Film > Alien
Ricorda la storia  |       
Autore: Petricor75    13/11/2020    0 recensioni
[Alien: La Clonazione/Resurrection]
Dopo aver fatto schiantare l'Auriga sulle coste orientali del Sud Africa, la Betty, con a bordo i suoi quattro superstiti, Ripley, Call, Vriess e Johner, atterra in una foresta tra la Georgia e la Carolina del sud. Call ha ancora un buco aperto sullo stomaco, Vriess e Johner non fanno che stuzzicarsi, e Ripley ha problemi col suo DNA e certi ricordi ereditati per via genetica.
Come sempre, grazie a: Awkwardartist, GirlWithChakram, Reaperonzolo e Silvietta.
Alien e i suoi personaggi non mi appartengono.
Questa storia è stata scritta senza nessuno scopo di lucro.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Uno: Georgia

Adesso che sono entrate nell'atmosfera terrestre, la Betty scende fluida verso la superficie. Call e Ripley sono ancora davanti a un finestrino nella zona di carico, dall'altro, quello oramai privo del vetro termico, si fa strada un odore acre di bruciato che irrita le narici del clone. Si avvicina alla giovane, le posa una mano sulla spalla e la stringe in una presa incoraggiante. "Dai… raggiungiamo gli altri.", la esorta con voce stanca.


"Perché cazzo mi hai baciato, figlio di puttana!", sbraita Vriess dal sedile di comando. Call e Ripley si scambiano un'occhiata a metà tra il divertito e l'incredulo. "Beh se non ti è chiaro, stavamo per rimetterci le palle! Mi sono solo fatto prendere dal momento! Non metterti strane idee in testa, Ironside!", "Beh felice di saperlo, stronzo di un figlio di puttana bastardo! È stato peggio che baciare il culo sudicio di un babbuino!", "Si beh, vado a farmi una pisciata in santa pace!"

Le due sopprimono l'ilarità causata da quel battibecco, concentrandosi sull'immediato futuro. Il clone si accomoda sul secondo sedile e afferra i comandi, prendendo il controllo della navetta. L'Auton resta in piedi accanto a lei, una mano aggrappata allo schienale della seduta, l'altra appoggiata sul bordo della plancia. "Dove dovremmo andare ora?", domanda con gli occhi fissi alle nuvole che stanno attraversando. "Il più lontano possibile dal sito dello schianto, proporrei.", le risponde Ripley consultando le mappe su uno dei piccoli monitor. "Non ho idea di quale sia la situazione quaggiù, tu ne sai qualcosa?", domanda sperando in un aiuto concreto. L'androide fa un passo in avanti raggiungendo i comandi sulla plancia, lo spazio ristretto la obbliga a premere la propria gamba su quella di Ripley, non ci fa caso, ma questa invasione del proprio spazio personale non passa inosservata all'altra, "Wow, accomodati, vuoi per caso sederti su di me?", il commento le è uscito di bocca prima che ripotesse ragionarci, accidenti alla sua parte aliena! Call si volta fulminandola con lo sguardo, "Oh, sei tu? Pensavo fosse Johner!", il tono della sua voce è così aspro che l'ibrido non può che abbassare lo sguardo, e per la prima volta da che ne ha memoria, sperimenta un sentimento che identifica come imbarazzo. "Oh, ma fate pure come se io non ci fossi eh!", Vriess butta benzina sul fuoco, con fare offeso. "Piantatela! Tutti e due!", esplode l'androide imponendosi di tenere gli occhi fissi sui comandi che sta utilizzando. "Vi sembra il momento di pisciarmi intorno?", li rimprovera esasperata. "Oh, un momento io non piscio proprio intorno a nessuno!", Vriess alza le mani in un gesto innocente.

Ripley invece tace, riflettendo sull'ultima osservazione di Call, consapevole del fatto che, almeno per quel che la riguarda, ammette, tutti i torti non li ha. Di tutte le persone con cui ha passato le poche ore che costituiscono la sua intera vita, sia quelle sopravvissute che quelle ormai andate, l'unica per la quale sperimenta una sorta di affetto, è proprio lei, ed è molto più di quel che avrebbe sperato per sé da quando ha aperto gli occhi la prima volta sull'Auriga. Ma non è solo attaccamento, c'è pure qualcosa di fisico, non sa se anche nella sua vita precedente fosse così istintiva o se la Ellen Ripley che le ha donato gran parte del suo DNA fosse più pragmatica. Tantomeno quale fosse il suo orientamento sessuale, - come se avesse importanza -, nota tra sé. I suoi rimuginii hanno anche un che di assurdo, pensa, visto che la giovane non è nemmeno un essere umano! Eppure, a lei non importa. Sembra più umana di tutti gli altri messi insieme, forse solo Hillard e Purvis si salvavano, in quanto a sensibilità. Poi ripensa al gesto di Christie e al dolore che ha percepito nella voce di Vriess e si rende conto che forse il suo giudizio verso il prossimo è un po' troppo severo. A ogni modo, sa di preferire Call a tutti loro ed è la sola da cui non vorrebbe separarsi e con cui desidera coltivare un rapporto.

