Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Haruka_Lisbet_Tenou    31/10/2020    1 recensioni
Buonasera a tutti!!!
Oggi siamo qui riunti....no non è l'inizio di un discorso di commemorazione, anche se l'horror che volevo scrivere si deve esser suicidato quando mi ha visto!
Scherzi a parte, questa è la prima fic che tento di scrivere in chiave horror o noir, ma credo si possa definire più che altro una spookyfic, so di avere ancora tanta strada da fare e so che devo leggere ancora tanti libri a tema...in ogni caso spero vi piaccia; chiedo scusa alle fan di Armin, ma tra tutti era il personaggio più facile da spaventare per via del suo carattere timido, gli altri li vedevo un po' più difficili.
Dal testo:
Il ragazzo non disse nulla finché non sentì la mano di qualcuno sulla sua spalla, riconosceva quel tocco anche a occhi chiusi; Levi si abbassò su di loro porgendo tre piccoli piattini con dentro un biscotto e sopra un piccolo budino tremolante rosso come il sangue, prima di andarsene si avvicinò ad Armin e gli sussurrò
qualcosa all'orecchio.
“E' sangue di strega...” non aggiunse altro e se ne andò.
Genere: Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Armin Arlart, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era stato un ottobre decisamente ventoso, e quel giorno non faceva eccezione; il vento tirava forte nel piccolo paesino ai piedi della montagna; in quel luogo dimenticato da Dio vivevano poco più di un centinaio di persone, quasi tutti anziani ormai.
A causa del vento gli alberi avevano perso quasi tutte le foglie restituendo rami scuri e sinistri, soprattutto la sera quando scendeva la nebbia e la luce dei lampioni veniva modificata dalle loro ombre.
Armin odiava particolarmente quel periodo dell'anno, preferiva di gran lunga l'inverno con le sue gelate notturne, amava starsene al calduccio del camino a sorseggiare una tisana; non a caso veniva chiamato “nonnetto” dai suoi amici.
Erano suonate da poco le tre del pomeriggio e il ragazzo era davanti al piazzale della chiesa in attesa che passassero a prenderlo, non sapeva perché ma aveva accettato di passare la notte in tenda con Eren e Mikasa; sperava solo non gli facessero i soliti scherzi.
Una macchina scura abbastanza grossa si avvicinò a lui, i vetri erano stati oscurati per l'occasione; Armin si fece un poco indietro e un po' titubante si mise guardare qualcosa sul telefonino, aveva un brutto presentimento.
All'improvviso squittì dallo spavento, Eren era piombato su di lui da dietro mettendogli le mani sul viso a coprirgli la vista.
“E nulla, sempre un nonnetto rimani”
“Eren! Insomma!” Armin arrossì per l'imbarazzo, quasi si odiava per questa sua indole cosi timida e paurosa di ogni cosa o quasi.
La porta della macchina scura si aprì e apparve una donna, era Hanji, sfoggiava un enorme sorriso come era solita fare praticamente sempre; i due ragazzi misero nel bagagliaio gli zaini e presero posto di fianco a Mikasa, la quale stava ancora ridendo per lo spavento di Armin poco prima.
Erano arrivati al lago Orip dopo neanche un ora di viaggio, non distante dal lago c'era un piccolo parcheggio dove lasciarono la macchina.
Una volta scesi e sgranchitesi le gambe presero tutto il necessario per montare il piccolo campo temporaneo in cui avrebbero passato la notte.
Una volta finito tutto Hanji e Mike lasciarono i ragazzi liberi di esplorare le vicinanze, sempre con l'avviso di fare attenzione a non allontanarsi troppo e di tornare presto.
“Ah ragazzi, ricordatevi che al calar del buio potrebbero arrivare le streghe a prendervi!”
Hanji lo disse in tono scherzoso ma notò subito come Armin s'irrigidì a quella nuova notizia, si mise a ridere dando a schiena ai ragazzi e lasciandoli liberi di andare.
Eren e i suoi due amici stavano per addentrarsi nel bosco quando rimasero al limitare per colpa di Armin troppo impaurito per proseguire.
