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Autore: Vianne1013    14/11/2020    11 recensioni
Questa è una storia vecchia che ho scritto anni fa ma mai pubblicato, si basta sugli episodi "L'attacco dell'Armata Nera" parte 1 e 2. Un'idea di come avrei voluto che finisse rispetto alla versione originale.
L'idea è nata da un patto con una mia amica scrittrice di fare una versione alternativa di questa storia ed eccoci qui.
Spero che vi piaccia.
Un grazie a chi la leggerà e un grazie a chi la commenterà. ^_^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Quella notte era diversa dalle altre. Una sequenza infinita di boati ed esplosioni avevano interessato un edificio molto alto nel centro della città. Tutti gli abitanti avevano la sensazione che quella fosse l’ultima notte per loro, invece grazie a qualche entità soprannaturale, tutto si era risolto per il meglio.
Quanto poteva essere silenziosa e deserta Shinjuku in quel momento, non si sentivano rumori né voci, né altro, sembrava come se il tempo si fosse fermato per un attimo e l’orologio non fosse mai ripartito. Dopo aver sparato quel proiettile dove erano racchiuse tutte le loro speranze, Ryo rimase in silenzio per qualche istante. Osservò tutto il paesaggio intorno a lui, assaporò con gratitudine l’aria fresca che gli stava sfiorando il viso e aumentò la presa attorno al corpo di Kaori.
E pensare che tutto era successo per colpa sua, solo sua. Un pazzo criminale aveva pensato bene di servirsi della sua socia per uccidere tutti con una bomba di livello molto avanzato e lui era riuscito a recuperare la situazione per un soffio. La sua socia, ipnotizzata, che aveva assunto le sembianze di Sarah, lo aveva accolto proprio bene, gli aveva sparato ad una gamba e per poco non l’aveva quasi ucciso.. ma lui sapeva la verità.
Kaori era sconvolta, lui le aveva fatto male e poi ne aveva pagato le conseguenze, rischiando di perderla per sempre. Si era addormentato ubriaco, con Susy nel suo letto e Kaori non ci aveva visto più, aveva raccolto tutte le sue cose ed era fuggita via, lasciandolo solo.
Quanto forte fu il colpo che subì il suo cuore, quando lei chiuse la porta dietro di sé, senza degnarlo di uno sguardo, quanto dolorosa fu la notte che passò e quanto disperato fu il suo urlo interiore quando scoprì che l’affascinante donna che l’aveva quasi ucciso, altri non era che la sua socia. Lui l’aveva spinta nelle braccia dell’inganno e del pericolo ed era l’unico in grado di salvarla.
Quando aveva incrociato per la seconda volta i suoi occhi, aveva visto che di lì a poco l’avrebbe persa e fu per questo che decise di combattere e riportarla indietro, di riportarla da lui. Le aveva parlato, aveva visto come la sua voce e le sue parole l’avevano sconvolta a tal punto da farle perdere il controllo, aveva visto come i suoi occhi si erano inondati di lacrime e lo avevano finalmente riconosciuto. In quel momento aveva deciso di rischiare il tutto per tutto e ignorando le fitte lancinanti che avvolgevano la sua gamba, aveva percorso quei pochi passi che lo dividevano da lei e l’aveva finalmente liberata.
Una volta libera dalle catene che l’avvolgevano, Kaori era caduta in avanti e Ryo non aveva perso l’occasione per afferrarla e stringerla a sé, per non lasciarla andare mai via. Una volta assicuratosi che lei fosse tranquilla, aveva stretto in pugno la sua 357 Magnum, amica di tante, tantissime avventure, troppe per raccontarle tutte e aveva mirato con il chiaro intento di distruggere quella maledetta bomba, fonte di tutti i guai… ma la pressione di una fredda canna sul suo petto, aveva distolto la sua attenzione, facendogli abbassare lo sguardo verso Kaori. Quando i loro occhi si erano incontrati, Ryo aveva chiaramente visto la sua anima che stava scorrendo via e il suo amore che brillava come non mai dentro quelle grandi pozze nocciole. Avvolto dal terrore di perderla per sempre, con la sensazione di una mano invisibile che gli stava stritolando il cuore, lo sweeper l’aveva stretta tra le braccia e le aveva confessato tutta la verità. Le aveva detto quanto l’amava e che lui senza di lei non riusciva a vivere, aveva silenziosamente pregato per riportarla indietro e con il consenso del cielo,l’aveva finalmente baciata, asciugando le delicate lacrime chiare che le stavano scendendo sul volto.
Ora era lì, fermo, godendosi la dolcezza del respiro che si espandeva nel petto di Kaori e che avvolgeva anche il suo. La sua organizzazione delle priorità aveva subito un forte ed improvviso calcio e nonostante tutto, quella sensazione di tepore non gli dispiaceva affatto.
