Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: _ter87_    13/11/2020    0 recensioni
"Sam annuì, bevve un sorso di birra e sospirò, lasciandosi andare sulla sedia. Erano liberi, erano finalmente liberi."
Genere: Fluff, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Chuck Shurley, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La guerra contro Chuck era finalmente finita.
Sam e Dean rimasero per un po’ immobili, in silenzio, guardando quell’uomo, ormai inerte, che aveva portato via ad entrambi tutto ciò che più amavano al mondo. “Cosa..cosa mi avete fatto. Cosa mi sta succedendo?” disse Chuck con la voce tremante, portandosi le mani al viso dove poco prima c’erano posate quelle di Jack. Dean gli si avvicinò, lentamente, con il sangue che ancora gli colava sul viso. Tirò su col naso e rise, scuotendo la testa.
“E’ successo, caro Chuck, che i tuoi poteri ora appartengono a Jack”
Si sentì anche la risata di scherno lontana di Sam, che guardò il ragazzo fiero facendogli l’ok con la mano destra, la sinistra non riusciva ancora a muoverla, Chuck ci era andato giù pesante con lui.
“Cosa...” iniziò Chuck con voce lieve, poi si girò a guardare il ragazzo, “io non..non capisco. Come..” Dean si piegò sulle ginocchia per raggiungere il suo livello e gli girò il viso per farsi guardare.
Con calma gli spiegò il loro piano, di come avevano capito che Michael li avrebbe traditi subito dopo aver ucciso Lucifer, di come il fatto di aver trasformato Jack in una ‘bomba’ lo avesse poi fatto diventare una ‘calamita per poteri’, con un piccolo aiuto, certo, e di come in tutto quel tempo il ragazzo avesse continuato ad assorbire energia tutt’intorno a se, Chuck compreso.
“Quindi ora, caro Chuck, i tuoi poteri sono i suoi e tu, tu non sei che un umano qualsiasi” Chuck sbuffò fuori una risata, “quindi è così che finisce, vero? E’ così che lascio questo mondo? Forza allora. FORZA!” concluse urlando, mettendosi in una posizione tale da far capire di voler essere colpito.
E Dean ci provò, era pronto ad uccidere quell’essere che gli aveva portato via Castiel solo pochi giorni prima. Un impeto di rabbia si impossessò di lui, si alzò in tutta la sua altezza estraendo la pistola e preparandosi a colpirlo. Nessuno osò fermarlo, nessuno osò parlare.
Sapevano cosa stesse passando, quello che in realtà stavano passando anche loro, specialmente Jack che aveva perso un padre. Poi Dean si fermò, la pistola a mezz’aria. Sam aggrottò le sopracciglia, lo stesso fece Jack e Chuck riaprì gli occhi, capendo di essere ancora vivo.
“No” fu la risposta di Dean, “no, io non sono un assassino” gli tornarono in mente le parole di Castiel, le ultime prima del...no, non doveva pensarci ora. Tornò a concentrarsi sull’uomo davanti a se, “io non sono un assassino. O mio fratello, tanto meno Jack. Rimarrai in vita, e sai perché? Così che tu possa invecchiare su questa Terra, da solo. Ammalarti, e restare solo. E morire, da solo. Senza essere ricordato da nessuno” rise con disprezzo, “nessuno saprà mai cosa sei stato, cosa hai fatto, chi sei. Sarai solo per sempre, e dovrai vivere con questo per il resto dei tuoi giorni” Detto questo si avviò alla macchina, seguito dagli altri due.
Chuck nel frattempo tentò di alzarsi, ma continuando a cadere nei propri piedi e urlando, urlandogli di fermarsi, di aspettare, di aspettarlo.
Ora che non era più nessuno iniziava a capire che forse, tutto quello non era stata esattamente una buona idea, ma ormai era troppo tardi. E nemmeno lui, Dio in persona, avrebbe potuto fare niente per cambiare le cose. Non più almeno.



