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Autore: efferey    21/10/2020    0 recensioni
Quindicesima storia per il #writobert 2020
» Prompt: 15 - Hospital AU
» Personaggi: Trafalgar D. Law x Baby5
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baby 5, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Hospital AU

Trafalgar D. Law x Baby 5


Quel posto era un vero inferno e Law lo sa fin troppo bene, visto e considerato che ci lavora praticamente da una vita intera. E’ entrato per la specializzazione in chirurgia generale e non ne è più uscito, un po’ per via dei colleghi ed un po’ perché la vita frenetica che si era instaurata lo attirava come una calamita attira il ferro. Lui ha un fisiologico bisogno di ritrovarsi sempre impegnato, così lo studio ed il lavoro lo tengono lontani dai pensieri quali la sua famiglia ed il male che un tempo gli era stato volontariamente arrecato. Non sa quando fermarsi, fa turni di ben dodici ore, arrivando quasi a dormire in piedi, ma quello è il genere di lavoro che non cambierebbe con nulla al mondo.
Quel giorno ha assistito il suo superiore, Marco, in una delicata operazione di un politrauma in arrivo al pronto soccorso.
Sembrava esserci stato un pesante incidente che aveva coinvolto troppe macchine ed i feriti, anche gravi, erano giunti tutti nel loro ospedale, e lui, in quanto specializzando ed avendo il turno al pronto soccorso, si era ritrovato pronto per gestire il casino immenso che gli era piombato addosso, compresa la sala operatoria.
Aveva ancora le scarpe sporche di sangue ormai rappreso, durante l’estrazione di una lamina dal petto di un uomo, era stanco e le occhiaie che di solito aveva sembravano essere ancor più profonde del solito.
Eppure, quell’aura decisamente affranta dalla vita, riusciva ad essere spazzata via grazie all’arrivo dell’infermiera più carina di tutto l’ospedale.
Possibilmente dell’intera città, se proprio doveva essere sincero.
Si è sempre domandato di cosa potessero profumare i lucenti boccoli di Baby5, intenta ad aiutarlo mentre gli passava le cartelle cliniche con quel suo solito sorriso spensierato sulle labbra.
E poi il vederla correre fra i corridoi seguendo gli strutturati era il miglior passatempo che uno silenzioso come lui potesse permettersi, visto e considerato quanto poco parlasse Law. Perfino con i suoi amici non parlava molto, figurarsi con una come lei.
Irraggiungibile.
« Dottor Trafalgar, va tutto bene?»
Sì, la melodiosa voce che giunge alle proprie orecchie, mentre prova a compilare l’ennesimo referto clinico, è proprio quella della mora, adesso con i capelli parzialmente legati e l’aria altrettanto stanca.
Ma sorridente.
Quel dettaglio Law lo nota anche se non lo sottolinea.
« Sì—… tu? Ho visto che sei andata nel post-operatorio del mio paziente.- si limita a commentare prima di riprendere a scrivere sulla propria cartella. -Hai fatto un buon lavoro.» 
E le gote di lei sembrano tingersi immediatamente di rosso, donandole colore che sembra renderla ancor più carina di sempre.
« Davvero? La ringrazio tantissimo, ma non è paragonabile al lavoro che ha fatto lei. Gli ha salvato la vita, è stato meraviglioso, come sempre del resto. Adesso però mi dispiace, devo andare perché mi stanno chiamando col cercapersone.  Ci vediamo in giro, Dottore. »
Le parole di Baby5 lo colpiscono in pieno petto, spingendolo ovviamente a fermarsi ed a meditare profondamente su quanto gli è appena stato detto.
Sembra davvero essere sincera mentre lo elogia con tanto ardore e lui si limita a guardarla con la coda dell’occhio, mentre ella s’allontana stringendo le sue cartelle.
Ma ecco che Law aggiunge poche e semplici parole.
« Baby5—… ti—… andrebbe di bere qualcosa una volta finito il turno?»  lo domanda a bassa voce, quasi per paura che altri possano sentirlo e prenderlo in giro.
Ed allora la giovane ragazza si volta, gli sorride in modo incoraggiante e poi si morde il labbro inferiore, come sempre quando è nervosa del resto.
« Direi che si può fare. Stacco alle otto, ci vediamo al solito posto, d’accordo? »
Perché loro dell’ospedale avevano un “solito posto”, ovvero un bar all’angolo della strada dove ogni sera si andava a bere. NOn importava che tu fossi infermiere, strutturato o specializzando, li in quel locale ognuno era semplicemente sé stesso, per questo a Law quel posto piaceva.
Dunque, con la promessa di rivedersi li, una volta tanto il moro riprende il proprio giro di visite un po’ più sereno del solito.

 

   
 
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