Pelle
Take a look at my body
Look at my hands
There's so much here
That I don't understand
Your face saving promises
Whispered like prayers
I don't need them
I don't need them
I've been treated so wrong
I've been treated so long
As if I'm becoming untouchable
Contempt loves the silence
It thrives in the dark
With fine winding tendrils
That strangle the heart
They say that promises
Sweeten the blow
But I don't need them
No, I don't need them
I've been treated so wrong
I've been treated so long
As if I'm becoming untouchable
I'm a slow dying flower
Frost killing hour
The sweet turning sour
And untouchable
O, I need
The darkness
The sweetness
The sadness
The weakness
I need this
I need
A lullaby
A kiss goodnight
Angel sweet
Love of my life
O, I need this
Do you remember the way
That you touched me before
All the trembling sweetness
I loved and adored?
Your face saving promises
Whispered like prayers
I don't need them
No, I don't need them
O, I need
The darkness
The sweetness
The sadness
The weakness
I need this
I need
A lullaby
A kiss goodnight
The angel sweet
Love of my life
I need this
Is it dark enough?
Can you see me?
Do you want me?
Can you reach me?
Or I'm leaving
You better shut your mouth
Hold your breath
Kiss me now you'll catch my death
O, I mean it
Natalie Merchant, My Skin
Mai
avrei pensato che fra tante persone
proprio tu, il mio professore, il mio mentore, il mio dolce segreto
notturno,
avresti permesso a me, la piccola maniaca del sapere, di entrare nel
tuo essere
per porvi il delicato germoglio dell’amore, in attesa che
fiorisse.
Mio
tenero amore: quante volte avrò sentito
la tua voce ripetermi che questi grandi occhi castani ti ricordano
nell’espressione quelli delle tua Lily? Baciali, Severus: in
una notte di dolce
confusione come questa, è concesso a noi tutti di sognare.
Immagina pure,
quindi, che il mio corpo prenda le forme del tuo eterno amore, sotto il
tocco
appassionato delle tue mani: quanto differentemente potrà
mai fremere la mia
pelle, rispetto alla sua, stimolata dalle tue carezze? Così
il cuore batte allo
stesso modo, mentre le tue labbra lambendo le mie le trasformano in
quelle
della cara Lily Evans: quanto vortica veloce la tua fantasia,
immaginando di
sfilare via gli abiti della tua perduta anima gemella, piuttosto che
quelli
della tua studentessa di Grifondoro? Sogna, mio caro Severus, a noi
questo
soltanto la triste notte ha concesso: a te di vivere il tuo illusorio,
tenero
amore, rievocando i ricordi che ti bendano gli occhi; a me di godere
del tuo,
permettendomi di nutrirmi dell’illusione stessa di poterti
avere: una fonte di
piacere poco visibile, forse intangibile come lo è la
dimensione effimera del
sogno, ma amaramente necessaria.
Ma
quanto a lungo potrò continuare ad
ingannare me stessa, sapendo che i tuoi baci sul mio corpo nascono
ispirati da
un’altra passione, e che le tue carezze prendono forma su di
me mentre immagini
che il mio corpo sia quello d’un’altra donna, e i
tuoi sospiri e gemiti e
sussurri, le tue labbra li creano unicamente per una persona, che non
son io – per
la cui vita doneresti la tua propria, ma che non puoi avere?
Non
ho bisogno di promesse false, illusioni
infiocchettate dalle tue belle mani: ti permetto di sognare
così come io stessa
mi concedo un valzer con la mia piccola illusione, senza aggravarti del
peso di
un giuramento che non vorresti fare, né io potrei sopportare
semmai venisse
infranto.
Così
non giurare d’amarmi o di desiderare
la vera Hermione Granger; ho solo bisogno di cullarmi nelle tue
tenebre, e il
sapore della consapevolezza di essere il mezzo con cui il tuo dolore
riesce,
per qualche ora, ad affievolirsi, è per me un compenso
sufficiente alle gocce
del mio cuore che ti dono questa notte, senza che tu lo sappia.
Ho
bisogno di un attimo di dolcezza, di
malinconia, di tenerezza: oh, ne ho bisogno davvero.
Vorrei
una ninnananna, un bacio della
buonanotte – oh mio angelo, dolce amore della mia vita!
È
buio abbastanza qui dentro?
Puoi
vedermi, Severus?
Non
vorresti vedere me?
Mi
vorresti?
Puoi
toccarmi – potresti davvero, qualora
non volessi più fingere di avere ancora lei, allungare la
mano e sentire veramente
Hermione sotto le tue dita.
O
potresti semplicemente tacere, trattenere
il respiro e baciarmi ora: coglieresti sulle labbra la mia morte, come
si fa
con un fiore di campo quando l’inverno troppo rigido ne ha
raggelato il seme e
impedito la fioritura, o un sole estivo troppo forte e precoce ne secca
i
petali prematuramente.