Come
una magia
Non si
è mai curato del tempo,
neanche quando ne subiva gli effetti – poi
un giorno arriva lei,
due occhi da falco penetranti, e lo coinvolge in una
discussione su Barberus
Bragge e le leggi del Quidditch.
È un
fantasma, non può più
cambiare. I suoi giorni si susseguono monotoni e identici da secoli
– finché
non torna lei a sostenere che il Quidditch non
siano solo date, regole e
avvenimenti ma soprattutto pratica ed emozioni.
Rolanda Hooch,
una delle sue
studentesse più brillanti, diviene sua collega dopo un
brutto incidente che le impone
di ritirarsi dalla carriera agonistica e rimette in moto il
suo tempo.
Lui, che
immutabile osserva gli
studenti passare per le sue classi senza ricordarne realmente alcuno,
ora nota l’opera
di giorni, mesi e anni su una donna in carne e ossa appassionata di
volo.
«Senti,
Cuthbert, chi pensi che vincerà la partita di
oggi?»
«Per
me
contano i fatti, non le previsioni, Rolanda».
La donna
sbuffa divertita. «Fatti, fatti, fatti! Il bello del
Quidditch è che non si
possono avere certezze. Dai, su chi punteresti? I Serpeverde sono i
campioni in
carica, ma il nuovo Cercatore di Grifondoro promette molto
bene…»
I fantasmi non
dovrebbero
provare ansia, è un concetto semplicemente ridicolo per
loro. Ciononostante, per
Rolanda prova preoccupazione più di una
volta: mentre studenti vengono
pietrificati da una creatura misteriosa e assurde leggende occupano le
menti
dei ragazzi; mentre i Mangiamorte, creature fin troppo concrete e
verificabili,
prendono possesso della scuola e Rolanda non ride più.
Durante la battaglia di
maggio rimpiange per la prima volta il suo corpo evanescente e la sua
incapacità di difendere. Ma Rolanda sopravvive a tutto,
rimanendo a insegnare e
invecchiare al suo fianco.
Rolanda ora
è a letto, il volto solcato
da rughe ma gli occhi accesi come sempre, e attende la morte. Il suo
tempo sta
per finire, ma a Cuthbert sembra che con lei svanisca anche il proprio
– di nuovo,
ma stavolta in modo più definitivo.
«Cuthbert»
mormora lentamente. «I
tuoi studenti si chiederanno dove sei».
«Non
penso» replica con la solita
voce secca. «Festeggeranno la mia assenza. A questi giovani
non interessa la
Storia…»
«Perché
sei qui?» lo interrompe
lei, fissandolo dritto negli occhi. Cuthbert rivede la loro prima
lezione,
quando lei si è alzata e ha posto una domanda – nessuno
l’aveva mai fatto,
prima, e solo un’altra ragazza dopo.
“Perché
sei l’unico colore in un’esistenza
grigia”, “Perché hai reso la mia morte
molto più interessante della mia vita”.
Gli sembrano frasi così sciocche, quelle che gli vengono in
mente, degne dei
peggiori poeti. Insensate.
C’è
però un fatto di cui è
certo, e decide di rispondere con quello.
«Perché
sentirò la tua mancanza,
dopo».
Rolanda gli
sorride, prima di
chiudere gli occhi.
«Professore,
perché il Bolcino
d’Oro è stato sostituito?»
Binns si blocca.
La studentessa
svanisce, sostituita da un ricordo.
«Come
mai vieni sempre a cercarmi? Non capisco».
Rolanda
sorride. «Nessun altro mi ha mai guardata come se fossi
una magia».
Cuthbert sospira.
Lo era.
NdA
Un caro saluto a
tutti i
coraggiosi arrivati fin qui!
Vorrei iniziare
subito
dicendo che sono stata molto indecisa sul finale. All’inizio
avevo pensato di
far diventare Rolanda un fantasma, sinceramente. Cuthbert le avrebbe
chiesto “perché”
e lei gli avrebbe risposto come fa alla fine (ma a una domanda diversa).
Solo
che… non mi sembrava
giusto. Cioè, in apparenza è un lieto fine, ma io
penso che “diventare fantasmi”
sia la scelta sbagliata. Soprattutto, anche se innamorata
di un fantasma,
non penso che sia una scelta adatta alla Hooch. La vedo piuttosto
affrontare
con coraggio l’ultima avventura (e mi dispiace tantissimo che
Binns rimanga
indietro, lui lo manderei volentieri a seguirla ma per stavolta ANGST).
Ah, non sono del
tutto
certa che si capisca (spero di sì perché non mi
piace dover spiegare nelle
note, le storie dovrebbero essere comprensibili a sé), ma il
“Lo era” finale si
riferisce proprio all’ultima risposta di Rolanda: lei (per
Cuthbert) era una
magia, la magia che ha rimesso in moto il suo tempo e gli ha
fatto scoprire
l’amore.
Detto questo, se
siete
capitati per caso su questa storia probabilmente vi state chiedendo
cosa mi sia
fumata per concepire una Rolanda Hooch/Cuthbert Binns.
Bene,
è tutto nato nel
contesto di una drabble
indovinello e lì doveva rimanere, l’idea
di
approfondire questa coppia non mi aveva assolutamente sfiorata, ma
tre/quattro
utenti la pensavano diversamente. E niente, approfittando
dell’attività “A
scatola chiusa” del gruppo fb Caffè e calderotti
(prompt: “Scegli una persona
che ti guardi come se fossi una magia” di Frida Kahlo)
l’ho fatto, eccoci qui.
Spero che la
storia vi
sia piaciuta – ci ho provato.
Un bacio grande,
Mari