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Autore: frency70    19/08/2009    10 recensioni
lo so, sono monotematica, ma proprio non mi rassegno a vedere Ginny sposata con Harry! lei è perfetta per Draco...ed io ve lo posso dimostrare! come? leggere per credere!
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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san valentino

ff nata da un’idea personale, che non ho mai messo in pratica perché, nel frattempo, io e lui ci siamo lasciati (sigh)...

A questo punto ho pensato: perché non prestarla ad una coppia che non si lascerà mai?

 

 

Buon San Valentino Draco!

 

Draco odiava San Valentino.

Tutti quei cuoricini rossi, l’odore dolciastro dei fiori, i cioccolatini stomachevoli e le frasette scritte un po’ ovunque. Troppo artefatto. Troppo falso.

Ginny amava San Valentino.

Amava alzarsi presto per preparare una colazione speciale, per far capire a Draco che lo amava con tutto il cuore.

Stavano insieme da cinque anni ed erano sposati da due.

Lei ormai s’era rassegnata e stava per rinunciare a festeggiare con  lui quella giornata, quando ebbe un’idea!

 

14 febbraio, mattina

 

-         buon giorno, Ginny!

-         buon giorno amore!

-         Senti, so che oggi è San Valentino e stasera ti porterò fuori a cena, ma non chiedermi di più. Ora andrò in ufficio come tutti gli altri giorni. Ok?

-         Ok!

-         Ok? Davvero? Non sei arrabbiata?

-         Mmm…no! Anzi, oggi ho un mucchio di cose da fare! Prima però devi farmi felice ed accettare il mio regalo!

-         Ginny, non ho bisogno di niente…

-         Zitto! E apri il mio regalo!

 

Ginny allungò a Draco una scatolina di cartone bianco, legata con un fiocchetto rosso. L’uomo l’aprì e, confuso, guardò il contenuto. C’erano 5 biscotti della fortuna.

 

-         prendine uno, aprilo e leggi cosa dice il biglietto

 

Draco seguì le istruzioni. Ruppe la croccante cialda e, stando attento a non romperlo, aprì il bigliettino.

 

-         cosa dice?

-         “udito”…che vuol dire?

-         Lo scoprirai a tempo debito! Ed ora vai in ufficio o farai tardi!

 

E senza indugiare ulteriormente spinse suo marito fuori casa, senza avergli dato nemmeno un misero bacetto.

Draco stava per tornare sui suoi passi, per chiedere spiegazioni, ma all’ultimo decise di proseguire per la sua strada.

 

Era in ufficio da poco più di mezz’ora, a colloquio con un suo collaboratore, quando il suo cellulare vibrò. Guardò il nome del chiamante (Ginny) e per un attimo ebbe la tentazione di ignorarlo. Poi, per quieto vivere, decise che era meglio rispondere.

 

-         Pronto? Ginny?

-         ciao amore.

-         Ehm, ciao. Senti ora non è un buon momento…

-         Cosa diceva il biglietto di questa mattina?

-         “Udito”…perché?

-         Perché l’udito è il senso che devi usare ora…

-         Cosa significa?

-         Sei da solo?

-         No.

-         Fossi in te cercherei una scusa ed andrei in un’altra stanza…

-         Perché?

-         Perché ora io parlerò e tu starai ad ascoltare.

-         Senti Ginny…

-         Sono da sola, in questo momento…

-         Ginny?

-         E ho voglia di te…

-         Cosa stai dicendo?

-         Ho indossato una tua camicia, e null’altro…ha un buon odore.

-         Ginny…

-         Ora cammino per la casa, tocco le tue cose…ma non è come averti qui…se tu fossi qui potresti accarezzarmi le spalle…far scivolare le tue mani sul mio collo e slacciare lentamente i bottoni…

-        

-         potresti scendere fino al mio seno e poi ancora più giù…

 

Mentre Ginny parlava Draco era improvvisamente impallidito. Qualsiasi cosa avesse in mente sua moglie…lui era di sicuro nel posto sbagliato!

Doveva allontanarsi da lì…o meglio doveva correre a casa!

