Finalmente era giunta al luogo che Komui le aveva indicato, dopo tanto tempo finalmente era tornata a casa: certo,a vederla da fuori,la nuova home non sembrava affatto bella come la vecchia,aveva un che di spettrale; ma purtroppo la vecchia era stata distrutta durante l’ultimo attacco dal livello 4 e questa era stata scelta dai vertici dell’ordine come nuova home. Lea entrò senza che nessuno si sognasse lontanamente di bloccarla; e come avrebbero potuto, lei che dall’età di 5 anni veniva definita l’Angelo Supremo, l’angelo più vicino a Dio, colei le cui ali avrebbero fatto da scudo al mondo. Mentre si dirigeva verso la zona dedicata a Hebra e all’Innocence recuperata ripensava a tutto questo periodo passato lontano dall’ordine; per motivi legati alla sua salute in questo momento non le era possibile sincronizzarsi appieno con la sua Innocence, e ciò era stato considerato un grave problema, per questo era stata allontanata. Persino la croce che portava al collo, chiamata cimelio,persino lei non si illuminava più!!! La croce che portava al collo era particolare; vedendola sembrava una croce del tutto identica a tante altre che se ne vedono in giro. Lea aveva scoperto il potere del suo cimelio proprio la notte che il Conte aveva cercato di ucciderla mentre dormiva; quella croce si illuminino di una luce intensa e cambiò forma, da semplice croce si trasformò in una croce più grande. La luce allontanò il Conte, mentre le spuntarono per la prima volta delle ali bianche e venne catapultata all’ordine; da quel giorno erano passati ben 23 anni. Le cure non avevano avuto grande effetto su di lei; Lea riteneva che solo l’ambiente degli esorcisti e delle persone che combattevano come lei in nome di Dio avrebbe potuto lenire le sue ferite e farla tornare a combattere.
Il
risuonare dell’allarme interruppe i suoi pensieri; gli akuma stavano nuovamente
attaccando l’home!!! Lea si diresse di corsa verso Hebra, il luogo sotto
attacco. Ciò che vide non la stupì per niente, ma ancora non sapeva cosa le
sarebbe successo di lì a poco. Di fronte a sé il suo odiato maestro, il
generale Cross Marian, e il Noha del desiderio, sir Tiki Mikk. Pensò di evocare
le sue armi ma sentì una fitta forte al cuore; i medici dell’ordine allora
avevano ragione, non era ancora in grado di combattere. –Allora le nostre
informazioni erano giuste!!!- disse Tiki Mikk volgendo lo sguardo verso Lea,
-Proprio oggi l’Angelo Supremo sarebbe tornato all’home…-. Maledetto bastardo,
pensò Lea, ma non fece in tempo ad allontanarsi; in un attimo Tiki le si parò
davanti e prima che lei potesse fare alcunché la baciò. Lea non sapeva se in
quel momento doveva provare più ribrezzo o più rabbia…riuscì a divincolarsi e
ad evocare i boots, la stessa arma della sorella di Komui, e sferrò un potente
calcio a Tiki. Si appoggiò al parapetto sentendosi debolissima. –Se ti ho
baciata c’è un motivo ben preciso, -disse ancora Tiki, pulendosi leggermente il
bordo del labbro con la mano- devo capire come è possibile che la mia vita sia
legata alla tua dal filo rosso del destino. Ma per ora è meglio lasciar
perdere, ne parleremo un’altra volta.-e scomparve senza lasciare traccia. Lea
non fece in tempo a vedere altro, era davvero ancora troppo debole; sentì le
forze abbandonarla e svenne senza sapere più nulla.
Quando
si svegliò si ritrovò nel letto dell’infermeria, una flebo attaccata al braccio
destro, e davanti a sé un uomo con una sigaretta in mano, un uomo che lei
conosceva troppo bene. –Maestro…- pronunciò quasi sottovoce questa parola,
evidentemente era talmente debole da non riuscire nemmeno a parlare
decentemente. –Vedo che ancora non sei in grado di riprendere a combattere- gli
rispose lui guardandola di sottecchi,- da te non me lo sarei mai immaginato.-.
Continuava a guardarla di sottecchi con un mezzo sorriso. Come succedeva sempre
quando si trovava di fronte quell’uomo Lea sentì il nervoso salirle alle stelle
–Brutto idiota pervertito,cos’è questa storia del filo rosso?????- e questa
volta Lea urlò al punto da far spaventare le infermiere. –Stai calma- le
rispose il generale Cross- agitarti non ti serve a niente. E comunque ciò che
ha detto Tiki corrisponde a verità, anche se c’è da dire che nemmeno noi
dell’ordine sappiamo con esattezza né perché siate così legati, né cosa potrà
succedere in futuro; è possibile che tutto questo lo sappia proprio solo il tuo
Dio.- di nuovo quel mezzo sorrisino che faceva imbestialire Lea. –Maestro non
dite idiozie!!!!- urlò di nuovo Lea sollevandosi nel letto- Com’è possibile che
L’angelo Supremo e un Noha possano essere legati da un filo rosso del destino???
Sono tutte idiozie!!! Probabilmente idiozie diffuse ad arte proprio dal Conte
per potermi uccidere con più facilità!!!-. –Ne sei così sicura?- le chiese
Cross mentre lei lo guardava questa volta sbigottita; non si aspettava quel
tono delicato da quel pervertito. –Se ne sei così sicura, perché non lo chiedi
al Quattordicesimo?? D’altra parte l’arca per ora l’abbiamo in mano noi; chiedi
al mio discemolo di farti entrare in quella stanza e chiedi a lui se sono tutte
fesserie o se è la verità- e dicendole così uscì dalla stanza lasciandola nella
perplessità più assoluta. Possibile che il Dio nel cui nome lei aveva sempre
combattuto l’avesse legata a un essere così spregevole?? E per quale ragione??
Ma non riuscì a pensare ad altro; immersa nei suoi pensieri non si era resa
conto che l’infermiera le aveva somministrato nella flebo un potente calmante.
Il sonno prese il sopravvento sui suoi dubbi e Lea si addormentò, mentre il suo
maestro la osservava da dietro la porta. Lui sapeva che da questo momento in
poi per Lea sarebbe stata ancora più dura di quanto non lo fosse stato fino ad
ora. Si allontanò dall’infermeria seguito da Tim.