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Autore: AlyeskaGnac    08/09/2020    0 recensioni
[...]
La rosetta riportò il serpente sotto al mantello ridacchiando.
«Non è un coniglio, la sua natura non cambierà mai.»
Disse Riddle.
Per un breve attimo si specchiò nelle pozze azzurrine della ragazza.
«Questo però non implica che non possa nascere un' amicizia tra due creature di diversa natura.»
[...]
Nel 1942 Arthemisia Lux si trasferisce dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny all' istituto di Hogwarts, un magnifico castello tra le montagne scozzesi che si affaccia sulle rive del Lago Nero.
La ragazza si ritrova così immersa in una nuova realtà scolastica, in cui spera di non incappare nelle stesse difficoltà incontrate ad Ilvermorny. Giocosa e sognatrice, le personalità con cui incontrarsi e scontrarsi non le mancheranno, compresa quella di un certo Prefetto di Serpeverde.
La sua singolarità non passerà affatto inosservata allo sguardo attento di Arthemisia.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Abraxas Malfoy, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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[What If]

 

 

Era passata un' ora da quando sia Arthemisia che Lauryn avevano deciso di accompagnare Mira in biblioteca per aiutarla in Aritmanzia.

Anche se, in verità, la rosetta era finita col sistemare gli appunti di Pozioni dei giorni passati, mentre la Corvonero tentava di spiegare all'altra l'arte dell’interpretazione dei numeri.

«Questo è un esercizio molto semplice, Mira. Devi solo continuare a sommare le cifre corrispondenti al tuo nome fino ad ottenere un valore pari o inferiore a nove.»

La brunetta si grattò il capo seguendo le indicazioni.

«Okay ci sono, è un sette.»

Lauryn sistemò una treccia dietro l'orecchio, avvicinandosi al quaderno della Tassorosso.

«Perfetto! Ora, sai dirmi a cosa corrisponde il sette?»

Mira inspirò concentrandosi sulla risposta per più tempo del dovuto, indirizzandole un’occhiata dispiaciuta.

«Forse, al successo?»

Le posò il libro davanti mostrandole la risposta con cipiglio severo.

Cromwell si tirò un buffetto in fronte, maledicendosi.

«La sensibilità, dannazione.»

Misia ridacchiò continuando a scrivere ma attirando l’attenzione delle due.

«Il tuo supporto è davvero apprezzato.»

La riprese la brunetta mettendole il muso ed incrociando le braccia.

«Come darle torto, sono certa che le sue lezioni private con Riddle siano assai più emozionanti.»

Aggiunse Bloodlock punzecchiandola con la piuma.

Lei si schiarì la gola inarcando le sopracciglia con fare distaccato.

«Certo, dovresti vedere gli sguardi irritati con cui cerca di incenerirmi ogni volta che apro bocca.»

La Tassorosso ammiccò, sottolineando le supposizioni della castana.

«Ma continua a darti una mano, i tuoi voti sono decenti e intrattenete dialoghi affascinanti da almeno due settimane.»

Sentenziò chiudendo il libro di colpo senza mollare la presa.

«In cui parlo quasi solo io e lui si limita ad ascoltare, estremamente affascinante

Lauryn storse il naso, per niente persuasa dalle sue affermazioni, spingendo in avanti col busto.

«Il fatto che ti ascolti, considerando quanto di solito sia schivo, è un gran traguardo.»

Aprì bocca per controbattere ma nulla le uscì sul momento, consapevole di dove stessero andando a parare.

«Ragazze, non è ciò che pensate.»

Mira annuì sarcastica imitando la Corvonero, con espressione furbetta.

«Sicuro, quindi non sei neanche un po' interessata?»

Sorrise sghemba appoggiando le braccia sul tavolo, fissando entrambe.

«Ovvio che sono interessata ma non sotto quel punto di vista.»

Decise di cambiare discorso, così da sviare ulteriori supposizioni a suo avviso infondate.

«In ogni caso, dov'è Viska?»

Le ragazze tornarono composte, soprattutto per l’improvvisa comparsa della signora Pince pronta a riprendere ogni studente che non rispettasse le regole della sua preziosa biblioteca.

Ripensando al weekend precedente, se non fosse stato per Tom le avrebbe senz'altro fatto sbiancare tutti i capelli alla vista dei libri per terra.

