Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: Tale Vivo    31/08/2020    1 recensioni
Non tutti trovano l'anima gemella e, tra chi la trova, alcuni non vi passano la vita insieme. E se questo fosse stato il caso di Lord Tywin e Lady Olenna?
Col passare degli anni, Tywin Lannister aveva imparato ad amare sua cugina Jaoanna, sempre se il sentimento che aveva provato per lei poteva definirsi amore. L’aveva rispettata e apprezzata come donna e madre, le aveva sempre chiesto consigli anche in ambito strategico, la sua compagnia era stata piacevole e gli aveva dato due splendidi figli, prima di essere uccisa dal loro mostruoso terzogenito. Degna di ogni signore che si rispetti, ma non la donna che l’erede di Casterly Rock aveva desiderato e a cui tre momenti della sua giovane età lo avevano condotto. Dopo tutti quegli anni, il loro ricordo era ancora vivido.
Questa storia partecipa al contest “Overly Specific Writing Prompts” indetto da fantaysytrash sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Olenna Tyrell, Tywin Lannister
Note: AU, Missing Moments, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando la Rosa fermò il Leone
(ma l’Uva arrivò al Leone)

 

Olenna Tyrell era esattamente come quando aveva quattordici anni, il giorno del loro primo incontro: intelligente, pragmatica, e forte. Un rosa che sarebbe potuta essere leonessa. Col passare degli anni, Tywin Lannister aveva imparato ad amare sua cugina Jaoanna, sempre se il sentimento che aveva provato per lei poteva definirsi amore. L’aveva rispettata e apprezzata come donna e madre, le aveva sempre chiesto consigli anche in ambito strategico, la sua compagnia era stata piacevole e gli aveva dato due splendidi figli, prima di essere uccisa dal loro mostruoso terzogenito. Degna di ogni signore che si rispetti, ma non la donna che l’erede di Casterly Rock aveva desiderato e a cui tre momenti della sua giovane età lo avevano condotto. Dopo tutti quegli anni, il loro ricordo era ancora vivido. 
All’età di dieci anni, suo padre lo aveva mandato nelle miniere con Maestro Lorcas, affinché apprendesse esattamente come si estraeva l’oro e avesse potuto poi, in futuro, comprendere meglio come amministrare le ricchezze di Casa Lannister. La spiegazione dettagliata del Maestro era particolarmente noiosa, anche per il giovanissimo ambizioso e perfezionista Tywin, il quale non aveva trovato difficile distrarsi, soprattutto con tutto l’oro che lo circondava. Splendeva anche grezzo, ma mai come quella rosa. Il fiore quasi apparve davanti ai suoi occhi, tanto vivido ne era il ricordo. Durante la visita alle miniere, infatti, a catturare completamente la sua attenzione era stata una rosa tra le rocce, una rosa completamente d’oro e chiaramente formatasi in modo naturale. Lo stupore che Tywin Lannister aveva provato in quel momento non fu mai superato da altro in vita sua. Aveva cercato con tutte le sue forze di estrarla dalla roccia e ordinato a ogni minatore di fare altrettanto, ma nessuno vi era riuscito; nemmeno nei giorni successivi, quando suo padre era ricorso a ogni mezzo a sua disposizione, la rosa aveva ceduto. Staccare il pezzo di pietra su cui giaceva era impensabile, secondo il capo minatore e Maestro Lorcas, poiché si trovava in un punto ad altissimo rischio frana. Quella fu la prima volta in cui Tywin Lannister non ottenne ciò che voleva
 la seconda sarebbe arrivata cinque anni più tardi.
Due colpi alla porta. «Avanti», disse, continuando a guardare fuori dalla finestra del suo studio, nella Torre del Primo Cavaliere.
«Mio signore», una voce femminile attirò la sua attenzione e il suo sguardo, «Lady Olenna le manda queste», concluse una delle dame di compagnia della Regina di Spine. 
«Pesche di Highgarden», affermò l’uomo. La ragazza sorrise, appoggiò il piccolo cesto con due pesche sulla scrivania al centro della stanza e si avviò verso la porta.
«Ringraziate Lady Olenna», riuscì a dire il Primo Cavaliere, poco prima che la dama scomparisse dietro la porta.
Tywin Lannister era nuovamente solo, tranne che per i suoi ricordi. Aveva dodici anni quando, durante un banchetto, gli era appena stato versato un bicchiere di vino tra i più prestigiosi di Arbor, precisamente il migliore prodotto da Casa Redwyne. Al primo sorso quasi si era strozzato. Due colpi di tosse e si era trovato in mano un grosso chicco d’uva color burgundy. Non rosso, non viola
 burgundy. Se non fosse stato per Maestro Lorcas non avrei mai saputo l’esatto colore di quel chicco. Burgundy come l’uva di Casa Redwyne. In segno di sfida per averlo quasi soffocato, il giovane aveva morso l’acino: non aveva mai assaggiato nulla di più dolce e soddisfacente in vita sua. Suo padre gli aveva fatto notare come il succo gli avesse macchiato l’abito, quasi fosse sangue. Tywin quasi non lo aveva sentito, e per un attimo quasi non aveva sentito Coral, una delle serve addette alla pulizia del pavimento durante i banchetti, sussurrargli quelle parole che lo avrebbero accompagnato tutta la vita, alimentando forse l’unico rimpianto che il leone di Lannister avrebbe avuto negli anni a venire.

