Prompt: Abitudine
Numero parole: 385
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L’eco del passaggio risuonò lungo tutta la scalinata, facendo sembrare
quella solitaria attraversata il passaggio di un piccolo esercito.
Nascosti dai capelli, due occhi marroni rivivevano eventi passati.
Ad affiancare quelle visioni fantasma c’erano anche le voci di quei
momenti.
Il loro proprietario fu tentato di digrignare i denti per la rabbia, ma
poi si ricordò che non aveva importanza.
La figura concluse la lunga discesa e iniziò ad attraversare un corridoio
completamente vuoto.
Non aveva bisogno di guardare dove stava andando.
Il solco dei suoi passi nella polvere ormai era fisso.
Tutti i giorni passava sempre lì, da solo.
Non sapeva nemmeno lui perché lo faceva.
Ma sentiva il bisogno di farlo, senza possibilità di negare quel
misterioso sentimento.
Le visioni di prima scomparvero, lasciando il posto ad altre. Alcune delle
quali non aveva idea da dove arrivassero.
Tuttavia, in quella matassa di ricordi confusi, solo pochi nomi
continuavano a venire fuori.
Scosse la testa.
Ormai non aveva più importanza. Aveva concluso le sue ricerche, ora
restava un ultimo passo da fare.
Si fermò di fronte a una cella, la cui porta si aprì da sola, lasciandolo
entrare.
Lì, poggiata a terra inerme, un’armatura blu ricoperta di polvere, con al
suo fianco una strana spada la cui forma ricordava vagamente una chiave
gigante, lo fissò.
La figura si sedette su una sedia di legno lì presente.
“Ciao, vecchia amica mia.” Disse, quasi aspettandosi una risposta.
Risposta che ovviamente non arrivò.
“Sai, potresti anche darmi un segno ogni tanto. Vengo qui tutti i giorni,
ma non cambia mai nulla.”
L’armatura rifletté quel poco di luce presente.
“Ancora mi chiedo chi tu sia…” Continuò a parlare. “È un peccato che
queste nostre chiacchierate debbano finire. Ma domani è il grande giorno.”
Dicendo ciò si alzò, lasciando cadere a terra la sedia e alzando così una
piccola nuvola di polvere.
“Il Maestro si è dimenticato della tua esistenza. Dopotutto, è un
codardo.”
Chiuse gli occhi, per poi riaprirli poco dopo, stavolta di color oro.
“Arrivederci, amica mia. Riprenderò presto questa mia routine, non
temere.”
Tornò sui suoi passi, fermandosi al ciglio della stanza.
E lì lasciò cadere a terra un oggetto che aveva sempre avuto con sé.
Una piccola stella di cristallo marrone, che affondò dolcemente nella
polvere.
Xehanort si allontanò proprio come tutti gli altri giorni.