«Ha un incontro con il team del Quidditch, domani faranno un allenamento di prova contro i Serpeverde.»

Le informò la castana iniziando ad alzarsi, seguita dalle altre.

«Venite con me a vederla?»

Mira acconsentì subito, essendo consuetudine per lei accompagnare anche Abraxas.

«Volentieri, in che ruolo gioca?»

Domandò la rosetta facendosi strada fuori dalla biblioteca, in cui ci aveva passato già fin troppo tempo per i suoi gusti.

«È fra i battitori, schivare bolidi è il suo passatempo preferito in partita, domani dovrebbe essere abbastanza tranquillo però.»

Una nota di preoccupazione contornò la frase di Lauryn e non sfuggì alla Grifondoro, guardandola con leggera insistenza.

«È così sconsiderata alle volte, dovrebbe fare più attenzione.»

Misia le posò una mano sulla spalla, rasserenandola da quei cupi pensieri.

«Si è già fatta male in passato, nulla di grave s'intende ma comunque vorrei riflettesse di più sulle cose. È una Corvonero dannazione!»

Le ragazze risero di gusto, strappandole un piccolo sorriso di conforto.

«Quiverbat è la Corvonero più rivoluzionaria che abbia incontrato fino ad ora, so già che mi toccherà fare attenzione durante le ronde.»

Commentò la brunetta fermandosi alla fine del corridoio affiancata da Lauryn, entrambe in attesa di Arthemisia.

«Vai da Kettleburn?»

Le chiese Mira e lei annuì in conferma stringendosi i libri al petto.

«Stiamo facendo passi avanti con Biru.»

La perplessità dipinse i volti delle ragazze al nome straniero, così spiegò che stesse parlando del simpatico Demiguise che aveva causato non pochi problemi a lezione.

«Significa blu in Malese, il primo colore che ha reso visibile manifestandosi. Inoltre Kettleburn lo ha trovato lì, mi sembrava azzeccato.»

Un lungo e sentito “Aah" seguitò alla motivazione del nome, cercando di rammentare.

«E immagino che prima di cena avrai ripetizioni.»

Terminò Lauryn fingendo nonchalance.

Misia stava per approvare nuovamente, finché non notò con la coda dell’occhio i loro volti molto esplicativi.

Le osservò ammutolita ma all' imitazione del verso precedente, in coro, si accinse a dare una spallata alla brunetta.

Tra le due sembrava esser quella più convinta.

«Non una parola.»

Intimò nonostante sul suo viso avesse già fatto capolino un tenue sorriso.

«E chi si azzarderebbe?»

Aggiunse innocente la Corvonero scrollando le spalle.

La rosetta alzò un sopracciglio per farsi intendere meglio, poi salutò entrambe dirigendosi rapida verso i cortili di Hogwarts.

Non vedeva l'ora di rubare al professore nuove informazioni sugli Ippogrifi.

 

Raggiunse il luogo prefissato aspettandosi di trovare Kettleburn la cui presenza era invece assente; al suo posto vi era un ragazzo dai lunghi ed arruffati capelli neri, con indosso il medesimo stemma della sua casata.

Se ne stava ricurvo in ginocchio vicino al capanno degli attrezzi del docente, borbottando concitati richiami dall'entrata.

«Ehm…ciao?»

Il suono improvviso della sua voce fece sobbalzare lo studente, girandosi di scatto con grande sorpresa.

«Oh, salve!»

Si resse in piedi agitato, sbattendo via la terra dai pantaloni ed offrendole la mano in segno di presentazione.

Arthemisia la strinse timidamente, sentendosi in soggezione per l'altezza decisamente superiore ad ogni canone.

Appariva minuscola in confronto a lui.

«Rubeus Hagrid, sono del terzo anno!»

Apprendere che fosse addirittura più piccolo di lei fu un ulteriore shock, decise però di mascherarlo come meglio poteva.

«Piacere, Arthemisia. È forse successo qualcosa?»

Il giovane aprì e chiuse la bocca un bel po’ di volte incerto prima di vuotare il sacco.

«Ecco…il professor Kettleburn mi aveva affidato uno Snaso ma è scappato infilandosi là dentro.»

Indicò l'interno disordinato del capanno.

«Non ho oggetti per attirarlo ed entrare sarebbe complicato vista la mia stazza.»

Una risatina imbarazzata concluse l'intera frase, sperando in un'idea migliore dalla rosetta.

