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Autore: Ale24    20/08/2009    2 recensioni
Noi l'avevamo già organizzata questa estate, io e Alex intendo; i nostri genitori che si erano conosciuti ed erano diventati amici dalle medie, avevano programmato una crocira sul Mar Rosso e avrebbero lasciato casa libera sia a me che ad Alex: semplicemente fantastico!
Il nostro piano non era poi tanto difficile: io mi sarei traferita temporaneamente a casa di Alex, quel castello che chiamava casa, in sette anni non ero mai riuscita a girarla interamente al punto di capire quale stanza fosse accanto al bagno; lì avremo passato insieme l'estate senza genitori, ovvero senza orari, avremo potuto fare tutto: andare a ballare la sera, rientrare alle sei del mattino per poi andare alle tre del pomeriggio ad una festa in piscina e ubriacarci finendo a dormire sui divani di una casa altrui in cui eravamo probabilmente imbucati; ricordo che aveva ipotetizzato addirittura di partire un giorno per passare una settimana a Rimini o a Montecarlo dato che i suoi avevano comprato una casa là, io non ci ero mai stata, ma l'idea, confesso, mi terrorizzava conoscendolo.
Sarebbe stata una splendida estate tra amici, ci saremo divertiti.
Ma nulla di ciò si sarebbe fatto a causa di un'imprevisto non molto piacevole.
Il mio primo originale. Recensite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente diciotto anni, bramati ansiosamente da quando ne avevo 16 e Alex con me; lui aveva vissuto indubbiamente molto più pienamente di me quegli anni però; già, lui, il ragazzo più bello della scuola che era sempre invitato a tutte le feste, che senza di lui non c'era festa, si ubriacava puntualmente ad ognuna di esse e poi finiva a letto con una delle gatte morte che gli erano girate intorno per tutta la serata in attesa che la scegliesse per quella notte di follia; che pazzia, io non sono così, decisamente non avevo vissuto quegli anni della mia gioventù nel migliore dei modi, non avevo ancora baciato un ragazzo e mi sentivo stupida per questo, avevo pensato di andare in discoteca pur di togliermi questo primo bacio dalla lista di cose da fare, ma mi sono sentita ancora più stupida e deficiente dopo averlo pensato, in discoteca a dare il primo bacio al primo sconosciuto che mi si struscia contro!? NON SE NE PARLA!!
Non ero la secchiona della classe, quella che non ha mai dato il primo bacio perchè ha passato tutta la gioventù sui libri, ho avuto anche io delle storie, certo nulla in confronto ad Alex, le mie piccole storie fatte di sorrisi ingenui, lettere (scritte e mai inviate), fiori per portarmi al ballo; ma questo e basta, non si era mai arrivati al bacio, tranne una volta, in cui Marco, riaccompagnandomi a casa, sulla porta aveva cercato di rubarmelo malamente, ritrovandosi a baciare la porta; no, non ero decisamente coraggiosa.
Eppure ormai erano diciotto, diciotto anni, che oltre a libertà corrispondeva alla prima estate da passare completamente da soli ovunque si volesse, l'unica di quei folli diciotto anni che ora erano nostri, prima di quella che ci avrebbe sciolti dal liceo passando per la terribile maturità, l'anno seguente a scuola sarebbe stato pesantissimo e quindi bisognava divertirsi, e se lo dicevo io era da fare!
Noi l'avevamo già organizzata questa estate, io e Alex intendo; i nostri genitori che si erano conosciuti ed erano diventati amici dalle medie, avevano programmato una crocira sul Mar Rosso e avrebbero lasciato casa libera sia a me che ad Alex: semplicemente fantastico!
Il nostro piano non era poi tanto difficile: io mi sarei traferita temporaneamente a casa di Alex, quel castello che chiamava casa, in sette anni non ero mai riuscita a girarla interamente al punto di capire quale stanza fosse accanto al bagno; lì avremo passato insieme l'estate "Come Alex comanda!" aveva detto sorridente "Ti insegnerò a vivere Vale!", ricordo che avevo riso tutto il pomeriggio quel giorno chiamandolo Maestro di Vita; senza genitori, ovvero senza orari, avremo potuto fare tutto: andare a ballare la sera, rientrare alle sei del mattino per poi andare alle tre del pomeriggio ad una festa in piscina e ubriacarci finendo a dormire sui divani di una casa altrui in cui eravamo probabilmente imbucati l'invisibile Valentina accanto.> pensavo; ricordo che aveva ipotetizzato addirittura di partire un giorno per passare una settimana a Rimini o a Montecarlo dato che i suoi avevano comprato una casa là, io non ci ero mai stato ma l'idea confesso mi terrorizzava conoscendolo.
Sarebbe stata una splendida estate tra amici, ci saremo divertiti.
Ma nulla di ciò si sarebbe fatto a causa di un'imprevisto non molto piacevole: Alex era in coma.
Già, in coma; da ormai una settimana e mezza sta attaccato ad una macchina per soppravvivvere.
Mia madre vuole che lo vada a trovare, sente tutti i giorni Marianna, la madre di Alex, al telefono per avere sue notizie; sapevo che sia lei che mio padre lo considerano il figlio maschio perfetto che non hanno mai avuto, quello che avrebbero sgridato benchè fossero coscienti che non avrebbe ascoltato, quello che conquista le ragazze ma non ne porta mai una a casa, quello che esce al pomeriggio alle tre e rientra alle quattro e mezza bevuto che è un miracolo che non sia finito in un fosso o che non ritorna perchè è rimasto a scaldare il letto di qualche graziosa fanciulla mai vista prima; quel ragazzo che vive la sua giovinezza senza renderne conto a nessuno e che non rimpiangerà; quello che non sono e sarò mai io in pratica.
E ora è in coma in una fredda stanza del San Gemellini, quel pomeriggio mi voleva dare uno strappo in centro, non sapevo quali fossero i suoi programmi, ma li avevo facilmente immaginati prendendoci in pieno: era uscito al pomeriggio per passare la serata tra amici alla Cristal, la discoteca in centro e tornando a casa la sera, lungo la strada del ritorno, abbagliato da una macchina della corsia opposta, è andandato fuori strada; ho visto in che condizioni è ridotta la macchina, se ancora la si può chiamare così, di certo non può più vantare di avere le sembianze di una Porsche.
Ad Alex era andata di lusso tutto sommato, nella maggior parte dei casi simili al suo il guidatore ci rimane.
Dicono che Alex era ,stranamente aggiungo io, sobrio; ma questo non cambia le cose.
Ha sbattuto molto forte la testa, ma i dottori dicono che ci sono buone probabilitò che si risvegli, anche se devo confessare che l'euforia iniziale per questa notizia è diminuita dato che in questo periodo Alex non ha dato il minimo segno di miglioramento; questo non me lo ha detto mia madre, l'ho capito dal suo sguardo questa sera a cena.
Questa notte l'ho anche sognato; mi sorrideva gentile, socchiudendo appena gli occhi dietro i Raiban... mi chiedeva uno strappo...

◊ Spazio autrice:
Grazie a chi ha messo la mia storia tra le seguite e le preferite, ne sono onorata. Spero il secondo capitolo sia stato all'altezza del primo e vi sia piaciuto, spero inoltre che recensirete dato che sono sempre disposta a ricambiare.
Un bacio.
Ale24
  
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