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Autore: sese87    12/10/2020    0 recensioni
Questa storia è una raccolta di piccoli momenti nati da improvvisi lampi di ispirazione.
I protagonisti principali saranno Bulma e Vegeta, ma il loro rapporto sarà analizzato anche grazie al loro interagire con altri personaggi importanti di Dragon Ball.
*Per il momento il rating è verde, ma non escludo che in futuro possa alzarsi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Mi sono resa conto di aver dimenticato l’introduzione e quindi edito per aggiungerla. Questa è una storia spoiler, ambientata dopo i più recenti avvenimenti di Super, e di preciso dopo lo scontro con Moro che al momento non sappiamo come potrebbe finire. Durante quello scontro, Vegeta realizza diverse cose riguardo il suo passato e così ho cercato di immaginare i suoi pensieri quando torna da sua moglie. Sono rimasta piuttosto generica sugli avvenimenti descritti e sulla battaglia, perché si sa ancora poco. Ciò detto, spero che questa piccola flashfic/drabble vi piaccia! Buona lettura! JKH_H

Among the hounds of love
I feel your arms surround me
I’ve always been a coward
I never know what’s good for me

-Hounds of Love-Kate Bush

 

«Incredibile!» Non avesse voglia dopo tanto tempo. Bulma si ritrasse, appoggiandosi allo schienale del letto, affondando nel cuscino, le lenzuola le coprivano il petto. Non riusciva proprio a capirlo. A volte avrebbe voluto essere Goku! Entragli in testa con la fusione, essere uno solo. Quanto era invidiosa di quel primato!
«E a cosa stai pensando?» Così crucciato, seduto nudo sul letto, il ventre coperto, e rivolto alla finestra, alla notte, non a lei, Peccato! «Si può sapere?»

Sarebbe stata una domanda per Zuno. Ma anche se avesse saputo il conteggio esatto, Vegeta non avrebbe saputo che farsene. Quante persone aveva ucciso?
Il passato restava passato e a lui l’inferno?
Se l’era meritato, e lo avrebbe meritato ancora, nonostante tutto: non uomo di Freezer, ma comunque un “cattivo”.
«...Vegeta?»
«Uh? Hai detto qualcosa?» 

Aveva decisamente la testa altrove, Goku forse? Non sarebbe stata la prima volta.
Gli allenamenti, i combattimenti, la rivalità...qualsiasi cosa lo distraeva dal darle attenzioni. E avevano appena provato ma non c’era riuscito, pesandole appena addosso, senza trasporto e senza passione, ingarbugliato in chissà quali altri pensieri, Al solito!
«Ti ho chiesto a cosa stai pensando, Vegeta.»
«All’aura di Moro.»
Si mise a sedere anche lei e, nell’andargli accanto, le si scoprì il seno. Così avrebbe fatto gola a chiunque, ma non a Vegeta: era un uomo diverso, ben altra solfa.
«E perché, scusa?»
Si voltò a guardarla negli occhi, indugiò su quanto la sua mente non si fosse mai soffermata abbastanza.
«Provi mai rancore verso di me?»
«Parecchio in questo momento!» E per una volta che Bra dormiva tranquilla.
«Cretina!» Si distolse. «Non intendevo quello.»
Bulma si appoggiò alla sua spalla, si strinse al suo braccio. «Perché dovrei?»
«Perché non dovresti?»
Tornò dritta. «Vegeta, ma che ti prende?» Gli puntò un dito contro la guancia, «Non è da te!»
«Perché non lo sarebbe?» Schioccò. Lo aveva anche chiesto ai namecciani, E non permetterò che altri di loro periscano!
«E poi cosa c’entra l’aura di Moro?»