Meditò sul da farsi analizzando il problema, poi si portò le mani dietro al collo slacciando una sottile collana dorata.

Non era nulla di elaborato, una semplice catenina con un unico ciondolo raffigurante il simbolo del Tuono Alato di Ilvermorny, ma abbastanza scintillante da poter riuscire nell'impresa.

Si rannicchiò alla ricerca dell'animale ma la mancanza di luce non giocava a loro favore.

«Riesci a lanciare un “Lumos" appena tiro su la collana? Dovrebbe aumentarne anche il bagliore.»

Hagrid annuì preparandosi, sebbene fosse chiaro avesse da aggiungere altro.

«Sei sicura? Potresti non riaverla più, sai…»

Misia si volse sicura dinanzi, conscia della ghiottoneria di uno Snaso per gli oggetti preziosi.

«Sta tranquillo, non è poi così preziosa.»

 

 

Nel frattempo nella Stanza Comune di Serpeverde, il loro Prefetto si era accomodato su una delle poltrone presenti, avvolto nel silenzio e concentrato nell'ennesima lettura di alcuni testi antichi.

Tutto ciò che poteva essere udito era il lento scoppiettare del camino acceso, i cui fumi emanavano un confortevole profumo di legna bruciata.

Nonostante fosse stata costruita nei sotterranei, la loro sala non aveva neanche un poco da invidiare alle altre.

Il verde smeraldo degli arredi si sposava alla perfezione con le pareti dai toni scuri, benché l'atmosfera potesse apparire tetra era in realtà avvolta da una mistica regalità, quasi antica.

E a Riddle questo piaceva, così come la presenza quasi impercettibile degli altri studenti.

Affatto comparabile ai chiassosi Grifondoro.

Sfortunatamente per lui tuttavia i suoi momenti di pace sembravano sempre durare troppo poco ultimamente.

Abraxas entrò nella stanza accompagnato dalle fastidiose risate di Lestrange, cercando di non darci peso fino a che gli si piazzarono sul divano accanto.

«Sono sicuro che domani li stracceremo!»

Esultò a gran voce il giovane dai fitti riccioli scuri, accavallando una gamba.

«È solo un allenamento, Lestrange. Conservati per le partite ufficiali.»

Abraxas gli rivolse un'occhiata da monito, ricordandogli di contenersi vista la vicinanza col Prefetto che ancora non aveva mosso muscoli.

«Bisogna puntare sempre alla vittoria, Malfoy. Giusto Riddle?»

Arricciò il naso con fare annoiato, chiamando in causa il corvino.

Tom sollevò appena il volto disinteressato, sospirando interiormente.

Erano poche le persone con cui tendeva a non mostrare la sua tipica cordialità, tra quelle vi erano proprio i due ragazzi.

Seppur appartenessero entrambi a famiglie di alto rango nel mondo magico, Riddle non poteva fare a meno di mantenersi altezzoso e superbo nei loro confronti.

Malfoy era forse l’unico che riusciva più a tollerare per certi aspetti, per lo meno aveva cura di non disturbarlo durante una delle numerose letture.

Lestrange invece era incurante di tutto.

Sapeva nutrisse un profondo rispetto per lui, come chiunque del resto, ma non aveva un vero e proprio senso del limite.

E questo lo stancava.

«Certamente la sconfitta non è contemplata.»

Rispose atono abbassandosi nuovamente sul libro.

Abraxas comprese non volesse essere disturbato, a differenza del compagno che continuò imperterrito.

«Esatto! Vedi? Se lo dice persino il nostro caro Prefetto, ho per forza ragione!»

Il corvino picchiettò col piede il pavimento, distendendo le labbra.

Per un attimo il “caro Prefetto” gli ricordò una seconda persona assai irritante di quel periodo.

«Ritengo stia diventando oltremodo informale, Lestrange.»

Il ricciolo accennò delle scuse chinando il mento di fronte all’ espressione intimidatoria del ragazzo.

Abraxas invece passò una mano tra i ciuffi biondi tirandoseli indietro e fissando il camino.

«Per caso hai già idea di chi portare alla festa di Lumacorno?»

Conscio di non poter più proseguire lo studio, chiuse il libro poggiandoselo sulle ginocchia e raddrizzando la schiena.

«Ovviamente presumo che la signorina Cutter sarà d’accordo, come per gli altri anni.»

