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Autore: musa07    17/11/2020    3 recensioni
"Kuroo era certo che sarebbe impazzito se avesse sentito per un’altra volta - l’ennesima - Deck the Halls.
E dire che quella mattinata era partita più che ottimamente bene [...]
Almeno fino a quando non aveva messo il naso fuori dalla camera da letto. E allora era stato travolto da luccichii inquietanti. E, soprattutto, da canzoni di Natale sparate a palla. E in modo continuo e reiterato.
- Prima, quando mi sono alzato a preparati la colazione, ho resistito alla tentazione di iniziare a fare l’albero senza di te. - proferì Tooru tutto elettrizzato, mentre si arrampicava sulla scala per attaccare il vischio sopra la porta di entrata.
“No, aspetta un attimo…” Tetsurou si passò una mano davanti agli occhi. Doveva essere una allucinazione. O forse stava ancora sognando.
No, ok: non era un sogno. Era tutto vero. Il loro appartamento, durante la notte, era stato trasformato in un Villaggio di Natale in allestimento. Per qualche oscuro motivo [...]"
Mini KuroOi per il compleanno del nostro Micione del kokoro ma a tema natalizio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, lo so che il 17 Novembre quest’anno cade di martedì
ma per esigenze di copione mi serviva che fosse domenica.
E, sì lo so che nel manga nel loro futuro blablabla [mi autocit.]

Rating arancione che non era minimamente
stato preso in considerazione all’inizio
ma figurarsi se ‘sti due
in qualche modo non fanno i maiali.

 

 

Chi non osa nulla, non speri in nulla”

 

 

DOMENICA 17 NOVEMBRE – TOKYO ORE 08.47


Kuroo era certo che sarebbe impazzito se avesse sentito per un’altra volta - l’ennesima - Deck the Halls.

E dire che quella mattinata era partita più che ottimamente bene. Con la testa di Oikawa tra le gambe. Un risveglio da urlo. Letteralmente. Perché l’aveva ben urlato il nome dell’altro – dopo essersi ripreso dal comprensibile trauma di esser strappato dalle braccia di Morfeo perché le labbra del proprio compagno ti stavano facendo il pompino del secolo. Come sempre, tra parentesi - pregandogli di non smettere e incitandolo a continuare, mentre gli premeva leggermente la nuca con una mano. Come se Tooru fosse anche solo stato sfiorato dal pensiero di allontanare le labbra da lui mentre si gustava lo spettacolo di vederlo stupendamente ansante sotto di sé, oscenamente sensuale, come i suoi gemiti e mugolii di piacere che avevano cominciato ad uscire in modo disordinato dalle sue labbra. Aveva spalancato gli occhi di colpo - dopo che li aveva chiusi per godersi appieno la sensazione della lingua di Tooru sulla propria erezione - nel momento in cui le labbra frementi dell’altro avevano iniziato a stringersi maggiormente su di lui e iniziare a succhiare con maggior veemenza.
E lo sapeva benissimo il perché di quel gesto. Con il fiato che si era smorzato in gola, aveva sollevato la testa dal cuscino, abbassando gli occhi per incontrare quelli dell’altro e quale luccichio di perfido compiacimento gli aveva letto! E l’alzatore non gli aveva più permesso di staccargli gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Perché Tooru voleva essere guardato in quei momenti.
Neanche il tempo di riprendere fiato che l’ex capitano Seijo era gattonato verso di lui, leccandosi le labbra e assicurandosi che Tetsurou lo stesse ancora guardando mentre ingoiava il suo piacere. E solo dopo esser certo che il festeggiato si fosse goduto anche quell’ennesimo spettacolo ecco che si era accoccolato sul suo petto soddisfatto, giusto il tempo di lasciargli riprendere fiato.
- Mi farai morire un giorno con questi risvegli, lo so. - lo aveva preso amorevolmente in giro Kuroo, iniziando ad attorcigliargli una ciocca di capelli, come faceva sempre ormai dopo i loro momenti di intimità.
- Non ti svegliavi! Io ci ho provato in modo carino e coccoloso ma a mali estremi, estremi rimedi. - lo aveva preso in giro a sua volta mentre gli accarezzava un fianco, ben accollatati sotto al piumone. - E comunque la colazione è pronta. -
- Ah, non era questa? - lo aveva stuzzicato, mentre aveva continuato a far scivolare le dita tra i suoi capelli setosi, stiracchiandosi.
- No, questa lo era per me. -
- Dai porco, smettila! - ridendo e, sì: le guance si erano imporporate. Non che fosse uno pudico, intendiamoci - anche perché sarebbe stata veramente dura star dietro ad uno come Oikawa in quel caso – ma insomma: si era appena risvegliato, almeno il tempo di fare un rapido set-up dei neuroni.
E anche Tooru aveva ridacchiato, sollevando il viso verso il suo, mentre si metteva seduto per recuperare il vassoio della colazione.
- Buon compleanno, amore. -
E cosa non era sentirsi chiamare amore da lui? E vedere su quel vassoio tutti i suoi piatti preferiti per la colazione preparati con estrema cura? Per non parlare che sulla schiuma del suo matcha latte Tooru aveva disegnato con il cacao in polvere una zampina di gatto. Quanto potevano trasmettere e trasudare amore anche questi piccoli gesti. Quanto sapeva essere delizioso il suo ragazzo quando si lasciava tutto il mondo fuori.
Quando la porta del loro appartamento è finalmente chiusa alle loro spalle ecco che Kuroo Tetsurou, e lui soltanto, vede cose di Oikawa Tooru che nessuno ha visto mai…
 