Call dovrebbe solo essere furiosa per quella sorta di rivendicazione, eppure, la battuta di Ripley, con quel tono vagamente seducente, le hanno provocato una buffa reazione, come quando ha artigliato la lingua di Johner in sua difesa. O come quando le ha sfiorato delicatamente una spalla, mentre tutti gli altri si divertivano a prenderla per il culo dopo aver scoperto che cosa era. O come quando, solo pochi minuti prima, ha ordinato a quel mostro ibrido di lasciarla andare e poi le ha fatto scudo col proprio corpo, trattenendola in un abbraccio fermo e protettivo, mentre entravano nell'atmosfera. Ma soprattutto, quando le ha parlato e per come lo ha fatto, mentre tutti gli altri sembravano quasi evitarla. Si rende conto solo in questo momento, che per tutto il tempo dell'attacco, la donna non ha fatto altro che gravitarle intorno, pronta a proteggerla e a sostenerla. La sua tempesta di pensieri viene improvvisamente interrotta dal grugnito di Johner.

"Allora gente, che si fa ora?", domanda l'uomo grattandosi un testicolo. "Ho impostato una traiettoria di discesa…", "Vaffanculo, io non ci voglio scendere su questo buco di culo!", l'uomo interrompe Call coi suoi soliti modi da cavernicolo. "Johner!", Ripley lo blocca immediatamente, si alza dal sedile, cercando invano di evitare il contatto fisico con l'androide, in segno di rispetto, ma lo spazio è troppo minimo, le posa lievemente le mani sui fianchi e le sussurra una parola di scuse, mentre le cede il posto. Avanza con atteggiamento volutamente più minaccioso del necessario verso lo scimmione e nota con soddisfazione che egli arretra di un passo. "Non abbiamo idea delle condizioni in cui versa questa navetta, abbiamo bisogno di riposare e non so tu, ma io ho decisamente bisogno di una doccia, quindi ti prego, dimmi che ne avete almeno una.", la bocca deformata dell'uomo si spalanca mentre è in dubbio se rispondere o meno, ma prima che si decida, lei prosegue, "Quindi vedi di non fare il mestruato e fattene una ragione, atterriamo, riposiamo qualche ora, e se poi vorrai levarti dai coglioni, beh, personalmente, verrò a patti col dolore della separazione.",

Call adora questo lato di lei, non può fare a meno di sorridere, dando le spalle agli altri, "Le milizie saranno occupate per un po' sul sito dello schianto dell'Auriga, dubito che si siano accorti di noi, ma per sicurezza, meglio restare a debita distanza. Quindi niente centri abitati, niente zone desertiche, non offrirebbero risorse, nel caso avessimo voglia o necessità di trattenerci. Proporrei una vasta zona rurale e boschiva, a clima temperato, tipo le foreste tra la Georgia e la Carolina del sud.", suggerisce la giovane. "Ottimo, Call.", il clone approva, ancora con lo sguardo glaciale piantato sul brutto muso di Johner. Lui si porta una mano al viso e si liscia la pelle velata da brizzolati peli ispidi. "Bene… Ad ogni modo, gli scudi termici non hanno retto, danneggiando i settori dal cinque al nove, vale a dire che rimangono solo tre cuccette intatte, le altre sono squarciate, ci sono buchi alle pareti grossi come palle da basket. Ho controllato.", poi alza le braccia e arretra di un altro passo prima di continuare, "E, scusa Ripley, ma questa devi concedermela, io con lo storpio non ci dormo.", azzarda. "Leccami il buco del culo, stronzo!", esclama Vriess frustrato dall'impossibilità di alzarsi in piedi e tirargli un pugno in mezzo ai denti. Conscia della sua precedente reazione, Ripley si avvicina a Call, "Per te va bene se condividiamo noi?", le domanda in tono rispettoso, "Certo.", risponde l'Auton con finto distacco. - Cavoli si è proprio offesa! -, pensa il clone in cerca di un modo per rimediare.