Con grande dolcezza, la strinse forte a sé, alzandosi in piedi, la circondò con le sue grandi braccia e l’aiutò a scendere le scale per raggiungere i loro amici che li aspettavano con pazienza. Per Ryo fu decisamente faticoso scendere i gradini e stringere a sé Kaori, ma per fortuna lei lo sorresse con il suo corpo e lo aiutò ad andare avanti. Come sempre, lei c’era sempre quando lui aveva bisogno del suo appoggio.
Una volta raggiunti Miki ed Umibozu, la mercenaria non perse tempo, aiutò Ryo a infilarsi in macchina e poi si assicurò che la sweeper stesse bene.
“Kaori va tutto bene?” le chiese con aria preoccupata.
“S-si, non preoccuparti… Miki…” rispose la donna con aria incerta.
“Va tutto bene, sei sicura?” chiese la mercenaria, che nel frattempo cercava di esaminare la donna per capire se fosse ancora sotto l’effetto dell’ipnosi.
“Si, mi sto riprendendo a fatica, la testa mi fa male da morire.. mi sento come se fossi ubriaca…”
“Si è una cosa normale, per fortuna quell’uomo non era così bravo, altrimenti ci sarebbe voluto molto di più per farti tornare normale.” Rispose Miki con un sospiro di sollievo. “Vieni andiamo, hai bisogno di molto riposo.”
Il viaggio di ritorno fu molto tranquillo, mentre Umibozu scortava Ryo e Kaori con la Jeep, Miki provvedeva a seguirli con la Mini dello sweeper e in un batter d’occhio furono a casa. Una volta ringraziati i due amici per il loro aiuto, Ryo scortò Kaori in casa e successivamente l’aiutò ad arrivare in camera e a mettersi a dormire.
Una volta assicuratosi che la sweeper stesse dormendo, si diresse nella sua camera e iniziò a medicarsi la ferita. Non fu per niente facile estrarre il proiettile, Kaori aveva una mira eccellente ed era per questo che lui le aveva manomesso la pistola. .. se fosse stata più concentrata, a quest’ora lui sarebbe morto.. anzi sarebbero morti tutti. Quel pensiero lo fece rabbrividire e scosse più volte la testa per evitare di pensarci.
Con grande maestria e pazienza si medicò alla perfezione la ferita e se la fasciò in modo perfetto, non che la cosa lo stupisse, era abituato a medicarsi da solo, durante la guerra era stato costretto a provvedere a se stesso e lì si parlava di guerra, di massacri giornalieri anche di numerosi uomini, ragazzi come lui… riuscire a sapersi medicare, era fondamentale se voleva sopravvivere.
Era immerso nei suoi pensieri, nei suoi brutti e terribili ricordi profondi, quando un fruscio destò la sua attenzione e lo costrinse a guardare verso la porta della sua stanza, scorgendo la figura immobile della sua socia.
“Kaori.. che succede? Perché sei ancora sveglia? Ti senti male?” chiese lui in preda alla preoccupazione.
La donna non rispose, rimase a guardarlo con aria preoccupata senza riuscire a pronunciare una parola. Ryo, a sua volta, l’osservò con molta attenzione.. era veramente bellissima, con quegli occhi nocciola tanto grandi da ipnotizzare, con i capelli scompigliati che le circondavano il viso e le davano quell’aria sbarazzina che lui adorava, con quelle meravigliose labbra rosse, il cui sapore aveva ancora stampato sulla bocca.. cosa non avrebbe dato per assaggiarle ancora e ancora e ancora.. fino ad esserne sazio… anche se la cosa gli sembrava decisamente impossibile.
Lì, davanti a lui c’era tutto quello che voleva e per il quale era disposto a dare la vita: Kaori.
Senza perdere un secondo, Ryo si alzò, la raggiunse e stringendola al suo petto, le catturò le labbra con passione. Kaori, inizialmente incredula s’irrigidì all’improvviso, aggrappandosi con forza al suo petto, tastandone l’elasticità della pelle che ricopriva i muscoli esolleticando la leggera peluria che la ricopriva. La mente della donna si svuotò quando sentì la lingua dell’uomo farsi strada tra le labbra e raggiungere la sua, approfondendo il bacio casto, che le aveva dato all’inizio. Il suo corpo si rilassò e finalmente lei chiuse gli occhi abbandonandosi a quell’incanto. Le forti braccia dell’uomo dal suo viso scesero verso il basso e sfiorando leggermente il seno, raggiunsero i fianchi avvicinandoli ancora di più ai propri.
Quando sentì la sua erezione premere contro il suo bacino, Kaori gemette con foga nella sua bocca, provocandogli un leggero ghigno di soddisfazione che attirò la sua attenzione.
“Perché sorridi?” chiese cercando di riprendere fiato.
“Perché ti piace quello che sto facendo.. e la cosa non può farmi che piacere…” le disse lui in un soffio.
Stringendola forte a sé, immerse il viso nei suoi capelli ribelli respirando l’aroma del suo shampoo e assaporandone la morbida consistenza. L’odore di Kaori era dolce, delicato e lo distendeva, aveva un qualcosa di familiare che lo faceva sentire veramente a casa.
