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Autore: mxrlynians    25/09/2020    0 recensioni
La vita di Micheal e Adam qui, nella casa d'infanzia del suo umano, è proprio come se l'erano immaginata dopo essere usciti dalla gabbia; calma, pacifica, silenziosa e senza le continue urla dell'Inferno e i fastidiosi angeli del Paradiso.
È quasi come un sogno.
Allora perché sembra così sbagliato?
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam, Michael
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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Overwhelmed
 
“Chi di speranza vive,
disperato muore.”



Adam sorride dolcemente al suo angelo mentre Michael, arcangelo del signore, lotta con un semplice e vecchio tostapane. Soffoca una risata mentre Michael cerca di infilare le fette con entrambe le mani solo per finire con pezzi frantumati e briciole di pane su tutto il bancone.
Guarda il casino che ha combinato, si guarda le mani e poi inclina la testa per affrontare Adam dopo un piccolo sospiro.
“Chiedo la tua assistenza Adam. Non posso farlo da solo.”

Lasciando la sua tazza di caffè ancora caldo sul tavolo della cucina, Adam si avvicina al tosta pane e con una risatina che gli sfugge dalle labbra, gli mostra, per la centesima volta in quello stesso mese, come mettere le fette di pane all’interno dell’aggeggio troppo difficile per un guerriero vecchio di almeno tredici miliardi di anni.
Michael osserva attentamente, assorbe minuziosamente tutti i semplici passaggi per fare un toast fatto come si deve. Fissa Adam preparare rapidamente i loro toast e pulisce il bancone, come se lo avesse fatto mille volte nella sua intera vita.
In realtà è un po’ carino come l’arcangelo aggrotta le sopracciglia e inclina la testa di lato con confusione scritta su tutto il volto; ad Adam ricorda vagamente Castiel ogni volta che Dean gli spiegava come preparare, cucinare o lavare qualcosa. Sorride di nuovo e bacia Michael castamente sulle labbra.
“Puoi impugnare un spada fiammeggiante, distruggere milioni di nemici con un solo colpo, uccidere levantini e governare il paradiso ma non sai mettere una fetta di pane nel tostapane.”
Michael abbassa lo sguardo e Adam gli prende il viso con un leggero sorriso.
“Adoro quando hai ancora bisogno di me, Mike.”
Michael sorride raggiante e si dirigono verso il piccolo salone.

È tutto perfetto.

 
-✞-


Le giornate passano leggere e Michael quasi non capisce come fa a non capire mai che ore siano. Cenano lentamente davanti alla TV accesa in sottofondo. È sera, questo lo sa, ma non si ricorda come ci sia arrivato lì, mangiando un insalata con Adam avvinghiato al suo fianco che fissa emozionato la televisione. È tutto tranquillo fuori, ma ancora, sembra che sia sempre tranquillo là fuori. Niente risse di quartiere o discussioni, niente ronde notturne, niente di niente.
La loro vita qui è proprio come se le erano immaginata quando erano ancora imprigionati nella gabbia; silenziosa e pacifica, senza urla dell’inferno e assolutamente niente di celestiale che li venga a disturbare.

“Io…” Michael balbetta e Adam alza lo sguardo da dove guarda la televisione, il programma è cambiato.

“Mi sento a disagio. Adoro stare qui con te, non vorrei fare altro per la mia lunga e infinita vita, davvero…”

Il programma è cambiato di nuovo.

“Ti amo Adam, amo tutto questo… ma è come se fosse troppo bello per essere vero…” Sente le braccia del ragazzo scivolargli dietro alla sua schiena, lo sente stringere la presa e si rilassa.

“Ti amo anche io, lo so che ti spaventa un vita tranquilla, ma ti prometto che non sarà troppo noiosa se ci sono i miei fratelli attorno a noi.”
Ridacchiano e Michael sprofonda un pochino di più tra le braccia di Adam.

La televisione non dà segnale.

 
-✞-


È una bella giornata fuori.

Michael fa i popcorn, adesso che ha imparato come funziona un microonde non la smette più di cuocerci cose, Adam lo adora è così familiare e domestico.
L’arcangelo ritorna a sedersi e il suo umano gli prende un popcorn dalla ciotola, è senza sale, ma ha Adam non importa perché è tutto perfetto così com’è.
Guardano Lost, Adam ha molte serie da recuperare e sembra che Lost piaccia anche a Michael quindi perché non stare tranquilli ancora un po’? Così stanno insieme, avvolti in una soffice coperta e ammazzano il tempo. Adam insegna a Michael come giocare a qualche stupido videogioco che ha trovato in soffitta, vedere il disappunto sul volto del suo arcangelo per poi sentire le risate quando vince è la migliore vita che potesse mai desiderare.

