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Autore: Salazarr99    19/10/2020    1 recensioni
Il moro comprende in pochi secondi cosa ha catturato il suo sguardo: dietro le nuvole, in quel cielo ancora chiaro illuminato dagli ultimi bagliori del sole, si intravede una luna quasi piena. Ogni mese sembra che l’astro celeste torni a colpirlo con i suoi demoni, a ricordargli che molte delle cicatrici sul proprio corpo e su quello del compagno le ha inflitte lui stesso. Sirius lo tira a sé, lo stringe. - Anche questa luna la supereremo insieme, va bene?
What if - Dopo la guerra magica, Remus Lupin riflette sulle scelte della propria vita che lo hanno allontanato dall'uomo che ama.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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Stuck in a dream.


Il sole splende docile sulla Londra babbana, illuminando della sua tenue luce il giardino di fronte al porticato. È la prima giornata di sole da almeno una settimana, sembra quasi stia finalmente giungendo primavera. 

Un uomo è assopito su una grande sedia in vimini, proprio sotto il porticato. Ha gli occhiali un po’ storti sul naso, un libro semiaperto in grembo. 

- Remus, ti sei di nuovo addormentato mentre leggevi? 

La voce chiara e profonda di un uomo dietro di lui lo desta. Si gira lentamente, mentre toglie le lenti da lettura e si stropiccia gli occhi. - Buongiorno Sirius, a quanto pare non me ne sono accorto nemmeno stanotte. 

L’uomo si passa una mano fra i capelli: sono ancora ricci e indomabili, il nero intenso è ormai screziato da qualche capello bianco. Si avvicina alla sedia, guida la testa del compagno ad appoggiarsi al suo addome. - Mi sento solo se mi sveglio senza di te. - confessa, senza imbarazzo.

Lupin sorride, piacevolmente stupito. - Non lo farò più. - sussurra, mentre ascolta i primi rumori del mattino sentendo l’odore del profumo speziato di Sirius. 

La loro giornata procede con una normalità disamante: fanno la spesa in un supermercato, cucinano, salutano i vicini. La tranquillità domina la loro casa e la pace sembra essersi finalmente impossessata dei loro animi. 

Nel pomeriggio Lupin vede dalla finestra Sirius correre in giardino: è nella sua forma di animagus e gli sembra più in forma che mai. Sorride e scende le scale di corsa, ansioso di raggiungerlo e scherzare con lui come quando erano ragazzi. 

Mentre il cane corre verso di lui e lo atterra con forza, ride e si chiede cosa pensino i loro vicini nel non vedere mai suo marito e il “suo cane” insieme nello stesso momento. Potranno fare tutte le assunzioni possibili, nessuna di queste si avvicinerà mai alla realtà. 

Il pomeriggio presto diventa sera. Sirius è tornato nella sua forma umana ed è seduto in giardino con lui: amano molto la natura e cercano di goderne per quanto possibile. Remus lo sente parlare in sottofondo, mentre mastica dei biscotti. Non gli sta dando attenzione, guarda il cielo sopra di lui. 

Il moro comprende in pochi secondi cosa ha catturato il suo sguardo: dietro le nuvole, in quel cielo ancora chiaro illuminato dagli ultimi bagliori del sole, si intravede una luna quasi piena. Ogni mese sembra che l’astro celeste torni a colpirlo con i suoi demoni, a ricordargli che molte delle cicatrici sul proprio corpo e su quello del compagno le ha inflitte lui stesso. Sirius lo tira a sé, lo stringe. - Anche questa luna la supereremo insieme, va bene? 

Remus annuisce. Vorrebbe dire di sì, ma non ha voce per parlare. Si volta verso Sirius e lo bacia: attende come sempre che il sapore delle sue labbra lenisca dolori e ferite. Si dice, però, che scappare da tutto e vivere fra i babbani è probabilmente la scelta migliore che abbia mai preso.

- Ti amo. - gli dice, poi. L’altro annuisce, sorridendo. - Come potresti non amarmi? 

 

Il risveglio è sempre terribile e doloroso. Remus si sveglia sempre in preda a tormenti dopo le notti di luna piena: nonostante la pozione antilupo, ogni trasformazione gli sembra togliergli sempre più energie. È felice solo perché, quando finalmente il lancinante dolore fisico lo abbandona, riesce a dormire, cosa che non gli riesce molto bene da anni ormai. Il sonno è così profondo che riesce persino a sognare, e nei suoi sogni può finalmente rivedere il suo volto, sentire la sua voce, immaginare anche solo per un istante che le cose siano andate diversamente. 

Si alza in piedi, indolenzito. Si guarda allo specchio: gli sembra di avere gli occhi più vacui del solito, un volto che ormai non riconosce più come proprio. Tocca con le dita la cicatrice che ha sul volto, ne segue tristemente i contorni: è come un rituale, un modo per avere qualcosa di sé che rimane sempre uguale, che potesse anche minimamente aiutarlo a riconoscersi. 

Si volta e guarda la foto che ha incorniciato con cura e appeso al muro. I membri originari dell’Ordine della Fenice gli sorridono dalla foto, gli occhi decisi e pieni di speranza. Guarda prima se stesso, poi James. Il cuore sembra stringersi quando arriva al volto di Sirius. Lo tocca con un dito, come se lo accarezzasse. Non ha niente di lui oltre che quella foto. Nemmeno un corpo da piangere, una lapide a cui far visita, nulla. Solo quella vecchia foto e il ricordo sbiadito che ha del suo volto. 

Perché non siamo rimasti nella Stamberga quando me lo hai chiesto? Perché non sono venuto con te quando sei fuggito? 

Si pone quelle domande ogni giorno, mentre il dolore e il rimorso consumano tutto ciò che di lui è rimasto.

Non prova nulla che non fosse vuoto e sofferenza, immensa disperazione nel tentativo misero di provare ancora a vedere i ridenti occhi di Sirius Black.
 

  
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