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Autore: Roe Jaeger    09/09/2020    1 recensioni
Sei solo anche in mezzo a tante persone, vero Scorpius?
Una sera, al loro sesto anno, Scorpius si ritrova in punizione in Sala Grande insieme ad Albus. Sono entrambi al sesto anno e non sono neanche amici. Però, si sa, niente è come sembra. Scorpius ritiene che Albus sia superiore a lui in quanto figlio del Prescelto, nonché Salvatore del Mondo Magico, ma non lo conosce affatto. Albus però, diversamente da tutti gli altri studenti, non vede Scorpius come il figlio di un Mangiamorte.
Potranno due ragazzi appartenenti a Case diverse, che prima della suddetta sera non si sono mai parlati, figli di padri diametralmente opposti tra loro, andare d'accordo?
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve a tutti e ben trovati per questo primo capitolo di questa long sulla Nuova Generazione Potteriana che, forse, a qualcuno sembra già di aver adocchiato. Tempo fa, ho deciso di sottoporre a revisione tutte le mie storie e adesso spero di potervi presentare questa fanfiction, divisa in quattro capitoli, con un finale degno di sé e spero priva di errori!
Vi auguro buona lettura ;)

 

Tra la gente

Solo tra la gente
 

 
Essere in punizione con Albus Severus Potter non è proprio quello che ti aspettavi, eh Scorpius? Hai sempre temuto e venerato il figlio del Salvatore del Mondo Magico fin dal primo anno. Ora che sei al sesto le cose non sono cambiate di molto. Tuo padre ti ha detto che Harry Potter ha salvato il Mondo Magico e per questo tutti lo venerano e che tu non dovresti – e non dovresti volere – essere tra questi. I Malfoy odiano i Potter, dovresti saperlo Scorpius. Infatti, come ci si aspetterebbe da un membro della tua famiglia, tu non idolatri pubblicamente il Bambino Che È Sopravvissuto. Tu idolatri, ami, suo figlio. Ma ovviamente, questo nessuno lo sa.  
Tuttavia, questo piccolo dettaglio – l’amare Albus – ti ha causato parecchi problemi a socializzare, vero Scorpius? 
Già sei grato al Cappello Parlante per non avervi smistati nelle stesse Case dei vostri padri: voi non siete come loro. Tu, almeno, non assomigli neanche lontanamente a Draco Malfoy, lo sai benissimo. Però pretendere che vi smistasse nella medesima Casa sarebbe stato troppo, non trovi? Albus è un perfetto Hufflepuff: gentile verso il prossimo, non si stanca mai e non demorde quando c’è da lavorare. Infatti in questo momento sta lucidando i pavimenti della Sala Grande senza batter ciglio, mentre tu... tu ti sei sempre domandato perché non sei finito a Slytherin come quasi tutta la tua famiglia, vero? Una volta hai scoperto per caso che il cugino di nonna Narcissa era un Gryffindor... ma tu non sei neanche in quella Casa, quindi non sei come Sirius Black. Perché proprio Ravenclaw? Che il Cappello Parlante si sia sbagliato clamorosamente? Tu pensi di non avere chissà quale intelligenza, né una grande saggezza. 
La deduzione più brillante che hai tratto in sedici anni di vita è che Albus Severus Potter non sarebbe mai stato tuo amico, né ti avrebbe mai parlato. 
Mi dispiace dirtelo, mio caro Scorpius Hyperion Malfoy, ma hai sbagliato di grosso, anzi, hai sbagliato tutto. 
Albus ti sta guardando – tu non lo vedi perché sei concentrato a lucidare il pavimento – e sembra interessato a ciò che vede. 
No, non nel senso in cui lui interessa a te, ne sei cosciente ma bensì come amico. Se pensi che nessuno voglia essere amico di un Malfoy, ti sbagli anche su questo perché Albus ti si avvicina e ti domanda: «Hai qualche problema con me, Malfoy?» 
A te cade la scopa da mano dalla sorpresa, ma riesci ad articolare: «Perché mi poni questa domanda, Potter?» 
«Sembri strano...» 
