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Autore: Inferno    19/08/2009    2 recensioni
Marte rise sguaiatamente. “Il tuo pensiero è ancora fermo all’odio e all’amore, Hermione, ma c’è altro oltre questo duo invincibile. Esiste la compassione, la pena. Cosa puoi provare per un uomo che rinuncia al suo corpo e alla sua anima per il potere, che è una cosa così astratta.” Marte appoggiò le mani sul vetro e guardò il suo riflesso. Questo rimase il suo per alcuni secondi, poi si trasformò in quello di Lilium e velocemente in quello di Draco, e ancora una volta si rese conto della loro effettiva somiglianza. Poi però i bei capelli di Draco sparirono e i suoi occhi argentei divennero rossi e il volto di Voldemort divenne il suo. ***
Genere: Dark, Erotico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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1° B.F.T Primo.






¿BLOODY FAMILY TREE?





“ Tra le tante e nobili famiglie di maghi purosangue, la più antica, le cui generazioni risalgono ai tempi dei fondatori della nostra amata scuola, se non prima, è di sicuro quella della famiglia Radix “.
Lezione di Storia della Magia. Lunedì mattina. Ora terza.
Ruff come al solito spiegava con la cadenza di un orologio a pendolo.
Bisbigliava, come se stesse tramandando un segreto importantissimo per le future generazioni,
abbassando sempre di più il tono, poi, all’improvviso, di solito quando arrivava nella lettura ad una data importante, alzava il tono di voce con un acuto spaventoso da svegliare persino Ron, che, puntuale come un orologio, aveva già assunto una posizione comoda sul banco per poter prendere sonno.
Quella mattina la classe sembrava più assonnata del solito.
Eravamo con i Tassorosso e, in pochi mi avrebbero creduto, ma solo pochi di quei secchioni erano ancora svegli.
La maggior parte aveva la testa dolcemente appoggiata sul banco, altri si facevano spalla a vicenda, alcune ragazze compilavano i test di StregaOggi sotto il banco.
Per i Grifondoro invece, Storia della Magia era l’unica lezione dove non potessero dimostrare il loro coraggio, nemmeno Fred e George sarebbero stati così imprudenti da scommettere di riuscire a rimanere svegli anche una sola ora con Ruff.
Ron, neanche a parlarne, già dormiva profondamente. Aveva chiuso la testa fra tre mura di libri non solo per nascondere il fatto che stesse dormendo ma anche per insonorizzare il suo russare.
Un tempo, almeno, tentava di rimanere sveglio durante la lezione di Storia, ora invece neanche si prendeva il disturbo di comprare il libro per l’anno nuovo, né usava quelli dei suoi fratelli maggiori. Per lui quella materia non esisteva.
Le uniche a resistere all’incantesimo Valeriana di Ruff erano Hannah Abott e, naturalmente, Hermione Granger.
In verità Hannah mi sembrava un po’ più fiacca del solito. Teneva la testa appoggiata mollemente sulla mano e cercava di rimanere sveglia solo per non essere da meno ad Herm nonostante ormai, si capisse che gli occhi le erano diventati più pesanti di un ponte levatoio.
Hermione era fresca come una rosa, come ogni mattina prendeva appunti con la sua solita meticolosa precisione, annuiva al professore, che ormai vedeva in lei sola l’unico faro di speranza della nostra generazione, e faceva una domanda di tanto intanto, su cosa non aveva capito e su cosa desiderava le fosse ripetuto.
Io invece mi ero svegliato per caso mentre la lezione era ancora in pieno svolgimento; avevo aspettato mezz’ora prima di addormentarmi per capire quale sarebbe stato l’argomento della lezione, appena saputo che quel giorno Ruff avrebbe trattato “Le famiglie Purosangue dal medioevo ad oggi”, non avevo esitato ad addormentarmi. Dopotutto, quell’argomento non sarebbe nemmeno rientrato fra i temi previsti nel G.U.F.O di quell’anno, dunque, perché sprecarmi a studiarlo?
