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Autore: _armida    08/09/2020    2 recensioni
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E se Ben Solo non si fosse mai unito al Lato Oscuro?
Probabilmente sarebbe rimasto a seguire gli insegnamenti di Maestro Luke (e magari si sarebbe ritrovato tra capo e collo un'altra padawan di nome Rey). Senz'altro si sarebbe unito alla Resistenza per combattere il Primo Ordine.
...ecco la mia versione (da ridere) di come sarebbe potuta essere una giornata alla Resistenza (con inconveniente annesso).
Dal testo:
"Come era la vita in una base ribelle? Tutti si sarebbero aspettati sparatorie e attacchi a sorpresa del Primo Ordine a non finire.
Certo.
Un giorno su trecento poteva essere così, se andava bene - e per quel giorno la finissima espressione "e mo' so' cazzi" sarebbe parsa la più adatta di tutte -...ma gli altri?
Una noia mortale"
...o forse no.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte I

 

Come era la vita in una base ribelle? Tutti si sarebbero aspettati sparatorie e attacchi a sorpresa del Primo Ordine a non finire. 

Certo. 

Un giorno su trecento poteva essere così, se andava bene - e per quel giorno la finissima espressione “e mo’ so’ cazzi” sarebbe parsa la più adatta di tutte -…ma gli altri? 

Una noia mortale. 

Una continua noia mortale scandita da una noiosissima routine giornaliera sempre uguale a sé stessa: allenamenti, lettura di dispacci, riunioni. Riunioni, lettura di dispacci, allenamenti.

A momenti c’era più varietà su Jakku: un giorno si andava in esplorazione di un AT-AT, quello dopo un Destoyer… oh, è un pezzo della Morte Nera quello? 

E con questo Rey aveva detto tutto. 

Per non parlare dei dormitori: per una come lei, sempre abituata a restare sola - lo aveva fatto per tutta la vita, che colpa ne aveva? - dormire in una camerata era un vero inferno: sempre con gente intorno, c’era sempre qualcuno che chiacchierava, rideva o bisbigliava. Per non parlare di chi russava. Come si faceva a russare in un dormitorio femminile?

E poi non c’era privacy, in nessun luogo. Nemmeno negli sgabuzzini per le scope c’era un minimo di privacy per permettere a due persone di restare sole.

L’unico modo era lasciare la base, ma anche quello era complicato se non si voleva far sapere a tutti che due persone stavano assieme: per uscire dalla base, anche solo per una camminata - che poi chi andrebbe a farsi una camminata tra le rocce di D’Qar? - si badi bene, occorreva un’autorizzazione firmata dal Generale Organa o da un qualche altro alto ufficiale. 

E in tempo zero tutti, ma proprio tutti, venivano a sapere che quella data persona usciva con quell’altra.

Come si poteva vivere in quel modo? 

Rey aprì gli occhi immersa in un surreale e più che piacevole silenzio: il dormitorio era completamente immerso nel silenzio… e completamente vuoto. Come era possibile che il dormitorio fosse completamente vuoto? Che non avesse sentito la campana di sveglia suonare?

Proprio lei che giusto il giorno prima se ne era uscita con un: “Andiamo, chi non si accorgerebbe che la campana è suonata? Solo Chewbe che russa fa più rumore di quella campana”. 

No, non era possibile. 

Chiuse gli occhi, si diede un pizzicotto e poi li riaprì: vuoto, silenzio. La desolazione più totale. Di nuovo vi era solo un livido rosso sulla sua pelle perché ovviamente si era data il pizzicotto troppo forte. 

Immobile.

Uno…

Due…

Tre…

Scattò giù dal letto come una furia, raccattò qualche vestito e corse in bagno per prepararsi alla velocità della luce. Un’occhiata veloce allo specchio, una piccolissima vanità, ed eccola notare sul proprio collo un vistoso segno rosso. Le sfuggi dalle labbra un’imprecazione, un’espressione forbita imparata dai peggiori scaricatori di porti spaziali della galassia.

No, pensandoci meglio, forse in quel momento avrebbe fatto impallidire anche loro.

Non avrebbe dovuto farsi ammaliare dalla proposta di osservare le stelle soli soletti. Se avesse detto di no, ora non avrebbe dovuto portare per i prossimi giorni una sciarpa e non sarebbe tornata alla base talmente tardi da non sentire la sveglia suonare. Tutta colpa sua! Gliela avrebbe fatta pagare presto.

Corse a cercare nella propria cassapanca un qualcosa per nasconderlo, mettendola letteralmente a soqquadro e facendo volare indumenti ovunque per il dormitorio. Perché quando si cerca qualcosa - e si è oltretutto di fretta - quella è sempre nell’angolino in fondo in fondo?

Alcune imprecazioni - decisamente forbite anche queste - si susseguirono fino a quando non trovò l’oggetto di quella ricerca ai limiti dell’impossibile: una sciarpa. L’arrotolò intorno al collo mentre camminava verso l’uscita. All’ultimo, utilizzando la Forza, chiamò a sé la propria spada. Se Luke l’avesse vista fare un lavoro del genere le avrebbe detto che ai suoi tempi un Maestro avrebbe dato il proprio bastone in testa ad un padawan per un lavoro del genere… e sì, era proprio invecchiato.

Uscì dalla camerata. 