Fece un cenno al collega, che lo aveva visto cambiare d’espressione, facendogli capire che era una cosa urgente e si affrettò a raggiungere la sua auto.

Ancora col cellulare in mano ascoltava la voce sensuale di Ginny che descriveva minuziosamente quello che avrebbe voluto fare con lui …se solo lui fosse stato a casa!

Era un ricatto bello e buono…ma era anche tremendamente eccitante!

Frenò davanti al vialetto di casa lasciando almeno due centimetri di battistrada sull’asfalto. Si precipitò in camera da letto, ma di lei neanche l’ombra!

 

-         Ginny, dove sei?

-         Devi usare l’udito, amore mio, e mi troverai!

 

Cercò di decifrare quella frase sibillina, quando percepì in sottofondo il suono di una fontana.

Era nella serra!

La raggiunse in pochi istanti e, come promesso, era vestita solo della sua camicia.

 

-         non hai freddo?

-         Un po’…

-         Non credi che dovremmo entrare?

-         No…mi piace qui!

-         E cosa devo fare, ora che ti ho trovata?

-         Tu che dici?

 

Fecero l’amore, avvolti dal profumo delle piante e della terra bagnata.

Quando entrambi furono appagati, Ginny tirò fuori la scatolina bianca e, con uno sguardo d’intesa, la porse a Draco.

Questi la guardò di sottecchi e prese un altro biscotto.

Come la volta precedente lo ruppe e lesse quando scritto sul biglietto.

 

-         “tatto”

-         torna pure in ufficio. Ma tieni il cellulare vicino.

 

E sorridendo maliziosamente corse in casa.

Draco, ancora ebbro di lei, sorrise. Senza poter fare nulla per fermarla, la guardò correre verso l’ingresso.

 

Decise di stare al gioco. La mattina c’erano cinque biscotti…se tanto dava tanto…la giornata sarebbe stata decisamente interessante!

Tornò in ufficio, con un’aria leggermente euforica che a fatica cercò di nascondere.

 

-         tutto bene Draco?

-         Sì, tutto benissimo.

 

E prima che gli venissero fatte altre domande, si chiuse nel suo ufficio.

Era impaziente. Guardava il cellulare in attesa di uno squillo, di un messaggio, di un segnale.

Poi il telefono sulla sua scrivania squillò un paio di volte.

 

-         Il signor Malfoy?

-         Sì.

-         Il signor Draco Malfoy?

-         Sì, sono io.

-         C’è un massaggio prenotato a suo nome presso la nostra spa per le undici. La preghiamo d’essere puntuale.

-         Oh…ok. Ci sarò.

 

Ecco cos’era! Tatto uguale massaggio. Bhè, l’idea era carina, ma chissà perché c’era rimasto un po’ male. Stava quasi per richiamare e disdire l’impegno, ma decise che se Ginny s’era data tanto da fare, era giusto non deluderla.

Alle undici meno pochi minuti si presentò alla reception del centro massaggi e lasciò che lo guidassero nella stanza a lui assegnata.

 

Una donna di mezza età, dal volto gentile, gli indicò lo spogliatoio.

 

-         si tolga i vestiti e poi si sdrai sul lettino a faccia in giù e si rilassi completamente.

 

Draco seguì le indicazioni, quando rientrò non c’era nessuno. Si sdraiò e si mise uno striminzito asciugamano per coprire il suo “lato B”.

Una musica rilassante si diffuse nell’aria.

Pochi  minuti dopo la stessa donna di prima si presentò e gli spiegò cosa avrebbe fatto.

 

-         ora lei deve solo chiudere gli occhi e rilassarsi. Comincerò a massaggiarla dai piedi per poi arrivare fino alla testa. Lei non pensi più a nulla.

 

Le mani esperte della donna cominciarono il loro lavoro. Il massaggio era piacevole ed ogni tanto faceva delle brevi pause per ungersi le mani e poterle far scivolare meglio sulla pelle diafana dell’uomo.

 

Draco si stava quasi per addormentare, quando il tocco si fece più audace.

