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Autore: kibachan    22/09/2020    1 recensioni
[Baby Netflix]
Questa one-shot è la prima della serie che pubblicherò, ambientate dopo la fine della mia long "non avere paura"
Si colloca in realtà prima dell'epilogo, nell'estate dopo la maturità.
Essenzialmente Brando insegna a Fabio a guidare (o almeno ci prova XD)
N.B. NON è NECESSARIO AVER LETTO "NON AVERE PAURA" PER CAPIRLA
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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LEZIONI DI GUIDA

 

 

LUGLIO 2020

 

L'auto sobbalzò con un singhiozzo spegnendosi di nuovo dopo pochi istanti dalla sua accensione. Fabio fece una smorfia, un istante prima che l'ennesima sberla piombasse sulla sua nuca nel giro di pochi minuti. “ma allora sei scemo!” sbottò Brando alla sua destra sul sedile passeggero, mentre lui chiudeva gli occhi frustrato “t'ho detto che devi alzà la frizione piano!!” aggiunse il riccio passandosi tutte e due le mani sulla faccia esasperato quanto lui. Erano lì da un'ora e Fabio era riuscito a partire si e no due volte, e poi anche in quelle si era impappinato con i pedali e la macchina si era spenta lo stesso. Faceva un caldo abominevole nonostante l'aria condizionata, erano sudati e stufi entrambi. Lo sentì che lo guardava colpevole e lui gli rivolse un'occhiataccia mordendosi l'interno della guancia.

 

Non ricordava che per lui fosse stato così difficile imparare a guidare.

 

“scusa” borbottò Fabio nervoso “non fa niente riproviamo...” masticò Brando sbattendo la schiena contro il sedile. Ringraziò che Giovanni gli avesse permesso di esercitarsi con la sua di macchina. La sua povera Mini sarebbe stata da buttare dopo un trattamento simile.

“allora” sbuffò “accendi con tutti e due i piedi giù, alzi la frizione, passi all'acceleratore, è chiaro?” chiese guardandolo annuire con forza, gli lanciò un'occhiata scettica “e vai piano...” aggiunse in tono minaccioso.

 

Lui non ce li aveva mica i pedali per frenare al suo posto... ok che erano in un parcheggio gigante, ma alla pelle ci teneva.

 

Fabio mise in moto, la macchina gemette nell'accendersi di nuovo, e lui poggiò le mani sudate sul volante “ok...” borbottò a sé stesso. Guardò giù per controllare il cambio e Brando subito gli mollò uno schiaffetto sul mento per fargli tirare su la testa “senza guardare... la prima sta sempre là” lo rimproverò. Fabio alzò la frizione, la macchina cominciò a tremare per il desiderio di spegnersi, lui si affrettò a spostare il piede sull'acceleratore e partì, troppo di fretta, la macchina fece un balzo in avanti, lui si spaventò e frenò di botto facendo andare Brando a impattare con tutte e due le braccia sul cruscotto “piano ti ho detto, cazzo!” esclamò dandogli una manata sulla coscia. Fabio inghiottì a vuoto e riprovò. Stavolta riuscì a partire, ma poco dopo la macchina si mise a rombare perchè l'aveva lasciata in prima “Fà! La seconda! Metti la seconda che bruci la frizione!” gli urlò Brando. Lui si impanicò, provò a cambiare ma senza abbassare la frizione, e il cambio emise un rumore assordante, poi la macchina si spense di nuovo. Il riccio sbuffò il più sonoramente possibile mentre l'altro si accasciava contro il volante con un lamento

“forse è meglio che provo con una macchina automatica va...” borbottò “col cazzo!” sbottò Brando fulminandolo con lo sguardo “imparano a guidà pure le capre! Che sei cretino te??? me pare de no!” Fabio gli rivolse un'occhiata frustrata stringendosi nelle spalle, infastidito dal vederlo così arrabbiato e incazzato con sé stesso per il fatto di non riuscire a coordinare quei cazzo di piedi

“e poi la patente non te la danno mica se non impari a guidare questa” aggiunse il riccio sbuffando aria fuori dal naso “dai muoviti riaccendi” gli ordinò.

