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Autore: MoonPride    04/10/2020    3 recensioni
Seiya al termine della battaglia finale, decide di dichiararsi ad Usagi e farle capire che solo lui può renderla felice ma non tutto va secondo i suoi piani e solo alla fine capirà cosa significa davvero amare.
Storia partecipante al contest “Canon compliant? I think not!” indetto da Maiko_chan sul forum di Efp.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta serie
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AMAMI ADESSO, MAMO-CHAN



Storia partecipante al contest “Canon compliant? I think not!” indetto da Maiko_chan sul forum di Efp. 


Quella sera dovevano salutarsi, dirsi addio e lui non lo voleva, salutarla avrebbe significato arrendersi a un amore che gli stava premendo il cuore.
Sul tetto della scuola Seiya camminava nervoso, era stato irascibile tutto il giorno solo perché non vedeva l'ora che arrivasse il momento in cui avrebbe potuto parlarle francamente. Ecco il motivo per cui le aveva chiesto di vedersi un po' prima dell'orario stabilito.
Ma che orario erano le sette di sera? Rei aveva deciso per tutti e ancora non capiva il perché. Seiya era intenzionato a dirle quello che provava, voleva convincerla che stare con lui non le avrebbe portato la felicità che meritava.
La felicità che cercava.
Lui l'aveva abbandonata lì per seguire il suo sogno in America, lontano da lei. Seiya era convinto che la relazione con Mamoru fosse per Usagi solo una cotta adolescenziale che sarebbe passata in poco tempo ma non sapeva quello che davvero legava i due.
Usagi era partita da casa in anticipo. Seiya le aveva detto che voleva salutarla da solo per dirle qualcosa di importante. Sicuramente le avrebbe detto che Mamoru non era fatto per lei e che solo lui poteva renderla felice ma Usagi non si sarebbe fatta abbindolare, il suo amore per Mamoru aveva superato tutto anche il dolore e la distanza.
Quando gli star seed avevano preso il volo diretti a casa si era sentita abbandonata e imperfetta.
Non era riuscita a proteggere le sue amiche e l'uomo che amava, non meritava la felicità, ma nel momento in cui l'aveva rivisto, lì agghindato nella sua armatura gli era corsa incontro per toccarlo, stringerlo e annusare il suo profumo. E Mamoru l'aveva stretta a sé per non lasciarla andare più.
Che le dessero anche dell'egoista ma a lei bastava vederlo, saperlo vivo.
«Seiya!» la sua voce lo fece voltare e rimanere estasiato.
Usagi indossava una gonna corta nera e un maglioncino bianco che la rendeva davvero bella. All'anulare della mano sinistra un anello a forma di cuore
«Usagi eccoti» rispose imbambolato da quella visione.
«Sono qui!» gli disse sorridendogli come aveva sempre fatto.
«Ti ho chiesto di venire per salutarci e poi per parlare di una cosa importante.» proferì deglutendo la saliva.
«Sono qui per ascoltarti.» gli disse lei ma Seiya aveva deciso che con le parole non avrebbe avuto nessuna speranza così poco prima che arrivasse aveva deciso di cambiare tattica. Le si avvicinò e dopo aver sospirato la prese per le spalle e la spinse contro il reticolato.
«Seiya cosa fai?! Lasciami» Usagi incollata alla rete cercava di liberarsi ma il corpo di Seiya glielo impediva, lui era troppo forte e lei troppo debole per liberarsi di lui. Calde lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi mentre le mani di Seiya vagavano sui suoi fianchi.
Usagi aveva paura che presto le avrebbe fatto del male. Farsi toccare da lui era l'ultima cosa che voleva. Seiya non si rendeva conto che Usagi stava piangendo...la passione ardente che possedeva lo aveva reso cieco.
Infatti spostò le mani sotto i fianchi di lei fino a sollevarle la gonna nera ma prima di toccare la parte più nascosta di lei un'enorme mano gli afferrò la spalla e gliela strinse spostandolo. Mamoru con il suo metro e novanta lo prese per il colletto e lo sbatté contro il muro accanto con forza sovrumana mentre Usagi si era messa una mano davanti alla bocca per non urlare.
«Chi ti ha dato il permesso di metterle le mani addosso?» Mamoru aveva spostato le mani sul collo di Seiya che mostrava i primi sintomi del soffocamento.
Usagi piangeva tenendosi le spalle, la paura nel cuore.
«Lei non fa per te Chiba! Merita qualcuno di migliore!» la risposta che gli aveva dato aveva fatto imbestialire di più Mamoru. Nel frattempo erano arrivati anche gli altri.
Taiki e Yaten guardarono il loro fratello appeso al muro e decisero di fare qualcosa ma la principessa Kakyuu li fermò in tempo. «Non sono problemi che ci riguardano.»
Le Inners, invece, guardavano una scena che mai avrebbero voluto vedere.