Era classico di Lumacorno organizzare feste per il suo circolo privato di migliori studenti e spesso richiedeva loro di essere accompagnati.

Riddle e Cutter eccellevano in pozioni ed essendo ambedue parte di quel club, lei stessa aveva proposto al Prefetto di recarsi insieme a quegli eventi senza doppi fini.

Sapeva bene che di doppi fini in realtà la ragazza ne avesse, dopo tutto non gli erano sfuggite le avances approcciate soprattutto in quelle situazioni.

Ed anche lui si appoggiava all’immagine che probabilmente avrebbe avuto il professore vedendoli, ma solo un'immagine sarebbe rimasta.

Non era affatto interessato alla studentessa, se non per il solo scopo di alimentare positivamente le opinioni altrui sul suo conto.

Che poi lei volesse vederci dell'altro in tutto ciò era un altro discorso.

Non di sua competenza o importanza.

Lestrange recuperò la boriosità sporgendosi di colpo in avanti con un ghigno divertito.

«Come se davvero possa dirti di no, anche se l'ho sentita lamentarsi spesso dell’eccessivo tempo che trascorri con quella Grifondoro.»

Il Prefetto incurvò un sopracciglio senza smuoversi, spostando lo sguardo su di lui.

«Malgrado non sia interessato a ciò che ella possa pensare, dovrebbe ben saperne le motivazioni.»

Il Serpeverde annuì accondiscendente ma proseguì.

«Sono sicuro il professore non ti avrebbe di certo ripreso se avessi rifiutato.»

Abraxas schioccò la lingua guardandolo di sbieco.

«E rischiare di perdere tutta la stima che nutre nei suoi confronti? Giammai.»

Una sottile risata aveva iniziato a liberarsi a fine frase, prontamente fermata dall’occhiata infastidita del corvino.

La soffocò in un colpo di tosse tornando serio.

«In realtà per me è un bene che continui, alla prima lezione ho davvero temuto il peggio.»

La tensione calò nonostante non avessero deviato il discorso ed anche i lineamenti di Riddle si fecero più rilassati.

«Guarda che ti ho beccato sbirciare dai suoi appunti Malfoy.»

Nel dire ciò, Lestrange gli tirò una gomitata ammiccando al Prefetto, il quale mosse il capo da un lato con finta sorpresa.

«Tecnicamente sono di Riddle e poi-»

S'interruppe Abraxas sistemandosi il colletto stretto della camicia.

«Li lascia sempre in mezzo. Credo lo faccia apposta.»

Il ricciolo fischiettò un poco alludendo agli aiuti rubati di soppiatto alla ragazza, mentre il biondino tentava di farlo smettere invano.

«Mi costa ammetterlo ma almeno non è insofferente come la maggior parte dei Grifondoro.»

Concluse sbuffando.

Riddle ponderò la considerazione di Malfoy, decisamente in disaccordo.

Non poteva nemmeno negare che i ragionamenti della rosetta non si allineassero a quelli riscontrati da lui fino ad allora.

La conversazione in biblioteca era stata l'ennesima prova della sua peculiarità sotto certi aspetti; invece di rifarsi a tipici cliché, tendeva ad una visione più ragionata dell’intorno.

Che non si fermasse a valutare solo dalle apparenze gli era stato ormai chiaro e forse in quello erano simili.

Solo in quello però.

Da quanto era riuscito ad avvertire ella tendeva più verso il lato positivo della “fantomatica medaglia”, oppure si sarebbe maggiormente soffermata sulle qualità di un libro piuttosto che sulle sue pecche.

Lui non avrebbe mai valutato a quel modo, era solo controproducente.

Aveva imparato che per quanto i lati o le facciate potessero essere due, a pesare maggiormente sulla bilancia sarebbe sempre stata la metà più negativa.

Ed era un dato di fatto.

Quei discorsi gli portarono alla mente che a breve avrebbe dovuto recarsi nell'aula di Pozioni per svolgere l'ennesimo recupero prima della lezione di lunedì.

Adocchiò l'orologio a pendolo fisso sul muro, aveva ancora una mezz'ora libera.

Il libro rimasto fermo e chiuso sulle ginocchia lo avrebbe completato un altro giorno, visto che i compagni non avevano dato segno di volersi spostare da quel divano.