Insomma, le premesse erano state indubbiamente delle migliori. Almeno fino a quando non aveva messo il naso fuori dalla camera da letto. E allora era stato travolto da luccichii inquietanti. E, soprattutto, da canzoni di Natale sparate a palla. E in modo continuo e reiterato.
- Prima, quando mi sono alzato a preparati la colazione, ho resistito alla tentazione di iniziare a fare l’albero senza di te. - proferì Tooru tutto elettrizzato, mentre si arrampicava sulla scala per attaccare il vischio sopra la porta di entrata.
“No, aspetta un attimo…” Tetsurou si passò una mano davanti agli occhi. Doveva essere una allucinazione. O forse stava ancora sognando.
No, ok: non era un sogno. Era tutto vero. Il loro appartamento, durante la notte, era stato trasformato in un Villaggio di Natale in allestimento. Per qualche oscuro motivo.
- Sì… ma Tooru… – ci riprovò, cercando di esprimerlo in modo gentile senza rischiare di offendere l’altro o farlo stare male – è il 17 di Novembre. -
- Appunto! Quale maniera migliore per festeggiare il proprio compleanno se non quella di addobbare la casa a Natale? Potessi farlo io il giorno del mio compleanno. - fu la reiterazione dell’alzatore, come se avesse detto un’ovvietà, con l’entusiasmo ancora più a mille, mentre controllava se il vischio fosse perfettamente dritto.
Quello era il primo compleanno di Tetsurou che passavano insieme. E nel loro appartamento oltretutto, nel quale abitavano da quando avevano iniziato l’università a Tokyo ad Aprile. Appartamento che, per inciso, Tooru stava riempiendo in ogni dove con omini di marzapane, Babbi Natale, pupazzi di neve, renne, slitte... Quando caspita l’aveva presa tutta quella roba? E, soprattutto, dove l’aveva imboscata? Dato che in quel microscopico appartamento ci stavano a malapena loro due.
Gli doveva essere sfuggito qualcosa. Una volta Tooru gli aveva confessato* che ogni anno la notte della Vigilia, fin da quando ero bambino, leggeva il Canto di Natale di Dickens ma da questo alla fissa di addobbare la casa 40 giorni prima, qualcosa gli doveva essere indubbiamente sfuggita. Ok, aveva capito che Oikawa fosse uno imprevedibile, ma caspiterina...

