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Autore: Tabheta    24/10/2020    2 recensioni
IwaOi|POV!Iwaizumi
"Non si direbbe emozionato, ma nemmeno impaurito. A lui, i vuoti d’aria, non danno fastidio come ad Oikawa. Alla fin fine, anche il compagno non ne è realmente spaventato, ma, quando sono insieme ed ha modo di prendergli la mano, Tooru gli sorride grato: quello fa girare il suo mondo ed anche se finge – teatrale come al solito – a nessuno dei due dispiace."
[Questa storia partecipa al contest fiume "Acquerelli", indetto da Juriaka sul forum di efp]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Iwaizumi Hajime, Oikawa Tooru, Ushijima Wakatoshi , Takashi Utsui;
Coppia: IwaOi;
Prompt: vuoto;
Genere: introspettivo (POV!Iwaizumi);
Note: l'OS è ambientata durante il time-skip e vuole scavare nei sentimenti di Iwaizumi dopo la partenza di Oikawa. Ci sono delle distorsioni rispetto alla continuity originaria del manga, anche se sono veramente impercettibili, mi scuso a priori, ma serviva piegare alcuni eventi al mio volere (forse sono solo megalomane, chissà) 
distraili ora con una scusa inoppugnabile a fini di trama . 
Scrivo su questa coppia per la prima volta, speriamo di far bene ._.
Buon divertimento, dato che, per una volta, il fluff è incluso <3



Vuoti d'aria




Oikawa sta partendo, si ripete Iwaizumi, mentre fissa Tooru trascinare allegro il trolley per i corridoi fin troppo lisci dell’aeroporto. Fuori il cielo è grigio, inconsistente quasi dovesse assorbire ogni cosa dell’ambiente circostante. Anche Iwaizumi si sente così, come un gigantesco buco nero, a metà tra il dentro ed il fuori, ad un passo dall’inghiottire tutto. In realtà vorrebbe piangere ed urlare, ma tutto ciò che riesce a fare è seguire passivamente Oikawa, che non riesce a stare zitto nemmeno un minuto, interrogandosi ora sull’adeguatezza del proprio abbigliamento, ora lamentandosi del meteo e della sua paura dei vuoti d’aria.

Hajime lo lascia fare, un po’ perché non ha la forza di ribattere, un po’ perché già ne sente la mancanza. La verità è che se potesse gli prenderebbe la mano e correrebbe via alla velocità della luce, ma non vuole fare questo torto ad Oikawa. Non vuole mettergli anche quel peso addosso, non in un momento così delicato della sua vita, ma soprattutto felice. Perché se Iwaizumi sentiva che sarebbe potuto morire da un momento all’altro – in quell’istante, in quella frazione di secondo una voragine lo stava per inghiottire nel più buio degli inferni – Oikawa era felice.

Non era una colpa, ma una verità fattuale: Tooru quando giocava a pallavolo era felice. Lo era anche quando stava con lui, ma Tooru aveva deciso comunque di partire per il Brasile. Ad Hajime andava bene, non immaginava altro futuro per lui, né poteva amarlo di più se non quando aveva il piacere di vederlo giocare, eppure, non riusciva a non incolparlo. Tooru andava in Brasile a fare ciò che amava di più al mondo, mentre a lui cosa restava?
Iwaizumi stringe la mano di Oikawa e lui restituisce la stretta, perché Tooru non è affatto stupido ed è consapevole di tutto ciò che non dice e non fa. Lo guarda negli occhi, si gira verso di lui, lo abbraccia. Adesso gli occhi gli prudono e la voglia di stringerlo è così forte che non riesce ad assecondarla, altrimenti, pensa tra sé e sé, Oikawa non partirà.

Ma lui cosa vuole? Vuole che parta?

Hajime respira profondamente, riprende Oikawa per la mano e lo trascina verso il gate. Fa di tutto per non guardare verso di lui, perché sa che sta piangendo.
 

*
 

Oikawa è partito, lo ha visto salire sull’aereo, non si torna più indietro. Iwaizumi sospira, fissando il punto in cui l’apparecchio, dopo una breve rincorsa, si è tuffato per poi sparire tra nuvole grigie. Ci saranno sicuramente vuoti d’aria e gli si stringe lo stomaco all’idea di non essere lì, quando Oikawa chiuderà gli occhi e si farà piccolo piccolo sul sedile.

In fondo, si ripete, ce la possono fare – ce la può fare. Adesso Tooru è lontano ed è finalmente libero di piangere a suo piacimento.
 

*


La prima volta che lo chiama è rilassato, quasi ci crede veramente che non gli manca. Anche se lo vede attraverso uno schermo, i suoi colori sono sbiaditi ed il suo sorriso piatto, Iwaizumi vorrebbe sfondare le dimensioni pur di poterlo toccare davvero.

È lì, ma non è veramente lì mentre gli racconta di quanto faccia caldo in Brasile, di quanto i suoi compagni di squadra lo facciano sentire a casa. Quando è il suo turno di raccontare Hajime esita, perché sulla punta della lingua ha sempre gli stessi rimpianti ed allora tace, di nuovo.

Perché sei partito?

Aleggia sempre tra di loro come un demone invisibile ed è così pesante che Oikawa se ne accorge, e smette di raccontare delle più piccole sciocchezze quotidiane per osservarlo silenzioso.
Iwaizumi sta per esplodere di risentimento come un cane abbandonato, ma poi realizza:

che colpa ne ha Oikawa?