Feci un cenno ad Hermione come per dirle buon giorno e dopo che lei mi ebbe risposto con un sorriso, mi voltai verso la finestra a fissare un allenamento di Quiddicth.
La scuola era iniziata da poco, appena una settimana, eppure non mi era mai sembrata così noiosa.
Certo, avevo scoperto l’esistenza dell’Ordine della Fenice ed avevo scoperto che aveva come sede la dimora del mio padrino, Sirius, a Londra, però: a cosa mi poteva servire sapere dell’esistenza di questa organizzazione se non vi potevo partecipare?
Avevo provato a convincere Sirius a farmi rimanere a casa con lui, a non farmi andare a scuola quest’anno, dicendogli che avrei imparato più magia stando con lui a casa che venendo qui a farmi dire che mischiando blu e giallo ne usciva il verde!
Dio! Ciò che avrei voluto avere era qualcuno in grado di spiegarmi a che cosa servisse saper trasformare un maiale in un coniglio! Lo so che ogni maiale vorrebbe essere un coniglio però, ad ognuno il suo, no?
Ero quasi riuscito a convincerlo quando ci si è messa la signora Weaslay e a ruota Hermione, Remus, i G.U.F.O ed infine Silente.
Silente poi non era mai stato più enigmatico.
“sarà un bell’anno questo Harry….almeno in parte, per te lo sarà”.
Finora era stato tutto molto deludente.
Come poteva pensare che sarebbe stato un bell’anno se, ad insegnare la mia materia preferita, il Ministro aveva messo una donna travestita da rospo rosa?
Non avevo ancora avuto lezione con lei ma non ci tenevo affatto, aveva già messo Fred e George in punizione e Ginny, che, vi assicuro, non si faceva spaventare proprio da nulla, uscita dall’aula di Difesa era pallida come un morto e quasi in lacrime.
Inoltre continuava a ripetere frasi convulse del tipo – non datele retta, portatevi dei tappi, soprattutto tu Harry! Terrorismo psicologico! Violenza Psicologica! –
Sembrava peggio della Cooman quando faceva delle vere previsioni. Spaventosa.
Quando glielo abbiamo detto sembrava non ricordarsi dell’accaduto.
Comunque non avremmo avuto lezione con lei se no fino a venerdì pomeriggio, era giovedì, per cui ancora presto per preoccuparsi.
Mi azzardai ad ascoltare cosa stesse dicendo il professore in quel momento.
“ La famiglia Radix è composta da un albero genealogico che vanta generazioni e generazioni di famosi magni esperti nelle arti oscure. La leggenda narra che i figli eletti possedessero un potere particolare, un qualcosa di strabiliante ed infinito, capace di combattere qualsiasi incantesimo e sortilegio. Si dice vantassero una assai vasta conoscenza in materia di veleni, e si dice che sia stato questo, il motivo per cui siano riusciti a sopravvivere così a lungo nei secoli ”.
-    Vuole dire che in molti attentavano alla loro vita professore?
-    Mi pare ovvio signorina Granger! Se lei avesse avuto sottomano un potere così vasto, non avrebbe cercato in tutti i modi di carpirne il segreto?
-    Certo che sì. Ma cosa c’entra il veleno?
-    Beh, lei sa che, morto un mago, chiunque entri in possesso della sua bacchetta prende possesso anche dei suoi più reconditi segreti. La bacchetta ha con il proprio mago un legame che va oltre la comprensione.
Qui la mano di Hermione riprese a scrivere furiosamente, per non perdersi nemmeno una parola. Spesso mi sono chiesto come facesse la sua mano a non bollire con tutta quella frenesia. Hermione alzò nuovamente la mano.
-    Come venivano scelti gli eletti?
-    Nessuno realmente lo sa, purtroppo. In molti pensano che fossero i primogeniti, poiché spesso il potere è caduto in mano loro, ma è successo altre volte, anche se rare, che il potere sia andato in mano a due fratelli, per esempio sul minore e sul maggiore, o su due a caso. E in questo caso il potere si manifestava più debole, poiché era diviso in due.