“Eddai nonnetto, vieni con noi ti proteggeremo noi dalle streghe”
“No! Torno al campo, preferisco stare là e leggere un libro”
Eren sbuffò e fece spallucce, gli fece un gesto con le mani come a volerlo mandare via, lui di certo era intenzionato a proseguire per esplorare un poco la zona, sapeva che Mikasa lo avrebbe seguito.
Man mano che camminavano tra i fitti alberi oramai spogli di tutte le foglie arrivarono per caso ad una piccola radura tondeggiante circondata da abeti spelacchiati e un po' mal ridotti.
Il sole stava calando in fretta e il buio stava iniziando ad avvolgere il bosco molto più velocemente del previsto, ed insieme al buio si stava formando una fitta nebbia.
La cosa veramente strana e particolare era che la nebbia era ovunque, tranne che in quello strano cerchio d'erba dal colore curiosamente sgargiante; stimolato da tutto ciò Eren si mosse verso il cerchio quando fu preso e fermato da Levi che nel trattenerlo lo fece cadere a terra.
"Non entrate in quel cerchio!"
“Ahi! Che cavolo Levi, non c'era motivo di buttarmi a terra!”
“Oh si invece, con te non si può andar leggeri” Levi sbuffò e fece un espressione decisamente scocciata.
“Sentiamo...perché non dovrei pestare quell'erba?” un sorrisetto apparve sul suo volto, Levi ci aveva visto giusto, sarebbe entrato in quel posto se non fosse arrivato in tempo.
“Jaeger! Muovi quel cazzo di culo e torniamo indietro...o vuoi esser divorato dalle streghe?” tuonò senza possibilità di replica da parte dei due ragazzi.
Il ragazzo lo prese per un polso e cominciò ad avviarsi verso il piccolo accampamento strattonandolo un po' malamente, Mikasa li seguì in silenzio, non era mai stata una ragazza particolarmente loquace.
Una volta arrivati al campo lo fece sedere sul tronco dove era seduto anche Armin che stava leggendo un libro.
“resta qui Jaeger!” di nuovo glielo ordinò con un tono perentorio il quale non permetteva alcun tipo di risposta.

Dopocena rimasero per un po' a osservare il lago e il cielo stellato fino a quando una brezza davvero fredda e gelida lì avvolse facendoli tremare come foglie al vento.
Di nuovo quella nebbiolina strana stava iniziando ad avvolger tutto intorno a loro, questa volta anche il lago ne fu inghiottito.
Armin cominciò a tremare non solo per il freddo che percepiva, ma anche per lo scenario che si stava formando davanti a lui; d'improvviso un ululato sinistro squarciò il silenzio, Armin si raccolse ancor di più e si incollò ad Eren.
“nonnetto, hai paura di un lupo?”
“Non...non sembrava normale!” disse titubante e tremante dalla paura.
Qualcosa di bagnato iniziò a colare sulla sua testa, dalla sensazione sembrava acqua ma quando Armin si toccò i capelli rimase immobile; la sostanza che gli stava colando in testa era gelatinosa e viscida, si guardò le dita e per poco svenne dalla paura.
La faccia di Mikasa era divertita, far paura ad Armin era davvero troppo facile e quasi non c'era gusto.
“Armin, dai rilassati” glielo disse usando un tono dolce e caldo.
Il ragazzo non disse nulla finché non sentì la mano di qualcuno sulla sua spalla, riconosceva quel tocco anche a occhi chiusi; Levi si abbassò su di loro porgendo tre piccoli piattini con dentro un biscotto e sopra un piccolo budino tremolante rosso come il sangue, prima di andarsene si avvicinò ad Armin e gli sussurrò
qualcosa all'orecchio.
E' sangue di strega...” non aggiunse altro e se ne andò.
Armin si voltò verso il viso del ragazzo e notò come la sua bocca era sporca e colante di liquido rosso, il rosso della gelatina sciolta era in netto contrasto con la sua pelle pallida quasi argentea; Levi si leccò le labbra con un gesto invitante e andando via lasciò uscire un sospiro leggero percettibile solo da Armin.
Eren e Mikasa non ebbero problemi a mangiare il dolcetto che aveva portato Levi, non si aspettavano fosse cosi buono; notarono che Armin tremava dalla paura e aveva gli occhi chiusi.
