso Kaori. Se non vuoi dircelo non importa, rispettiamo la tua scelta… spero però che un giorno vorrai renderci partecipi di ciò che sta per cambiare nella tua vita! Fino ad allora promettimi che ti farai viva spesso… non voglio stare in pensiero per te”
“Ve lo prometto Mick” disse la ragazza continuando a stringersi forte fra le braccia dell’amico.

Due giorni dopo Kaori si recò da sola alla stazione di Shinjuku. 
Nessuna lavagna ad attenderla stavolta, ma un treno che l’avrebbe condotta verso una destinazione sconosciuta a tutti i suoi amici e che le avrebbe cambiato la vita per sempre. 
Salutare gli altri era stato più doloroso di quanto pensasse, Miki aveva cercato in tutti i modi di trattenerla in città, le sue lacrime non le avevano reso le cose facili, ma sentiva di doversene andare. 
Mancava una sola persona all’appello. Ryo, su richiesta di Kaori, non era stato informato della sua partenza. 
Del resto in quelle tre settimane non si era fatto vivo con lei nemmeno una volta, non che si aspettasse di vederlo arrivare con il mantello azzurro su un cavallo bianco, ma si era illusa che, dopo tutti quei giorni passati, avrebbe provato quantomeno a parlarle e invece, per l’ennesima volta, non era riuscito a dimostrarle nulla. 
Era finito il tempo delle illusioni. 
Il cambiamento in lei era appena iniziato. 
   
 
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