Le sue lunghe gambe erano cosparse d’olio aromatico e le mani della massaggiatrice cominciarono a spostare il telo di cotone bianco.

Si irrigidì di colpo e stava per alzarsi per dire qualcosa quando una voce a lui familiare disse:

 

-         fossi in te, resterei sdraiato e mi godrei il massaggio. È un trattamento unico ed esclusivo.

 

Le mani di Ginny percorsero il corpo di Draco con delicatezza. C’era sensualità nei suoi gesti lenti e misurati. Fece cadere l’asciugamano e poi, languidamente, cominciò ad approfondire il contatto.

Si posizionò a cavalcioni, sopra di lui, e proseguì il massaggio lungo tutta la schiena.

Draco era in estasi. La lasciò fare, finchè lei disse:

 

-         credo che ora tu debba girarti.

 

Non se lo fece ripetere. Si girò in modo da poter avere la visione di sua moglie, nuda e bellissima, sopra di lui.

Pochi istanti dopo fu in lei. Con movimenti lenti e provocatori, cominciarono una danza sensuale. Gli occhi aperti, per non perdere nemmeno un fotogramma di quel loro momento.

Quando raggiunsero l’apice del piacere restarono ansanti ed uniti per qualche istante.

Ancora seduti, ancora allacciati, con le gambe di Ginny ancora strette invita, lei gli diede la scatolina.

Lui sorrise e senza esitare prese il terzo biscotto.

 

-         “gusto”

-         a questo punto, però, credo che dovremmo fare una pausa. È già mezzogiorno. Che ne dici se andiamo a mangiar qualcosa?

-         Volentieri! Qualcosa mi dice che avrò bisogno di forze per affrontare il pomeriggio!

-         Osservazione corretta!

 

Si rivestirono in fretta ed uscirono dalla spa tenendosi abbracciati.

 

-         ti va di provare un nuovo ristorante? Me ne ha parlato Hermione. Dice che il cibo è ottimo ed il servizio rapido.

-         Tutto ciò che vuoi!

-         Allora andiamo!

 

Prese Draco per mano e cominciò a correre tra la folla Londinese che si recava in pausa pranzo.

 

-         aspetta. Deve essere qui… da queste parti…

-         non ricordi il nome del locale?

-         “La cucina degli dei”…mi ha detto che si entra da un portone laterale…eccolo! è questo!

-         Sicura che sia qui? non sembra nemmeno un ristorante!

-         Sì è proprio questo! Aspetta qui. Vado a vedere se c’è un tavolo per due!

 

Lasciò Draco sul marciapiede ed entrò in un portoncino di legno dipinto di bianco.

Pochi minuti dopo non era ancora uscita. Draco cominciò a diventare impaziente, così decise d’entrare.

 

-         Ginny? dove sei? Ginny? avanti dai, vieni fuori!

 

Cominciava a sentirsi ansioso quando vide un biglietto attaccato alla ringhiera delle scale. C’era scritto << segui il sentiero di fiori e raggiungerai il regno degli dei >>. Solo in quel momento si accorse di una scia di petali di fiori che portava al piano superiore.

Seguì il sentiero floreale, fino a raggiungere una porta semisocchiusa. Spinse il battente ed entrò in una stanza addobbata in perfetto stile “Monte Olimpo”.

Una musica di sottofondo accolse l’uomo e lo guidò in una stanza attigua, dove trovò Ginny, comodamente sdraiata su un sofà, vestita solo d’un completo intimo fatto di caramelle!

Davanti a lei, su un tavolino, c’era ogni ben di Dio: tartine, salse, intingoli, creme, frutta.

La donna lo invitò ad entrare e disse:

 

-         accomodati qui ed io ti servirò! Un antipasto?

-         E se io volessi cominciare dal dolce?

 

Rispose lui, guardando lo striminzito abbigliamento di sua moglie.

 

-         le regole del gioco vanno rispettate! Per cui siediti qui e lasciami fare!

 

Draco obbedì alla sua dea. Si sedette accanto a lei e lasciò che lo imboccasse.

