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Autore: Ghostclimber    10/11/2020    5 recensioni
Sakuragi e Rukawa si sono menati. Di nuovo.
La ricerca di un altro posto per farlo, dove Ayako non li possa disturbare, li porterà a rendersi conto di qualcosa.
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ayako, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sakuragi si accasciò a terra, esausto.

Aveva appena concluso con un dignitosissimo pareggio una sessione di botte da orbi con Rukawa, e finalmente entrambi erano a corto di forze.

Rukawa si lasciò cadere di fianco a lui sul parquet ed esalò un lungo sospiro: -Meglio.- disse.

-Molto meglio.- puntualizzò Sakuragi. Rukawa emise un grugnito vago.

-Ehi, ma ti stai addormentando?- chiese Sakuragi, allungando un braccio che si abbatté sullo stomaco rilassato di Rukawa, che protestò: -Do'aho!

-'cusa.- rispose Sakuragi, con un tono giocherellone.

-VOI DUE!- tuonò la voce di Ayako. Sakuragi si drizzò a sedere con un colpo di addominali; Rukawa, che di natura non possedeva un simile livello di sbattanza, rotolò su un fianco e si aiutò con la spinta residua per rialzarsi.

-Ma è mai possibile che tutte le volte che tocca a voi pulire la palestra poi vi ritrovo a terra tutti pesti?! La smetterete mai di darvele di santa ragione?!- Sakuragi e Rukawa si scambiarono uno sguardo perplesso, poi Sakuragi rispose: -No, in realtà non penso. L'energia del Genio è tanta e tale che l'allenamento serve solo a ringalluzzirmi un po', devo pur sfogarmi in qualche modo.

-Rukawa?- chiamò Ayako, i pugni chiusi sui fianchi, -Tu che fai? Lo lasci fare? Ti abbassi a fargli da punching ball?- chiese, sperando di rintuzzare l'arroganza di Rukawa.

-Nh, no.

-Ah, ecco!

-Mi stanno tutti sul cazzo, dopo l'allenamento sono nervoso. Mi sfoga.- la mascella di Ayako precipitò a terra. Boccheggiò due o tre volte, come una trota colta all'amo e rimasta sul molo ad affogare nell'aria tersa di un pomeriggio d'estate, poi si sbatté le mani sui fianchi in un gesto di esasperazione e se ne andò. Prima che la porta si chiudesse alle sue spalle, la sentirono dire: -E vedete di mettere tutto a posto!

-Ah, che palle, sempre la stessa storia...- si lamentò Sakuragi, poggiandosi una mano sul ginocchio per alzarsi in piedi, -Sono cosa, quasi tre anni? Dovrebbe aver capito ormai che così è e basta.

-Nh.- concordò Rukawa, allungando una mano verso di lui per farsi aiutare a tirarsi su. Sakuragi gli ghermì il polso e tirò con la solita delicatezza da King Kong. Rukawa si sbilanciò e cadde contro il petto di Sakuragi, che ebbe un istante di smarrimento: non aveva più sentito quel piccolo sussulto nel petto dalla prima volta che aveva abbracciato Haruko, e da allora era passato più di un anno e mezzo. Aggrottò la fronte, mentre le mani di Rukawa salivano alle sue spalle, con lentezza esasperante. Poi, Rukawa si spinse appena all'indietro, allontanandosi.

-Scusa. La forza del Genio è dirompente!- disse Sakuragi, ridendo.

-Anche la sua idiozia, come al solito.- ribatté Rukawa.

-RRRUKAWAAA!!!- Sakuragi alzò le mani come se fossero artigli, e il moro partì di corsa. Mentre si lanciava verso gli spogliatoi, sperando di riuscire ad accumulare abbastanza vantaggio per chiudergli la porta sul naso, dovette soffocare l'impulso di mettersi a ridere di felicità. Per quanto fossero burrascosi e spesso portassero con sé conseguenze fisiche, i suoi one-on-one con Sakuragi, fuori e dentro il campo da basket, lo rendevano felice. Sapeva benissimo il perché, ma sapeva anche un'altra cosa: dopo il naufragio, o meglio la mancata partenza, della storia con Haruko, Sakuragi sembrava essersi completamente disinteressato ad ogni tipo di relazione amorosa.

Un lato fin troppo ottimista della sua mente aveva provato a suggerirgli l'ipotesi che magari, solo magari, Sakuragi era cotto di lui e non sapeva come dirglielo. C'erano parecchi indizi a favore: passavano del tempo insieme, a volte anche nel weekend se capitavano nello stesso campetto di strada allo stesso momento, e la cosa succedeva con una frequenza davvero sospetta, un paio di volte avevano fatto i compiti insieme, sfruttando la sufficienza abbondante di Sakuragi in matematica e i discreti risultati di Rukawa in geografia, e di recente avevano anche cominciato a restare a mangiare l'uno a casa dell'altro, a seconda di dove si rompessero meno le scatole ai genitori. E a volte, ma solo a volte, Sakuragi si era aperto in confidenze e aveva poi a sua volta ascoltato quelle di Rukawa.