“Mi dispiace.. per la gamba…” cercò di dire lei.
“Shhh non ha importanza.” Disse Ryo posandole delicatamente un dito sulle labbra e immergendosi nei suoi grandi occhi nocciola. “Quel conta è che tu ora sia qui con me.”
“Ma..”
“Niente ma Kaori, sei tornata da me… hai riconosciuto la mia voce, la mia preghiera silenziosa di non abbandonarmi e la cosa non può che rendermi l’uomo più felice di questo pianeta. Ero deciso a riportarti indietro e se per questo ho dovuto beccarmi un proiettile nella coscia, sono contento di essermi ferito. Non ti avrei mai lasciata andare via. Lo rifarei mille e mille volte se fosse necessario.”
“Ti amo..” rispose lei in un soffio, donandogli in seguito un dolce bacio sulle labbra.
“Ti amo anche io..” sospirò lui, poggiando la fronte contro quella della donna.
“Si lo so, me l’hai detto prima…”
“Allora ti ricordi proprio tutto…”
“Come potrei dimenticare? Per la prima volta mi hai detto che mi ami.. non è una cosa che ti sento dire tutti i giorni.” Rispose Kaori sorridendo raggiante.
“Su questo hai ragione…” sussurrò prima di rapirle di nuovo le labbra in un bacio ancor più passionale del primo. Istintivamente la bloccò contro lo stipite della porta, il suo corpo muscoloso e massiccio s’incastrò alla perfezione con quello morbido e delicato di Kaori e le sue mani iniziarono a tastare molto lentamente la dolcezza di ogni singola curva.
Kaori aveva un corpo meraviglioso.. la pelle era delicata e liscia, i seni erano sodi e alti, una goduria da stringere tra le dita, i suoi capezzoli sempre più turgidi ad ogni tocco, erano molto invitanti e succosi da stringere tra i denti e da assaporare con la lingua, per non parlare delle sue gambe, dei suoi fianchi… che erano qualcosa di indescrivibilmente meraviglioso… ormai ne era più che sicuro, quella donna era fatta per lui.. per accoglierlo e amarlo come non mai.. e la cosa lo faceva sentire l’uomo più fortunato del mondo.
Ad ogni centimetro che le sue dita sfioravano, Ryo sentiva una scarica di eccitazione pervadergli tutta la pelle e il suo corpo fremere per l’eccitazione. Erano anni che cercava di trattenersi.. e tutte quelle sensazioni assieme lo stavano mandando in orbita.
“Kaori…” cercò di dire con un filo di voce.
“Uhm?” rispose lei mentre il suo respiro aumentava sempre di più, minacciando di distruggerle il petto.
“Non credo che riuscirò a resistere ancora per molto, che ne dici di continuare il discorso.. ehm… al letto?”
“Va bene..” gli sussurrò prima di mordicchiargli leggermente il labbro inferiore e in quel momento Ryo pregò il cielo per riuscire a resistere ancora un po’.
“Provami a prendermi se ci riesci…” gli disse ridendo mentre si sottraeva dalla sua presa.
“Ehi non vale io sono un infermo, sono ferito…” disse l’uomo piagnucolando.
“Si certo… “ disse la donna poco convinta, mentre l’osservava muoversi e raggiungerla sul letto.
“Certo, dimentichi che ho una gamba ferita, che mi fa tanto tanto male…” le soffiò sulle labbra con tono sensuale, cosa che provocò nel corpo di Kaori, una valanga di scariche elettriche di eccitazione.
“Ah si? Beh vediamo cosa posso fare per aiutarti..” sospirò lei, avvicinando il suo viso a quello dell’uomo, con le bocche a pochissima distanza. Il respiro dell’uomo si fece affannato, il petto iniziò a sollevarsi con ritmo sempre più veloce mentre una mano della donna raggiunse il punto in cui batteva il cuore e lo sentì molto accelerato.
“Oh dottoressa … ho tanto, tanto male… mi aiuti..” piagnucolò lui, bramoso ed eccitato come non mai.
“Non si preoccupi, ci sono io qui… vedrà che presto starà meglio… mi prenderò cura di lei.” Rispose la donna con delicata malizia, resistendo a fatica all’istinto di baciarlo con ardore.
“Allora vieni qui… e dimostramelo, che io non resisto un secondo di più.” E detto questo l’afferrò con forza e la baciò con tutto l’amore che aveva in corpo, per non farla più andare via.
Fine.
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Commenti e ringraziamenti finali:
Questa fic esce fuori da una promessa fatta alla mia sorellina K66. Come lei aveva accettato e rispettato un patto, io ho accetto e rispetto il mio.
Grazie a tutte e tutti coloro che mi leggono e che mi seguono sempre, alle Magnum Lovers, alle CHDD, ai miei amici del forum e a tutte le lettrici silenziose che hanno sempre un minuto per leggermi.

Grazie davvero. Baci ^_^
   
 
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