- Senti - proseguì imperterrito l’alzatore non sentendo provenire da lui l’entusiasmo che si aspettava, saltando giù dalla scala, cosa che fece venire i sudori freddi a Tetsurou che temeva sempre per il suo ginocchio e infatti aveva inconsciamente fatto un passo verso di lui, pronto ad acciuffarlo in caso di necessità - ti ho svegliato con un pompino da urlo e tranquillo che dopo ti faccio la festa; ora, per favore, puoi entrare anche tu nello spirito nataloso, eh Neko-chan? Per favore. -
E cazzo: non era valido quando lo guardava così, avvicinandosi a lui.
- Spirito nataloso, eh? - piegando appena le labbra, in un piccolo ghigno. Non poteva resistergli. Non gli aveva mai resistito. Oikawa Tooru aveva questo strabiliante potere ammaliante.
- Sìììì. - di nuovo quel tono entusiasta, quegli occhi che luccicavano felici. Era davvero il caso di dire che sembrava un bambino la mattina di Natale. E lui non poteva che adorarlo, perché era un’altra parte di Tooru che questi gli aveva permesso di conoscere. Una delle sue mille sfaccettature.
Sconfitto – cosa che sapeva già in partenza comunque – buttò fuori l’aria, mentre si tirava su le maniche della felpa, sedendosi a terra e avvicinandosi la scatola dove c’erano tutte le decorazioni per l’albero.
E come sorrise felice di cuore Oikawa. Gli si lanciò addosso, facendogli perdere l’equilibrio e finendo stesi a terra.
- Grazie Tetsurou. - bisbigliò sincero. Cosa che fu un altro colpo al cuore per il festeggiato.
- Non stiamo facendo pornate, perché mi chiami per nome? Mi preoccupo. - ridendo e facendo riferimento al fatto che Tooru lo chiamava per nome solo in quei momenti.
- Gnegnegne. - facendogli una linguaccia divertita e schioccandogli un bacio sonoro mentre si rimetteva seduto, al suo fianco, iniziando a raddrizzare i rami dell’albero.
- Pensavo che quella degli alieni fosse una… - cercando la parola più adatta mentre si faceva rigirare la pallina dorata tra le mani – bizzarria. Ma questa della tua fissa per il Natale indubbiamente la batte. -
- Neko-chan gli alieni non sono una bizzarria. - auto-canzonandosi ma cercando di mantenere un tono serio e pomposo, dandogli una piccola spallata, mentre lo osservava mettere la prima pallina sul loro albero.
- Ahehm… Neko-chan? - ed ecco che il sorriso era sparito dalla faccia.
- Sì? - mentre ne sceglieva un’altra dallo scatolone.
- Devono essere simmetriche. Le palline intendo. -
- Eh? - voltandosi verso di lui, con un sopracciglio inarcato, perplesso.
- Sì, le palline, ecco: in ordine simmetrico. - cercò di spiegare, rendendosi conto di essere maniacale. - Le più piccole in alto e le più grandi in basso. -
- Tooru… - con quei puntini di sospensione finale che si percepivano perfettamente nel tono e che valevano più di mille parole. Ancora più del sopracciglio che restava inarcato. Della serie “va bene così”.
- Pesano. - non si diede per vinto, testardo com’era. - Rischiano di far cadere l’albero in avanti. E poi esteticamente parlando non è bello da vedere un ordine asimmetrico. - rendendosi conto che fosse un discorso, una mania, non così facilmente capibile dagli altri.
- Tooru! - tono inequivocabile ora, che poneva fine alla questione.
- D’accordo d’accordo. - sollevando gli occhi al cielo e sbuffando - Brutto gattaccio… -
- Ti ho sentito! - scoppiando a ridere, seguendo immediatamente la risata di Oikawa che si era già levata dalla sua gola, mentre gli mollava un sonoro pizzicotto sul fianco, facendolo ridere ancora di più.