“Armin, è gelatina di marmellata di ciliegie sopra un biscotto, assaggialo dai” disse dolcemente Mikasa, un po' le dispiaceva vederlo cosi impaurito.
Il ragazzo scosse la testa e le porse il piatto, si era davvero troppo impressionato con quel dolcetto che si gli si era chiuso lo stomaco.
“Sei sicuro di non volerlo?”
“si, mangialo pure mi si è chiuso lo stomaco”
Mikasa prese il dolcetto e sorrise facendo a metà con Eren, si era accorta di come aveva guardato quel dolcetto, sembrava facesse la corte a quella gelatina; poco dopo Hanji e Mike informarono i ragazzi che era arrivata l'ora di andare in tenda e di dormire, domattina si sarebbero alzati presto per andare a spasso nel bosco.
Si erano tutti sistemati nelle rispettive tende quando i ragazzi sentirono "bussare" alla loro, erano Hanji e Levi; una volta entrati si accomodarono di fronte a loro, Hanji aveva un sorriso a cinquemila denti, era felicissima e non stava più nella pelle; mentre Levi sembrava quasi scocciato di essere lì.
"Ragazzuoli che ne dite di una bella storiella o due? Magari di paura?"
Levi alzò gli occhi al cielo, sapeva che sarebbe stato lui il primo a dover raccontare qualcosa, e forse era meglio così.
"Oh si, sarebbe bello qualche storia prima di dormire" disse Armin sorridente.
"Allora vada per le storie di paura! Inizia tu Levi?"
Il ragazzo sbuffò un istante, poi si sedette a gambe incrociate e si rizzò sulla schiena.
"Va bene inizio io..."

"Un ragazzino di nome Ren e i suoi migliori amici, Arley e Kim, andarono in vacanza presso i nonni di uno di loro per le vacanze estive. 
La casa si trovava vicino al cimitero, ma nessuno si era mai preoccupato della cosa, anzi Ren era affascinato da tale circostanza.
I tre ragazzi sistemarono una tenda per dormire nel cortile, e la notte rimasero a guardare film fino a tardi. Dondolandosi infine sulle altalene, Arley vide dall’altro lato della cancellata, avvolta nell’oscurità e dal biancore della nebbia notturna, una figura dal volto indistinto ma con due occhi rossi luminescenti, che li fissava da lontano. Spaventati a morte, Arley, Ren e Kim, si fiondarono nella tenda, dove non riuscirono a prendere sonno a causa dei rumori della “cosa”, che tentava inutilmente e affannosamente di scavalcare la cancellata.
Ren stanco di tutto il baccano che faceva la "cosa" la fuori, prese coraggio e uscì dalla tenda avvicinandosi alla cancellata.
L'aprì e uscì richiudendola dietro di sé, in breve tempo la "cosa" fu davanti a lui, ansimante e vibrante per il profumo di sangue fresco che inondava le sue narici.
"Ciao chi sei?"
"Se te lo dico poi devo ucciderti"
"Tanto lo farai ugualmente, cosa cambia?"
La cosa lo guardò dritto negli occhi, sbuffò qualche istante e poi spostò subito il suo sguardo sul corpo del ragazzino.
"Diavolo... Ma quanti anni hai? Undici?"
"Quindici a dire il vero...perché sbuffavi prima?"
"Perché tornerai a essere un occhi verdi, quelli così non li sopporto"
La "cosa" non dette nemmeno il tempo di rispondere che si avventò sul collo del ragazzo, trafiggendolo con i suoi canini fin nel profondo, a cercare la vena.
Un urlo agghiacciante uscì dal ragazzo e in men che non si dica si affievolì quasi all'istante, i due amici rimasti nella tenda uscirono di corsa.
Sbiancarono a vedere cosa stava succedendo al loro amico, Kim s'infuriò talmente tanto che prese la prima cosa che era a portata di mano e si scagliò contro quella "cosa".
Il vampiro si spostò con un balzo lasciando cadere a terra la sua vittima con un tonfo sordo.
"Ehi, vacci piano!"
"Cosa stai facendo al nostro amico?"
"Quello che è il mio mestiere, trovare e riportare in vita vampiri morti in altre vite"
"Ren non è un vampiro!"
Ulteriormente infastidito dalle troppe parole della ragazza, il vampiro fece un altro balzo in avanti e si avventò su di lei, non le morse il collo questa volta preferì il braccio.
