Grazie mille a Soul_Shine e alla sua prompt_chellenge "Just stop for a minute and smile" che trovate qui. Tutta questa storia è praticamente basata sui promt della challenge, quindi è un mistero quanti capitoli effettivamente avrà....
Prompt capitolo : #20:"Guarda cos'ho ritrovato in un cassetto!"
1-picture of you
Al
pub era ora di punta; già nei giorni passati
all’ora di pranzo le cose si erano
fatte caotiche, ma adesso, che su Portland di era abbattuta la
primavera con
tutta la sua prorompente forza vitale, gli affari andavano a dir poco a
gonfie
vele: ragazzi che prendevano da mangiare per poi andare
a sedersi sull’erba dei parchi cittadini,
coppiette che avevano riscoperto l’amore, studenti che
andavano a mangiare un
boccone tra una lezione e l’altra… sembrava che
tutta la città avesse scoperto
il birrificio artigianale del buon Hardison.
Ormai
da qualche giorno Becks si fermava a dare una mano quando andava a fare
un
salto a salutare Eliot, che, da gran romantico qual era, nove volte su dieci le
diceva che doveva
infornare o spadellare e non aveva tempo per le sue moine, e che si
rendesse
utile fermandosi a dargli una mano servendo ai tavoli, dato che
comunque aveva
fatto la cameriera da ragazza.
…E
ormai da qualche giorno, all’ora di pranzo, vedeva sempre la
stessa donna, sui
sessantacinque anni, che tutti i giorni ordinava un piatto di filetti
di pollo
grigliato con una salsa alla greca, e tutti i giorni giocherellava
pensierosa
col cibo a malapena toccandone un boccone.
E
tutti i giorni, mandava occhiate furtive al bancone del pub, quando
pensava che
nessuno se ne stesse accorgendo.
“Ehy,
Amy, sai chi è quella?” Becks chiese alla giovane
cameriera, appoggiata al
bancone con la schiena, tra un cliente e l’altro, studiando
la donna con
cautela. “È tutta la settimana che la vedo
ordinare lo stesso piatto e lasciarlo
praticamente intatto.”
“Non
lo so, ma fossi in te farei attenzione,” la giovane cameriera
scherzò,
civettuola. “L’ho vista che sbatteva le ciglia ad
Eliot…”
Il
campanello che indicava che un altro piatto era pronto
suonò, più e più volte.
“Beh, allora, avete finito voi due di chiacchierare?
C’è un mucchio di lavoro
da sbrigare!” sibilò loro contro Eliot, che
lanciò, furibondo come un toro
imbestialito, un’occhiataccia
alla donna
del mistero- cosa che a Becks non sfuggì.
“Devi
dirmi qualcosa, amore mio dolce?” Lei gli chiese, alzando un
sopracciglio, cosa
che fece andare in bestia Eliot ancora di più e gli fece
alzare gli occhi al
cielo.
“Giuro
che non so chi sia più idiota tra te ed Hardison, a
volte…” la sbeffeggiò.
“Rebecca cara, muoviti e servi i clienti, per favore, grazie.
Altrimenti,
smettila di far perdere tempo ad Amy e prendi la porta, ti spiace,
eh?”
Col
sorriso sulle labbra, Becks afferrò il piatto che il suo
“ragazzo”- che termine
strano, considerato che erano tutti e due ampliamente oltre i
trent’anni- e gli
stampò un bacio rosso corallo sulla guancia. Subito Eliot
rimase stupito, ed
arrossì, poi, si strofinò via col pugno lo stampo
e strinse i denti, quasi
ringhiandole contro- cosa che servì a poco,
perché lei si limitò a fargli la
linguaccia mentre andava a servire al tavolo.
Stava
per andare a prendere un altro ordine quando qualcosa attirò
la sua attenzione-
cosa, non ne era del tutto sicura – e andò dalla
donna misteriosa.
“Posso
portarle qualcos’altro? Sono certa che lo chef non si
offenderà se riporto
indietro e facciamo a cambio…”
le disse,
giocherellando con il blocco notes delle ordinazioni. La donna
arrossì, e
inizio a balbettare, quasi incerta, e finalmente alzò gli
occhi dal tavolo, e
fu in quel momento che Becks capì cosa esattamente
l’avesse colpita di quella
figura.
Erano
i suoi occhi azzurri- gli stessi, identici occhi azzurri di Eliot.
“Lei
è la moglie di Eliot?” Notò la donna
osservarle le mani, sorridendo un po’
triste, e subito Becks arrossì, e sentì il
bisogno di nasconderle, quasi fosse
imbarazzata. “La sua ragazza, fidanzata? Compagna? Scusi,
sono rimasta un
po’ indietro
in queste cose…ai miei
tempi, quando due persone stavano insieme, si sposavano e
basta…”
Becks
aprì la bocca, pronta a risponderle, a spiegarle che
sì, lei ed Eliot erano in
pratica fidanzati (in realtà, erano anni che si comportavano
come una vecchia
coppietta di sposi, e tecnicamente non poteva nemmeno dire che fossero
fidanzati, dato che lui non le
aveva mai
chiesto la mano, e lei non aveva alcuna intenzione di sposarsi) ma che
no, non
portava anelli perché erano scomodi (a meno che non fossero
di diamanti e
aiutassero e tagliare un vetro durante una rapina, ma quello era
più il campo
di Parker che il suo- e comunque, non che potesse dirlo a chicchessia),
ma poi
si morse la lingua.
Davvero
stava per spiattellare ad una perfetta sconosciuta, che per quello che
ne
sapeva poteva essere al soldo di qualche loro vecchia conoscenza, o
magari di
Sterling, la storia della sua vita? Perché i suoi occhi
assomigliavano a quelli
di Eliot?
Doveva
essersi bevuta il cervello.
La
donna iniziò a mugugnare e piagnucolare, mandando in crisi
la più giovane
donna, che si guardò intorno e, certa che Eliot non la
stesse fissando, si
sedette al tavolo, ed iniziò a dare delle piccole pacche
sulle spalle della
pensionata, sperando di tranquillizzarla. Ma nulla. Anzi, era ancora
peggio:
dalla borsetta, si era ripescata un fazzoletto, e si stava soffiando
rumorosamente il naso, mentre tutti la guardavano (incluso un furibondo
Eliot).
“Mi
scusi, è che….” Riuscì a
dire tra un oceano di singhiozzi che catapultavano
l’attenzione generale su di loro “alcune settimane
fa... ho ritrovato questa in un cassetto.
Guardi…. Sono i miei ragazzi.”
Becks
presa la fotografia tra le mani; era a colori, ma il tempo aveva
lasciato le
sue tracce sulla stampa, ingiallendola. Poteva avere forse
trent’anni, magari
qualcosa di più, quello
che era chiaro
era però chi ci fosse in quella foto: il padre di Eliot, con
cui gli anni erano
stati, nonostante tutto, clementi, la donna misteriosa e due
adolescenti, uno dei
quali era senza ombra di dubbio Eliot da ragazzino.
“Lei
è la madre di Eliot?” Becks la guardò
con gli occhi sgranati, e la donna fece
cenno di sì con il capo. “Ma… io
credevo che fosse morta!”