 

 

«Quindi per guadagnarsi il rispetto di un Ippogrifo bisogna inchinarsi?»

Misia aveva fatto qualche scarabocchio della creatura sul quaderno, annotando le informazioni rivelate dal docente.

«Esattamente, se ricambia puoi approcciare un contatto.»

Rispose indaffarato impilando alcune casse, sospirando per la fatica.

Hagrid come lei cercava di memorizzare quanto appreso, Kettleburn aveva spiegato che anche lui aveva chiesto di potersi rendere utile oltre le lezioni e l'interesse per le creature magiche non gli mancava di certo.

Peccato che a differenza di ciò che probabilmente aveva immaginato, entrambi non avevano fatto altro che riempirlo di domande e giocare con il nuovo ospite di quel pomeriggio.

Aggrottò la fronte in disappunto, fissandoli a braccia conserte in attesa di ottenere la loro attenzione.

Quando il Demiguise si avvicinò alla rosetta, tirandola per la manica e suscitando le risate intenerite degli studenti, capì che non lo avrebbero degnato di uno sguardo.

«Scusate tanto se vi disturbo ma qui ci sarebbe del lavoro da finire.»

La punta di acidità con cui li aveva richiamati sembrò funzionare, scusandosi ed avvicinandosi per dargli una mano.

La Grifondoro afferrò la prima cassa spostandola con le altre, seguita ovunque dal piccolo Snaso ai suoi piedi.

«Ti si è già affezionato, Misia.»

Commentò allegramente il compagno trasportando due casse alla volta.

Lei sorrise al musetto simpatico della creatura che intanto la fissava, finché non si arrampicò lungo il corpo di Hagrid fino a salirgli sulla nuca.

«Anche tu non sembri dispiacergli.»

Aggiunse strizzando l'occhio ed il giovane sviò timidamente lo sguardo.

Non appena posò le casse a terra, lo Snaso saltò su di esse.

Indossava ancora la collanina scintillante di Arthemisia, contrario a farsela togliere secondo le previsioni.

«Che succede se l'Ippogrifo non ricambia l'inchino?»

Chiese poi Hagrid al professore riprendendo l'argomento.

Quest’ultimo aveva terminato di sistemare il capanno, chiudendone a chiave la porta così che nessuno potesse intrufolarcisi nuovamente dentro.

«Ti basti sapere che l'ultima delle cose da fare sarebbe avvicinarsi.»

Portò il pollice alla gola mimando il tipico gesto da “morte certa", spaventando un poco il ragazzo.

Lo Snaso aveva abbassato la guardia e il docente ne approfittò per acciuffarlo di sorpresa.

L'animaletto iniziò ad agitarsi tra le sue braccia, mentre gli sfilava a forza la catenina della Grifondoro, porgendogliela.

«Ecco a lei.»

Misia la strinse delicatamente, richiamata dai continui schiamazzi della bestiola che reclamava indietro il suo tesoro.

Scosse la testa riponendola al collo della creatura che si placò.

«Ti concedo di tenerla se prometti di comportarti bene, intesi?»

Kettleburn ghignò, liberandolo con maggiore facilità nell'apposita gabbia incantata.

«Credevo fosse importante.»

Si giustificò dandole le spalle ed ella negò semplicemente senza distogliere lo sguardo, finché il Demiguise le strinse la mano facendosi accompagnare alla sua.

«Te la cavi proprio bene con loro, eh?»

Continuò poi il professore, voltandosi per accogliere la successiva creatura nel rispettivo ambiente.

«Sono solo fortunata che riescano a percepire quello che provo. Le ammiro tanto.»

Diresse un’occhiata ad Hagrid che aveva concluso la sua parte attendendo direttive, e divagò col pensiero per qualche minuto, incerta di porre la propria domanda.

«Professore, so che si studiano al settimo anno…ma mi chiedevo se avrebbe potuto anticiparci qualcosa sui Thestral.»

Il docente rimase momentaneamente spiazzato, cercando di metabolizzare la richiesta della ragazza; il viso si contrasse in un’espressione dura e riflessiva, diversa dalla solita gioviale.

«Signorina Lux, può vedere i Thestral?»

Annuì distintamente mentre lui raccolse una corda da terra riavvolgendosela tra le mani con foga.

La ragazza si morse le labbra temendo di avergli instillato dubbi inopportuni.

Percepiva stesse dibattendo tra il chiederle di più o lasciare in sospeso la questione.