Fabio si chiese perchè si era incaponito che doveva insegnargli lui e non poteva fare come tutti e segnarsi a una scuola guida, ma non gli sembrò saggio chiedere, al momento.

 

Riprovarono ma senza sostanziali miglioramenti, anzi. Fabio era sempre più agitato e Brando gli prudevano talmente le mani dal nervoso che continuò a scaricarle addosso a Fabio un po' come capitava: schiaffetto sulla mano, sul braccio, sul fianco... persino uno, piano, sull'orecchio.

All'ennesimo gemito della macchina, che si spense, Brando alzò gli occhi al cielo strofinandosi la faccia con forza

“perchè a me....” si lagnò “madonna che pazienza... mi sto guadagnando un posto in paradiso oggi...” scherzò in uno sbuffo. Solo che in quel momento Fabio sbottò di colpo, dopo che stava zitto da diversi minuti

“pazienza???? di quale cazzo di pazienza parli???” esclamò a voce alta facendolo trasalire un attimo “Bra praticamente dall'inizio m'hai soltanto picchiato! Ho preso più sberle da te nell'ultima ora che in tutta la mia vita e non ho capito un cazzo di quello che devo fare! L'unica cosa che è cambiata è che mo oltre all'ansia di guidare ho pure quella di farti arrabbiare!!” aveva vomitato tutto in un unico fiume di parole e la sua voce aveva invaso forte l'abitacolo per quella feroce manciata di secondi. Ora era ripiombata nel silenzio. Si sentiva solo il suo respiro un po' pesante mentre tentava di calmarsi.

Brando era rimasto di sasso e ora se lo guardava incredulo dal sedile passeggero. Fabio, dopo un ultimo respiro profondo si azzardò a guardarlo e si sorprese di vedergli su un'espressione..... ferita?

Si morse la lingua.

Brando girò il viso ad evitare i suoi occhi, fece uno sbuffo e si passò una mano tra i capelli con nervosismo, sempre chiuso in una specie di mutismo. Si morse il labbro ragionando velocemente.

“s..senti..” tentò timidamente Fabio, ma lui lo interruppe spalancando la portiera con uno scatto e scendendo di fretta dalla macchina. Fabio aprì la bocca per dire qualcosa, sorpreso e agitato di vederlo scendere, ma non fece in tempo a fare nulla che Brando sbattè la portiera forte richiudendola. Lui lasciò andare un sospiro, abbandonando un attimo la fronte sul volante.

 

Ecco s'era incazzato, perfetto.

 

Con suo sommo stupore, dopo un secondo sentì aprire la portiera dal suo lato e vide Brando che gli faceva cenno di spostarsi.

 

Non se n'era andato dunque?

 

“fatti più in là” gli ordinò in tono secco agitando di nuovo la mano. Fabio fece per spostarsi sul sedile passeggero ma lui lo afferrò per la maglietta “no” gli intimò “resta qui, fammi solo un po' di posto” aggiunse in tono più pacato.

Fabio non stava capendo... ma fece come gli aveva detto, stringendosi sul lato destro del sedile e sentendolo subito dopo sedersi stretto vicino a lui. Lo spazio era poco e Brando sovrappose con disinvoltura la gamba destra sulle sue, prima di chiudere la portiera.

 

Ormai erano appiccicati l'uno all'altro e Fabio continuava a non capire perchè facesse così, se aveva su un'espressione dura e incazzata come poche volte gli aveva visto.

Brando si sfilò la scarpa sinistra infilandola sotto il sedile e poi gli passò il braccio destro dietro alle spalle, posando la mano al poggiatesta del sedile passeggero, per tentare di stare più comodi in quei pochi centimetri

“ok, proviamo così va bene?” gli disse in tono incredibilmente dolce “così come?” si arrischiò a chiedere Fabio “il pedale della frizione lo usiamo insieme” gli spiegò il riccio, poggiando poi il suo piede su quello di Fabio e abbassando la frizione fin giù.

 

Ecco perchè s'era tolto la scarpa...

 

“adesso cerca di rilassarti un attimo e segui me va bene?” aggiunse sempre con lo stesso tono di voce. Fabio lo guardò per un attimo stranito da quel suo repentino cambio di atteggiamento, e pensare che credeva fosse arrabbiato...

