Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Introspettivo, Fluff, Commedia.
Avvertimenti: estremamente demenziale, suppongo.
Prompt: #3. Rossetto.
Contesto: missing moment prima parte della S1.
 

Comportamenti illeciti

{ 372 parole }


 

Non è un segreto che trovi la maggior parte dei casi di una noia mortale, ha reso lui stesso quel concetto in modo chiaro in più di  un’occasione. Tuttavia, quella volta la disattenzione che dimostra non è assolutamente colpa sua. 
«… Lucifer...»
Lui, a onor del vero, sta mettendo in pratica tutto l’impegno possibile per restare concentrato sul caso.
«… Lucifer...»
E sul sospettato semi-terrorizzato/semi-confuso seduto di fronte, che da accordo dovrebbe aiutare a interrogare - e se c’è una cosa su cui si può star certi è che lui rispetta sempre la parola data.
«… Lucifer!»
Il tono di voce della Detective è abbastanza alto questa volta da riuscire finalmente a spostare la sua attenzione (che, nemmeno a dubitarne, era comunque focalizzata su di lei. Be’, su una zona precisa di lei).
«Se non hai intenzione di aiutare e vuoi passare la giornata tra le nuvole, allora vedi di farlo da un’altra parte. Sto cercando di prendere un assassino, qui, se non te ne fossi accorto.»
Come al solito l’irritazione della Detective è trasparente come l’acqua e Lucifer si prepara a combatterla con la sua parlantina e l’evidenza dei fatti - la sua presenza è, in pura verità, una risorsa utile, se non necessaria - ma. Quando la Detective si è voltata completamente verso di lui e ha iniziato a parlare, ecco che la sua attenzione è di nuovo persa e le parole che stava per pronunciare restano incastrate sulla lingua.
«… Oh-- non mi stai ascoltando. Di nuovo!»
Stavolta Chloe smette di cercare di parlargli e si alza per passare al prossimo interrogatorio.
Maledizione!
«Detective! Aspetta!»
Perdere del tutto il contatto visivo lo riporta in modo brusco completamente alla realtà e si affretta a raggiungerla a grandi passi.
«Questa volta non è colpa mia!»
Arriva ad affiancarla appena in tempo per vederla alzare gli occhi al cielo. «Oh, certo. Sempre a scaricare agli altri le colpe dei tuoi comportamenti sbagliati. Dovresti aumentare le sedute di terapia, non credo che quelle attuali siano sufficienti!»
«La terapia non c’entra affatto col problema!» esclama esasperato, rispecchiando perfettamente lo stato d’animo della sua partner.
«E quale sarebbe il problema?»
Senza che possa evitarlo, lo sguardo torna a cercarle le labbra.
«Dovevi proprio mettere il rossetto al lavoro?!»