Appena la Betty tocca terreno, Call esegue una scansione delle comunicazioni terrestri, il resto dell'equipaggio attende in silenzio, col fiato sospeso. Quando infine la ragazza si volta confermando il fatto che il loro atterraggio sembra essere passato inosservato, il sollievo di tutti è evidente. È già buio, all'esterno, ma la luna piena getta sulla radura in mezzo al bosco la sagoma della malconcia navetta pirata.

Prima che Johner manifesti la solita prepotenza, l'androide si affretta a reclamare la cuccetta migliore tra quelle rimaste intatte. "Noi prendiamo quella di Hillard, che se non altro ha una doccia decente, tanto a te non serve, vero Johner?", ironizza con fare vendicativo, contando sulla protezione di Ripley, nel caso l'uomo volesse abboccare. "Si beh…", ma a lui è passata la voglia, non c'è competizione con quell'arpia a pararle il culo. "Va' pure avanti, ti raggiungo tra poco.", propone Ripley, osservandola sparire nel corridoio buio. Solo dopo averla udita chiudersi la porta alle spalle, invita anche Johner ad andare. L'uomo sparisce senza preoccuparsi del compagno disabile, "A te ci penso io.", la donna lo rassicura. "Ma prima ho bisogno di sapere se hai idea di come posso sistemare quello sparo.", gli dice alludendo alla ferita di Call. "Portami nella zona di carico.", risponde lui in tono collaborativo. Lei obbedisce all'istante, issandoselo sulle spalle senza il minimo sforzo. Arrivati a destinazione, lo deposita a terra per raggiungere lo scaffale mezzo divelto che l'uomo le sta indicando, alla ricerca dello scatolone che le ha descritto, dopo aver frugato allungando un braccio quasi alla cieca, finalmente scorge l'obiettivo e con un ultimo slancio, riesce ad agguantare il collo. Lo deposita ai piedi di Vriess, che lo apre ed estrae due involucri poco più grandi del palmo della sua mano, porgendoglieli con un sorriso. "Uno per adesso, uno di scorta, nel caso ne aveste bisogno in futuro, meglio che li tenga tu. Dentro trovi le istruzioni.", "Tu lo sapevi.", conviene la donna. Lui annuisce, con sguardo malinconico. "Come?", gli domanda, seccata dal fatto che lei non lo aveva capito. "Quando siamo saliti sulla nave che trasportava Purvis alla miniera, l'ho beccata mentre era collegata al sistema. Lei non se n'è accorta, però. Sai, stavo rubando roba. Così già che c'ero, ho procurato anche questi due kit. Chissà che se ne facevano su una nave cargo. Volevo dirglielo, ma poi siamo arrivati sull’Auriga ed è andato tutto a puttane.", "Puoi dirglielo adesso.", gli fa notare Ripley, - in fondo, anche lui è una brava persona -, ammette. Il ragazzo sbuffa con un sorriso triste scuotendo il capo.

Dopo esserselo caricato nuovamente in spalla, l'ibrido lo accompagna nella zona rimasta libera, adagiandolo sulla branda. Senza scambiare una parola, si guarda in giro, individua ciò che stava cercando e dopo aver afferrato l'oggetto, varca la stretta porta del minuscolo bagno. Riempie la bacinella di acqua, afferra l'asciugamano macchiato che pende dal gancio e deposita il tutto sul materasso accanto all'uomo, ancora seduto spalle al muro. "Grazie.", esclama Vriess con genuina riconoscenza. Lei annuisce di rimando, portandosi le mani sui fianchi. "Sei a posto?", domanda. "Certo!", risponde l'uomo con fare sbrigativo. "Grazie ancora, Ripley.", aggiunge. "Grazie a te.", precisa lei sorridendo mentre esibisce i kit che le ha fornito. "Hey Ripley…", la richiama il ragazzo, "Uhm… beh, per quello che vale, sei una brava persona.", la sente emettere un sorriso strozzato, "Se le nostre strade dovessero separarsi, trattala bene.", aggiunge. Per un attimo il clone vorrebbe obiettare, dicendogli che non è detto che Call voglia seguire lei, piuttosto che lui. Resta in silenzio, invece, accogliendo l'ipotesi, quasi come un gesto scaramantico.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Alien / Vai alla pagina dell'autore: Petricor75