“Puoi farlo, Jack?” chiese Sam al ragazzo, con non poca ansia nella voce. “Posso provarci, certo” fu la sua risposta. Poi chiuse gli occhi, e pian piano eccole lì..tutte le persone che erano sparite, adulti e bambini, perfino Miracle, erano di nuovo lì come niente fosse successo. I due fratelli si guardarono contenti. Avevano salvato il mondo, per sempre stavolta! E quando tutti furono tornati guardarono Jack, “Quindi...sei tu il nuovo...lui? Cioè, come dobbiamo chiamarti?” Jack non rispose, sorrise solo, poi si guardò intorno, “Cosa intendi con questo? l’importante è che tutto sia finito bene, a chi importa come lo chiamiamo” disse Dean in risposta al fratello, gentile come al solito. Jack rise, ma continuò a non rispondere.
“E Amara..?” chiese ancora Sam, “E’ con me, conviviamo per ora, se così si può dire. Ma va tutto bene” “Bene, bene...quindi possiamo tornare al Bunker. Vieni con noi?” “Che domande fai” si intromise di nuovo Dean, “certo che viene con noi. Dove altro potrebbe andare, giusto ragazzo? Ti compreremo una TV al plasma, una poltrona reclinabile...sei tu il boss ora. Puoi fare ciò che vuoi!”
“Io non tornerò al Bunker con voi, Dean. Non è lì il mio posto, non più”
“Cosa vuol dire che non torni con noi? E dove andrai?”
“Beh, ma io sono già a casa. Lo sento, sono dappertutto e da nessuna parte”
“Allora è vero, sei Lui” disse ancora Sam, incredulo
“Io sono io, ma capisco ciò che dici”
“E se vogliamo vederti per una birra, uscire?”
“Io sarò lì..”
“E cosa ne sarà di queste persone, Jack?” chiese Dean, “faranno domande, avranno bisogno di risposte..”
“Sento le voci di queste persone. Le loro preghiere… Ma le risposte dovranno trovarle dentro di loro. L’errore di Chuck è stato farsi protagonista della sua stessa storia, io non farò lo stesso. Ho imparato che le persone, se si impegnano, possono fare molto. Ed è quello che voglio fare io” I due fratelli si guardarono tristi, stavano per perdere anche Jack, considerato ormai parte della famiglia.
Un fratellino minore.
Ma in un senso erano felici, perché sapevano che avrebbero potuto rivederlo in ogni momento. “Allora ciao, ragazzi. Ci vediamo presto”
“Ciao Jack” rispose Sam triste,
“Ciao ragazzo” gli fece eco Dean, “abbi cura di te” Jack sorrise ad entrambi ed alzò la mano destra in segno di saluto,
“Arrivederci” disse loro, e si incamminò. Entrambi lo guardarono andare fin quando scomparve ai loro occhi,
“Ci vediamo, Jack” sospirò Sam, poi guardò Dean, “ora cosa si fa?” Dean, che stava ancora guardando il punto di strada dove Jack era appena sparito, si girò a guardare il fratello.
“Cosa ne dici di una birra?” Sam rise, incredulo di come il fratello riuscisse sempre a superare ogni problema con una birra.



“Quindi è finita?” erano alla seconda birra, in uno dei loro pub preferiti, “per sempre?” chiese Sam con la sorpresa nella voce.
“Che sia dannato se lo so” rispose Dean bevendo un gran sorso della sua birra.
Sbatté la bottiglia sul tavolo e guardò il fratello, puntandogli l’indice sulla faccia, “ma so una cosa, fratellino. Abbiamo fatto il culo a Chuck, è non è poco. Sono sicuro che per un po’ le cose righeranno dritto, specialmente con Jack al comando” Sam annuì, bevve un sorso di birra e sospirò, lasciandosi andare sulla sedia.
Erano liberi, erano finalmente liberi.



Tornarono al Bunker verso le 3 del mattino. Avevano deciso di girare con Baby come ai vecchi tempi, come quando si correva per ogni caso.
Un’ultima corsa, un ultimo giro insieme. Risero per tutto il tempo, ascoltarono musica e si divertirono.
Si sentivano molto più leggeri ora, era finita e loro due avrebbero finalmente avuto una vita normale. Ma appena parcheggiarono Baby seppero che c’era qualcosa di sbagliato lì, “Ehi, ehi Sam. Vieni qui, guarda”, Sam lo raggiunse e per poco non gli venne un colpo.
La porta del Bunker era aperta. Sembrava fosse stata forzata.
“Ultimo regalo di Chuck? Cosa pensi?” chiese Dean prendendo la pistola dal solito posto dietro la sua schiena. Caricò e fece segno al fratello che sarebbe andato per primo e di prendere tutte le armi dalla macchina. Sam annuì, e senza fare alcun rumore si diresse al portabagagli dal quale estrasse coltelli e pistole.
“Era troppo bello, troppo bello per essere vero” pensò a voce alta, con una leggera nota di arrabbiatura che non guasta mai.
Tornò verso il Bunker più in fretta che poteva, non poteva lasciare Dean da solo, non sapevano cosa stavano per affrontare.