Poi, prendendo alla sprovvista la ragazza, tuffò un dito in un vasetto di miele e cominciò a torturarla dolcemente.

 

-         sicura che non si possa passare al dolce?

-         Stai giocando sporco!

 

La fece sdraiare completamente e poi cominciò a mordere le caramelle che formavano il reggiseno fino a rompere il filo che le teneva unite.

Baciò con passione la rossa, mentre le sue mani percorrevano quel corpo che tanto amava.

Poi, piano piano, scese verso l’altro indumento, lasciando dietro di sé una scia di baci roventi.

Ruppe anche il secondo pezzo, liberando la femminilità di Ginny da quell’inutile accessorio.

Continuò a depositare baci sempre più profondi, finchè non sentì la moglie gemere di piacere.

Soddisfatto, riemerse dal quel Paradiso personale, ma a quel punto fu Ginny a prendere l’iniziativa.

Slacciò la cintura dei pantaloni di Draco e senza troppi complimenti li abbassò fino a liberare le gambe dell’uomo, poi si inginocchiò per terra e, guardandolo maliziosamentte, disse:

 

-         cosa credi? Anch’io ho fame!

 

E con un sorriso ammiccante cominciò a torturare Draco. Prima con le mani, poi, lentamente, con le labbra e con  la lingua, finchè non sentì arrivare il piacere di Draco.

 

Restarono per qualche tempo seminudi ed abbracciati, respirando all’unisono. Poi lei riportò Draco alla realtà, porgendogli nuovamente la scatolina e ripetendo il rito.

 

-         “vista”

-         …mmm…questo è quello più complicato!

-         Questo è quello che aspettavo con più trepidazione!

-         Bhè, dovrai aspettare, perché mi devo organizzare!

-         Posso aiutarti?

-         Sì! Tornandotene in ufficio! Prima devo sistemare qui!

-         A proposito, che posto è questo?

-         L’appartamento di Luna. Gliel’ho chiesto in prestito e lei è stata così carina che me l’ha lasciato senza nemmeno chiedere una spiegazione.

-         Ricordiamoci di farle un bel regalo di compleanno!

-         Ora vattene! Sennò non riuscirò a

-         …a…?

-         vattene! Non ti dirò niente!

 

E ridendo, spinse il marito fuori casa, dandogli giusto il tempo di tirarsi su i pantaloni.

Draco, ancora piuttosto disordinato, si ritrovò a guardare l’uscio di quella casa che veniva chiuso sul suo naso.

Ancora ridendo, cercò di ricomporsi alla bell’e meglio, poi tornò in ufficio.

 

-         signor Malfoy, le porto un bicchiere d’acqua?

-         No, grazie, Rose.

-         È sicuro di sentirsi bene? Stamattina l’ho vista correre via in tutta fretta e mi sembra  piuttosto…non saprei come dire…agitato?

-         Le assicuro che non sono mai stato meglio in vita mia!

 

E per rassicurare la sua segretaria le scoccò un bacio sulla guancia. Poi si rifugiò nel suo ufficio.

Rose aveva ragione, era decisamente su di giri. Certo quel giorno stava diventando davvero una maratona di emozioni. Chissà cos’aveva escogitato quella testolina matta di sua moglie!

 

Restò in attesa di un segnale da parte di Ginny, ma per un paio d’ore non si fece vino nessuno, se non giusto una qualche telefonata di lavoro che lui tagliava subito per non tenere la linea occupata inutilmente!

Poco dopo le quattro, Rose lo chiamò dall’interfono

 

-         signor Malfoy, c’è sua moglie

-         me la passi subito!

-         Veramente è qui e chiede di vederla…

-         Cosa aspetta? La faccia entrare!

 

Ok, era decisamente su di giri. Doveva riprendere in mano se non un minimo di dignità almeno un po’ di autocontrollo!

Intanto Ginny entrò, quasi timidamente, nell’ufficio del marito.

Draco si precipitò ad abbracciarla, ma lei lo respinse con decisione!

 

-         sbagliato! Il senso su cui ci dobbiamo concentrare è la vista!

-         Quindi?