«Non c’è assolutamente niente che non va, Albus. È solo che la mia vita è maledettamente complicata. Per te è tutto facile, sei il figlio del Salvatore del Mondo Magico, per te non ci sono ostacoli di sorta nella vita, tutti ti acclamano come il figlio di un eroe, tutti ti rispettano, molti ti vogliono bene e... perché ho la dannata sensazione che non mi stai ascoltando?» domandi, irato, a ragione. 
«Scusami Malfoy... come mi hai chiamato?» ti chiede lui, palesemente perplesso. 
«Potter. Con il tuo cognome, no?» sostieni con ovvietà. 
«No. Mi hai chiamato Albus. Da quanto per te sono Albus, Malfoy?» 
Preghi vivamente che lui non si accorga che in questo momento le tue guance sono rossissime. “Da una vita, Al” vorresti rispondere “Da quando al primo anno passando per caso davanti alla porta della mia Sala Comune mi hai aiutato a risolvere l’indovinello per entrare. Esattamente da quel momento la mia faccia diventa rossa ogni volta che ti vedo e la temperatura del mio corpo sale alle stelle.” «Ti amo, Albus Severus Potter.» 
Ti accorgi troppo tardi di aver detto le ultime cinque parole del tuo pensiero ad alta voce. Non è così che doveva andare, vero Scorpius? Dovevi pensare quella frase e dire qualcosa del tipo: «Scusa, è stata una svista: non volevo usare il tuo nome.» Anche qualcosa di leggermente diverso ti sarebbe andata bene, ma non dovevi certo dire che lo amavi! Era un segreto! 
La sua espressione, adesso, è incomprensibile. Ti aspetti che dica qualcosa, qualsiasi cosa, mentre invece afferma solo: «Sbrighiamoci, appena finiamo possiamo tornare nei nostri dormitori. È già abbastanza tardi.» 
Non era certo questa la reazione che ti aspettavi. Ma del resto cosa pretendevi, eh Scorpius? Lui è il figlio di Harry Potter, del Salvatore del Mondo Magico, del Bambino Che È Sopravvissuto, della persona che ha sconfitto Colui Che Non Deve Essere Nominato, è normale che sia abbastanza montato e altamente stronzo. Sei tu ad essere il figlio di un Mangiamorte, non lui. Sei tu che non ti accetti, sei tu che vivi da sei anni in solitudine, non lui. 
Cosa ne sa lui della solitudine? Niente, vero Scorpius? 
Lui non sa che ti odiano tutti, non lo immagina o almeno fa finta di non saperlo. 
Hai sofferto di solitudine fin dal primo giorno in cui hai messo piede a Hogwarts e sono sei anni che ne soffri. 
Odi i Mangiamorte, sai quello che hanno fatto e, pur essendo cresciuto in una famiglia di seguaci di Lord Voldemort, non riesci ad accettare le loro idee. 
Quindi ti sei messo contro tutti i figli e i nipoti dei Mangiamorte. 
Adori Harry Potter e i suoi fan, lui ha liberato il mondo dal Mago del Male, lui è il tuo mito. Peccato solo che i seguaci del Bambino Sopravvissuto odiano te in quanto discendente di una famiglia di Mangiamorte. 
Da qualsiasi punto la si guardi, la tua vita è piena di solitudine, a cominciare dal primo anno, in cui hai cercato di farti degli amici con scarso successo. Oh, bada bene Scorpius, tu gli amici li avevi, davvero. Peccato non fossero dei veri amici. Erano ottimi per parlare del tempo, per fare quattro chiacchiere sul Quidditch, per studiare o mangiare o andare a Hogsmeade assieme e fare tutte quelle cose che non richiedessero loro di pensare o a te di esprimere un’opinione. Quando una di queste due cose era richiesta, infatti, l’amicizia, o la cosa presunta tale ma che tutto era tranne amicizia, qualunque cosa fosse, finiva. Specialmente la seconda. 
I figli e i nipoti dei Mangiamorte dell’epoca in cui tuo padre era solo un ragazzino che non capiva nulla della vita – lo pensi sul serio, ma non glielo diresti mai – ti guardavano all’inizio come uno di loro, eri un Malfoy dopotutto, ma ti bastava provare a dire che Potter era – è - un grande perché loro ti allontanassero. 
I fan di Harry Potter ti hanno sempre preso per un bugiardo leccaculo che ha cambiato fronte solo perché la guerra ha visto vincitore il padre di Albus. 
