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Autore: _NeptuneHydrangea_    27/09/2020    2 recensioni
"Ho visto troppe cose in questo mondo e ho scoperto quanto sia privo di misericordia.
Bruciato fino alla morte, spero ci sia una prossima vita al fianco di Yi"
看遍千景最是人间无情
焚尽此生愿来世同仪
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Jingyi, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’imbarco per il Volo Airlines N591UA delle ore 08.00 da Newark a Tokyo è aperto. Prego, inizieremo ad imbarcare i gruppi A e B”

“Muomphiti, Simphui”
è questa la voce che risuona tra le pareti affollate dell’aereoporto, mentre due figure vestite di bianco si trascinano dietro un trolley ciascuno, cercando di non ammazzare nessuno tra gli avventori quotidiani del secondo aereoporto del New Jersey, Stati Uniti.
A parlare, o meglio, urlare con la bocca piena, è stato il più alto dei due, i capelli disordinati con un ciuffo sottile al centro della fronte, gli occhi a mandorla e scuri, che conservano il calore di una fiamma che nulla ha a che fare con quella corsa che stanno facendo. Labbra piene, sformate da una coscia di pollo – si, aveva voglia di pollo alle 7 del mattino – che non ha avuto alcuna intenzione di lasciare indietro quando l’annuncio dell’imbarco lo ha colto alla sprovvista.
Al suo fianco, un ragazzo qualche centimetro più basso di lui, dai lineamenti giovani e dolci, i grandi occhi scuri che non abbandonano la dolcezza nemmeno nel momento in cui sta per replicare al proprio migliore amico, un fratello praticamente, le seguenti parole


“Non si parla con la bocca piena. E per tua informazione, è almeno mezz’ora che ti ripeto che il tempo scorreva più veloce di quanto perfino la tua bocca riuscisse a riempirsi di pollo”
Le labbra, distese in un sorriso quasi divertito. Adorava JingYi anche per questo.

E tra un botta e risposta, quella coscia di pollo finisce giusto in tempo per pulirsi le mani, e mostrare la carta di imbarco al banco d’accettazione, mentre la fila, assieme a loro, continua a scorrere, riuscendo ad imbarcarsi per un pelo

Sono le 8.42 dell’11 Settembre, quando il Boeing 757-200 delle United Airlines si libra in volo.

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“ Avevi ragione Sizhui, questi posti di prima classe valgono tutti i soldi che costano. Ricordami di ringraziare la Principessina per questo gentile omaggio”
Il tono entusiasta e divertito del maggiore, con quella punta leggermente pungente che riserva al fidanzato del migliore amico, è un po’ più alto di quanto sarebbe educato mantenere, specialmente per loro, cresciuti da severe regole in quello spicchio di mondo tradizionale, a pochi passi da Shanghai.
“JingYi” il tono morbido, un leggero richiamo, nonostante tra i due sia il più piccolo, è lui il più incline a seguire le regole.
E solo allora sembra accorgersi del tono di voce usato, il più grande, che si siede ancora più composto mentre l’aereo continua a salire, per prendere la giusta quota di crocera.
“Anche se sospetto che questo suo generoso regalo sia stato un modo per evitare che tu viaggiassi appiccicato a me…” e alla mancata replica dell’amico, pensa non con torto, di non essere andato troppo lontano dalla verità, poiché la gelosia del più piccolo del loro gruppo, che ha dovuto rinunciare al viaggio per rimanere ad aiutare il proprio Zio con la sua scuola di arti marziali, è ben nota a chiunque lo conosca.
“Siete terribili”
E’ l’unica cosa che esce dalle labbra del ragazzo, seduto accanto al finestrino, che vota il capo per osservare il mondo farsi sempre più piccolo dall’oblò, le labbra che al solo menzionare o immaginare l’uomo che ama, prendono una piega sognante.

Sono le 09.02 quando il velivolo si stabilizza in volo.

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“A-Yuan. A-Yuan svegliati!”
é un sussurro, rapido, sibilante, accompagnato da una mano che scuote con decisione il braccio del più giovane dei due, che si era appisolato seguendo la scia dei propri pensieri mentre l’aereo decollava. Non era riuscito a dormire un granchè la notte prima del volo, complice un brutto presentimento che lo ha tenuto con gli occhi incollati sul soffitto della stanza del proprio hotel. Un brutto presentimento che ha preso come una stupida conseguenza della propria stanchezza e che non ha condiviso con nessuno.