Annuì.

“allora lascia la macchina spenta, impariamo prima ad usare il cambio” disse Brando “per cambiare marcia la frizione deve sta giù così, è chiaro?” gli chiese vedendolo che annuiva di nuovo “la puoi tenere abbassata quanto ti pare e per cambiare ci puoi mettere tutto il tempo che vuoi, non lo devi fare per forza veloce. Forza vai... prima” gli ordinò, sempre con tono calmo. Fabio ingranò la prima marcia e prima che potesse guardarlo lui riprese “seconda.... attento mo te le dico di seguito e tu cambi, il piede te lo tengo giù io, pensa solo a memorizzare dove stanno” “ok” disse Fabio, riuscendo finalmente a concentrarsi dato che non gli urlava più in testa.

“seconda, terza, seconda, prima... seconda, terza, seconda..... non guardare!” alzò un secondo la voce vedendolo abbassare gli occhi sul cambio “guarda la strada... fai con calma, finchè la frizione sta giù la macchina va da sola” gli spiegò. Fabio guardò davanti a sé provando a rilassare le spalle “terza, quarta... quinta.” lo vide abbassare di nuovo la testa a guardare il cambio. Sollevò una mano istintivamente ma la trattenne su all'ultimo. Fabio lo sentì esitare per un attimo per poi poggiargli una carezza un po' pesante sulla nuca, invece che uno schiaffo “guarda avanti ti ho detto” gli disse a bassissima voce. Fabio si voltò per lanciargli un'occhiata sorpresa, rapidamente. Contrasse la mascella per trattenere un sorrisino.

 

Mo aveva capito. Si era sentito in colpa perchè gli aveva detto che lo stava picchiando e stava provando a trattenersi. Si riconcentrò su quella che stava facendo per non vanificare i suoi sforzi.

 

Dopo un paio di minuti si voltò a dirgli “ok, ci sono, credo...” aggiunse. Brando annuì “ok. Accendi la macchina e tieni il freno giù” mise la sua mano sinistra su quella di Fabio sul volante, facendogli per qualche motivo volare le farfalle nello stomaco “allora la frizione la usiamo insieme, ti dico quando cambiare marcia, tu senti cosa fa la tua gamba sotto la mia” gli spiegò “ok..” annuì Fabio sorridendogli un attimo.

Fabio accese la macchina. Brando iniziò a sollevare il piede sinistro e si fermò a metà “accelera poco poco” gli disse. L'altro lo fece. La macchina iniziò ad avanzare piano. Brando riabbassò subito la frizione “cambia, metti la seconda” “ah subito??” chiese Fabio eseguendo. La macchina avanzò dolcemente senza sobbalzi prendendo un minimo di abbrivio.

“ok, frena...” gli ordinò con tono dolce, abbassando insieme a lui la frizione. La macchina si fermò placida. Brando sollevò entrambe le mani come a dire -tutto qui- per poi sorridere del sorriso felice che esplose sul viso di Fabio.

“ok dai ancora..” lo esortò.

 

Continuarono così ancora per diversi minuti, misero anche la terza e scalarono indietro alla seconda. Erano sudati all'inverosimile data l'estrema vicinanza con quel clima tropicale, ma a nessuno dei due sembrava importare.

“ora? Cambio ora?” iniziò a chiedere Fabio dopo un po', avendo cominciato a capire che rumore faceva la macchina quando aveva bisogno di cambiare marcia. La maggior parte delle volte Brando annuiva sorridendo... e in poco iniziò a tener solo la gamba poggiata sulla sua senza far lui pressione per usare la frizione o no.

 

Dopo circa una mezz'ora Fabio girava abbastanza agevolmente avanti e indietro nel parcheggio. Si fermò dopo l'ennesimo anello. Spense la macchina e si rilassò contro il sedile

“congratulazioni Fedeli a quanto pare guidi...” lo prese in giro bonariamente Brando vedendolo poi girarsi a sorridergli rilassato “grazie” soffiò lui contento.

