Fumetti/Cartoni americani > Avatar
Ricorda la storia  |      
Autore: BellaLuna    17/11/2020    4 recensioni
[Questa storia si è classificata Quarta ed è Vincitrice del Premio Speciale Arciere del contest "L'angoscia del Nero" indetto da Anatra.Valeria sul forum di EFP.]
Dopo il tradimento di Mai e Ty Lee, Azula è costretta a ritrovarsi faccia a faccia con le sue insicurezze e con i fantasmi del suo passato, iniziando così una lenta e inevitabile discesa verso la follia.
"La mia stessa madre credeva che io fossi un mostro. Aveva ragione, certo, ma faceva male comunque."
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Azula, Mai, Ty Lee, Ursa, Zuko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
My heart burns there, too
 

 
“Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.”
 
 

 
Azula è convinta che nessuno al mondo sia in grado di comprendere il funzionamento della mente umana meglio di lei.
Non si tratta di un gioco di prestigio come tutti credono, non si tratta di alcuna magia. È solo dominio. E Azula è sempre stata brava a dominare, Azula è sempre stata un prodigio.
Semplicemente, vede gli esseri umani che la circondano per quello che sono davvero: macchine imperfette, ingranaggi difettosi, che sfrigolano, si inceppano, e lasciano che il meccanismo vada in panne, si infiammi come corroborato da fiamme ossidriche che ne bruciano i fili, le connessioni, mandando allo sbaraglio ogni sinapsi, ogni collegamento.
La mente umana è un gioco di strategia molto più divertente di ciò che normalmente si pensa.
Un gioco degli specchi, un gioco di mura e di argini e di porte chiuse, blindate, dietro la quale nascondere ogni cosa che possa essere in grado di renderti vulnerabile, ogni cosa che possa anche solo osare scalfire la propria armatura.
Dominio e Predomino.
Pura biologia: un vero genio conosce in anticipo le mosse, sa prevedere ogni schema, ogni battuta, perché si trova al contempo dentro e fuori quel meccanismo perfetto che è la sua mente.
È un gioco elegante, un’armonia perfetta, fino a quando ogni sua parte funziona come dovrebbe, fino a quando ogni ingranaggio gira nel modo giusto, e le porte dietro le quali abbiamo nascosto e sotterrato ogni sentimentalismo inutile tengono ben chiuse le loro serrature.
Ma come tutte le cose belle, anche il gioco del dominio ha i suoi punti deboli, anche il gioco del dominio può essere fragile, come una sfera di cristallo dal bordo incrinato, a cui basta solo una piccola pressione per frantumarsi e andare in mille pezzi.
Azula lo sa bene, perché gioca a scacchi con quel fragile equilibrio da tutta una vita, perché è la figlia prodigio di cui suo padre si è servito per prendersi il suo impero e la sua corona, perché è colei che ha piegato dall’interno Ba Sing Se, ed è colei che un giorno vedrà il Regno della Terra bruciare, divorato da una pioggia di fuoco rosso che cadrà loro dal cielo come una benedizione divina, la sua.
Tutti gli altri sono lì, sull’isola di Ember, a lamentarsi delle loro patetiche esistenze, mentre lei affonda i piedi nella sabbia calda, e pensa alla gloria.
<< Tu non puoi capirci, vero, Azula? Perché sei solo così perfetta.>>
Per una volta, Zuzù ha ragione.
Azula osserva i suoi amici e con distacco nota tutte le loro imperfezioni, i meccanismi arrugginiti dei loro cervelli, le molle fuori posto e, quasi con curiosità, si domanda un attimo che cosa si provi a dubitare, a temere di perdere l’equilibrio e cadere.
<< Non ho storie strappalacrime come voi.>>, gli risponde, con lo stesso tono seccato e altezzoso di sempre, lo sguardo perso in un mondo di solo fuoco rosso che divora la terra, << Potrei stare qui a lamentarmi del fatto che mia madre amasse Zuko più di me, ma la verità è che non mi è mai importato più di tanto.>>
Azula ha imparato ogni sorta di trucco per conoscere le persone – smascherarle, più che altro -, ha imparato a studiarle come le antiche pergamene degli antichi maestri, ed è così che ha imparato anche a prevedere i loro schemi, è così che sa che cosa pensino prima ancora che la pensino essi stessi. Perché conosce i vizi, e le perversioni, e le ambizioni, e le paure della mente umana meglio di chiunque altro.
È un prodigio lei, è perfetta. È nata fortunata.
<< Mia madre credeva che io fossi un mostro. Aveva ragione, certo, ma faceva male comunque.>>
Nessuno meglio di Azula sa riconoscere e individuare le debolezze della mente umana, prevederne i limiti, gli scivoloni, i blackout.
È un gioco di strategia molto sottile, un gioco in cui devi ergere mura e nascondere per bene tutto ciò che può ferirti dietro di essi e sperare che i bastioni reggano, che reggano ai cannoni, agli urti, ai traumi, al fuoco e alle fiamme. Che reggano ai tradimenti e agli abbandoni, al veleno letale della paura.
Non è un gioco facile, perché è necessario mantenere sempre la guardia alta, le sentinelle in allerta, il fuoco acceso.
Perché basta un niente, una vite fuori posto, una crepa nel muro, un’increspatura nel vetro e tutto finisce per esplodere e crollare in mille minuscoli pezzettini che nemmeno la più abile delle menti, nemmeno tutto il talento del mondo potranno mai rimettere insieme.
 