“Una vera spada non può muoversi così! Inoltre la lunghezza della lama è assurda. Questo personaggio non dovrebbe nemmeno essere in grado di tenerla in mano senza farla cadere, figuriamoci farla oscillare in quel modo.” Si lamenta e Adam gli bacia la guancia.

Questa volta ha perso.

“Non vuoi ammettere che sono molto più bravo di te? Dai avanti puoi farlo uno sforzo tesoro.” Sorride e si alza prendendo la ciotola di popcorn e portandola in cucina.

Michael lo lascia vincere.

 
-✞-


Michael insiste nell’andare a fare una passeggiata nel parco vicino. Vuole uscire di casa così Adam suggerisce di fare un picnic, Michael sorride felicemente.
L’arcangelo prepara i panini, con non poca difficoltà, ma alla fine hanno tutto pronto, Adam ha preparato una borsa con una coperta, una bottiglia di vino (il preferito di Michael), una scacchiera, un libro e tutto l’occorrente per mangiare.

È di nuovo soleggiato.

Le strade sono per lo più vuote, anche il parco. Gli uccelli non cantano e nessuno sembra accorgersene.

Si siedono sotto un grande albero dopo mezz’ora di semplice camminata, mano nella mano a dita incrociate, come una vera coppia. Adam racconta a Michael di tutte le volte che ricorda di essere venuto qui con sua madre, i giochi e le intere ore a guardare il cielo.
Michael lo sa, ha visto i suoi ricordi quando teneva Adam al sicuro da Lucifero, creando un posto pacifico nella sua mente solo per loro due. Michael sa tutto, eppure ascolta il suo umano raccontare tutto con una nota malinconica nella voce, mentre giocano a scacchi.

È tutto silenzioso.

Adam non ci fa caso.

Tirano fuori il loro pranzo e mangiano tra aneddoti divertenti e ricordi imbarazzanti.
L’arcangelo si appoggia al tronco del grande albero a cui sono sotto, Adam appoggiato a lui che legge ad alta voce il suo libro preferito. Non si stancherà mai di sentirlo.

“Non dovrebbero esserci più persone qui?” Adam smette di leggere.

“Il tempo è bello, non fa molto caldo. Dove sono le persone?”

Adam alza lo sguardo vacuo per un secondo, poi sorride.
“Beh è ora di scuola per i ragazzi e di lavoro per gli adulti e anche quando ero bambino era così calmo.”

L’arcangelo sospira e chiude gli occhi.

“Questo è normale Mike. L’inferno era agitato e sempre rumoroso. La gabbia calma ma distruttiva. Qui si sta bene, stiamo bene, stare qui insieme è tutto ciò che conta, okay?”

Adam si allunga di lato per baciare la guancia di Michael, che acconsente dopo un secondo di pensiero.

Ha ragione.

Rimane in silenzio e ascolta il suo umano leggere ad alta voce.


 
-✞-



Sono sdraiati insieme sul letto, gli arti aggrovigliati e i muscoli doloranti per qualche strana ragione.

È una bella mattina con la brezza leggera che riempie la stanza di aria fresca.

C’è il sole, fuori.

“Mi sento che se stessi dimenticando qualcosa. Qualcosa di importante….” Michael inizia, ma Adam lo interrompe.

“Il nostro anniversario è tra due mesi, il mio compleanno tra cinque e abbiamo comprato il latte ieri.”

Ridacchia mentre Michael fissa il soffitto con un’espressione illeggibile sul volto.

“Non è…”
Adam solleva un braccio e guarda il suo angelo.

“Non c’è niente che non vada, Mike. Deve essere un’abitudine per te cercare il pelo nell’uovo.”

Michael spalanca gli occhi.

“No! No! Io…”
Michael tira semplicemente Adam più vicino.

“Ti manca il lavoro? Posso chiedere se Dean e Cas sono disposti a lasciarci Jack per una settimana, magari così ti piacerà di più la calma dopo.”
Ride nel collo dell’arcangelo.

Michael tiene semplicemente Adam con un piccolo cipigli sul viso.

Piove, fuori.


 
-✞-



“Mi sento così arrabbiato. Sono… sono sempre teso come se qualcosa non andasse. Adam non riesco a non pensare ad altro, ti sto rendendo arrabbiato vero?”

“Mike no. Capisco, davvero. Sono stato lì con te, per tutto il tempo. Sei andato all’inferno per tuo padre. Siamo usciti e abbiamo scoperto che non gli importava niente di te. È una brutta batosta. È ovvio che aspetti costantemente che accada qualcosa.”

“Non… non è semplicemente da Lui andarmene così! Perché non ha posto fine a tutto? Perché non ci ha fatto niente?”

“Michael sono contento che sia scomparso. Sono felice di averti con me. Non voglio pensare a nient’altro. Non posso. Michael, non posso.”

