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Autore: Nymph    19/08/2009    3 recensioni
Una storia senza pretese sulla nuova generazione di Hogwarts.
In particolare la storia parla delle (dis)avventure del maggiore dei 3 figli di Parry, James Sirius Potter.
Spero che la storia vi piaccia, le recensioni sono più che gradite ^^
S.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. James Sirius Potter.

James si svegliò di soprassalto, il respiro ancora accelerato dall'incubo appena finito.
Cercò di districarsi dalla prigione di coperte che lo avvolgeva, e si sentiva sudato.
Questa volta non aveva urlato, si sentì già più tranquillo al solo pensiero. Gli dava infinitamente fastidio urlare nel sonno e così svegliare i suoi compagni di stanza. In quel modo lo avrebbero visto come un 16enne spaventato e di certo un Potter non poteva apparire spaventato.
Si alzò lentamente e scalzo si diresse verso il bagno del dormitorio. Sentiva il pavimento ghiacciato sotto i piedi, ma era una sensazione benefica, lo riportava passo dopo passo verso la realtà.
Si chiuse la porta del bagno alle spalle e si bagnò il viso e il collo con l’acqua fredda del lavandino, la sensazione di benessere fu quasi immediata.
Avrebbe fatto volentieri anche una doccia fredda, ma non voleva svegliare gli altri. Tornò nella stanza senza più voglia di dormire, prese quindi la sua fidata bacchetta dal comodino accanto al suo letto e più silenziosamente che poté si diresse verso l'unica finestrella presente.
Si sedette sul davanzale e guardò fuori verso l'orizzonte, si intravvedeva già un certo chiarore, restò a guardare l’alba perso nei suoi pensieri per qualche minuto, la stanza era silenziosa eccetto un lieve russare dell’amico Baston.
James appoggiò la testa contro il vetro della finestra e osservò ancora un po’ l’orizzonte, non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma guardare il tramonto lo faceva sentire quasi romantico. Si alzò cercando di scacciare quel pensiero da “femminuccia” e notò una piccola scritta incisa magicamente sul cemento del davanzale della finestrella.
"R+H+H AMICI", non riconosceva la grafia, ma era sicuro che a intagliare il cemento fosse stato un incantesimo di suo padre.

Suo padre; il "il prescelto" ancora così a volte veniva chiamato dalla gente; la storia di Voldemort aveva scosso pesantemente il mondo dei maghi, e anche ora, dopo così tanto tempo, alcuni avevano paura di pronunciare il suo nome, come se fosse ancora maledetto.
Essere il figlio del "ragazzo che è sopravvissuto" non era tremendo come si era immaginato quando aveva cominciato la scuola, all’inizio era stato sommerso di domande riguardanti ogni minuto della battaglia finale, tutti davano per scontato che il padre a casa non potesse parlare d’altro che di quell’evento.
Mai idea era stata più sbagliata. Non solo Harry non ne parlava mai, ma aveva fatto anche un grande sforzo nello spiegare loro genericamente lo scontro.
Non si poteva negare la sua delusione mischiata a quella dei suoi fratelli, Albus e Lily, ma dopo una dura ramanzina della madre, Ginny, avevano accuratamente evitato di insistere.

Lui era quello che più in assoluto assomigliava a James Senior, sia come carattere che come fisionomia. Ed era proprio a causa di quel carattere così simile a quello del nonno, che quei sei anni di scuola erano diventati sei anni di guai. Se poi aggiungiamo la presenza della mappa del malandrino e del mantello dell'invisibilità possiamo creare il perfetto triangolo per la carriera di malefatte e scherzi vantata dal ragazzo.

Sembrava che il mondo al di fuori di Hogwarts stesse già cominciando a svegliarsi, c’era qualcosa che volava nel rosso cielo del mattino, ma James non riusciva a capire cosa fosse.
Aveva di nuovo scordato di prendere gli occhiali. Non era cieco come suo padre, ma provava fastidio a mettere sempre a fuoco il mondo costantemente soffuso che gli si presentava senza occhiali.
Si passò distrattamente una mano fra i capelli, ormai questo gesto lo caratterizzava, non si sentiva a suo agio se almeno una volta ogni dieci minuti non si arruffava i capelli.
Da un lato lo faceva per puro vanto, era conscio del fatto di essere bello e sapeva che quel piccolo gesto faceva impazzire tutte le ragazze di Hogwarts.
Dall’altro lato si rendeva conto che così facendo diventava la precisa fotocopia di suo nonno. Lo rendeva orgoglioso il fatto di essere il nipote di un uomo morto così coraggiosamente.

Guardò di nuovo fuori dalla finestra, ormai il sole stava spuntando prepotentemente, di lì a poco anche Hogwarts si sarebbe svegliata.
Agitò con aria divertita la bacchetta mormorando qualcosa; dell'acqua comparve dal nulla e si riversò sull'addormentato Baston, che spalancò gli occhi sbraitando con voce folle
« DANNAZIONE JAMES E' GHIACCIATA! ».
James rideva come un pazzo mentre scappava a gambe levate giù per le scale verso la sala comune di Grifondoro, inseguito dall’amico ancora fradicio. Così cominciava la giornata per lui.



Note:
Sono tornata! =) Anche presto rispetto a ciò che avevo immaginato.
La storia è stata corretta e rivista, in questo capitolo ho modificato poco, sarà già a partire dai prossimi capitoli che noterete le modifiche più grosse.
Beh, spero che mi lascerete qualche recensione per farmi sapere se questa piccola storia vi piace.
Basci

S.
  
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