***
 
“Stavolta hai calcolato male, Azula. Il mio amore per Zuko è più forte del mio timore nei tuoi confronti.”

Il tradimento di Mai e Ty Lee le brucia addosso perché è stato in grado di colpirla – di ferirla – lì dove credeva di poter essere invulnerabile: al cuore.
Aveva abbassato la guardia, si era fidata – che sciocca! – e così aveva commesso un errore stupido, un errore da Zuko.
Aveva permesso loro di piantarle un coltello alla schiena, gli aveva fornito su un piatto d’argento l’occasione di ribaltare le parti, toglierle dalle mani lo scettro del controllo. Aveva permesso loro di fare ciò che mai nessuno prima era riuscito a farle: spiazzarla, umiliarla.
Perché?

“Il mio amore per Zuko è più forte del mio timore nei tuoi confronti.”

Perché?
Prima sua madre e Lu Ten, poi suo zio e infine Mai e Ty Lee... che cosa poteva mai avere suo fratello che ispirasse negli agli così tanta lealtà?
Che cosa mai poteva avere più di lei?

“Azula è nata fortunata. Zuko è fortunato a essere nato.”

Per la prima volta, Azula non capisce, barcolla, vacilla, dubita – per la prima volta, può sentire la serratura della porta iniziare a cedere, gli argini strabordare, i meccanismi incepparsi.
Non ho più il controllo, pensa, improvvisamente nel panico, sentendo il respiro spezzarsi in gola, il cuore batterle troppo forte nel petto.
Si guarda attorno, una volta tornata a casa dalla Roccia Bollente, e può sentirsi addosso mille occhi accusatori, mille occhi diffidenti, mille occhi che la scrutano e la giudichino e ciò che vedono è solo una delle tante, una scintilla che non brilla, una fiamma rossa che arde con meno vigore di una blu.
No.
È costretta a serrare gli occhi e a tapparsi le orecchie per non udire le loro voci che la inseguono per i corridoi bui, le risatine che le rivolgono alle spalle, i commenti sprezzanti bisbigliati sottovoce.
Basta. Ho detto basta.
Al suo passaggio, le sembra di vedere i muri stringersi intorno a lei, piegandola e togliendole il fiato, sente il rumore di mille specchi che si infrangono, di passi che la seguono nell’ombra ma che quando si volta per fronteggiarli le sfuggono fra le mani come fumo.
Digrigna i denti, Azula, erge mura e ritorna a circondarsi di fiamme – loro, almeno, non l’hanno mai tradita – e quando si chiude la porta della sua stanza alle spalle, tutto ciò a cui riesce a pensare è: chi sarà ora il prossimo a tradirmi?
 