E si era divertito, ovviamente, a fare l’albero insieme, a preparare la cioccolata calda ed inzupparci i biscotti allo zenzero e cannella.
Ed ora eccoli lì, ad ammirare soddisfatti il loro operato, con le ombre delle luci dell’albero che disegnavano intrecci arabescati sul muro.
- Ti è piaciuto farlo, ammettilo. - lo stuzzicò Tooru, tutto tronfio, mentre gli lanciava una piccola occhiata da sopra la spalla dato che l’altro lo stava abbracciando da dietro.
- Hum, sì. - stampandogli un bacio sulla guancia.
- E questa sera, accoccolati sul divano, sotto la copertina, a mangiare schifezze mentre ci guardiamo “Il canto di Natale” della Disney! - come se avesse fatto l’annuncio del secolo, con gli occhi che brillavano dalla gioia mentre, dopo aver allungato un braccio dietro, aveva iniziato a fargli i grattini sulla nuca, facendo scivolare le dita tra i capelli ancora tutti spettinati.
“Oddio… Voglio uccidermi!” pensò sconsolato dentro di sé Tetsurou, con un sospiro. Ma, d’altro lato, cosa non era il sorriso di Oikawa? Non poteva nulla contro quel sorriso di pura felicità, genuino, come – e Kuroo lo sapeva benissimo – a nessuno era permesso di vedere. Dio, ma quello era davvero il temibile ed inafferrabile Oikawa Tooru, quello che faceva tremare i polsi ai suoi avversari? Era semplicemente meraviglioso. E si stava innamorando di lui per l’ennesima volta.
- Amore, però mi sfugge un piccolissimo particolare, sentiamo: chi sarebbe il festeggiato oggi? - lo aveva punzecchiato bonariamente, perché non poteva che adorare vederlo così entusiasta. E l’aveva ben compreso, Oikawa. Posò le mani sulle sue, girando il volto fino a potergli posare un bacio sulla guancia, mentre l’altro – mento sulla sua spalla – lo stava spingendo verso la loro camera da letto. Messaggio inequivocabile.
- Aspetta un attimo. - lo frenò alzatore, con tono dolce ma fermo, puntando i piedi a terra.
- Non ti va? - preoccupato che ci fosse qualcosa che non andava dato che nessuno dei due si era mai tirato indietro alle proposte dell’altro.
- Ovvio che mi va, ma… - rigirandosi nell’abbraccio e lanciando un’occhiata furtiva all’orologio a muro – Neko-chan non avrai davvero pensato che io sia così stronzo ed egoista da non averti organizzato niente per il tuo compleanno. Il mio l’hai reso così speciale. -
Come non ricordare che avevano fatto l’amore in spiaggia, al chiaro di luna, con il rassicurante rumore delle onde sulla battigia che li cullava.
- Piccolo… Anche il mio lo è. E perché ci sei tu. E le luci di natale. - scherzò, carezzandogli dolcemente una guancia con la punta del naso per poi tornare serio e proseguire a parlare.
- Anche a costo di dire frasi da film sdolcinato di serie B - prendendolo in braccio, sollevando per il sedere, e Tooru gli allacciò le gambe sulla schiena – ora posso prendermi il regalo più bello che la vita mi abbia donato? -
- Hum, sì: indubbiamente frase da film sdolcinato di serie B. - lo canzonò senza maligna alcuna, ricercando le sue labbra. Caspita se quel gattaccio e le sue frasi a limite del diabetico non lo scioglievano ogni volta e non ripagavano e accendevano il suo lato romanticone.
Kuroo stava quasi per varcare nuovamente la soglia della loro camera, e sempre con Oikawa in braccio, quando un leggero e poco insistente suonare alla porta lo fece fermare. Soprattutto perché sentì come le labbra di Tooru si fossero increspate in un piccolo sorrisetto soddisfatto.
- Ce ne hanno messo di tempo. Pensavo davvero fossero stati rapiti dagli alieni. - lo sentì bisbigliare, mentre – con la sua solita eleganza felina – scendeva giù dalle sua braccia, non prima di avergli sfiorato le labbra con le sue, invitandolo con lo sguardo ad andare ad aprire.
E lui gli ricambiò lo sguardo, fissandolo confuso e la risposta di Tooru fu di premergli leggermente una mano sulla schiena, spingendolo verso la porta di ingresso. Dalla quale, per inciso, allo scampanellamento che proseguiva imperterrito ora si era sommato anche un battere e un vociare sempre più ridondante.

°° BROOOOOO!°°
°° Bokuto-san, stai svegliando tutto il condominio.°°
°° HAH?! Ma non è vero!”
°° Sì, invece...°°
°° Yaku-san ma non è che abbiamo sbagliato casa? °°
°° Lev ma non sai leggere?! C’è scritto il cognome sul campanello!°°
°° Tora per favore ti puoi togliere quel sorriso inquietante dalla faccia? Stiamo per fare una sorpresa a Kuroo per il suo compleanno non andando ad uccidere Batman*°°
°° E come dovrei sorridere allora secondo te Kenma? E comunque, se magari eviti di urlarlo riusciamo sì a fargli una sorpresa.°°
°° Qui c’è una sola persona che sta urlando e non sono di certo io.°°
°° EHY! Non guardate tutti me!°°
°° Chissà come mai, eh Bokuto-san?°°
°° AKAAAASHI!°°
°° Ragazzi, cerchiamo di non far troppo confusione.°°
°° Impresa titanica direi, Kai-senpai.°°

