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Autore: Teriel Donovan    21/08/2009    5 recensioni
Il dolore di Near per la scomparsa di Mello non cesserà mai di esistere...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I miss you

Secondo Atto.

 

 

Non ce la faccio.
A volte sento la tua mancanza così intensamente da diventare un dolore fisico.
Il cuore si stringe.
La vista si appanna, e il respiro, che dovrebbe essere fonte di vita, penetra nel mio corpo simile a fiamme violente, sature di veleno, torturandolo senza donarmi un solo attimo di pace!
È come morire.
Pensare a te significa morire per me.
Ma non riesco a smettere.
Va contro la mia volontà che un tempo regnava sovrana.
Ora vi sono solo tu e le tue parole, i tuoi ricordi, il tuo odore, il tuo sorriso, il tuo sguardo così fiero che nulla sembrava piegare.
Tutto mi riporta alla mente te, persino un raggio di sole!
Per questo l’ho bandito dalla mia vita...
Ma è inutile.
Ti cerco Mello.
Proprio io, io che son stato tradito così tante volte dalla vita da non voler più nulla che non fosse inanimato.
Io, che ho costruito una barriera di gelo così da ingannare il mondo, dopo quella lettera, vorrei solo te.
Le mie torri diventano sempre più alte. Un giorno loro vedranno il mio dolore, ma non avranno il tempo di deridere colui che un tempo aveva il cuore di pietra, perché sarò già morto.
I tuoi ricordi mi stanno uccidendo, Mello!
Proprio io, che ho smesso di amare, mi ritrovo ad averne paura, perché il loro potere non mi lascia scampo!
Io non posso più amare, Mello.
Non posso più farlo, perché quella capacità è morta con te.
Era inevitabile che accadesse.
Con te era nata, con te doveva morire.
Solo... non mi aspettavo che facesse così male.

«Mello è morto.»

Non ho provai nulla in quel momento, ed io ne gioì stupidamente, convinto di aver smesso di provare qualcosa.
Mentivo per difendermi.
Mentivo per non dover ammettere che dipendevo da te anche quando eri mille miglia lontano da me.
Mentivo come mentii spudoratamente a me stesso quando trovai la foto e la classificai come “non importante”, inviata a me col solo scopo di ricordarmi che non ti eri arreso e che prima o poi saresti tornato.
Lo classificai come insignificante.
 
Ci sei riuscito Mello.
Insulti.
Minacce.
Sfide.
Dolore.
Morte.
Ed infine la tua lettera.
Le tue parole si sono conficcate nel mio cuore, come lame affilate. Non vi è più modo di estrarle e, a causa loro, non posso più mentire.
Triste sorte è la mia, non riuscire più a farlo.
Hanno prevalso sull’oblio in cui avevo soffocato le mie emozioni, le hanno liberate, e come un’onda si son riversate su di me schiacciandomi in un solo istante, vendicandosi così dei torti da me subiti, e si son ripresi tutto.
Il mio cuore ha sussultato come avrebbe voluto fare quando ti vidi per la prima volta.
La mia pelle ha tremato come avrebbe voluto fare quando mi afferrasti in preda all’ira, perché ti avevo superato ancora una volta.
Il mio cuore è stato avvolto da un insopportabile calore, come se tu fossi ancora lì, alle mie spalle, dopo quattro lunghi maledetti anni passati senza di te.
Te ne eri andato per non stare con me.
Te ne eri andato insofferente all’idea di stare con me.
Il tuo rifiuto mi aveva fatto male, così tanto che avevo preferito celarlo a chiunque, tranne che a me.
Quando è scoppiato l’incendio, ho afferrato la tua foto e, d’istinto, mi sono ritrovato a scrivere quelle poche parole che non avrei mai pensato di usare.
Non me ne preoccupai. Pensavo l’avrei tenuta con me per sempre. Invece, tu tornasti a riprendertela, ed io, avendo ceduto a quell’attimo di debolezza, ti voltai le spalle, per smettere di provare. Per smettere di amarti.
Che gesto inutile fu il mio!
La mia gioia si alimentava della tua voce.
Ora non ho più nulla.
Ti cerco ma non ci sei.
Te ne sei andato e non tornerai.
Tutto è morto con te.
Di te non mi rimane che un solo video che ti vede andar via e che, ossessivamente, non faccio che riguardare, nella speranza di poter tornare indietro nel tempo.
Fermati.
Non andare.
Cerco il tuo sguardo in quel video e pronuncio quella parole ogni volta, ma tu non ti volterai mai.
No. Non ho più nulla.
Di te mi rimane solo il tuo passo lieve su quello stretto corridoio, e la tua lettera ora impregnata di lacrime che non saprai ho versato, e che sempre verserò, per il resto dell’eternità.
Hai vinto tu, alla fine. Per questo, lascio questo testamento. Che il mondo lo sappia e rida pure di me, ma non mi vergognerò mai di averti amato.
 


Angolo dello scrittore:

Scusate se vi ho rattristato, ma è più forte di me... la malinconia non va via.... 

Revisione 2017 a cura di Kiri. Grazie infinite!!

 

 

   
 
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