«Credi che non lo sappia?! Chi sei tu per giudicare le nostre scelte?! Credi di amarla solo perché la conosci da così poco tempo?! Tu non sai cosa Usagi rappresenta per me! Tu non sai come l'ho presa in giro le prime volte o di come l'ho fatta soffrire ma nonostante tutto lei mi vuole ancora accanto. Tu non sai che da quando la conosco mi sveglio il sorriso nel sapere che non sono più da solo che c'è lei al mio fianco. Tu non sai quanto mi rende felice. Tu non sai che siamo destinati a vivere in eterno sempre a fianco l'uno dell'altra. So esattamente di non essere perfetto, sono spesso orgoglioso e irascibile ma so che la amo e che lei ama me così come sono! Di questo non ho dubbi e tu non sei nessuno, ripeto nessuno per metterle le mani addosso.» la dichiarazione indiretta che Mamoru aveva appena fatto ad Usagi aveva dato un segno di speranza ai occhi delle Inners!
«Tu la ami?! E allora perché sei fuggito in America!? Sei un vigliacco Mamoru Chiba, lei ha sofferto e tu non c'eri!» Mamoru strinse ancora di più le mani intorno al ragazzo con il codino.
«Sì la amo e amare spesso significa lasciar andare e Usagi con me l'ha fatto. Mi ha lasciato andare. Non sono stato un vigliacco! Se proprio lo vuoi sapere mi sono confidato con lei prima di decidere, perché in una famiglia le scelte si fanno insieme. Sono consapevole che non avrei dovuto. Questo sicuramente è stato lo sbaglio più grande della mia vita. Sarei disposto a lasciarla andare se sapessi di non essere adatto a lei. Lo farei per lei non per me. Perché amare significa anche questo.» Mamoru lo lasciò cadere a terra ma prima di voltarsi gli sganciò un pugno sullo stomaco.
«Questo era un avvertimento. Non avvicinarti a lei» poi prese la strada delle scale. Usagi che aveva ascoltato e taciuto si alzò e lo rincorse fino ad abbracciarlo da dietro mentre Seiya veniva sorretto dai suoi fratelli.
La principessa Kakyuu guardava senza emettere alcun suono, Sailor Star Fighter aveva sbagliato.
Le mani di Usagi lo circondarono fino a posarsi sui pettorali di lui dove sotto sotto si celava il cuore. Il viso di Usagi appoggiato alla sua schiena era una delle sensazioni più belle che ci fossero. Una mano iniziò a vagare fino ad arrivare proprio al cuore dove rimase ferma, l'altra invece scese fino a prendergli la mano facendo incastrare le loro dita.
Ad Usagi serviva il contatto e lui non l'aveva ancora capito. Mamoru rimasto fermo in quella posizione non fece nulla finché non sentì la parte inferiore della camicia bagnata, bagnata di lacrime, solo allora capì.
«Noi siamo una famiglia!
» disse in un soffio che poté sentire solo lui. «Portami via Mamo-chan.» Mamoru strinse la mano di lei e poi scelse, scelse la cosa giusta da fare, scelse di essere felice. Tolse la mano di Usagi dal suo cuore e si girò verso di lei, aveva scelto e non sarebbe più tornato indietro. Con ancora la mano di lei intrecciata alla sua, fece toccare le loro fronti.
«Se ti porto via poi sarà per sempre!» rispose sottovoce e con gli occhi chiusi.
«Credi davvero che voglia qualcos'altro?» gli rispose lei ormai con gli occhi chiusi cercando l'ultimo briciolo di speranza.
«Ti aspetto giù tra due minuti!» e fu un sussurro poi il moro scese le scale. Usagi non capendo il motivo di quella frase e troppo impaziente per aspettare prese a correre per le scale. Non salutò nessuno e li lasciò lì.
Seiya sul tetto della scuola si accasciò al suolo, non solo aveva perso l'occasione di dimostrarle il suo amore ma l'aveva inevitabilmente spinta verso le braccia del suo rivale. Taiki e Yaten si guardarono mentre la loro principessa si congedava dalle guerriere Sailor.
«Mi dispiace che la mia guerriera abbia intaccato la persona della vostra maestà, non ho scusanti» a quelle strane parole Seiya chiese spiegazioni.
«Fighter! La tua punizione per aver importunato la futura regina di questo pianeta è già stata attuata. Preparati a partire» le ragazze si inchinarono davanti alla principessa e salutarono le Starlights, speravano solo che la loro principessa stesse bene.
Usagi e Mamoru fuori dalla tromba della scale iniziarono a correre mano nella mano finché un acquazzone con li sorprese. Mamoru sotto la pioggia si fermò e dopo aver preso coraggio la baciò stringendola a sé. Erano passati mesi senza vederla, baciarla, abbracciarla e non se lo sarebbe mai perdonato. Le labbra di Usagi avevano ancora lo stesso sapore, sapore d'Amore.
Toccandola e sentendola contro di sé il moro si rese conto che nei mesi in cui lui non c'era stato lei era cresciuta, non solo in forza ma anche nelle forme, le sembrava più donna. Le mani vagarono solo sulla schiena di lei, voleva sentirla sua perché l'amava.
Se Mamoru continuava a giudicarsi e a pensare ad altro Usagi pensava solo a quel bacio sotto la pioggia insieme a lui, in fondo era sempre stata una sua fantasia da esaudire.
Allungandosi si strinse maggiormente a lui, le mani si incastrarono tra i folti capelli neri di lui mentre due bocche si rincorsero affamate in mezzo alla strada. Amore, tristezza, nostalgia, passione erano lanterne di colori che illuminavano le vie di Tokyo.
Due anime innocenti, separate da un destino avverso si erano ritrovate e solo l'amore avrebbe reso saldo quel legame puro

