Questione di stabilità.

Era il 1717, nacqui dagli imperatori di Austria, mio padre cercava un maschio e non ne ebbe, di vivi, sopravissuti a me e alla mia sorellina, Marianna.

Partecipavo alle sedute dei consigli di Stato, ricamando, parevo in attesa.
La Prammatica Sanzione, che riconosceva la mia eredità.
Sempre attesa, anche quando sono diventata  sovrana, alla morte di mio padre, e sono scoppiate le guerre.
Le ombre della Storia. 

Comandavo i miei palazzi, la ruotine, le ore, per forma obbedivo al mio diletto Francesco Stefano, ci-devant duca di Loraine.
La sua rinuncia al ducato, pagata con il mio amore e la mia dedizione, denaro e terre e castelli, gli ha fruttato in primis il ducato di Milano, poi il titolo di imperatore del Sacro Romano Impero.
Lui nulla faceva, tranne che nella forma,  imperatore, il governo mio compito, lui si dedicava alle sua amanti, alle cacce e all’alchimia, ogni tanto visita il talamo coniugale.
Una vita fa,  ero giovane, snella, bionde le trecce, ballavo e giocavo a carte tutta la notte e la mattina cavalcavo, andavo in slitta.

Sedici figli, nati vivi, dieci  hanno passato l’infanzia, un rarità.

Equilibrio, cercando di trovare una pausa tra gli affanni del governo e le sventure della nursery.
Le figlie sono nate per obbedire,  ho forgiato una dinastia, le mie fanciulle sono un pedone sulla scacchiera delle alleanze. E i maschi hanno contratto matrimoni e cariche per rendere grande la casa d’Austria.
Sono diventata dura, conta solo il motto della mia casata, gli altri facciano le guerre, tu FELIX  Austria Nube.. Non guerre, i matrimoni ..portano il potere.
Carolina ha sposato il re di Napoli, Antonietta il delfino francese, le altre sistemate.
Piani accurati, come per  i maschi.
 
Che delusione.
Nessuno  alla mia altezza o del loro diletto padre, morto nel 1765,  ometto che ci siamo sposati per amore,  almeno credo, lo ho scelto e voluto, ho applicato a me stessa una libertà che non ho concesso a nessuno, nemmeno ai miei bambini.
Moglie, madre, amante e imperatrice, amavo bere caffè e cioccolata, parchi i gusti, pochi i dolci, da quando sono vedova vesto sempre di nero e di nero sono addobbate le mie stanze, ho annottato sul messale tutte le ore e i giorni e gli anni vissuti con il mio diletto.

E ora.. Sono stanca,preoccupata, specie per Antoinette, finalmente  regina di Francia, le notizie dei suoi eccessi raggiungono la mia corte, piume e diamanti, pare una attrice e non una regina.
Maria Teresa di Asburgo morì a Vienna nel novembre 1780, aveva ricamato il suo sudario funebre.


 
Non temeva la fine, quanto quello che sarebbe dopo di lei, rimase sveglia dopo i riti funebri, voleva vedere la morte in faccia, scrisse poi suo figlio Giuseppe II, imperatore, che sua madre aveva definito una cocotte intellettuale.

La sorte le risparmiò di assistere alla fine di Maria Antonietta, regina di Francia, che confessò di avere amato sua madre e ancora più di averla temuta.
I ritratti ce la mostrano salda e maestosa.