«Una rosa d’oro tu trovasti
e il suo padrone non diventasti.
Fama e gloria avrai, 
ma l’amore perderai. 
Tra le viti inverni miti non avrai, 
perché per l’anima gemella troppo tardi arriverai.
Un altro la tua rosa prenderà
ma prima dell’ultimo inverno da te tornerà
e l’anima completa sarà.»

Le voci dicevano che quella serva fosse in realtà una maegi e riuscisse a prevedere il futuro, ma certe cose erano per gli sciocchi e buoni a nulla, coloro che avevano bisogno di aggrapparsi a poteri soprannaturali perché non disponevano delle capacità per riuscire a ottenere ciò che volevano e diventare qualcuno. Lui era l’erede di Lannisport, un leone. Lui era Tywin Lannister e non credeva nelle profezie. Pesche di Highgarden. Non le mangio dal giorno in cui rinunciai a lei.
Alto, biondo, con gli occhi verdi e corporatura già da adulto, a quindici anni Tywin era ciò che di più Lannister potesse esserci, facendo sperare numerose fanciulle di alto lignaggio di diventarne sposa, nonostante fosse già promesso a sua cugina. Le dame di Arbor non erano da meno, eccezione fatta per Olenna Redwyne, che conobbe durante un viaggio con sua madre a Highgarden. La ragazza non lo guardava sognante, non arrossiva quando doveva rivolgerli la parola e, soprattutto, gli teneva testa. Di un solo anno più giovane, certamente graziosa da guardare, era riuscita a farsi promettere in sposa a Luthor Tyrell, aggirando il volere del padre e rifiutando il matrimonio con un Targaryen, solo per il suo piacere personale. Scaltra e pragmatica fin da giovane
 e mi faceva ridere.  Tra le varie cose che si dicevano di Tywin Lannister una delle più vere era che non sorrideva mai, figuriamoci ridere. I tre sorrisi più famosi dell’uomo erano avvenuti il giorno delle sue nozze, alla nascita di Cersei e Jaime e quando Aerys II lo aveva scelto come Primo Cavaliere. In realtà, aveva sorriso altre tre volte: quando trovò la rosa d’oro, quando assaggiò l’acino dell’uva di Arbor, e la prima volta che Olenna gli rispose a tono. Dopo quel sorriso, arrivarono le risate, mai viste o udite da nessuno all’infuori della giovane Redwyne. Una settimana di risate rubate.
La mattina della partenza per Casterly Rock i due si erano incontrati sotto l’albero di pesche che era stato testimone del loro tempo trascorso insieme dal loro primo incontro, quando Olenna gli aveva offerto una pesca appena colta. Tywin non aveva mai creduto nelle profezie e nel fato, e quando lei gli aveva raccontato di un sogno ricorrente che era solita fare all’età di undici anni, lui quasi la schernì. Forse schernivo me stesso. Nel sogno un giovane leone le camminava accanto e la guardava con attenzione, ma ogni suo tentativo di accarezzarlo finiva con lei che si pungeva le dita, quasi come vi fossero spine di rosa nella criniera del felino. Anche per chi, come Tywin, credeva le profezie e i sogni premonitori fossero schiocchezze, i collegamenti con le case Tyrell e Lannister erano chiari
 ma lui a quelle cose non credeva. E quella maegi non poteva avere ragione. 
Nonostante quel primo incontro così peculiare, in particolar modo per il ragazzo, gli incontri tra i due erano continuati, nulla tra loro era mai successo - entrambi erano promessi sposi ad altri, e Tywin era troppo ligio al dovere e preoccupato del suo onore di Lannister. Quella mattina, però, per il giovane era stato come farsi accarezzare la criniera quando aveva confessato a Lady Olenna il suo sogno: in un futuro poco lontano sarebbe andato nella capitale e avrebbe servito così bene i Targaryen che l’unico ringraziamento possibile da parte loro sarebbe stato nominarlo Primo Cavaliere del Re. 
«Sempre in cerca di fame e potere, tu», aveva commentato la fanciulla, addentando la loro ultima pesca condivisa.
«Che ricompensa sciocca e femminile chiederesti, mia signora?» aveva chiesto allora lui, enfatizzando le due parole che sapeva la infastidivano. Per ripicca, lei gli aveva rubato la pesca di mano e vi aveva dato un altro morso. Poi aveva sorriso e continuato:«Vedere i draghi».
«Sai benissimo che i draghi sono est-», la stava riprendendo Tywin, ma lei lo aveva interrotto, «-inti, ovvio. Credi davvero, però, non vi siano uova? Dopotutto, mio caro, leggere dei draghi è una cosa, incontrarli è un’altra. Anche in un uovo», concluse la ragazza, che se ne era andata senza permettergli di rispondergli. 
Quelle furono le ultime parole che Olenna Redwyne gli aveva detto, fino a qualche ora prima, quando i due si erano ritrovati nell’ufficio del Primo Cavalieri a discutere di matrimoni. In quel momento, forse a causa dell’ora tarda e del non aver toccato cibo per tutto il giorno, forse a causa del tempo trascorso tra i ricordi, le pesche davanti a lui sembravano il cibo più invitante di sempre. Nel prenderne una, l’uomo si accorse di un bigliettino nascosto sotto i frutti. La scrittura piccola e composta, invariata negli anni.

Dunque, quando andiamo a vedere questi tre nuovi draghi?

Tutto era cambiato in quegli anni, tranne loro  e mentre addentava la pesca, Lord Tywin si trovò a pensare alla maegi e, per un attimo, credette alla profezia. Poi rise.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Tale Vivo