***
 
<< Ho deciso che tu non verrai con me, Azula. Il tuo posto è qui. >>
Se il tradimento di Mai e Ty Lee l’aveva ferita perché era stato in grado di prenderla alla sprovvista, di mettere per la prima volta in dubbio la sua intelligenza e la sua capacità di mantenere sempre tutto e tutti sotto il suo controllo, quello di suo padre, invece, sferra un attacco più infimo, in qualche modo persino più letale.
Il tradimento di suo padre svilisce il suo orgoglio, la sua pozione, il suo momento di gloria, tutto quello che Azula è o pensava di essere.
Le promette una corona, certo, ma non ciò che Azula davvero desidera, non il Regno della Terra che brucia sotto un cielo rosso come le fiamme che ne divorano ogni germoglio di vita e di speranza, proprio come lei aveva pianificato, proprio come lei aveva voluto e come era destino che accadesse.
<< Ma è stata una mia idea! >>, gli ricorda, perché al contrario di tutti gli altri stolti – il suo sempre tanto gentile e onorevole fratello per primo – lei ha sempre saputo che l’unica cosa che infine resterà da dominare a un dominatore del fuoco, quando tutto intorno a loro non sarà altro che cenere e polvere, è il caos.
Sono maestri di devastazione e distruzione, portatori di sangue e morte e... davvero, Zuzù, avrebbe tanto voluto chiedere a lui e al suo stupido, stupidissimo onore, pensavi davvero che ci potesse essere ancora qualcosa di buono da poter salvare? Pensavi ancora di poter salvare te stesso dall’inferno e dall’oscurità più totale, di poter salvare me, forse?
 
***
 
Rinchiusa nel buio del suo castello, Azula aspetta, Azula medita, Azula ascolta: i bisbigli della servitù, le voci concitate dei Dai Li, il mormorio noioso degli anziani membri del consiglio reale.
Sono tutti contro di me.
Azula lo sa, Azula sente che è così – per questo si è circondata di fiamme blu e ha smesso di mangiare il cibo che le preparano, ha smesso di bere il vino e l’acqua che le servono, ha smesso di dormire perché ci sono ombre che la inseguono, che strisciano sotto la sua porta, che le sussurrano cose terribili alle orecchie, cose che Azula sa, ma che non vuole più sentire, non vuole più ricordare.

“Mia madre amava Zuko più di me...”
“Stavolta hai calcolato male, Azula. Il mio amore per Zuko è più forte del timore nei tuoi confronti!”

Azula sa, - certo che lei lo sa -, che il prossimo tradimento è vicino. E lo sa perché lei è un prodigio, è la principessa perfetta, il futuro dragone dell’est, la futura Signora del Fuoco.
Eppure trema. Eppure dubita.
La fiducia è per gli sciocchi, la paura è l’unica via affidabile.
Eppure continua a sentire voci che bisbigliano e risate di scherno alle sue spalle.
Nessuno crede più in lei, nessuno, forse, la teme più.
<< Azula, siamo preoccupate per te e per la tua salute.>>
<< È stato mio padre a chiedervi di venire a parlarmi, vero?! Ritiene che io non sia in grado di assumere l’incarico di Signora del Fuoco, ma si sbaglia, perché io sarò il sovrano migliore della storia della mia Nazione.>>
<< A noi sembra che tu non stia bene...>>
Falsi.
Bugiardi.
Traditori.
Tutti quanti.
<< Forse sarebbe meglio rimandare l’incoronazione...>>
<< Ho detto che sto benissimo! >>
L’hanno vista cadere, perdere il controllo e restare indietro e ora credono di poterla deridere, denigrare, tradire. Ora credono di poterla piegare, perseguitare, renderla niente, proprio come hanno fatto con Zuko.