Dean entrò in casa sua in punta di piedi, le luci erano spente e sembrava fosse deserto. Magari, chiunque ci fosse, era sparito nel momento in cui Chuck aveva perso i suoi poteri. Ma non poteva esserne sicuro, così, senza abbassare la guardia, scese le scale e si avviò prima verso la cucina: vuota.
Lasciò comunque la luce accesa, un piccolo aiuto per Sam.
Si avviò lungo il corridoio stando sempre attento a non fare il minimo rumore, ma non c’era nulla di strano o diverso dal solito che lasciasse trasparire la presenza di qualcuno lì dentro. A parte lui, ovviamente. Stava per arrivare alla porta della stanza che usava Jack quando ancora era con loro, quando… “Dean” per poco non gli venne un infarto. Si girò, ed era Sam.
“Ma dico, sei impazzito? Avresti potuto ammazzarmi. Non ho sconfitto Dio per morire con un attacco di paura causato da mio fratello, grazie” Sam sospirò e roteò gli occhi, “Come la fai lunga a volte. Allora, c’è qualcosa?” Dean scosse il capo in una risposta negativa, ed in quel momento un rumore sordo catturò la loro attenzione.
Veniva dalla stanza principale, quella con la tavola con il radar. (il radar, ancora non potevano crederci di non averlo mai saputo o scoperto da soli).
Si avviarono insieme verso quella direzione, ormai era certo ci fosse qualcuno, il problema era solo scoprire chi.
Arrivarono sulla soglia, videro un’ombra. Entrambi si guardarono perché quell’ombra era terribilmente familiare, ma non poteva essere vero.
Che fosse un mutaforma? In fondo non erano certi che tutti i mostri fossero spariti per sempre, no?
“Chi è là?” chiese Dean ,urlando tutta la rabbia che aveva in corpo perché quello, quello era davvero uno scherzo crudele. “Vieni fuori e parliamone, è finita per tutti voi” continuò Dean, ma l’ombra non rispose.
Si fermò però, e si girò verso di loro.
“Dean” fu Sam a parlare, sentì l’emozione nella sua voce, “Dean” ripeté, ora la voce era rotta dalle lacrime, e perché diavolo suo fratello stava piangendo?
“Ehi amico, cosa ti prende?” seguì lo sguardo del fratello e poco più avanti la vide. Eileen. Era lì, di fronte a loro.
Quando anche l’altra ombra si fece avanti, gli occhi azzurri di Castiel colpirono Dean più che di ogni pugno ben piazzato.
“Ciao, Dean” quella voce, quella maledetta voce che pensava non avrebbe più sentito. Vide suo fratello correre verso Eileen come se ne andasse della sua vita e stringerla a se. Sapeva, senza doverlo provare con acqua santa o coltelli d’argento, che era davvero lei.
Tornò a guardare Castiel,
“Cass...come..cosa..” l’angelo si strinse nelle spalle,
“Un regalo di Jack, suppongo” sapeva. E quello per lui fu abbastanza.
Gli corse incontro e gli si gettò tra le braccia ignorando tutto ciò che accadeva intorno a lui. Doveva salutare Eileen? Certo. In fondo era educato lui. Gli importava? Non in quel momento.
“Dean” la voce di Castiel era più dolce ora. Si lasciò cullare da quell’abbraccio per un minuto, forse di più, non lo sapeva nemmeno lui e non gli importava.
Dean fu il primo a staccarsi, doveva guardarlo. Sentiva il bisogno di guardare quegli occhi e farsi dire cosa era successo.
“Cass, come puoi essere qui? Il vuoto...” ma Castiel sorrise, con quel sorriso che era sempre stato in grado di sciogliere il cuore di Dean anche nei momenti più disperati.
“Il vuoto è ancora lì, ci sarà sempre. Penso che Jack si stato in grado di trovare una soluzione che facesse tutti felici, sai” e Dean sorrise, con gli occhi, con il cuore. Sorrise perché era davvero felice.
“Non sai quanto sono contento di vederti. Io..” ma Castiel scosse il capo,
“No, Dean. Dopo” e gli fece capire che non ci sarebbe stato modo di parlare di cosa era successo al loro ultimo incontro in quel momento. Si avviò dall’altro lato della stanza, posò una mano sulla spalla di Eileen e lei si girò verso di lui.
Stava piangendo, anche Sam, ma erano lacrime di felicità.
“Come stai?” le chiese. l’ultima cosa che ricordava era che si trovava nel vuoto, poi c’era stata una luce ed improvvisamente era in un altro luogo, con Eileen, Charlie, Donna, Jody…
“Sto bene” rispose lei, “ma gli altri...”
“Quali altri?” la bloccò Sam, “chi c’era con voi?”
“Tutti” rispose Castiel, “siamo tornati tutti. Ma gli altri non so dove si trovino adesso”
“Ma allora dobbiamo cercarli” si intromise Dean, e Sam annuì
“Un’ultima avventura per i fratelli Winchester” disse questi, e accompagnato dalla sua ragazza andarono a preparare tutto ciò che avrebbe potuto essere utile nella ricerca. “Cass” Dean richiamò l’angelo, che si girò a guardarlo. Era così bello, ogni volta il suo cuore perdeva un battito.
“Anche io” disse solo, “da sempre” e ancora lui sorrise.
Sorrisero entrambi, poi Castiel gli si avvicinò, gli posò una mano sulla guancia e lo guardò così intensamente che Dean pensò sarebbe andato a fuoco.
“No” rispose lui, “PER sempre” e detto ciò, gli posò le labbra sulle sue, e finalmente, ebbero tutti il loro agognato lieto fine.



Beh, suppongo sia il mio modo per sopperire al dolore dell'ultimo episodio. Non l'ho ricontrollata, non so come sia o se ci siano errori, perdonatemi.
Baci e abbracci.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: _ter87_