Bagnati fradici entrarono nell'appartamento di lui con ancora addosso l'adrenalina del momento. Mamoru come un fidanzato per bene le prese un asciugamano e dei vestiti puliti. Voleva proteggerla anche dal raffreddore ben sapendo che non si sarebbe mai ammalata.
Mamoru aveva potuto perderla ma non era successo, ora doveva solo pensare a lei, a loro e al loro futuro insieme. In quel letto matrimoniale Usagi si strinse al corpo di lui, aveva i piedi freddi e proprio non riusciva a dormire. Una gamba gli strinse il fianco e lo fece irrigidire ma Usagi non volle fermarsi aveva bisogno di lui, si era sentita sola troppo a lungo.
«Mamo-chan, ho bisogno di te... - disse stringendosi e baciandogli una spalla - ...ho bisogno di te!» Mamoru non aveva mai capito fino a che punto lei avesse bisogno di lui.
In quei due anni l'aveva sempre reputata forte, coraggiosa anche da sola ma solo ora si rendeva conto che aveva bisogno di lui come si ha bisogno dell'aria. Per lui era lo stesso. Un bacio chiuse la bocca di Usagi che bisognosa di amore rispose senza indugiare.
Mamoru le era mancato ed ora non l'avrebbe più lasciato andare. Il bacio divenne troppo focoso e in un momento di lucidità il moro si staccò da lei.
«Mamo-chan, vuoi fare l'amore con me?» la spigliatezza di lei lo aveva perplesso e ora non sapeva cosa rispondere
«Usako io non...» ma come in ogni sfida l'ultima parola spettava a lei.
«Siamo solo io e te Mamo-chan! Amami adesso, ora e per sempre» Mamoru Chiba universitario d'eccellenza di anni 19 aveva avuto il permesso di amarla fino in fondo senza remore e doveva scegliere, ancora.
Fidandosi di lei si lanciò senza guardare indietro, doveva solo amarla, poi il resto sarebbe venuto da sé. 

«Ti amo Usako, ti amo» Con ardore tornò a lambire le sue dolci e rosee labbra, non ne avrebbe mai avuto abbastanza ed ora meno che meno.
Facendola cadere all'indietro la sovrastò senza schiacciarla e riprese il loro perpetuo gioco di lingue. Usagi assaporò ogni attimo imprimendolo nella mente. Era decisa ad andare avanti insieme a lui. Grazie all'aria invernale si strinsero pronti a diventare uniti per sempre. I vestiti, che erano di troppo, furono tolti così nudi e insieme, Usagi e Mamoru varcarono le soglie del Paradiso, con le ali pronte per volare insieme. Si erano ritrovati, si erano amati e nulla avrebbe più potuto separarli.


Nella notte quattro stelle cadenti solcarono il cielo dirette a casa, tra quelle Seiya guardò il pianeta Terra un'ultima volta, si dannava.
La sua punizione consisteva nel non conoscere la fine di quei due innamorati, se si fossero chiariti oppure no ma in fondo al cuore conosceva benissimo l'esito. Se lo meritava e non poteva farci nulla, aveva sbagliato cercando di fare del male all'unica donna che avesse mai "amato" ed ora doveva pagare.
La dannazione eterna lo avrebbe perseguitato fino alle fine dei propri giorni, nella speranza che almeno lei fosse felice.
Voleva a tutti i costi averla non sapendo che lei era già stata una cosa sola, un corpo solo, un'anima sola per l'eternità!
Usagi, principessa della Luna e guerriera imbattibile, non era mai stata sua e lui lo sapeva fin dall'inizio ma non aveva mai voluto crederci.
Decise di lasciarla andare arrendendosi alla sconfitta, perché come lo aveva rimproverato Mamoru amare significa anche lasciar andare e rendere felice qualcun'altro. 

Se dal passato si poteva solo imparare Usagi e Mamoru impararono a non dare più nulla per scontato. Era arrivato il momento di iniziare a vivere e da quel momento non avrebbero più smesso. Cosa c'è di meglio per due anime che sapersi unite per tutta la vita? A questa domanda Mamoru aveva una risposta valida ma che non noi non sapremo mai perché, quella notte la confidò ad Usagi mentre lei dormiva abbracciata al suo petto.

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NdR: Eccomi tornata, questa volta con una fic un po' particolare. Ho stravolto il finale del quinto arco dell'anime storico di Sailor Moon!
Prevedo bastonate dalle fans della coppia Seiya-Usagi ma abbiate pietà di me! Beh spero sia stata di vostrogradimento! Un bacio
MoonPride


   
 
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