Altre volte il potere saltava una generazione, ed in quei casi la famiglia entrava in crisi.
Proseguì con la lettura.
“ Si pensava che il potere, o Giles, fosse una presenza a sé stante all’interno della stessa famiglia, tanté che i Radix avevano preso l’abitudine di onorarlo e celebrarlo con debite messe religiose, combattimenti magici ad alto livello e dubbie cerimonie sacre. Lo veneravano come un dio, come un beneficio concesso a loro soltanto, come il loro orgoglio davanti al resto del mondo magico.
Dopo una serie svariata di errori i Radix per primi giunsero alla conclusione che Giles fosse un’entità separata.
Sin dalle origini era stata loro convinzione che il potere avesse bisogno di un contenitore robusto, un corpo robusto, dove essere versato, così gli offrivano, dopo averlo sottoposto a diversi test da parte dei medici, un neonato forte e sano.
Ma non sempre questo veniva scelto.
Così cambiarono, e offrirono al potere solo i primogeniti, ma Giles non fu soddisfatto.
Poi solo i più attraenti, pensando che anche la bellezza fosse uno strumento di potere, ma sbagliarono ancora.
L’errore più grave lo commisero nel 1888, quando offrirono in sacrificio anche del sangue umano, pensando che il potere avesse bisogno di calore per continuare a vivere, prendendo esempio da molti testi greci.
In quell’occasione Giles dimostrò di essere più forte e autoritario che mai, abbandonando la famiglia per due generazioni.
Quando il potere decise di perdonarli il portatore era al limite della vecchiaia e agli sgoccioli di potere.
Infatti, qualcosa per metà l’avevano indovinata. Solo un corpo sano poteva ospitare Giles, ma questo non significava che si dovesse nascere forti, lo si poteva diventare, inoltre, con la vecchiaia, il potere si assopiva con il corpo, veniva riassorbito e andava a ricolmare la fonte di potere per le generazioni successive.
Dunque, solo dopo vari errori si accorsero che era Giles a scegliere i maghi che voleva e che non sempre il potere si manifestava in tenera età.
Tuttavia gli studiosi della famiglia, che facevano ruotare la loro vita attorno a questa ricerca, trovarono un modo per scoprire almeno in anticipo chi sarebbe stato designato e chi no.
Crearono una bacchetta.
L’oggetto magico per eccellenza.
Non fu la prima bacchetta e non fu nemmeno una delle migliori, ma aveva in se la capacità di avvertire il fulcro di potere più forte all’interno della famiglia.
Ogni membro ne possedeva una scintilla, ma solo i prescelti conservavano nel loro corpo la fiamma e il fuoco.
Così la bacchetta veniva esposta ogni otto anni, l’infinito, davanti hai bambini nati in quel periodo di tempo, senza limiti di età.
Colui che veniva chiamato poteva avere la bacchetta per sé, se i prescelti erano due, e non hanno mai superato questo numero, la bacchetta del secondo veniva forgiata con una scheggia proveniente dall’albero sacro dal quale era nata la Grande.
Nel corso degli anni, però, la bacchetta sembrò preferire e scegliere come vasi i componenti di un solo ramo della famiglia Radix che venne chiamato Reale. Tutti gli altri divennero cadetti, subordinati a questo principale, che per secoli, sino all’estinguersi della famiglia, fu il prediletto di Giles. ”
Hermione alzò la mano nuovamente.
-    Le donne professore?
-    In che senso signorina Granger?
-    Ci sono state anche donne prescelte?
-    È stata attenta, no? Corpi forti – rispose spazientito
-    Lei ha anche detto che il corpo poteva diventarlo, non era necessario che lo fosse dalla nascita.
-    Non possiamo muoverci nel campo delle ipotesi, non abbiamo gli strumenti per farlo, in ogni caso, no, non è mai stata registrata la presenza di un’eletta donna.
-    - che peccato….- bisbigliò Hermione, distogliendo un attimo lo sguardo dal quaderno.