I tuoi genitori non ti hanno mai capito, né tu hai mai fatto qualcosa – qualunque cosa – perché loro ti capissero. Hai fatto trascorrere estate dopo estate, festività dopo festività, nella più totale indifferenza, sforzandoti di far apparire tutto normale. 
Non hai mai detto a nessuno che baciare Rose Weasley ti ha fatto schifo, sebbene tutti avrebbero attribuito la cosa al suo stato di sangue. Non hai mai confessato ad anima viva che mentre la baciavi pensavi a suo cugino Albus. Non hai mai detto a nessuno di essere felice di essere un Ravenclaw perché non hai neanche uno dei requisiti Slytherin. 
Ma, in fondo, diciamocelo chiaro e tondo Scorpius, anche se tu lo dicessi, chi ti ascolterebbe mai, visto che neanche tua madre e tuo padre sanno quello che pensi, quello che senti, quello che vuoi? 
Sei una persona sola Malfoy, è questa la verità. Sei solo a Hogwarts, sei solo a casa, sei solo nella vita. 
I tuoi genitori potranno continuare a sommergerti di regali ad ogni occasione, potranno continuare a organizzarti feste in grande stile, ma tu ti senti solo anche in mezzo a tanta gente, vero Scorp? 
«Sono stato solo mentre ero circondato di amici» pronunci all’improvviso. Albus si gira, non capendo cosa tu voglia dire, permettendoti di accorgerti di aver pensato per la seconda ad alta voce. Non sai bene se sei solitamente così stupido o è la sua presenza a mandarti in tilt. Ti guarda confuso, non capendo il tuo ragionamento, mentre tu sai che ritrattare quanto hai appena affermato ti farebbe passare solo per un emerito idiota – più di quanto tu non lo sembri già ai suoi occhi – allora decidi di spiegargli il tuo pensiero. «Ti ho sempre invidiato» cominci. Lui ti guarda ancora palesemente perplesso, non capendo dove tu voglia arrivare a parare «Tu hai sempre avuto tutto, non c’è niente che ti sia negato, invece io voglio una cosa sola e questa mi è negata da quando sono nato, perché sono un Malfoy.» Albus ti osserva educatamente perplesso, cercando di capire il senso delle tue parole. «È da quando sono arrivato qui che sono solo.» getti fuori, stanco. 
«L’ho notato.» afferma lui in un sussurro, forse ha paura di essersi sbagliato e ferirti, forse invece vuole dirti qualcosa di più inconfessabile. 
«...C’è una cosa che desidero da sei anni ma che mi è impossibile avere.» 
«Potrei aiutarti?» ti chiede in un sorriso. 
Certo che potrebbe, vero Scorpius? Tu desideri lui, quindi chi più di lui e meglio di lui potrebbe aiutarti ad avere ciò che brami? Sai che la risposta a quest’ultima domanda è nessuno, tuttavia affermi un «Non credo, non preoccuparti.» non molto convinto, che però serve a far desistere Albus. 
Un paio d’ore trascorse in silenzio più tardi, avete finito di pulire la Sala Grande e sai che è ora di tornare nei vostri dormitori. Sai di doverti separare da lui, anche se non vorresti. 
Ti avvii davanti – non vuoi anche ammirarlo mentre ti volta le spalle, è troppo doloroso – ma ti blocchi all’improvviso quando lui ti chiama. 
«Senti, Scorpius.» sei felice che abbia usato il tuo nome, vero Malfoy? Ti volti ma non dici nulla, il fatto che lo stai guardando sai che da solo basta a fargli comprendere che l’hai sentito mentre ti chiamava e che sei disposto ad ascoltarlo. «Beh, quando saremo più amici di quanto lo siamo adesso mi dirai se c’è qualcosa che posso fare per aiutarti, per favore?» e ti sorride mentre te lo chiede, ti sorride con quel suo sorriso bellissimo, quello di cui ti sei innamorato sei anni prima. 
«D’accordo, Albus.» affermi semplicemente, prima di incamminarti verso il dormitorio Ravenclaw, conscio di tornare nella tua solitudine. 
Tuttavia, uno spiraglio si è aperto. 
Forse. 
Ed è arrivato dalla persona da cui meno ti saresti aspettato qualcosa, vero Scorpius?

   
 
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