Per quanto a Rukawa sarebbe piaciuto molto illudersi così, la sua razionalità aveva opposto la più convincente delle tesi: quando Sakuragi era innamorato di Haruko, era così discreto che lo sapevano persino i sassi. Anche più di un anno dopo, gente vista mezza volta a bordo campo ancora gli chiedeva di Haruko. Rukawa poteva essere addormentato la metà del tempo che passava in piedi, ma riteneva di essere abbastanza sveglio da accorgersene, se Sakuragi si fosse messo a rispondere ad ogni sua frase con un agghiacciante “Rukawuccio caro!”.

Rabbrividì al solo pensiero e chiuse la porta dello spogliatoio, che però non sbatté. -Mapporc...- sotto la spinta di Sakuragi, che aveva sollevato un braccio appena in tempo per bloccarla e non beccarsela sul naso, la porta si spalancò. Rukawa la evitò per un soffio, ma non riuscì a parare la mole -ottantasei chili all'ultimo controllo- di Sakuragi, che gli si schiantò addosso e lo sbatté a terra. Poi, il rosso si sedette su di lui a cavalcioni, sollevò le braccia ed esultò: -AHA! STAVOLTA HO VINTO IO! GAME, SET, MATCH!

-Do'aho, ma lo sai che cosa vuol dire “game, set, match”, almeno?

-Eh?- Sakuragi parve dubbioso, -No, in effetti no. Cosa vuol dire?- Rukawa esitò, poi ammise: -Ok, in effetti non lo so nemmeno io.- Sakuragi scoppiò a ridere e rotolò giù da Rukawa, sdraiandosi al suo fianco. Dopo un po', chiese: -Secondo te Ayako troverà il modo di farci smettere?

-E come?

-Che ne so. Magari decide di restare qui. O ci lascia i cani da guardia. O fa restare Anzai.

-Se lo fa, troveremo un altro posto.- ribatté Rukawa.

-E dove? In giro ci arrestano, a casa tua c'è la nonna che si preoccupa e casa mia è piena di quei soprammobili del cacchio.

-Aha, se ci fosse Mitsui ti starebbe già dicendo che ci sono altri modi di sfogare il nervoso in due in una casa.- rispose Rukawa senza pensarci, poi si bloccò e si diede mentalmente del deficiente.

E quella, adesso, da dove stracazzo usciva?

Cos'è, aveva battuto la testa quando Sakuragi l'aveva atterrato?

Aveva un'erezione di cui non si era accorto e tutto il sangue era convogliato in direzione pene e non ne era rimasto più per il cervello? Guardò giù di soppiatto.

Ok, aveva effettivamente un'erezione, ma non è che si ritrovava una sequoia, non poteva contenere poi tutto quel sangue... anche se, in effetti, Robin Williams una volta aveva detto che Dio ha dato ai maschi un pene e un cervello e sangue a sufficienza da farne funzionare solo uno alla volta.

Poteva anche essere che...

-L'idea non dovrebbe farmi schifo?- chiese Sakuragi in tono curioso. Rukawa si voltò verso di lui, spiazzato, ma il rosso stava fissando il soffitto.

-Nh?

-L'idea di rotolarmi tra le lenzuola con te. Non dovrebbe farmi schifo?

-Non te ne fa?- chiese Rukawa. Sotto i suoi occhi, la pelle di Sakuragi virò verso un'allarmante color magenta, per poi stabilizzarsi su un preoccupante bordeaux.

-Beh, ecco... cioè.

-Guarda che non ne fa neanche a me, se è questo il tuo problema.- si affrettò a dire Rukawa.

-Davvero?- chiese Sakuragi, voltandosi verso di lui. Rukawa fece spallucce. Sakuragi rimase immobile a fissarlo per così tanto tempo che il moro si domandò se per caso non gli fosse infartato lì sul posto.

L'unica cosa che lo convinceva del contrario erano le prove tangibili, sul viso di Sakuragi, di un ragionamento così intenso che pareva quasi di vedere le rotelline che giravano, e un criceto particolarmente grasso che correva sulla sua ruotina.

Poi, Sakuragi parve cambiare idea; il suo sguardo si fece dubbioso; Rukawa, ormai quasi esasperato e con la forte tentazione o di prendere e andarsene o di mettergli la lingua in bocca, si distrasse immaginando il culotto cicciotto del criceto che cercava di risalire sulla ruota, una zampina che si allungava e ritraeva a mezz'aria nel tentativo di raggiungerla.

-Guarda, Rukawa.- disse infine Sakuragi, allungandosi per prendergli un polso, -Mi fa schifo tanto così.- disse. Rukawa ci mise un attimo a capire che Sakuragi si era messo la sua mano sul pacco, e che quella cosa che sentiva sotto il palmo, simile ad una banana ma decisamente non una banana, era la sua erezione.

-Sei...- disse Rukawa, senza spostare la mano da dov'era, poi riformulò la frase: -Fai pena a flirtare.

-Preferivi una bella scena in stile Marmalade Boy, in cui mi alzo, vado in crisi, mi nascondo in un angolo e mi metto a frignare che non pensavo di essere innamorato di te?