“Che succede?”
E’ subito chiaro a Sizhui che qualcosa non vada.
Innanzitutto il modo brusco con cui l’altro lo ha svegliato. Potrà anche non essere un maestro di delicatezza, il maggiore, ma nei confronti di Sizhui ha sempre mantenuto una delicatezza che probabilmente è il motivo per cui il ragazzo che li attente in Cina lo sente come una minaccia.
E poi, quel nome.
Sono soliti chiamarsi coi nomi propri solo in momenti particolari.

“Non lo so ma ho sentito del tramb….”
La nuca, voltata verso la zona della seconda classe, torna con uno scatto a osservare lì dove si trova la cabina di comando, la pelle leggermetne più pallida man mano che il messaggio sopra di loro, perde la sua eco.

Signore e signori, è il capitano che vi parla. Per favore, sedetevi, restate seduti. Abbiamo una bomba a bordo. Restate seduti.”

E ogni qualsiasi domanda, si perde nel panico che sale, inevitabilmente, ad entrambi, con il ricordo di quel presentimento che stringe lo stomaco in una presa ancora più forte, costringendo Sizhui a stringere gli occhi e controllare il respiro, per non rimettere quel poco che il suo stomaco conteneva.
Eppure l’orrore è lì, ad un passo da loro, in quella lama che trafigge il cuore di una persona a poche file dalla loro, il cui unico sbaglio è stato quello di essere scelto come esempio, per tenere buoni i passeggeri.

Sono le 9.30, quando le prime informazioni, con quei telefoni cellulari lasciati di solito spenti, riescono a raggiungere coloro che sono a bordo del volo.

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“Se davvero questo volo è destinato a fare la fine degli altri, io voto per agire”

E’ con queste parole, che JingYi dichiara il proprio voto favorevole a cercare di contrastare i dirottatori del volo. Sono lì, seduti ancora ai loro posti, ma stanno cercando una strategia per impedire che l’aereo si schianti, una vana speranza ma che tiene accese le anime dei presenti che hanno messo a votazione se intervenire o meno

“Sono d’accordo. Tanto, cosa avremmo da perdere? Almeno, potremmo dire di averci provato”
Sono le parole con cui Sizhui, affianca la decisione di quell’amico che lo accompagnata da tutta una vita.
Il piano è semplice, loro cercheranno di aprire la strada agli altri passeggeri, neutralizzando l’uomo che li stava controllando, minacciandoli con il coltello.
La scelta era ricaduta su di loro, inevitabilmente.
Erano le due nuove Giade di Gusu, famosi spadaccini a livello nazionale in Cina, addestrati nel Jiàn Shu, l’arte della spada Cinese.
Un’ultima chiamata, da un uomo non troppo distante da loro, viene fatta qualche istante prima del momento di agire. Da quel poco che capisce, una preghiera si innalza, assieme alla donna al telefono, e tutti loro vengono invitati a contribuire.
Mentre il cristiano “Padre Nostro” riempie la cabina di prima classe, sono silenziose parole che con grazia scivolano fuori dalle labbra dei due asiatici, lenti movimenti delle arcate carnose, seguite da uno sguardo complice, che non ha bisogno di parole.

Tre dei terroristi si trovano in cabina, ed è quello il momento in cui le due Giade scattano nel tentativo di disarmare l’ultimo rimasto, armato di coltello, e prendere di sorpresa i restanti tre, nella speranza di poter fare atterrare con tutti gli aiuti possibili, il velivolo.
Si vedono, i frutti di tanti anni passati assieme, sono coordinati, mentre sfuggono a quella lama che scintilla attorno a loro, un lampo argenteo e mortale.
Ma sono pur sempre in volo, e basta un attimo, quell’istante in cui il soffio dell’aria è un poco più forte, si ondeggia, e Sizhui deve afferrare il sedile accanto a sé, sballottolato, per mantenere l’equilibrio.
Un attimo che propizio, l’attentatore ha tutte le intenzioni di utilizzare puntando alla gola, nelle sue intenzioni, movimenti che agli occhi attenti di JingYi non sfuggono.
Un movimento, un lampo bianco riempie l’angolo della visuale di Sizhui, che volta il capo giusto per osservare il Fratello di una vita, di fronte a lui, accompagnato da un suono umido.