Fortunatamente, fu il compagno a spezzare il silenzio.

«Anche io posso vederli, professore.»

Scattarono entrambi verso di lui, sembrava entusiasta all'ipotesi di aver a che fare con quelle creature; un semplice sorriso stampato in volto intanto che giocherellava con i pollici.

Kettleburn si appoggiò al tavolo su cui erano poste le gabbie grattandosi il lieve accenno di barba sul mento.

«E va bene, se la prossima volta vi farete richiamare di meno, vi porterò a conoscere il branco che abbiamo qui ad Hogwarts.»

Misia guardò con gratitudine il Grifondoro, saltellando sul posto.

«Dobbiamo solo farci richiamare di meno?»

Lo punzecchiò in tono furbetto stringendo le mani dietro la schiena ed avanzando di un passo.

«Sono consapevole troviate molto più avvincente riempirmi di domande quando c’è da lavorare, non sottovaluti la sua curiosità signorina Lux.»

Ribatté inarcando un sopracciglio in segno di sfida.

Del resto apprezzava l'interesse genuino dei due alunni ma, se davvero avrebbero voluto proseguire in quel cammino, avrebbero dovuto anche comprendere che ci sarebbe stato tanto da lavorare.

Soprattutto a livello fisico.

La rosetta udì le campane scandire la fine del primo pomeriggio e si affrettò a recuperare i libri per le ripetizioni.

«Io devo scappare, se non arrivo puntuale sono guai.»

Annunciò più a se stessa che ai presenti ma Kettleburn le fece comunque cenno di potersi congedare; salutò anche Hagrid con la promessa di beccarsi a cena, poi corse spedita verso il castello.

Durante il tragitto, la domanda riflessiva del docente la accompagnò contaminando la sua abituale spensieratezza.

Non si poteva sfuggire dal passato, dagli eventi belli o brutti che fossero e in quella settimana erano stati parecchio ricorrenti.

Respingerli assiduamente sarebbe stata solo una transitoria illusione di benessere, ma anche la più facile e veloce da attuare.

Perciò, come in altre occasioni, si limitò ad ignorare.

 

Entrata in aula, quasi esultò per l'assenza del ragazzo significando fosse arrivata in anticipo per una volta.

Oppure che se ne fosse andato perché era già in ritardo.

Escluse l'ipotesi, aveva chiaramente sentito le campane e ci aveva messo poco a raggiungere il luogo.

Se davvero avesse deciso di lasciare l'aula lo avrebbe beccato strada facendo e così non era stato, non le restava che attendere pazientemente.

Nel frattempo si adoperò radunando tutto il materiale per preparare la Pozione della Pace, osservando i nuovi ingredienti con circospezione.

Un rumore di passi la fece voltare verso l'uscio della porta, da cui si affacciò il corvino; gli sorrise spontanea mentre procedette impassivo nella sua direzione senza proferire parola.

«Credevo non fosse il tipo da far attendere gli altri, signor Riddle

Borbottò ironica quando le fu accanto ma non ricevette alcuna risposta, nemmeno una controbattuta inacidita.

Continuò a guardarlo vagamente accigliata, sembrava aver avuto una giornata non particolarmente piacevole e forse non era il caso di stuzzicarlo.

Aprì il libro alla pagina giusta mostrandogli il preparato da affrontare, lui si tirò indietro alcuni ciuffi mossi sospirando.

«Pomeriggio pesante?»

Domandò titubante passando in rassegna gli oggetti sul banco.

Dopo un attimo di silenzio si decise a risponderle.

«Preferirei di gran lunga spendere il mio tempo in qualcosa di più produttivo.»

Alzò di nuovo lo sguardo su di lui boccheggiando.

«Sono davvero così insopportabile?»

Raccolse i capelli sistemandosi la frangia, pareva essere tornato quello di sempre.

«Secondo i miei gusti.»

Concluse perentorio porgendole il primo ingrediente per preparare l'infuso di tiglio.

Un unico “Oh" uscì dalle labbra di Arthemisia, notando l’occhiata fugace ed inespressiva che le aveva lanciato.

Sicuramente il Prefetto si aspettava una reazione maggiore considerando le esperienze passate ma la ragazza era rimasta muta e assorta nelle sue riflessioni.