“Ovviamente. Perdonami Adam.”


 
-✞-



Il sole splende nel cielo tutto blu.

Adam va in cortile e pianta i suoi fiori. Michael legge seduto al tavolo fuori, la mani strette al libro spiegazzato, lo fissa ma non lo vede davvero.

Alza lo sguardo e il sole è esattamente dove era due ore fa, e le due ore ancora prima.

Sente qualcosa pungere la sua mano, abbassa gli occhi e lì, c’è un ape. La fissa per qualche minuto, ma a quanto pare sono ore, perché l’ape è morta con ancora il suo pungiglione nella sua mano e il sole è sparito.

È sera.

“Michael!” Adam corre da lui, la preoccupazione scritta sul suo viso.
Fissa l’ape morta da tempo, muove lo sguardo sul suo arcangelo e Michael lo fissa con occhi freddi.

“Mi ha punto.”


 
-✞-



Michael lancia il telecomando contro la televisione.

I pezzi di vetro volano ovunque.

Non riusciva a cambiare canale.


 
-✞-



Adam si sveglia al suono di vetri che si rompono.

Con fretta corre di sotto.

Michael lancia bicchieri e tazze.

Uno di loro è caduto e si è distrutto più degli altri.

Si è tagliato un dito cercando di raccogliere i pezzi, Michael lo guarda con gli occhi sbarrati.

Adam non sanguina.


 
-✞-



“Non vedi Adam!? Non se n’è andato! È ancora qui io lo so! È come se fossimo intrappolati in questa casa, in questa dannata città solo noi! Da soli!”

Rompe un piatto e Adam sussulta al rumore.

“È tutto vuoto! Quello non è nemmeno il sole! Non gira, non tramonta, sparisce e basta!”

Ne spacca un altro.

Adam apre la bocca per rispondere, ma Michael si allontana.


 
-✞-



“Va tutto bene. Va tutto bene Michael, sono solo io…”

“No non lo sei! NIENTE VA BENE MALEDIZIONE ADAM!”

“Michael-”

La mano dell’arcangelo si blocca nell’aria quando Adam cade all’indietro.


 
-✞-



“Michael smettila per favore, smettila per favore!”

“Non sei Adam! Non sei reale! Lo sta facendo! Ti ha mandato per tenermi lontano! IO LO SO!”

“Michael no-”

“TI UCCIDERÒ”

“Michael, non sono-”


 
-✞-



“Perdonami Adam. Non so cosa mi sia preso. Io non… dovrei andarmene…”

Adam afferra il suo arcangelo per il braccio con la mano libera.
L’altra tiene un impacco di ghiaccio sulla guancia insanguinata.

“Rimani. Capisco. Davvero Michael capisco. Solo… stai qui.”

L’arcangelo abbraccia il suo umano e si lasci prendere dai singhiozzi.

Vanno a letto separatamente per la prima volta da molto tempo. La casa è silenziosa e buia, niente luce, né da dentro né da fuori.

Michael rimane sul divano e non dorme.


 
-✞-



Adam, o almeno quello che gli assomiglia, esce per la spesa e Michael sa quello che deve fare.

Sa che è da solo, solo da molto tempo quindi non ci mette molto a tagliarsi la mano e scrivere sul muro della piccola cucina.

Esita per un attimo, le lacrime che colano giù per le sue guance ma è così solo e stanco che tutto è meglio di questo.

Appoggia la mano sul muro, sente la sua grazia bruciare come acido dentro di lui.

La casa, alla fine, è silenziosa e vuota.

Balla da intermittenza e poi sparisce.

E in un attimo sono di nuovo insieme.


 
-✞-



Adam si sveglia da solo.

Mangia da solo. Il suo hamburger preferito ha un sapore insipido.

Si cambia nella sua felpa con cappuccio preferita.

Si sdraia a letto e sta fermo lì.

Respira e basta.

Trema per il freddo ma la felpa non sopprime i suoi brividi.

Lui è freddo dentro.

La sua anima è fredda.

Perde le forze e non piange nemmeno più.

Finalmente può riposare.

Sam e Dean lo guardano con occhi tristi ma non dicono niente.

Non ci sono parole, Adam lo sa.

Ricorda il dolore e la sofferenza della gabbia, ma qui, adesso, quei dolori non sono niente.

Sente le mani di Dean che lo alzano dolcemente e sente anche la sua voce ma non capisce le parole.

Adam è stanco, lo sanno tutti.

Sente qualcosa nella sua mano, trova lacrime per piangere perché ormai ha perso tutto e non ha più ragione di stare lì, con loro.

Non senza di lui.

Uno sparo riecheggia per il bunker.

E sono di nuovo insieme.



 
THE END
   
 
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