-         Quindi la regola è: guardare e non toccare!

-         Cosa? stai scherzando, vero?

-         Niente affatto! E ora siediti sulla tua bella poltrona di pelle e osserva!

 

Draco, per niente convinto, seguì il suggerimento di Ginny, poi osservò attentamente quanto stava facendo la sua amante.

Era vestita con un elegante e severo tailleur blu, i capelli legati con un nastro bianco a formare una coda morbida, i tacchi alti ed un filo di trucco.

La vide armeggiare con la bacchetta e pochi istanti dopo le note della Rapsodia in Blu di Gershwin cominciarono, lente e sensuali, a diffondersi nell’aria satura già di desiderio.

Ginny si mise davanti a Draco, sfilò il nastro dai capelli e si chinò verso l’uomo.

 

-         giusto per evitare tentazioni!

 

E gli legò i polsi dietro la schiena.

 

-         Ginny! questo non puoi farlo!

-         Tu dici? Eppure l’ho appena fatto!

-         Ginny, davvero, slegami!

-         Un attimo che ci penso…mmm…No!

-         Guarda che chiamo Rose!

-         Ops! Hai fatto bene a dirlo! Quasi dimenticavo di insonorizzare le pareti. Non credo che i tuoi colleghi vogliano sentirti supplicare!

-         Ginny…che intenzioni hai?

-         Ti fidi di me?

-        

-         Draco? Ti fidi di me?

-         Sì.

 

E sulle note sempre più pressanti, Ginny cominciò a danzare per lui.

Lentamente si toglieva gli indumenti severi per lasciare intravedere raffinata langerie di seta bianca.

Draco respirava a fatica. Vederla così seducente, così bella, così vicina eppure intoccabile lo stava facendo impazzire.

Cominciò ad agitarsi così tanto che Ginny si spaventò, credendo si sentisse male, e lo slegò.

Non l’avesse mai fatto!

Un istante dopo il nastro di seta bianca era nei polsi di Ginny e lui la sovrastava col suo corpo.

 

-         hai imbrogliato di nuovo! Non è giusto!

-         Cosa ti aspettavi dal principe delle serpi?

-         Sei un imbroglione! Slegami subito!

-         Non ci penso minimamente! Ora sei mia prigioniera e farò di te ciò che vorrò io!

 

Era intenzionato a farla stare sulle spine esattamente come aveva fatto lei, ma lui era decisamente meno forte, da quel punto di vista.

Vedere il corpo della donna che amava avvolto da pochi centimetri di seta era irresistibile.

Allentò il nastro fino a farlo cadere per terra, poi sollevò la moglie e la mise sulla scrivania.

Entrò in lei con decisione, desideroso di unirsi per sempre al suo essere più intimo.

Ginny lasciò che fosse lui a condurre il gioco.

Era bello sapere che, dopo cinque anni, lui la desiderava ancora così tanto.

Restarono abbracciati per parecchio tempo, senza dire nulla, in fondo non c’era nulla da dire. I loro gesti, le loro espressioni, il loro amarsi, non aveva bisogno di parole.

 

Più per correttezza che per altro, Ginny diede a Draco la scatolina, dentro alla quale, ormai, c’era solo un biscotto.

Lui rispettò il rito e lesse l’ultimo biglietto.

 

-         “olfatto”

-         a questo punto credo che tu conosca le regole del gioco. Per cui ora vado via e tu aspetti un mio segnale. Ok?

-         E così sia! 

 

La guardò uscire dal suo ufficio che, improvvisamente, gli sembrò freddo e desolato.

Lei era il suo sole del mattino, la sua stella della sera, il suo faro nella notte…la sua unica ragione di vita!

 

Di nuovo si ritrovò a dover aspettare.

Sentì il Big Ben fare cinque rintocchi. Guardò le lancette muoversi lentamente fino a segnare le cinque e un quarto, le cinque e mezza, i tre quarti e poi sentì nuovamente il simbolo di Londra fare sei rintocchi.

Era l’ora in cui di solito lasciava l’ufficio per tornare a casa.