Mentre si accingeva a seguire le istruzioni di Riddle, scrivendo appunti come di consueto, si rese conto di averlo fissato di nascosto per più volte del dovuto.

Per qualche strano motivo le tornarono in mente le supposizioni delle amiche, nonostante stessero solo scherzando in quel frangente.

“Sicuro, quindi non sei neanche un po' interessata?”

La voce di Mira riecheggiò nella sua testa in un tintinnio, corrugando la fronte.

Ovvio che sia interessata.

Interessata ai nostri punti di vista decisamente contrastanti.

Sporse ancora lo sguardo sui lineamenti fini del corvino, eleganti e precisi.

Sarebbe stato un ottimo soggetto da disegnare se mai un giorno avrebbe acconsentito.

Solo un ipocrita avrebbe negato il fascino che quel ragazzo emanava, una compostezza così pacata di cui ne aveva ben intravisto le crepe quando i tono si facevano più accesi.

Esattamente come le iridi luminose, di un colore tanto gentile, avvolgevano la fitta oscurità delle sue pupille, allo stesso modo pareva che il suo atteggiamento cordiale con gli altri celasse di più.

“Non necessariamente il buio deve essere spaventoso, Misia.”

Suo padre era solito ripeterglielo quando fuggiva nella loro camera da letto dopo un incubo infantile.

“Certe meraviglie risaltano proprio con esso, pensa alle stelle ad esempio.”

Ebbe il riflesso involontario di sfiorarsi la fronte in ricordo dei buffetti affettuosi dell'uomo, scoppiava sempre a ridere di fronte alle sue espressioni imbronciata a quei gesti.

«Signorina Lux.»

La voce del Prefetto la riportò saldamente alla realtà, forse più del dovuto.

Girò il capo colta alla sprovvista, fronteggiandone il tono autoritario.

Il corvino sollevò un sopracciglio come ad analizzarla meglio e lei scosse leggermente le spalle confusa.

Avvertì una goccia umida percorrere l’estremità della guancia destra, scacciandola rapidamente via con la manica.

Non si azzardò a parlare.

«Signorina Lux, non è concentrata.»

Rimarcò senza distaccare l'attenzione dalla Grifondoro.

«Scusa, ero solo un po' sovrappensiero.»

Farfugliò debolmente tentando di non curarsi dell’insistente esame di Riddle; quest’ultimo invece poggiò i fiori di gelsomino sul tavolo con non poca delicatezza.

«Se non è interessata alla lezione non vi è alcun senso di proseguire.»

In un altro contesto tale frase sarebbe sorvolata senza conseguenze, in fondo aveva tutte le ragioni per lamentarsi visti gli scarsi appunti che aveva preso.

«Sono sempre stata partecipe durante le scorse ripetizioni e i risultati lo dimostrano, per una buona volta potresti evitare di guardarmi dall'alto in basso, metaforicamente parlando, e sorvolare sulle mie carenze?»

Aveva aumentato i toni e le guance si erano appena appena arrossate, quasi avesse urlato.

Si pentì dell'irruenza utilizzata, soprattutto notando come avesse contratto la mascella il Prefetto; un aura di tensione circondò entrambi, il verde e l'azzurro battibeccando ancora per la supremazia.

«Signorina lux, le ho sottolineato ripetutamente che non sia qui a perdere ore per niente, indipendentemente dai suoi risultati.»

Misia deglutì, pervasa da uno strano disagio all'eccessiva vicinanza dal viso del ragazzo, scordandosi perfino delle riverenze.

«Non ti do torto, non volevo essere sgarbata solo che-»

Mordicchiò il labbro incespicando, ammettere l’intera verità era un “No" assoluto.

«Alcuni elementi di questa lezione mi hanno ricordato dei momenti passati, piacevoli e non.»

Concluse d'un fiato sperando che bastasse, troppo scossa dall'arrancare una giustificazione decente per badare alla loro distanza.

Ci fece caso solo dopo che il corvino si spostò all'indietro, squadrandola saccente.

«Ed esattamente cosa, di così diverso dalle scorse ripetizioni, le ha suscitato una simile reazione?»

Domandò ironizzando sulla ripetitività costante delle azioni svolte.

«Sai com’è, le memorie colpiscono quando meno te lo aspetti.»

Ne imitò l'atteggiamento fingendo ingenuità e sorridendogli amichevolmente, in un vano sforzo di convincerlo.

«Immagino.»