Alzai la mano anch’io, cosa che non avevo mai fatto in quattro anni che frequentavo le lezioni di Ruff, ma, ogni volta che sentivo parlare di artefatto oscuro mi si accendeva sempre una lampadina. Vuoi sconfiggere il nemico? Pensa come il nemico.
-    Signor Potter! Quale onore! Dica, dica…
-    Che mi dice della bacchetta professore?
-    Lei va sempre al sodo, signor Potter – rispose con fare metadibondo, voltandosi verso la cattedra e svolazzando per raggiungere la libreria dietro questa.
Prese un libro molto sottile e iniziò a leggere.
“ Della Grande ci giungono ben poche notizie fino al 1950, quando si interrompono del tutto.
Da quando morì l’ultimo discendente della famiglia, famoso cacciatore di magni oscuri e famoso pozionista, Cassiel Radix, si persero le sue tracce.
Si tramanda che la Grande venne dispersa in seguito a numerose dispute interne, causate dall’ambizione di alcuni famigliari e da numerose gelosie.
Infatti, a causa del favoritismo di Giles nei confronti della Reale, era nata una sorta di gerarchia, come non era mai esistita all’interno di una grande famiglia, basata sin dal principio solo sul rispetto e sulla reciproca collaborazione.
Questa non era fondata su denaro né su bravura, ma piuttosto sul numero dei componenti del proprio ramo che era stato toccato dal Bacio di Giles, come la famiglia aveva iniziato a chiamare il dono del potere.
Più componenti del tuo ramo avevano ottenuto la Grande, più la famiglia otteneva onore e rispetto.
La Reale era l’indiscussa, le altre sempre in competizione. Molte facevano svolgere ai loro giovani compiti d’inaudita fatica e dolore per renderli presentabili di fronte al potere.
Da questo punto di vista la Reale rimaneva e rimase sino alla fine la più corretta, poiché si
basava con fedeltà sui corretti valori di Giles.
Non fu un periodo del tutto felice per la famiglia, né per l’intero mondo magico.
All’interno una battaglia fra rami cadetti ne indeboliva le file. Queste faide infatti portavano a molti combattimenti, i molti duelli portavano alla morte di molti maghi valorosi. In pochi anni i Radix si assottigliarono.
Tuttavia, all’esterno, i Radix erano sempre considerati un’invincibile famiglia di maghi e, durante la guerra contro l’Oscuro Signore, a molti dei suoi componenti furono affidati, da parte del ministero, compiti di estrema importanza.
È in questo periodo che divenne nota la loro abilità nel riconoscere i veleni. Per la loro notorietà erano continuamente soggetti ad attacchi da parte di famiglie gelose del loro successo, ed il veleno, a quei tempi, era considerato uno degli attacchi più subdoli.
Tre famiglie, in particolare, furono sue acerrime nemiche.
Le prime due in tempi più remoti.
La terza in più moderni. ”
Appena Ruff alzò gli occhi si accorse che tutta la classe lo stava ascoltando.
-    Mai avuta cotanta attenzione durante le mie lezioni.
-    Continui con la storia ! – esplose Ron, prendendosi una poderosa gomitata da Hermione per la sua maleducazione.
Ruff abbassò lo sguardo nuovamente sul libro e sbarrò gli occhi.
-    Non è un argomento di storia di cui tratteremo oggi.
-    Prof non si faccia pregare! – disse uno di Tassorosso che aveva l’aria di essersi appena svegliato.
La classe seguì il suo esempio e si misi a brontolare sonoramente.
Una volta tanto che seguivano attenti e concentrati sulla materia!
Il professore intanto era in difficoltà, volteggiava dal nervosismo e balbettava di mantenere l’ordine. In effetti, i miei compagni non stavano dimostrando molta maturità.
Osservai Ruff e il suo modo di volteggiare e mi si accese un’altra lampadina.
-    Io so qual è una famiglia, professore.