La ragazza non emise neanche un fiato, rimase vigile tutto il tempo, anche se ci fu un attimo in cui chiuse gli occhi .
Il mattino dopo provarono a raccontare cosa era successo, ma i nonni non credettero al racconto dei tre ragazzi, dissero solo che erano menzogne.
Ma due di loro erano più che sicuri di esser diventati molto simili a quella "cosa".

“Nonnetto, non starmi cosi attaccato!” Eren provò a spostarlo ma nulla da fare nemmeno con l'aiuto di Mikasa era riuscito a smuoverlo di un millimetro.
"Adesso ne racconto una io!!" disse Hanji tutta contenta e sbracciandosi per prendere la torcia che illuminava la tenda e puntarsela dritta in faccia.
"Dovete sapere che questa non è una storia finta come quella di Levi, la mia arriva direttamente dai miei avi e dalla più centrale Transilvania"
Levi non disse nulla a quella dichiarazione, scoprì solo un canino e lo indicò ad Hanji la quale lo ignorò e continuò il suo racconto.

"Era una notte buia e senza luna, all'improvviso un boato immenso e assordante squarciò il silenzio.
Lampi e tuoni comparvero nel cielo dal nulla e una fitta pioggia iniziò a scendere, da tanto che era violenta sembrava quasi volesse abbattere qualcosa.
In mezzo alla nebbia ecco che si alzò qualcosa di spaventoso, informe e fumante!
Quella "cosa" emise un verso assurdo, non era un ruggito e nemmeno un ringhio, era un suono assordante e basso.
Nikolaj, che era il mio bis bis bis nonno, si avvicinò a quella "cosa", e fu colto dal panico quando la vide più chiaramente, era ricoperta di pelo scuro e unto, puzzava tremendamente come se fosse nata dalle viscere di una tomba in putrefazione.
Era alta quasi quanto 3 uomini, gli arti erano sproporzionati e troppo lunghi, il corpo era un ammasso di muscoli indecifrabile mentre le gambe erano più corte e sembravano avere fattezze lupine.
La "cosa" si voltò verso Nikolaj che rimase pietrificato dallo spavento, raccontò in seguito che il volto di quella bestia era la cosa più spaventosa che vide in tutta la sua vita.
Aveva il volto mescolato, come se fosse un ammasso di fango indeciso se essere lupo o umano, era scuro, come tutto il resto del corpo e perdeva liquido scuro e denso che sembrava sangue.
All'improvviso la "cosa" parlò.
"Tu sarai il primo a morire tra tre giorni".
Nikolaj rimase impietrito, quasi non respirò dalla paura, il suono di quella voce era spaventoso e profondamente basso.
E così fu.
Al sorgere del sole e a creatura sparita Nikolaj tornò al villaggio.
Provò ad avvertire tutti dell'imminente catastrofe, ma quasi nessuno gli credette e negli ultimi tre giorni di vita fece il possibile per mettere in salvo almeno la moglie e la figlia alla quale consegnò una lettera con scritto ciò che accadde.
La notte del terzo giorno il villaggio fu svegliato da un urlo disumano seguito da un ruggito bestiale ancor più sordo.
Gli abitanti spaventati scesero in piazza e trovarono Nikolaj morto a galleggiare nella fontana cittadina, era irriconoscibile.
Pareva esser stato attaccato da un branco di cento lupi, aveva segni di morsi ovunque e gli mancavano anche delle parti, l'acqua era limpida, sembrava esser stato prosciugato del sangue.
La "cosa" aveva iniziato ad avere fame.
Un altro urlo squarciò il silenzio attonito dei cittadini, una massa informe e scura si avventò sul fornaio, lasciandolo a terra poco dopo ridotto allo steso modo di Nikolaj.
Quel mostro non si sarebbe fermato di mangiare e divorare i vivi fino al completo sterminio dell'intero villaggio.
Intervenne una strega dal villaggio vicino che fu fatta chiamare per tentare di fermare quel mostro.
La strega riuscì nell'opera, e lo bloccò nelle viscere della terra, parecchi chilometri in profondità dove il suolo si faceva più caldo naturalmente.