Le indicò con un cenno di continuare e colse subito l'occasione prima che potesse cambiare idea.

Riscrisse meglio i passaggi riportati in modo superfluo ed eseguì i successivi senza distrarsi, fino al completamento del distillato da cui si formò una leggera nube argentea.

«Questo dovrebbe indicare che è andato tutto liscio?»

Riddle annuì iniziando a riordinare gli ingredienti mentre lei osservò il risultato soddisfatta, indirizzandosi poi sul corvino.

«Ti ringrazio comunque.»

Il Prefetto proseguì indifferente con il lavoro, a cui si era aggiunta anche lei per aiutare.

«Per cosa?»

La rosetta distese le labbra spegnendo il fuoco sotto al calderone.

«Per non essertene andato nonostante avessi abbastanza motivi per farlo e-»

Radunò i piattini vuoti in vetro impilandoli uno sopra l'altro.

«Per non aver fatto altre domande sulla questione.»

Lui si fermò adocchiandola per un momento ed anche lei fece lo stesso.

«Le sue motivazioni non mi riguardano, purché non influenzino il resto.»

Misia ridacchiò alla freddezza dei suoi modi, potevano apparire sgarbati e frustranti ma in determinate situazioni sapeva apprezzarli.

Chiunque altro l’avrebbe interrogata, avrebbe preteso risposte che preferiva non dare o avrebbe provato a consolarla peggiorando solo.

Riddle invece era schietto, con lei per lo meno, atono e imperturbabile.

In fin dei conti in alcuni contesti erano qualità ammirevoli.

Non facili da coniugare se si voleva tentare una conversazione più affabile.

Sistemati gli strumenti si impossessarono dei reciproci averi, in procinto di liberare l'aula.

«A martedì allora?»

Il corvino assentì aprendole la porta e quasi scoppiò a ridere per quell'improvvisa galanteria.

E le loro strade si divisero nuovamente.

 

Riportò i libri in camera per recarsi successivamente a cena, la giornata era stata abbastanza piena da causarle un certo appetito, puntando tra i posti liberi rimasti.

Le saltò all'occhio la figura sovrastante di Hagrid, piuttosto in disparte dai numerosi gruppetti.

Si chiese come non avesse mai fatto caso a lui viste le dimensioni, anche se il suo atteggiamento timido e riservato poteva aver giocato una certa influenza in merito.

Saltellò raggiante fino ad essergli davanti per poi distoglierlo dal pasto.

«Ehi Hagrid!»

Il ragazzo fece quasi cadere il cucchiaio con cui aveva raccolto la sua minestra, ricambiando il saluto con ardore.

«Oh, ciao Misia! Scusa se non ti ho aspettata…»

Rispose riferendosi ai piatti già belli pieni, sorridendo un po' imbarazzato.

«Non preoccuparti, quando la fame chiama non bisogna farla attendere giusto?»

Si sedette arraffando anch’ella quanto più poteva, intrattenendo discorsi sulle più disparate creature magiche con lui.

Avevano molto in comune da quel punto di vista, inoltre Hagrid era gentile e alla mano, le parve strano che non avesse di che parlare anche con altre persone.

«Dobbiamo riuscire a tirar fuori da Kettleburn i punti chiave sulle Chimere, quell'uomo ne sa una più del diavolo ci scommetto!»

Il compagno approvò deciso portando a sua volta avanti alcune tesi sui draghi.

«Creature incomprese sono, te lo dico io.»

Misia ridacchiò bevendo un sorso d'acqua, totalmente in accordo.

«Mi piacerebbe averne uno in effetti, non saprei dove tenerlo però. Non basterebbero mille teche di Richie a contenerlo.»

Hagrid si trattenne dall’immaginare la scena, da quanto gli aveva spiegato durante il pomeriggio il suo serpente era veramente piccolo, probabilmente nemmeno diecimila teche sarebbero bastate.

Ritenne invece assai più difficile non lasciarsi contagiare dall'allegria della rosetta.

Finalmente Arthemisia aveva fatto amicizia con qualcuno della casata che non fosse Alan Falloak, per giunta così simile a lei.

Quella cena fu la prima che passò divertendosi serenamente, non dovendo pensare ad altri drammi o problemi.

Ed i lontani fantasmi dell'infanzia tornarono ad assopirsi nei meandri della sua reminiscenza.

 

  
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