“Voi... non potete trattarmi così! Non potete trattarmi come Zuko!”

O forse no, - Azula dubita, Azula trema -, forse ciò che vogliono davvero è un burattino da manovrare o un principe imperfetto da amare.

“Mia madre amava Zuko più di me.”
“Il mio amore per Zuko è più forte del mio timore nei tuoi confronti.”

 
No! 
No, non può essere vero... non può essere così!
Eppure Azula lo sente, sa che sta arrivando, non può sbagliare, non proprio lei, così perfetta, il prodigio della famiglia.
 
“Presto o tardi, tutti mi avrebbero tradita, proprio come hanno fatto Mai e Ty Lee.”

Azula decide di riprendersi il controllo che le è stato rubato e di non dar loro alcuna occasione di voltarle le spalle.
Ha capito il suo errore e intende porvi rimedio.

“La fiducia è per gli schiocchi. La paura è l’unica via affidabile.”

Convoca tutta la corte e i Dai Li e gli anziani membri del consiglio in una delle sale più remote del palazzo. Fa sbarrare le porte e poi schiocca le dita e lascia che l’incendio divampi e li divori.
Può sentirli bruciare. Può sentirli impazzire di dolore, mentre la loro carne si scioglie come cera che cola sulle loro ossa annerite, carbonizzate, mentre di loro non resta nient’altro che cenere.
Dimmi, fratello, domanda all’ombra di Zuko che è vicino a lei, che incombe su di lei, immobile e imperfetta come lui, come il fratello che una volta l’amava (e che lei ha amato), pensi che farà male quando di noi non resterà altro che cenere nel vento? Quando le fiamme dell’inferno nel nostro cuore finiranno finalmente di consumarci? Pensi che farà male? Più male?
 
***
 
A poche ore dal suo gran momento, dalla sua agognata incoronazione, ecco che Ursa riappare riflessa nel suo specchio.
La guarda ancora come faceva una volta, con tristezza e disappunto, la guarda e tutto ciò che vede non è altro che una bambina e un mostro.
Azula la odia, perché è stata proprio lei, - sua madre -, la prima ad abbandonarla, la prima a tradirla.
Come ha osato?
<< Non fingere di essere orgogliosa. Io so bene che cosa pensi di me. Mi consideri un mostro.>>

“Aveva ragione, certo, ma faceva male comunque.”

<< Io ti ho voluto bene, Azula. Tu sai che è così.>>
<< ZITTA! >>
Quando lo specchio si infrange, Azula può quasi sentire il meccanismo perfetto, su cui per tutta la sua vita aveva fatto affidamento per sopravvivere, implodere dentro la sua testa, incepparsi fino ad andare completamente fuori controllo.
Può sentire ogni cosa adesso: tutte le mura che aveva innalzato crollano e le porte che aveva sbarrato si spalancano e l’umanità che aveva così disperatamente cercato di seppellire dentro di sé l’esplode dentro, nel corpo, sotto la pelle, dentro le ossa, come un incendio impazzito, un fuoco dalle fiamme scarlatte che la divorano e che Azula non sa, non ha idea di come si faccia a dominare.
Ma la parte peggiore, arriva dopo.
Spezzata e con solo le sue fiamme a tenerle compagnia, Azula osserva impotente un’ombra strisciare fuori dallo specchio infranto: è una bambina. Assomiglia alla bambola che un tempo aveva dato alle fiamme. Ha gli occhi e i capelli bruciati, i vestiti logori, e all’altezza del suo petto, lì dove dovrebbe esserci il suo cuore pulsante, si ritrova invece con un buco nero senza fine.
Il mostro bambina piange lacrime di sangue, e Azula vorrebbe poter fingere che non sia reale, vorrebbe di nuovo poterla mettere in catene e rilegarla nell’antro più oscuro di sé stessa, lì dove le fiamme rosse che la alimentano, e che un tempo l’avevano fatta brillare sopra tutti gli altri, ancora ardono in eterno.
Ma la sua maschera di perfezione è ormai crollata, non esistono più né mura, né porte blindate dentro la quale imprigionarla e quel mostro bambina è tutto ciò che resta di lei spogliata della sua aura di perfezione, della sua corona e del suo dominio.
Non può ordinarle di andarsene, perché quel mostro bambina è reale tanto quanto lei.
 