Ed è in quel momento il mondo cambia faccia. Non è più tutto un perché te ne sei andato, ma piuttosto un perché io sono ancora qui. Incredibile che, perché Iwaizumi Hajime pensasse a cosa volesse fare lui della sua vita, Oikawa dovesse andare fino in Brasile.

Tooru gli sorride incoraggiante dall’altro capo dello schermo, mentre gli chiede come sta. Bene, ha appena realizzato che nemmeno lui ha intenzione di fermarsi.
 

*
 

Non passano nemmeno due settimane che Iwaizumi è a sua volta su un aereo. Non si direbbe emozionato, ma nemmeno impaurito. A lui, i vuoti d’aria, non danno fastidio come ad Oikawa. Alla fin fine, anche il compagno non ne è realmente spaventato, ma, quando sono insieme ed ha modo di prendergli la mano, Tooru gli sorride grato: quello fa girare il suo mondo ed anche se finge – teatrale come al solito – a nessuno dei due dispiace.

Ogni volta che evoca la sua immagine si sente in debito, perché se non fosse stato per lui non avrebbe mai trovato una risposta alla propria rabbia. Perché se Hajime era frustrato, era per colpa sua e di nessun altro.

Voleva ringraziarlo di persona, ma non era ancora pronto. Voleva avere qualcosa da raccontargli, la prossima volta che si sarebbero rivisti.
 

*
 

Hajime è partito per l’America come se dovesse star via un paio di giorni. Nel borsone non ha messo nulla di adatto alle sue esigenze giornaliere e vorrebbe solo prendersi a ceffoni. Esce dall'ostello anche peggio, praticamente senza giacca e con la tuta che usa anche come pigiama. Come in ogni situazione della vita in cui si trova impreparato, quello è il momento in cui avvengono i maggiori rovesciamenti – per esempio, Oikawa lo aveva conosciuto alle scuole medie, mentre usciva dallo spogliatoio privo di qualsiasi tessuto che proteggesse le sue nudità, vittima di uno scherzo. In effetti, doveva immaginare che sarebbe stato colto in fallo, visti i precedenti.

All’angolo della strada, infatti, finisce contro un gigante corazzato. Alza gli occhi, e forse ha le traveggole, perché il volto familiare che si ritrova a due centimetri dalla faccia è quello decisamente poco rassicurante di Ushijima Wakatoshi, il quale lo guarda neutrale, come se non fosse sorpreso di aver incontrato un suo conoscente dall’altra parte del globo.

Stiamo scherzando.

 
*
 

Ushijima gli salva letteralmente la vita, e non solo perché il suo inglese è ottimo, ma anche perché è il figlio di quello che vorrebbe rendere il suo mentore.
Takashi Utsui non ha nulla in comune con Wakatoshi, il suo carattere è solare e gli piace discorrere di ciò che lo appassiona. Quando Iwaizumi lo sente parlare si illumina a sua volta. Anche lui vorrebbe essere qualcosa di simile per gli altri, ed allora si tranquillizza, perché sente di essere sulla strada giusta. Per la prima volta qualcosa gli fa stringere lo stomaco tanto quanto Oikawa – forse un po’ meno, dato che in questo momento gli manca da impazzire e sente che se potesse sarebbe disposto a sorbirsi le sue chiacchiere per giorni e giorni.
Anche Ushijima non è male, meglio che averlo dalla parte opposta del campo. Hanno molte cose in comune e spesso la sera si fermano insieme a chiacchierare. Certe volte si pente di averlo odiato così aspramente come quando la rivalità con Tooru glielo aveva spinto contro. In fondo, finché faceva in modo di rimanerci, dalla parte opposta del campo, Hajime poteva anche sopportarlo.

Manda un loro selfie ad Oikawa.

Ride tra sé e sé, pensando alla faccia di Tooru quando aprirà il messaggio.

 
*
 

La stomaco di Hajime sta facendo mille giravolte, mentre attende che il maledetto aereo atterri. Iwaizumi non riesce a capire se sta tremando per le turbolenze o per il pensiero di riabbracciare l’idiota, il suo idiota.

Il vuoto alla base della pancia si fa enorme, quando non trova nessuno in sala d’attesa. Rivede sé stesso in quei mesi e si chiede 
dove ha sbagliato. Ma dura qualche secondo, perché Oikawa arriva trafelato e gli salta al collo, piagnucolando scuse per il ritardo, il traffico, lo sciopero degli autobus. Iwaizumi non è arrabbiato. Lo guarda negli occhi e gli sembra che il pavimento si sia fatto più stabile.
Gli racconta di tutto quello che ha fatto in quei mesi. Tooru ride di gusto, anche se è geloso del tempo che ha passato con Ushijima cerca di non darlo a vedere.

Si prendono per mano ed escono dall’aeroporto. Passeranno la notte abbracciati e dopo una settimana ripartirà per il Giappone, in attesa che stavolta venga Oikawa a trovarlo.

Non è triste, perché entrambi stanno seguendo le proprie ambizioni. Anche se Tooru è lontano, i loro sogni sono vicini ed il futuro non aspetta altro che di vederli di nuovo insieme.
 
 
 
 
 
 
 
  
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