Il fantasma si fermò all’improvviso e mi fissò, poiché lo avevo sorpreso ancora una volta con la mia inaspettata loquacità, in un unico giorno per di più.
-    Ci faccia partecipe delle sue opinioni allora – annuendo, pensando forse alla poca possibilità che avevo di indovinare e alla mia scarsa intelligenza.
-    Sono i Malfoy
Un coro soffuso di esclamazione si propagò come un’onda da ogni angolo della classe e la gomitata arrivò anche per me.
-    Harry! Ma che dici! Lo sanno già tutti che odi Malfoy, non c’è bisogno di spiattellarlo ovunque!
Ruff chiuse il libro con un tonfo, rendendo la classe più silenziosa di un cimitero, (ed io me ne intendevo) e mi fissò; in quel momento assomigliò a Piton come non mai, anzi mi fece addirittura più paura. Nelle mie fantasie Piton lo potevo schiantare, Ruff no.
-    Che acume oggi signor. Potter, non me lo sarei mai aspettato. Adoro quando gli studenti mi stupiscono!
In seguito seppi che ad Hogwarts c’era un altro professore ad odiarmi.
-    E non vuole sapere i nomi delle altre due famiglie?
Proseguì con la lettura senza darmi il tempo di rispondere o di scusarmi.
Hermione mi lanciò una seconda occhiata omicida, e non fu un buon segno.
“Nel periodo di conquista di quelli che sarebbero poi diventati gli odierni stati Americani “,
-    Dunque stiamo parlando di un periodo molto antico, per chi si fosse perso un grosso pezzo di storia – disse indugiando con lo sguardo su Ron.
“ tre grosse famiglie di maghi presero, ciascuno per sé, un’uguale fetta di nuovo mondo.
A queste famiglie sarebbe spettato il compito di propagare, di tramandare la magia anche oltre oceano. Avrebbero avuto l’onere di coltivare le nuove menti, i nuovi maghi. E questo avrebbe già portato grandi onori e potere alla famiglia.
In questa impresa esisteva, però, anche un’altra forma di profitto, di lunga più lucrosa del trasmettere il sapere magico come semplici insegnanti.
Nel nuovo mondo poteva già esistere qualcuno in grado di usare la magia, magari diversa dalla nostra, magari più potente.
Se così fosse stato la famiglia avrebbe avuto a disposizione un sapere magico vasto oltre ogni immaginazione, e così fu.
Le famiglie erano tre: i Radix, i Riddle e i Marcron ”.
Soltanto in tre, in quella classe, sapevano il significato che il nome Riddle portava con sé.
Solo a noi tre il nome Riddle sembrò accompagnato da un terribile e guerrigliero rombo di tamburi. Hermione addirittura iniziò a tremare.
Intanto Ruff mi fissava.
-    Per lei il nome Marcron non ha alcun significato vero, signor. Potter?
-    Dovrebbe?
-    Io se fossi in lei andrei a dare un’occhiata al suo albero genealogico.
-    Come andò a finire professore? – chiese una Hannah Abott finalmente sveglia e brillante.
-    Niente di particolare in verità. Ognuna di loro, andando nel nuovo mondo, trovò ciò che cercava: la magia. Ogni famiglia trovo nel territorio affidatogli un popolo, uno per ognuna, anch’essi in lotta fra loro come lo erano le famiglie.
Alla fine fu più ciò che loro ricevettero dagli aborigeni che ciò che diedero.
Le famiglie insegnarono agli indigeni incantesimi che loro inizialmente trovarono immensamente utili, per quelle che erano le loro attuali esigenze, ma il progresso, prima o poi, arriva dappertutto e quei tre popoli si accorsero troppo tardi di essere stati giocati.
-    Cosa ci trasmisero? – chiese Calì
-    Avete fatto le maledizioni senza perdono, sì?
Solo alcuni di noi annuirono, tra cui Neville.
-    Beh, le parole della maledizione senza perdono, di certo, non sono nate dal balbettio di un neonato, vi sembra?
Rimasi scioccato dalla scoperta. Davvero un popolo così poco sviluppato aveva nella sua lingua parole così pericolose?