È come se tante persone urlassero di dolore. Intere popolazioni di innocenti distrutte.
Conquistiamo pianeti e li rivendiamo al migliore offerente, Vegeta non aveva che eseguito gli ordini di Freezer, ma era indubbio gli fosse piaciuto ferire, I traditori vanno puniti, gli uccideremo il figlio davanti agli occhi.
Non era stato piacevole, fare i conti con se stesso attraverso l’aura di Moro.
Bulma gli accarezzò una guancia, esortata dal suo silenzio. «Allora?»
Non riuscendo a resistergli, gli passò un braccio intorno alla vita, gli finì poi in grembo, stringendosi al suo corpo nudo, la figura asciutta; gli sfiorò uno zigomo con la punta del naso. «Me lo dici?» Lo baciò sul petto, un bacio sulla spalla, sul collo. La punta delle dita sui suoi addominali scolpiti, l’ombelico...adorava la sua cresta iliaca! Lo sentì irrigidirsi, ma non dove avrebbe voluto. «Oh Vegeta, mi ascolti?!»
«Ho ucciso molte persone.»
A quel punto Bulma si scostò, le mani sulle sue spalle. «E ti senti in colpa?»
Si sarebbe sentito così piccolo nell’ammetterlo direttamente. E c’era andato vicino su Neo Namecc.
Non lo ammise. Non disse più niente, per non ferire ulteriormente ciò che aveva creduto appartenere all’orgoglio saiyan. Potevano anche far altro i saiyan, votarsi al bene, ad esempio. Lo aveva visto.
Ma non era neanche questo il punto! E quel tarlo di dubbio si posò tra le sue sopracciglia scure arcuandole; distolse ancora una volta lo sguardo. Una ruga sulla fronte.
Iniziava a vedersi come lei lo aveva sempre saputo? Si spogliò di qualsiasi desiderio, le restò soltanto la voglia di abbracciarlo. «Sono l’unica che può mandarti all’inferno, Vegeta.»
Se la scollò di dosso, si coprì con le lenzuola, schiuse le labbra per darle, finalmente, una dannata risposta, ma Bra scoppiò a piangere nella stanza accanto. Allora scese dal letto, «Vado io.» Si rivestì. E lei rimase a bocca aperta, per l’ardire di essersela svignata senza ritegno. 

Trunks si strinse alla ringhiera della culla. «Quindi anche tu piangevi? E veniva tuo papà a controllarti?»
Altamente improbabile. «Forse. Non lo so.»
«Non ricordi?»
«No.» Comunque suo padre era diverso. Suo padre era stato un re.
Bra gli sorrise, adesso tranquilla tra le sue braccia.
«E io piangevo?» Chiese ancora Trunks.
«Spesso.»
«E venivi a prendermi?»
«Ogni tanto.» Tutte le volte che Bulma avesse voluto. Lo costringeva, Un po’ per uno, Vegeta! E senza toccarlo restava con lui finché non avesse smesso. 

Aveva torturato i suoi amici, minacciato di ammazzarla, ad un certo punto l’aveva persino lasciata; l’aveva anche rinnegata. Non le aveva dato nulla più di quanto non si fosse sforzato di darle.
Per loro due l’eternità insieme non sarebbe esistita.
Solo una pazza lo avrebbe amato nonostante!
Bulma si staccò dallo stipite della porta dal quale li aveva osservati e li raggiunse. Passò una mano tra i capelli di suo figlio.
Bra ignorava la loro storia e Trunks ne sapeva abbastanza di Vegeta da pensarla come lei: aveva salvato la vita di entrambi. 

Guardò sua moglie e la loro bambina, innocente, in braccio. Bulma, continuando il discorso, disse: «Lo so che ti dispiace, Vegeta.» Non trovò altre parole che quelle.
Trunks gli tirò la maglietta. «Di cosa ti dispiace, papà?»
Sua moglie gli rivolse l’ennesima carezza. «Ti perdono.»
Le tirò la vestaglia. «Per cosa, mamma?»
Vegeta non avrebbe mai vissuto diversamente da come in passato: potendo scegliere, avrebbe scelto la stessa strada derelitta. Non avrebbe maturato le conclusioni di quel luminoso attimo, altrimenti.
Bulma, almeno, se lo augurò, per essere guardata in ogni dimensione con così tanto amore infinito e trasporto.
Svanita la tempesta. Il cuore calmo.
Vegeta; così come lei lo aveva sempre saputo. E non ci fu bisogno di aggiungere altro o dire niente.
«Ma per cosa ti dispiace, papà?»

 

Fine

 

Note: I passi in corsivo sono presi dal manga. Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
   
 
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