I cittadini stavano per congratularsi con lei quando furono bloccati e avvertiti.
"Attenti a voi umani, per 500 anni la bestia dormirà, quando si sveglierà, la fine arriverà"
Dette quelle parole in tono basso e solenne la strega scomparve nel nulla e nella piazza scese il silenzio"

"Hanji, quanti anni mancano?" riuscì a squittire il povero Armin sempre più tremante di paura.
"Se non sono sbagliati i calcoli del nonno Nikolaj, circa cento anni"
Armin tirò un sospiro di sollievo, era rimasto quasi pietrificato da questa storia e da quella bestia.
Eren lo prese per in giro in modo scherzoso, secondo lui era la storia era solo ben inventata da Hanji, stava per mettersi più comodo nel sacco a pelo quando si sentì provenire dall'esterno un forte rumore, come se qualcosa avesse appena ruggito.
Armin sbiancò e si nascose dentro il sacco a pelo di Eren per la paura, qualcosa che pareva essere enorme si palesò davanti alla loro tenda.
Non la videro in alcun modo, ma sapevano che era lì, che era in attesa che qualcuno di loro uscisse.
All'improvviso furono avvolti da un odore indecifrabile e schifosamente puzzolente.
La luce della torcia si spense e il buio avvolse in un istante tutti i presenti, due puntini brillarono di un rosso luminoso e intenso; all'improvviso un urlo seguito da qualche parolaccia ruppe il silenzio.
Eren si portò una mano sul collo e scoprì che aveva due fori su di esso e che qualcosa di umido e appiccicoso colava da essi.
Avvertì un leggero fastidio in bocca e sentì una strana sensazione, come se i denti si stessero spostando, li toccò con la lingua e...qualcuno doveva avergli messo in bocca una finta dentiera con canini aguzzi.
Levi si spostò leggero e gli sussurrò all'orecchio, mentre Hanji forniva del pelo finto a Mikasa.
In men che non si dica la cerniera del sacco a pelo di Eren scivolò aprendolo e mostrando un Armin tremante di paura, i ragazzi si buttarono su di lui che squittì dallo spavento appena sentì qualcosa di morbido e peloso toccarlo.
Preso dallo spavento si alzò e volò fuori dalla tenda di corsa, sbatté contro qualcosa di grosso e peloso, non lo guardò nemmeno e scappò verso la macchina e ci si chiuse dentro.
Hanji riaccese la torcia e scoppiò a ridere di gusto per la scena, non credeva che Armin fosse così tanto spaventato, di fondo non era successo nulla di cosi davvero spaventoso.
Uscì dalla tenda e insieme a Mike e andò a recuperarlo lasciando Levi, Eren e Mikasa con la torcia.
“Mike, togliti il costume, dobbiamo recuperare Armin” si era già incamminata verso la macchina quando in risposta ricevette un grugnito gutturale decisamente basso, si bloccò all'istante e si voltò svelta a guardare da dove proveniva; per fortuna era solo Mike che la prendeva in giro.
“Mike! Non farlo mai più! Non hai idea di...lo sai benissimo!”
“Scusa, non ho resistito” l'uomo si levò la maschera da scimmione che aveva e sorridendo si avviò verso la macchina.
Una volta arrivati e posato nel bagagliaio il costume si misero a cercare il ragazzo, lo trovarono raggomitolato su se stesso tra il sedile del morto e il cruscotto, in qualche modo si era infilato nello stretto spazio che era riservato solitamente alle gambe e ai piedi.
“Armin, scusaci” Hanji si sedette delicatamente sul sedile e fece qualche carezza sulla testa del ragazzo per tranquillizzarlo.
Tremava vistosamente, a un certo punto lo si sentì singhiozzare.
“Armin, per favore non piangere, non volevamo questo”.
Ci volle tempo e pazienza per calmarlo e per tirarlo fuori dalla macchina, non lo avrebbero lasciato di certo li da solo e in preda al panico.
"Armin per favore esci dalla macchina, puoi dormire con me e Hanji se ti fa stare più tranquillo". Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e si incollò a Mike una volta uscito dall'auto.

Nel frattempo dentro la tenda di Eren e Mikasa si stava svolgendo una strana conversazione.
"Levi, posso togliermi sto coso che mi fanno male i denti?"