-    Loro già usavano quelle parole? – chiese Ron, al posto mio.
-    Oh cielo, no! Furono i maghi di quelle famiglie ad estrapolare quelle parole da dei versi di alcune preghiere che gli indigeni usavano per rendere omaggio al sole, alla luna, alla terra e alla morte.
Seguì un lungo silenzio.
Nemmeno Hermione aveva la forza di fare domande, o così pensai.
-    Signore, è in seguito a queste scoperte che ebbe inizio…
-    …la prima Grande Guerra dei Maghi, esattamente.
Doveva essere molto dura per lui parlarne, visto che vi era morto.
Ora c’era un’ultima cosa che mi interessava sapere, ma non potevo introdurlo sempre io.
Hermione non l’avrebbe fatto neanche se l’avessi pregata con la promessa di studiare tutto l’anno. Ron, invece, avrebbe fatto più semplicemente finta di non sentire.
Fortunatamente ci pensò qualcun altro.
-    E i Malfoy cosa c’entrano in tutto questo?- chiese con apparente interesse Alberthont McRodwing, detto Eddy, non chiedetemi perché.
Per sfortuna la campanella suonò e tutti gli studenti, come svegliati da un incantesimo, si scossero, e, per quanto fossero stati assuefatti dalla lezione fino a pochi secondi prima, fecero strisciare le panche sul pavimento, producendo un rumore assordante, e iniziarono a raggruppare i libri.
 
Anche se non frettolosamente come il resto del gruppo, uscimmo anche noi, ma, almeno da parte mia, Ruff ricevette un saluto più caloroso del solito.
Prima di superare la soglia gli feci un’ultima domanda.
-    Signore, com’era fatta la Grande? Di che legno era fatta?
-    Oh, nessuno lo sa in realtà. La leggenda dice che cambiasse forma, dimensione, legno, colore, morbidezza, a seconda di chi la brandiva. Solo l’interno rimaneva immutato. Non si sa da cosa fosse composta l’anima, si sa solo che era l’unica cosa a rimanere inalterata. In verità le cose erano due. Sull’impugnatura della bacchetta esiste anche un incisione e si tramanda che anche questa rimanga invariata nel tempo.
Eravamo tutti e tre lì in trepidante attesa ma Ruff continuava a osservarci senza aprir bocca.
-    Pensavate che la sappia? Magari! Non lo sa nessuno! E ora andate alla prossima lezione, che sono stanco, è da secoli che non ho una lezione così intensa!
Non feci fatica a credergli.

Ci dirigemmo in corridoio verso Trasfigurazione.
-    Non avevo mai seguito una lezione di Ruff in vita mia!
-    Infatti non hai Ron! Ne hai seguita meno di metà.
-    Eddai Hermione! Non sminuirmi così velocemente! Lasciami almeno l’impressione!
-    Ha ragione Herm! Inoltre non puoi pretendere che ne segua una intera in un colpo solo, ci vuole esperienza.
-    Guarda Harry, che nemmeno tu l’hai seguita per intero!
-    Tre quarti mica sono da ignorare – risposi facendola ridere
Vicino all’aula di Trasfigurazione incontrammo Silente, era strano vederlo per i corridoi.
Quel giorno indossava “un’allegra” tunica color azzurro cielo con dei ricami dorati.
-    Come vi è sembrata la lezione con il professor Ruff? – chiese senza preamboli, dopo averci fatto segno di avvicinarci.
Annuimmo tutti e tre anche se con poca convinzione, vista la stranezza della domanda e della situazione in sé.
-    È stata particolare, signore – rispose Ron.
-     Bene, bene…buona continuazione. Ah! Un’ultima cosa! – si girò, ancora sorridendo – Quando qualcosa attira la nostra curiosità è bene che questa curiosità venga alimentata!
Si voltò nuovamente e se ne andò.
-    Bene – dissi annuendo con il capo – tutto chiaro?
-    Tutto chiaro.
-    Cristallino.

  
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