***
 
<< Vuoi essere il Signore del Fuoco? Bene, vediamocela tra di noi, solo tu ed io, fratello, come avrebbe sempre dovuto essere, con l’Agni Kai! >>
Zuko giunge a sfidarla, a portarle via la sua corona – traditore! traditore! traditore! – e il mostro bambina che la segue come un’ombra non fa altro che urlare e piangere e disperarsi.
Non lo uccidere! È mio fratello, non lo uccidere!
Azula non l’ascolta, sorride e si sfila il suo manto regale color carmino.
<< Mi dispiace che fra noi debba finire così, fratello.>>
<< No, non è vero. >>
Le fiamme di Zuko sono rosse come il cielo sopra le loro teste, come il fuoco in cui ha bruciato l’intera corte, come le lacrime di sangue che vede colare dagli occhi del mostro bambina, come la Cometa di Sozin che ha dato loro il potere di cento soli.
Il mostro bambina continua a implorarla, ti prego, ti prego, so che gli vuoi bene, ti prego!
Ma Azula non l’ascolta, continua la sua lotta furiosa, fuoco blu contro fuoco rosso.
<< Niente fulmini oggi? >>, Zuko la provoca, la sfida.
Come osa?
Non ha paura di lei?
Tutti devono avere paura di lei!

“Hai calcolato male, Azula. Il mio amore per Zuko è più forte del timore nei tuoi confronti.”

<< Te lo faccio vedere io, il fulmine! >>
Il mostro bambina piange e urla e si dispera al suo fianco, ma Azula non l’ascolta e alla fine scocca il suo fulmine letale, dritto al cuore del suo dolce fratellino.
E Zuko fa ciò che tutti si aspettano che Zuko faccia: prende la decisione sbagliata.
Lascia ancora una volta che sia il suo stupido cuore buono e ricolmo d’onore a guidarlo e tutto ciò che quel suo cuore buono e pieno d’onore gli ha sempre ridato in cambio non è altro che dolore.
Crede ancora che valga la pena sacrificarsi per una causa quello sciocco?
Crede che valga ancora la pena amare?
Amare cosa?
Amare chi?
Quando tutto il mondo è solo destinato a bruciare?
Zuko crolla a terra, il suo corpo freme e si contrae, geme, si accartoccia su sé stesso come un foglio di carta stretto fra le dita furiose di qualcuno.
Tutto intorno a loro il mondo brucia e l’aria puzza di carne morta, di fumo.
All’improvviso si leva un grido.
Azula pensa che sia della stupida contadina per cui suo fratello ha appena sacrificato la vita, ma si sbaglia, perché il grido è il suo, è quello del mostro bambina che davanti ai suoi occhi geme, urla, piange lacrime di sangue.
Stretto fra le sue mani lorde c’è un cuore pulsante e marcio che sanguina, che arde, che brucia.
Cattiva, urla a squarciagola il mostro bambina, Guarda che cosa hai fatto! Guarda che cosa hai fatto! Era mio fratello e tu l’hai ucciso! Cattiva! Mostro! Cattiva!, continua a urlare con la sua voce da baratro, a fissarla con i suoi occhi rossi come il sangue che macchia le sue mani.
Ma Azula non si ferma, non può, continua a combattere contro la dominatrice dell’acqua, contro il mostro bambina, contro sé stessa, contro ciò che è.
Mostro! Mostro! Mostro!

“Ti ho voluto bene, Azula. Tu lo sai.”