Erano ancora al di là della porta ma Kuroo se li stava vedendo chiaramente davanti a sé, le loro pose, le loro espressioni. Li conosce così maledettamente bene.
Nuovamente ecco che riportò gli occhi verso quelli del suo compagno, così felicemente sorpreso.
E gli occhi di Tooru erano lì, pronti ad accoglierli i suoi mentre si godeva lo spettacolo di vedere la dolce espressione di pura gioia dipingergli quel volto perfetto.
- Prima che ci sfondino la porta, che ne dici di andare ad aprire, eh Neko-chan? - lo invitò divertito, appoggiandosi al muro, incrociando le braccia al petto.
Ma Tetsurou ecco che in poche falcate ricoprì la distanza che li separava.
- Grazie… - gli sussurrò, dopo che l’aveva attirato a sé e stretto in un abbraccio fortissimo, che valeva più di mille parole. Che cercava di trasmettere tutta la sua gratitudine. Per tutto.
E fu la volta di Oikawa, ora, di sgranare gli occhi sorpreso, mentre ricambiava l’abbraccio, facendogli scivolare le braccia sulla sua schiena scolpita, quella schiena sulla quale lui si era aggrappato più e più volte. Che sapeva di casa. Che sapeva di porto sicuro.
- Và ora - gli mormorò – ti stanno aspettando. -
Distante da casa sua, dal luogo in cui era nato e cresciuto, Tooru aveva imparato ancora di più cosa volesse dire la vicinanza affettiva dei propri cari, di quanto potesse essere salvifica. Quindi non avrebbe potuto che organizzare una sorpresa del genere per il compleanno del suo adorato amore. Anche se Tetsurou ce li aveva tutti lì, a Tokyo, con gli impegni di ognuno non era sempre facile o scontato che riuscissero ad essere tutti insieme, per questo si era impegnato tanto per riuscire ad organizzare il tutto.
Osservò la sua figura slanciata e sinuosa dirigersi emozionato verso la porta, sentendone ancora il calore del corpo addosso. E sentendosi al sicuro per l’ennesima volta.

- BUON COMPLEANNO! -

E a trovarseli tutti lì, come sarebbe stato possibile trattenere quelle lacrime che a forza si stavano facendo strada? Essere avvolto dal calore dell’affetto dei suoi più cari amici. Da quel loro abbraccio nel quale tutti – chi volente chi nolente – si erano buttati, quell’abbraccio che sempre gli mancava, perché era quell’abbraccio nel quale si erano sempre stretti nei momento in cui si erano permessi di esser stanchi, di sentirsi deboli. Quell’abbraccio che aveva sempre fatto sottintendere che andava tutto bene, sempre e comunque. Perché gli altri avrebbero risollevato, risanato chi ne aveva bisogno, chi ricercava quell’abbraccio.
- Ehm, ragazzi perché avete i cerchietti da renna in testa? - chiese basito Tetsurou nel momento in cui l’abbraccio si sciolse e li guardò attentamente.
E otto indici si levarono all’unisono ad indicare la figura alle spalle di Kuroo, la quale figura stava ghignando tutto felice e soddisfatto.

 

FINE

 

 

E tanti auguri Micetto. Chissà che bella festina ti farà il Daio-sama *ç* Abbandonatemi in quella casa.
Tra un po' è anche il compleanno di Akaashi MUAHHHUUUAHUUUU

 

 

 

*faccio riferimento ad un particolare che ho raccontato in un’altra os KuroOi. E comunque: sono IO quella fissata con il Natale, che ha già fatto l’albero e altre corbellerie simili.
Visto che in qualche modo il Daio-sama mi somiglia, non poteva non dargli questa mia caratteristica.

*per chi, come me, conosce a memoria le battute di The Big Bang Theory non serve che spieghi la citazione, perché è una delle scene più memorabili. Per chi, invece, non conosce TBBT, beh: che cosa state ancora aspettando?

   
 
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