Il riccio gli smorzò un sorriso, prima di incupirsi di nuovo leggermente a guardare in basso. Fabio lo guardò stranito... ma perchè ancora aveva quel muso lungo? Si sentì immediatamente in colpa

“senti mi dispiace di aver urlato prima” iniziò grattandosi la nuca in imbarazzo, ma quello lo fermò scuotendo la testa “non è quello...” disse piano

“e allora...che hai...?” gli chiese a bassa voce Fabio corrucciando le sopracciglia, cercando di comprenderlo.

 

Brando sospirò un po', tenendo le dita occupate a giocherellare con uno dei braccialetti che aveva al polso sinistro

“io...” iniziò in imbarazzo “non voglio che pensi... che potrei farti male. Io non te ne farei mai” aggiunse in tono più deciso, ma ancora triste. Fabio sgranò gli occhi per un attimo “Bra ma lo so...io” tentò, lui lo interruppe “tu prima hai detto...” “Bra ero solo nervoso ok???” lo bloccò Fabio a sua volta poggiandogli una mano sul braccio “ti chiedo scusa non volevo offenderti, davvero” gli disse in tono dolce. Lui lo guardò solo per un attimo prima di alzare gli occhi al tettuccio della macchina, mandando un altro sospiro pesante.

Fabio smorzò un sorriso.

Lo capiva un po' eh...

Brando aveva un carattere esplosivo a volte, e lo sapeva che gli aveva visto mettere le mani addosso a più di una persona. Brando temeva il suo lato aggressivo... temeva che lui potesse averne paura, anche se a lui non l'aveva mai toccato neanche con un dito, neanche nei momenti in cui erano stati più distanti.

 

Certo era stato capace di fargli del male in altri modi, ma quello se ne erano fatti reciprocamente anche troppo, non ci sarebbero ricascati.

 

Fabio guardò il suo viso rabbuiato in modo tenero quasi, delle seghe mentali che si stava facendo da un pretesto ridicolo. Mosse la mano in fretta e scarrellò il sedile indietro, facendo spazio tra loro e il volante e poi velocemente si mosse per salirgli seduto a cavalcioni sulle gambe, per avercelo di fronte. Lui evitò il suo sguardo ancora. Così Fabio sollevò una mano e, senza alcun preavviso, gli mollò un leggero schiaffo sulla guancia sinistra. Più rumore che altro.

Brando si rigirò a guardarlo, sorpreso e un po' stranito, mentre un lieve alone rosso iniziava ad allargarsi sulla sua pelle chiara. Fabio ghignò “ecco mo siamo pari” sentenziò “sei contento?” aggiunse in tono ironico. Brando fece uno sbuffo di risata scuotendo la testa e puntandosi le mani suoi fianchi “cretino...” borbottò guardandolo “non hai capito niente...” “sì che ho capito” replicò Fabio in tono fermo ma dolce, prendendogli il viso tra le mani “ma te stai a fa un film a colori tu, Bra... ascoltami” gli disse fermo “tu non sei una persona violenta” sentenziò “certo rispondi se ti attaccano per primo” aggiunse “ma non sei.... una persona violenta, Bra, te lo assicuro” scandì sorridendogli di nuovo della sua espressione stupefatta, che di nuovo lo faceva somigliare a un bambino “e io mi sento al sicuro quando sto con te, sempre” aggiunse in tono dolce.

Fabio fu contento di vedere l'ombra di un sorrisino affacciarsi sul suo viso dopo quelle parole. Si chinò su di lui per stampargli un bacio sulla guancia che gli aveva colpito, prima di baciarlo sulla bocca. Brando chiuse gli occhi mentre iniziava a rispondere al bacio, spostando le mani dai suoi fianchi a quelli di Fabio ancora seduto su di lui. Gli accarezzò le labbra con le sue mentre lui gli spingeva la testa indietro nell'approfondire il bacio, insinuando la lingua oltre i suoi denti e esplorandogli la bocca.

“uhn... Fa..” provò a dire stringendogli le mani sulla vita per tirarlo un poco indietro “eravamo venuti qui perchè dovevi guidare..” gli ricordò in tono malizioso, sfiorandoli la punta del naso col suo “dopo” sentenziò Fabio in tono urgente, prima di riaffondare la bocca sulla sua.

Voleva baciarlo adesso. Baciarlo tantissimo. Per spazzare via ogni traccia di tristezza, da quel viso che tanto amava.

  
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