-No, saresti ridicolo.- rispose Rukawa.

-E...- disse Sakuragi, -E a te, quanto fa schifo?- chiese a voce bassa. Rukawa esitò per una frazione di secondo, poi tolse la mano dal pacco di Sakuragi (la sua mente, che ormai funzionava solo a testosterone, protestò alacremente) e si sdraiò sopra di lui, le gambe a cavalcioni di una delle sue cosce. Strofinò la propria erezione contro quella di Sakuragi, che emise un flebile: -Oh!

-Mi fa schifo tanto così.- disse Rukawa.

-A casa mia c'è mamma. Da te?

-La nonna in taverna. I miei rientrano tardi.

-Dici che riusciamo a fare poco rumore?

-Do'aho, la nonna è sorda. Basta che non ci mettiamo a sbattere le cose.

-Allora che cazzo ci fai ancora lì? Alzati e andiamo!- disse Sakuragi. C'era, nel suo tono, più di una punta di impazienza, e Rukawa ne fu contagiato.

Una parte della sua testa gli ripeteva che non era questo, quel che voleva, non una scopata esplorativa, lui voleva baci, coccole, abbracci... ma, si disse, forse potevano lavorarci su. Fare la strada al contrario, tipo, invece che dall'appuntamento al sesso, dal sesso all'appuntamento. Chissà quant'altra gente si era messa insieme così, non poteva essere così inusuale, no?

Poi, Sakuragi lo ghermì per il polso e lo tirò indietro, contro il proprio petto. Rukawa gli appoggiò le mani sulle spalle e il rosso disse: -Non azzardarti ad allontanarti, sai?

-Hanamichi, io...- Rukawa sobbalzò. Era la prima volta in assoluto che lo chiamava per nome.

-Io sono un sentimentale, lo sai.- disse Sakuragi, -Il sesso per il sesso... preferisco tenermi addosso la smania, capisci?

-Stai dicendo che quella cosa dell'angolo e del frignare...?

-Non lo so, insomma, mi sono accorto dieci minuti fa, dammi tregua, ok?- Sakuragi roteò gli occhi, poi li fissò di nuovo su Rukawa: -Ma per me non è solo sesso. Non so cos'è, ma non è solo sesso. Ecco.

-Io me ne sono accorto un anno fa o giù di lì, quindi...

-No, non dirlo! Se no poi mi sento obbligato a dirlo anch'io a te e non va bene.

-Cazzo se sei contorto.- Rukawa fece per allontanarsi, confuso e spiazzato. Insomma, il suo pene cominciava a reclamare sollievo e fino a casa sua ci volevano ben sette minuti a passo spedito.

Sakuragi gli infilò un pollice sotto la mascella e gli intrappolò il mento, poi trasse il suo viso a sé e lo baciò. Era un bacio rude, un po' inesperto, morbido e forse un po' troppo umido, ma era un bacio di Sakuragi; Rukawa vi si abbandonò senza ulteriori esitazioni, circondandogli il collo con le braccia e accogliendo il tocco delle sue mani che si stringevano intorno alla sua vita per premerlo contro quel corpo che aveva immaginato di sfiorare per troppe notti solitarie.

Dopo un lasso di tempo inquantificabile ma sufficiente a far sentire ad entrambi l'esigenza di respirare liberamente, si staccarono l'uno dall'altro. Sakuragi, una volta tanto, sembrava senza parole. Fu Rukawa a smuoversi per primo: -Adesso però, muoviamoci.- ringhiò, e senza nemmeno prendersi la briga di cambiarsi lo trascinò verso casa propria.

 

Ayako li guardò passare, appoggiata alla parete della palestra di fianco a Miyagi, che nel vederli mano nella mano sgranò gli occhi: -Ma come cavolo hai fatto?- chiese.

-Ah, magia magia.- rispose lei con un sorriso sibillino.

-No, seriamente, stanno già insieme e questo è il giorno in cui vanno a fare cose zozze insieme?

-No...

-Ci sono! Rukawa ti ha detto che voleva dichiararsi oggi quindi era una cosa tipo “o la va o la spacca”!

-No...

-Va bene, mi arrendo. Come hai fatto?- Ayako esitò, poi scrollò le spalle e disse: -Oh, un colpo di fortuna, immagino. Andiamo a pulire la palestra, dai, figurati se quei due si sono ricordati.- prese per mano Miyagi per zittirlo e se lo tirò dietro. Non poteva certo rivelare che la sua non era altro che una poetica speranza che quei due capitolassero proprio nel giorno che recava entrambi i loro numeri di maglia, e che già l'undici ottobre si era appostata invano.

Si limitò a chiedersi se la data indicasse anche i ruoli e ridacchiò tra sé e sé.

 

 

 

 

Happy HanaRu day everyone!

/gli altri progetti alitano sul collo di Cathy/

Ci sono un sacco di spifferi, non trovate?

Spero che questa mia cazzata estemporanea vi sia piaciuta, ho mille cose da fare e un sacco di santi da tirar giù dal paradiso ma non potevo perdermi quest'importante evento!

Battete un colpo se gradite!

XOXO

 
   
 
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