Desidero il tuo respiro
Non ricordo com’era avere il
mio corpo integro. Né ricordo di averlo mai voluto integro. Forse solo ora lo
voglio. Per lei.
Vedo il disgusto e il terrore
negli occhi degli altri uomini quando mi guardano, sanno che essendo un
Immacolato sono stato mutilato. Ho visto il desiderio negli occhi degli uomini
che a quanto pare nasce da lì, non mi ha mai fatto rimpiangere niente. Le loro
voci sono profonde, le loro guance ispide di barba e i loro corpi sono irsuti.
Io sono immacolato. Non ho un
pelo su di me e neanche niente di molle e flaccido tra le gambe. Ogni fibra del
mio corpo è dura e scolpita come il bronzo della mia armatura.
Sono uno strumento per
combattere e uccidere. Anche ora che sono libero non credo potrei fare niente
oltre a questo. Non ho una casa, una famiglia, dei ricordi a cui aggrapparmi. Il
mio primo ricordo è il cucciolo che mi diedero dopo avermi tagliato. Ricordo il
suo respiro accanto a me durante la notte e quando quello stesso respiro si
spense tra le mie dita un anno dopo, quando mi ordinarono di ucciderlo.
Ogni vita che spengo mi
scivola addosso come acqua, ma il fiato del cane brucia ancora come fiamma di
drago.
Quanto vorrei poter sentire
il respiro di lei accanto a me. Ma a Missandei di Naath, non potrò dare figli,
non potrò dare piacere, non posso farla ridere come vedo che a volte fa con
altri. Sono come una statua: dura e pura, inamovibile. Ma nessuno vuole una
statua al proprio fianco. Non sentiresti alcun respiro.
Il gran padrone Kraznys
diceva che gli Immacolati troverebbero più facile smettere di respirare che
disobbedire a un ordine. Forse aveva ragione. Ma io ora voglio respirare.
Voglio essere vivo. Voglio che tu senta il mio respiro Missandei.
Ti prego fammi sentire anche
il tuo.