Ignorando nuovamente le indicazioni di Ginny, decise di prendere l’auto e andare via.

Guidò leggermente più in fretta del solito, ma quando arrivò davanti a casa, vide che l’abitazione era completamente al buio, fatta eccezione per la luce di cortesia davanti al portone.

Fece per entrare, quando vide un biglietto attaccato all’ingresso.

 

<< come sempre hai fatto di testa tua…ma in fondo ti amo anche per questo! Segui la fiamma del mio amore e mi troverai! >>

 

Sorrise, sapendo già d’essere stato perdonato, ed entrò.

Il buio era rischiarato da una serie di candeline posizionate lungo la scalinata che portava al piano di sopra.

Salì la familiare rampa senza fretta, assaporando già il momento in cui si sarebbe ricongiunto a lei.

Le candele arrivavano fino alla stanza da bagno, dove un’enorme vasca con idromassaggio era già pronta ad accoglierlo.

Il profumo del bagno schiuma aveva riempito l’aria di una fragranza fresca e leggera.

Ginny era già immersa e dava le spalle alla porta.

 

-         ce ne hai messo di tempo ad arrivare! Cominciavo a credere che fossi diventato improvvisamente rispettoso delle regole!

-         Ci ho provato, ma come vedi, alla fine, sono qui!

-         Cos’aspetti ad entrare?

 

E senza dargliene il tempo Ginny lo afferrò per la cravatta e lo attirò a sé, facendogli perdere l’equilibrio.

Finì in acqua con tanto di giacca e scarpe, ma tutto il superfluo fu tolto in pochi minuti.    

Questa volta si amarono con lentezza, godendo di quel momento romantico.

 

Quando l’acqua cominciò ad essere un po’ troppo fredda, uscirono e si avvolsero nei loro morbidi accappatoi.

Senza preoccuparsi di rivestirsi andarono in salotto e si accoccolarono sul divano.

 

-         sono le otto. Stamattina avevo promesso di portarti fuori a cena. Dove vuoi andare?

-         se a te non dispiace, io preferirei stare in casa. C’è del pollo con dell’insalata in frigo, potremmo cenare con quello…

-         ottimo!  Sai, mi secca parecchio ammetterlo, ma è stato il San Valentino più bello della mia vita! Ora non potrò più dire che odio questo giorno!

-         Allora ho raggiunto il mio scopo! Era ora che ti rendessi conto che non c’è nulla di male nel dedicare un giorno intero alla persona che si ama! Non tutti sono così fortunati da poter vivere il loro amore ogni giorno come facciamo io e te.

-         Ti ho già detto che ti amo?

-         Sì, ma non è mai abbastanza!

-         Allora te lo ripeto: ti amo!

 

Cenarono con tranquillità, poi andarono in camera a preparasi per la notte.

Mentre Ginny si metteva uno di quei pigiami caldi e comodi che le piacevano tanto, Draco andò a sdraiarsi e trovò un biscotto della fortuna sul suo cuscino.

 

-         e questo?

-         Non lo sai che le donne hanno un sesto senso?

-         E sarebbe?

-         Aprilo e lo scoprirai!

 

Draco spezzò il biscotto e tirò fuori l’ultimo biglietto su cui c’era scritto “Buon San Valentino!”

Sorrise nel leggere quella frase, che fino a quel mattino aveva odiato. Ora la trovava dolcissima e carica di significati.

 

-         buon San Valentino anche a te, tesoro!

-         Il mio sesto senso me l’aveva detto! Entro sera avresti amato questo giorno!

-         Non poteva essere diversamente! Ora aspetto con ansia il prossimo 14 febbraio!

-         Ho già qualche idea…

-         Del tipo?

-         Mmm…i colori dell’arcobaleno…

-         Le note musicali?

-         Le stagioni

-         Gli elementi fondamentali

-         I punti cardinali della città

 

Continuarono a progettare altre possibili situazioni, sapendo benissimo che alcune sarebbero state attuate ben prima di San Valentino…ed in fondo è giusto così, perché quando si ama davvero, ogni giorno è perfetto per dimostrarlo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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