Azula non respira, il suo corpo è prigioniero del ghiaccio, ed è quasi una sensazione piacevole, per un attimo è come se tutto avesse finalmente smesso di bruciare.
Sola, spezzata e incatenata al suolo, Azula piange il suo tormento, piange la sua fine. Piange per ciò che avrebbe potuto avere e che adesso non avrà mai. Per ciò che sarebbe potuta essere e che invece non sarà mai.
Piange perché, ora che tutto è stato divorato dalle sue fiamme e dal veleno della sua stessa paura, si è accorta che non le resta più niente.
Non sua madre, non Zuko, non Mai, non Ty Lee, né una corona, né la gloria.
N i e n t e.
Solo le fiamme dietro la quale si è barricata per tutta la vita, solo le fiamme che ha usato per distruggere ogni cosa.
Solo i resti di un cuore incenerito nelle mani di un mostro.
 



FINE
 
 
 
 
 
N/A: Salve a tutti! Per prima cosa, voglio ricordare che questa mia storia nasce grazie al Contest “L’angoscia del Nero” indetto da Anatra.Valeria sul forum di EFP, la quale ci ha chiesto di scrivere una storia quanto più Dark possibile, e io spero di esserci riuscita e di averle dato quella sfumatura d’horror che lei cercava ^^
Il titolo di questa storia è un piccolo Easter Egg, perché è l’ultimo verso dell’haiku che Ben scrive per Beverly nel romanzo IT di Steven King, in italiano è: “Dove il mio cuore brucia”, ma credo che in inglese renda meglio il significato che ho voluto dargli nella fanfiction. Voi che ne pensate? :)
La citazione iniziale, invece, è ripresa dal celeberrimo film “Batman - Il Cavaliere Oscuro” di Nolan, e niente... io ho sempre pensato che fosse la descrizione più adatta alla nostra Azula, personaggio che amo molto, nonostante tutto, e a cui spero di aver reso giustizia in questa mia fanfiction.
La maggior parte dei dialoghi da me utilizzati sono quelli originali del Cartone Animato. Alle volte li ho modificati un po' per pura necessità poetica, così come la scena dell’omicidio di massa perpetrato da Azula ai danni dei suoi “galoppini” che, naturalmente, nell’opera originale non c’è, ma che io ho voluto inserire, uscendo così fuori dal Canon, per dare una sfumatura più cruenta e appunto più oscura alla storia, visto che il contest si basa proprio su questi due aspetti e su altri due in particolare di cui adesso parlerò.
Il primo riguardava questa angoscia del nero, questa ossessione che dovevamo mostrare come elemento caratterizzante dei nostri protagonisti.
A mio parere, Azula presenta due tipi di ossessione diverse, che poi porteranno appunto alla sua follia: il primo, è la sua ossessione per il controllo, per la perfezione. Quando infatti vede il controllo sfuggirle di mano, prima con Mai e Ty Lee e poi con suo padre, vediamo Azula cedere, dubitare e ciò la porterà a sviluppare un vero e proprio delirio di persecuzione, una paranoia – non del tutto infondata – che la porterà a dubitare di tutto e di tutti, fino a impazzire.
E la pazzia era proprio il secondo elemento che dovevo rispettare per questo contest, e che in qualche modo ho cercato di mostrare attraverso un sottile gioco degli specchi.
In che senso? Azula vede sé stessa come la ragazza perfetta, il prodigio, questa però per lei non è che una maschera, perché caduta quella tutto ciò che lei vede è un mostro bambina. Infatti, è proprio l’ombra o il riflesso del mostro bambina che esce fuori dallo specchio alla fine della storia.
Ma che cos’è davvero questo mostro bambina? Se Azula è il guscio vuoto di perfezione, il mostro bambina è puro concentrato di emozioni e umanità.
Quindi, alla fine, chiedo a voi: chi è il vero mostro?
 Spero di essermi spiegata bene! ^^”
Faccio un in bocca al lupo a tutti gli altri partecipanti, e ringrazio ancora Valeria, sperando che questa storia possa piacerle.
Alla prossima,
BellaLuna
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Avatar / Vai alla pagina dell'autore: BellaLuna