Avrebbe fatto ancora in tempo a partecipare all’allenamento con le spade laser di quel mattino? 

Anche i corridoi parevano deserti a quell’ora: tutte persone responsabili e con il senso di dovere in quella base, pensò… e poi al primo bicchiere di vino introdotto di contrabbando si scatenava l’inferno.

Avvertì un rumore di passi metallici sul pavimento di pietra e dei cigolii: C-3PO, il responsabile della grande velocità con cui i pettegolezzi si diffondevano - e che nessuno le venisse a dire che i peggiori pettegoli della Galassia fossero gli esseri umani! - fece la sua comparsa da dietro un angolo. Sembrava cercare proprio lei. E quando C-3PO ti cerca può significare solo una cosa…

“Signorina Rey, la Princ… il Generale Organa la cerca, l’aspetta nella sala del consiglio”. E detto questo si avviò verso di essa. 

La sala del consiglio era esattamente in fondo a quel corridoio.

Una persona può essere condannata a morte per non aver avvertito la sveglia? O per aver…

Nel corridoio comparve un ragazzo di pochi anni più grande di lei, alto almeno una ventina di centimetri in più, dalle spalle ampie e i folti capelli corvini. 

“Rey”

“Ben”

Non c’era traccia di cordialità nella voce della ragazza quando lo salutò e questo prese lui in contropiede. Un istante di sorpresa e poi un sorriso sfrontato comparve sul suo volto. “Ho fatto qualcosa di sbagliato? Non mi pareva che ieri notte ti stessi lamentando”

Rey divenne rossa come i capelli del Generale Hux e con un’espressione di disappunto abbassò la sciarpa quel tanto che bastava per permettergli di vedere il lavoretto che le aveva lasciato durante il loro ultimo incontro. Avrebbe tanto gradito delle scuse, ma esse non arrivarono, anzi, mentre Ben apriva la porta della sala del consiglio, si chinò sul suo orecchio. “Sarò ben lieto di lasciarne altri”, sussurrò, per poi allontanarsi e spalancare la porta. “Ah, Maestro Luke stamattina ti cercava: hai saltato l’allenamento con le spade laser”, aggiunse parlando come se niente fosse, per poi oltrepassare la soglia.

La lasciò là, con i sensi turbati, la faccia in fiamme e lo sguardo incuriosito del Generale Organa a studiarla.

Quanto odiava Ben quando faceva così!

Entrò balbettando un saluto e tenendo il capo basso. 

Si sarebbe aspettata di vedere la sala pullulare di persone come di consuetudine, invece erano solo loro due e Leia.

“Dove sono tutti?”, chiese mentre seguiva l’esempio degli altri e si sedeva.

“Occupati”, rispose il Generale in modo forse un po’ troppo frettoloso. 

Che ti aspettavi, Rey? Non sono mica tutti qui a pettinare Wookiee… la gente ha da fare. 

E non resta addormentata la mattina. 

“Ho una missione da affidarvi, ragazzi. Prenderete il Falcon e vi dirigerete su Naboo”, disse Leia, facendo poi una pausa come a voler cercare le parole giuste, cosa molto inconsueta per lei. “Ci è giunta voce di attività sospette da parte del Primo Ordine sul pianeta”

“Su Naboo?”. La faccia di Ben era perplessa e la ruga corrucciata che gli era comparsa al centro della fronte gli dava un che di buffo. 

“Su Naboo, figliolo”, confermò. 

Un’espressione di disappunto comparve sul viso di Ben per quel “figliolo” così poco professionale. Ma sempre meglio di quella volta che durante un attacco del Primo Ordine, mentre si apprestava a comandare un’intera divisione di truppe in battaglia, lo aveva chiamato orsacchiotto davanti ai propri uomini… 

“Vado a dire a papà e Chewbe di accendere i motori del Falcon e prepararsi a partire”, disse mentre si alzava.

“NO!”

Quell’urlo, da sua madre, sempre così controllata, fu molto molto strano. Tornò a sedersi lentamente, non riuscendo a nascondere un’espressione sospettosa. 

“Ehm… tuo padre e Chewbe sono anche loro occupati, sarete voi due. Soli.”, spiegò, sottolineando quel “soli”. “E poi sono certa che tuo padre ti abbia insegnato a guidare in modo responsabile”, aggiunse. 

Han Solo? Guidare in modo responsabile? A Ben venne da ridere, ma si trattenne dal farlo. 

“Bene, vi lascio alla vostra missione allora”. E detto questo li congedò entrambi. 

Quanto avrebbe dato Ben per poterle leggere nel pensiero? Quella storia sapeva troppo di bruciato ma si era ripromesso di non farlo. Non dopo che in un momento di noia durante una riunione si era messo a sondare la mente del comandante D’Acy, scoprendo i suoi pensieri riguardo l’ammiraglio Ackbar… e un paio di manette dal pelo fucsia. Nonostante fossero ormai passati anni, rabbrividì e si affrettò a seguire Rey fuori dalla sala del consiglio. 

***

 

Angol-INO dell'autrice
Buongiorno a tutti! Dopo un lunghissimo periodo di inattività eccomi nuovamente qui su EFP! 
Spero che questa prima di sette parti sia stata di vostro gradimento. Come sempre, attendo vostri pareri. A lunedì prossimo per la seconda parte! 
 

 

   
 
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