“JINGYI”

E’ l’urlo che riempie la cabina di prima classe, mentre la lama viene estratta dal cuore del maggiore, che nello slancio indietreggia di un paio di passi, fino a finire circondato e sostenuto dalle braccia di Sizhui, che cade quasi all’indietro su quei sedili. Un fiore vermiglio, si disegna su quella camicia bianca, lì dove il cuore sta pompando, mortalmente ferito

“No no no no Jing Yi, resta con me. Con chi andrò a mangiare il pollo quando scenderemo di qui? “
E’ una frase stupida, alle orecchie di chiunque, che non siano loro. Una frase disperata, che nasconde tutto l’affetto, l’amore, per colui che è parte della sua Famiglia.
Non ottiene risposta da quelle labbra sporche di sangue, che si distendono quasi a voler trovare un fiato che manca.
Sizhui potrebbe giurare di aver sentito la carezza dell’anima del maggiore, un ultimo saluto mentre il corpo viene abbandonato.
Calde lacrime scivolano sul volto giovane, spezzato da un dolore che non avrebbe mai pensato di provare, non in quel modo, non in quella vita.
Cristalli di acqua che dal mento si infrandono su un corpo ormai vuoto.

Sono le 09.57 quando in massa, i passeggeri assaltano la cabina di pilotaggio, tentando di prenderne il controllo.

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Si dice che negli ultimi istanti, prima di morire, ti passi la vita davanti.
Lui sembra attendere solo quello, una volta compreso che no, non c’è modo di uscirne vivi.
Le braccia ancora avvolte a sostenere il maggiore, si scostano dopo qualche minuto, mentre i dirottatori continuano a rollare l’aereo, salendo e scendendo di quota per far cadere i passeggeri e sedare la rivolta.
Le dita si soffermano su un oggetto rettangolare, un cellulare che viene sfilato dalla tasca e la cui modalità aerea viene disattivata solo ora.
Non sa se non ha chiamato prima, per futile speranza che potessero farcela, o per evitare di angustiare il destinatario di quel numero che dita stranamente calme stanno componendo.
Forse, spera quasi che non risponda.
Ma la voce di Ling, è lì.
Sono le 9 di sera, in Cina, e il più piccolo sa che il proprio ragazzo dovrebbe essere su un aereo al momento, e che prima dell’indomani non si sarebbero dovuti sentire.

“A-Yuan?”
“A-Ling…..amore”

Una pausa. Una parola, che forse non ha usato tanto spesso quanto avrebbe dovuto o voluto

“L’aereo sta precipitando. Volevo….volevo solo sentire un’ultima volta la tua voce. Volevo dirti che ti amo, e che mi dispiace per tutte le discussioni, per tutto quel tempo perso quando avremmo potuto abbracciarci.
Salutami i miei genitori, ti prego.
E anche i genitori di JingYi...digli che loro figlio era un uomo coraggioso, morto da eroe. Che gli devo la vita.
Ti amo. Sarò sempre con te”

“A-Yuan? Cosa cazzo stai dicendo?”

“…….”

“Ti amo anche io okay? Tu devi tornare da me! Tu e quel testone. Giuro che proverò a non essere più geloso. Giuro che proverò a contenere il mio caratteraccio. Ma io ho bisogno di te, nella mia vita… Ti prego”

Ma nessuna risposta lo raggiunse mai. Non sa nemmeno se quelle parole abbiano fatto in tempo a raggiungerlo, mentre un urlo riempie la propria camera, allertando lo Zio.
Il telefono ormai scivolato dalle proprie mani.

Sono le 10:03:11 dell’11 Settembre 2001 quando il Volo United 93 si schianta terra, nei pressi di Shanksville, Pennsylvania
 

Hydrangea’s Corner:

Salve a tutti, la fila per il linciaggio è sulla destra…
Che dire...piccolo esperimento di ritorno alla scrittura dopo una vita, il problema è che ho visto MDZD e tutto quello che lo riguarda e niente, vi sono toccati loro, estratti a sorte
Un grazie speciale ad _Almach_ che mi ha dato la giusta spinta per ricominciare a scrivere, e che probabilmente ora vorrà la mia testa. Ho deciso di utilizzare come volti dei miei amati figlioli, quelli degli attori del Drama, perchè insomma...ho una crush da alimentare a suon di dolori e sofferenze.

See you soon, I promise

Hydrangea


 

   
 
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