"Se ci riesci fallo pure...certo che spaventare Armin è davvero fin troppo facile"
Eren provò a toglierla, ma con sua somma incredulità scoprì che davvero i suoi denti si erano mossi e si erano modificati, sentiva fastidio proprio nella parte anteriore proprio dove c'erano i canini.
"Se non sparisce non ti preoccupare, tra cinque minuti tutto sarà a posto, sei appena diventato un giovane vampiro" Levi lo disse con una tranquillità tale da sembrare la cosa più scontata del mondo, a quelle parole Mikasa rabbrividì un istante aveva paura ora, davvero molta.
"Quindi non era solo un effetto quel morso di prima...che cosa hai detto?"
"Che sei diventato un vampiro, cos'hai nelle orecchie prosciutto?"
"La tua storia era vera, sei tu quel vampiro allora. Perché lo hai fatto?"
"Anche quella di Hanji lo è, ed è stato proprio un Moruny a portare via Ren e Kim e si da il caso che voi due siate proprio Ren e Kim"
"Moruny?"
"La bestia, mezzo vampiro e mezzo lupo mannaro".
Eren rimase in silenzio qualche istante, gli ci voleva un po' per processare quelle informazioni, sopratutto la notizia e il fatto di esser appena diventato un vampiro.
“Quindi morderai anche me?” chiese Mikasa un poco titubante.
“Si Kim, è destino”
“Cosa si prova? Voglio saperlo prima che mi mordi”
“Per ognuno è diverso, alcuni sentono solo un morso, altri sentono il sangue e la vita scorrere via, altri ancora non sentono praticamente nulla.”
“Devo per forza? Non sono molto convinta” l'unica cosa che temeva Mikasa era il futuro e come sarebbe cambiata la sua vita da ora in poi.
“E' destino, cercherò di non farti male” lo disse con lo stesso tono fermo di chi pronuncia una sentenza senza possibilità di appello.
Levi si avvicinò a Mikasa che lo guardava seria, gli allungò il braccio senza fiatare e rimase in attesa di una sua mossa; questa volta non la morse sul braccio come fece con Kim, la morse alla classica maniera sul collo; la ragazza non disse nulla oltre a un leggero "ahi".
Levi fu quasi tentato di finirle tutto il sangue senza renderla un vampiro, aveva davvero un buon gusto ma in un barlume di lucidità riuscì a portare a termine il compito.
In risposta a tutto ciò Levi ricevette una sonora sberla in faccia da parte della ragazza che lo stava fulminando con gli occhi.
“Alla faccia del non farmi male, cazzo! A momenti mi succhi tutto il sangue!”
“Scusa, erano decenni che non ne assaggiavo di cosi buono”
“Bevi il suo se vuoi, non il mio!”
Eren era incredulo, ciò che aveva appena visto aveva dell'impossibile, faticava a crederci nonostante fosse li con loro.
Il ragazzo notò che sulla pallida pelle di Levi comparve una macchia rossa, la sberla di Mikasa era stata davvero forte a giudicare dal continuo e costante aumento del rossore.
I due ragazzi cominciarono a sbadigliare, era un sonno strano quello che li stava avvolgendo, come se il loro cervello chiedesse un riavvio; Levi sorrise e si spostò infilandosi nel sacco a pelo di Armin, aveva già capito che non sarebbe tornato a dormire con loro.
“Dormite ora ne avete bisogno, domattina vi sarà tutto più chiaro”.



**************
Ed eccoci qui, alla fine della nostra piccola storiella, ho voluto rimanere sul classico come prima fic, mi sto avvicinando al genere horror/noir in questi ultimi tempi, e al momento non mi sento molto sicura.
Piccolo chiarimento, la puzza che si sente a un certo punto proviene dal povero fondoschiena di Armin, che preso dalla paura involontariaente molla un peto fotonico, di quelli silenziosi che amazzano. (vrebbe potuto fare fuori il covid....).
Non ho voluto specificarlo nel testo perchè mi sembrava di smorzare troppo l'atmosfera, e non volevo che ci si concentrasse su un'unico punto, se volete lasciare un commento sappiate che è sempre ben accetto.
A presto ragazzuoli belli 

 
 
   
 
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